AUTRICE
GIUSEPPINA
CATTANEO
http://giusicopioni.altervista.org/
POSIZIONE
S.I.A.E. N° 193077
Codice opera
Siae 887849A
TITOLO
CARE PARENTI
COMMEDIA IN DUE ATTI
Personaggi:
FILIPPO FERRINI
MARTA sua sorella
CELESTE nipote della Svizzera
CLARA cugina dell’Australia
VITTORIO 1°creditore
CAMILLA la padrona di casa
LORENZO 2°creditore
Postina solo voce
TRAMA
È la vita di due fratelli che vivono in
condizioni disagiate e che ricevono la visita di due parenti lontane. Da ciò
nasceranno dei simpatici equivoci.
ATTO PRIMO
SCENA:
A sinistra un tavolo e due sedie. Un piccolo mobile che serve da dispensa. Due
sedie a sinistra che fungono da divano Porta a sinistra, al fondo e a destra del
pubblico.
SCENA I
Filippo e Postina
FILIPPO. (gira per la sala) così non si può
andare avanti. Non si può. Ma quale sarà la soluzione? (suonano il campanello. Filippo si spaventa) E chi sarà mai?!
Sicuramente l’ennesimo creditore. Non rispondo. (risuono di campanello) Assolutamente no.
POSTINA. (da fuori scena a destra) Ho posta per
voi! (aspetta risposta). C’è qualcuno
in casa?
FILIPPO. No, non
c’è nessuno.
POSTINA. Lo
immaginavo. Tutti i giorni sempre la stessa storia. In casa non c’è mai
nessuno. Lascerò queste lettere nella cassetta come le altre. Ma pèr le
raccomandate che faccio?
FILIPPO. Faccia rispedire
tutto al mittente.
POSTINA. È vero.
Grazie. Non ci avevo pensato.
FILIPPO. (tra se) figuriamoci che apro e così
altre fatture, sollecitazioni di pagamento e magari denunce a nostro carico!
SCENA
II
Postina, Filippo e Marta
(Sempre
da fuori scena a destra, Marta e la postina)
MARTA. Buongiorno.
FILIPPO. Nooo! Ecco
che arriva lei e si farà consegnare le raccomandate.
POSTINA.
Buongiorno. Lei abita qui?
MARTA. Fino a prova
contraria.
FILIPPO. (fra se) E ti pareva! Ma perché deve
sempre essere sincera?
POSTINA. Finalmente
ho trovato qualcuno a questo indirizzo.
MARTA. O ma se è
per quello, abita qui anche mio fratello…
FILIPPO. ( fra se. Grugnisce) ma perché non si fa
gli affari suoi! (verso il pubblico)
Qualcuno di voi vuole una sorella? Gli regalo la mia!
POSTINA. Strano.
Tutte le volte che vengo io non c’è mai nessuno. Come quest’oggi.
MARTA. Ma davvero?
Eppure ero convinta che mio fratello Filippo non fosse uscito. Vediamo: Filippo
sei in casa?
FILIPPO. No, non ci
sono. Sono uscito.
MARTA. Non c’è, ha
ragione perbacco. Sarà uscito. Lasci pure tutto a me.
POSTINA. Guardi che
ha della posta arretrata nella cassetta.
MARTA. Ritirare la
posta, è il compito di mio fratello. Come può essersene dimenticato…
FILIPPO. (fra se) chissà come mai! Non prendere
le raccomandate, mi raccomando….
POSTINA. Mi dovrebbe fare due firme per queste
due raccomandate.
MARTA. Subitissimo!
FILIPPO. (fra se) chissà come mai sapevo che
sarebbe andata a finire così! E se
insieme alle lettere bruciassi anche lei? No, avrei troppo fumo in casa.
SCENA
III
Marta e Filippo
MARTA. (entra in casa da destra) Ah! Ma ci sei?
E perché hai risposto che non c’eri?
FILIPPO. Adesso io
sono così stupido da farmi trovare in casa e ricevere un mucchio di proteste e
denunce.
MARTA. Vorresti
dire che la stupida sono io allora? (mostrando
le lettere)
FILIPPO. C’è
qualcun altro che ha in mano della lettere forse?
MARTA. Mi sembrava
naturale ritirarle.
FILIPPO. Ma come
hai potuto, sapendo poi che sono io che mi interesso dell’andamento postale ed
economico della casa!
MARTA. E ti
conviene anche alzare la voce! Guarda come ci hai ridotti: nemmeno un mobile e
nulla da mangiare!
FILIPPO. Non ti
permetto di dire cose non vere. Il tavolo l’abbiamo come le sedie e una bella dispensa.
Il divano poi è perfetto. Senza parlare della stanza da letto.
MARTA. (con ironia) E si! Proprio una bella dispensa….immensa,
spaziosa. Il divano? (verso il pubblico)
Secondo voi questo è un divano? (a
Filippo) Una rete con un materasso ti sembra sia una stanza da letto? E
oggi, su, dimmi, dimmi che mangeremo…
FILIPPO. Ecco, oggi
mangeremo…(pensa) mangeremo quello
che c’è nella dispensa come ieri sera.
MARTA. Ma se ieri
sera abbiamo mangiato solo ossa che erano avanzate dal giorno prima!
FILIPPO. (perplesso) Ma proprio tutte le abbiamo
mangiate? Non abbiamo lasciato nemmeno un ossicino?
MARTA. Ah, come fai
funzionare l’economia di questa casa tu, non lo fa nessuno!
FILIPPO. Siamo
messi proprio male cara sorella!
MARTA. Questa
povertà ci fa stare tanto male! Guardiamo queste lettere, magari c’è qualcosa
di nuovo…
FILIPPO. Cosa vuoi
che ci sia, solite sollecitazioni. Lo sfratto dall’appartamento lo abbiamo già…
MARTA. (sfoglia le lettere) guarda Filippo, ci
sono due lettere diverse. Una viene dalla Svizzera e una dall’Australia.
FILIPPO. Dalla
Svizzera e dall’Australia? Non dirmi che abbiamo creditori anche la?!
MARTA. Non credo
siano creditori. Almeno spero. Apriamole. (Filippo
apre quella Svizzera e Marta dell’Australia).
FILIPPO. Qui dice
che arriverà a trovarci una nostra nipote dalla Svizzera. Una certa Celeste Ferrini.
Chi sarà mai? Il cognome mi dice qualcosa però….
MARTA. Per forza è
come il nostro! Sarà certamente una nostra parente.
FILIPPO. (pensieroso) In Svizzera… ma non si era
trasferito anni e anni fa nostro prozio Marcellino?
MARTA. E’ vero… ora
ricordo. È lo zio che aveva un sacco di debiti e voleva tentare la fortuna in
Svizzera.
FILIPPO. Poveri noi
Marta. Se sta tornando la nipote in Italia vuol dire che non ha avuto fortuna
per nulla e cercherà un posto dove vivere e dove mangiare. E ciò lo vuole
proprio da noi. Capisci Marta.
MARTA. Capisco che
dovremo dividere il letto e i pasti che non abbiamo. Vediamo invece l’altra
lettera se porta buone notizie. (guarda
un attimo) Qui c’è scritto che viene a trovarci una certa Claretta Ferrini.
Ma tutti i parenti si fanno vivi proprio in questo tempo da lupi?!
FILIPPO. Ma…ma che
stai dicendo? E dove sarebbero? Lo sai che io ho paura…
MARTA. Hai paura?
Ma di cosa?
FILIPPO. Dei lupi?
MARTA. Ah dei lupi.
E che c’entrano ora i lupi?
FILIPPO. Come?
Vorresti dire che i lupi c’entrano anche qui dentro?
MARTA. Macchè lupi.
È un modo di dire. Quando non si ha più quello che si aveva una volta si dice
che ora è un tempo da lupi. Allora,
questa Claretta a me ricorda qualcuno…
FILIPPO. (pensieroso) ma certo Marta non ti
ricordi di zio Adolfo che stava molto bene economicamente e si è trasferito
anni fa in Australia?
MARTA. Il fratello
di nostro padre è vero! Ricordo ora che se ne era andato in Australia con un mucchio
di soldi avuti grazie alla vendita del calzaturificio di suo nonno materno. E voleva
far fruttare al meglio quei soldi, diceva.
FILIPPO. È vero,
ricordo anch’io. Marta, questa Claretta sarà ricca sfondata. Capisci?
MARTA. Capisco che
lei mangia da tempo e noi no.
FILIPPO. Ma che
dici! Claretta è sicuramente ricca e viene da noi. E verrà per cosa?
MARTA. E verrà per
cosa?
FILIPPO. Torna
perché è ricca sfondata e avrà saputo che noi abbiamo qualche problemuccio e il
padre gli avrà detto di aiutarci.
MARTA. Si, solo
qualche problemuccio, poca cosa. Vediamo se la lettera dice qualcosa in merito:
“Carissimi cugini, ho l’onore di venire a trovarvi e porto con me tanta
ricchezza interiore lasciatami in eredità da mio padre in Australia ecc. ecc.”
Hai ragione Filippo lo dice anche lei, tanta ricchezza…interiore. Ma che vorrà
dire interiore?
FILIPPO. Marta, interiore
vuol dire che le sue ricchezze non le lascia mai a nessuno e le porta con se. Secondo
me o li porta indosso o in un valigetta che porta a mano.
MARTA. Dici
davvero? Evviva! La ruota sta girando…
FILIPPO. E si, la
ruota sta girando… ma di che ruota stai parlando?!
MARTA. Ma della
nostra no? Evviva Claretta, evviva l’Australia!
FILIPPO. (non proprio convinto) Evviva la ruota
che gira. Vero Marta? (Suonano alla
porta).
SCENA IV
Filippo, Marta e Celeste
FILIPPO. Hanno suonato.
Chi sarà mai?
MARTA. Saranno
creditori senz’altro.
FILIPPO. E se
invece fosse la cugina dall’Australia? Apri subito.
MARTA. (va ad aprire ed entra Celeste la nipote
della Svizzera con una valigia) O cugina cara, entra. Lasciati abbracciare (e si abbracciano).
FILIPPO. Ti
aspettavamo con ansia (e si abbracciano.
Filippo fa capire a Marta che devono tenerla dentro)
CELESTE. Anch’io
non vedevo l’ora di vedervi!
FILIPPO. Cara, cara
cugina Claretta che piacere! È ancora forte il ricordo in noi di tuo padre Adolfo,
nonché nostro zio.
MARTA. Che uomo
straordinario. E tu gli assomigli in modo impressionante.
CELESTE. Non credo…
FILIPPO. (interrompendola) È vero Marta. Claretta
ha la fisionomia di Adolfo. E noi siamo felici che tu sia venuta in questa
nostra umile casa.
CELESTE. Scusate,
ma forse c’è uno sbaglio…
MARTA. Ma guarda
quanto è umile questa ragazza. Tutta suo padre Adolfo anche in questo. Lui,
faceva dell’umiltà il comportamento più importante da tenere.
FILIPPO. Che onore
averti qui! Divideremo la casa e tutto ciò che abbiamo con te. E spero tu
voglia fare lo stesso con noi.
CELESTE. Credo che
ci sia uno sbaglio di persona: io sono Celeste e sono vostra nipote di secondo
grado. Vengo dalla Svizzera e mio padre è Marcellino.
FILIPPO. (freddo e distaccato) Ah! Capisco.
MARTA. (idem) Tu non sei Claretta ma Celeste? O
poveri noi!
FILIPPO. Pensavamo
fossi la cugina dall’Australia. Sai, suo padre è partito con una grande
fortuna. Non come il tuo… scusa se mi sono permesso.
CELESTE. O figurati!
Mio padre invece…
MARTA. Tuo padre è
partito quasi scappando con un mare di debiti… tipo i nostri.
CELESTE. O certo.
Io poi, figlia, dovrei essere come lui immagino…
FILIPPO. Non
preoccuparti Celeste, capiamo benissimo in che acque ti trovi… è che… non
sappiamo come fare ad ospitarti… sai, abbiamo un letto solo…
CELESTE. Ma prima
avevate detto che dividevate la casa e tutto con me…
FILIPPO. È vero, ma
prima che sapevamo chi fossi veramente. Ma questo non toglie che…(guarda verso Marta in segno di aiuto).
MARTA. Ci siamo
accorti che… magari tu avresti preferito andare da qualche altra parte… magari con
un materasso tutto tuo…
CELESTE. Ma io mi
accontenterei…
MARTA. (sospirando)… e poi aspettiamo la cugina
Claretta… in quattro in questa casa poi, si è un pò strettini… però quando
arriva Claretta che ci sistemerà, parleremo bene di te così poi lei ti aiuterà
sicuramente…
CELESTE. (Si lascia andare su una delle due sedie che
funge da divano)
FILIPPO. Attenta
Celeste a non rovinare il divano.
CELESTE. Divano?
MARTA. Non ti piace il nostro divano forse?
CELESTE. (meravigliata) ah…bello…
MARTA. è a due posti…
CELESTE. Vedo…(si sente da fuori la voce di Vittorio).
VITTORIO.
L’indirizzo è questo. Entro senza suonare. Non vorrei facessero i furbi questi
Ferrini.
FILIPPO. È la voce
di Vittorio Marta, nascondiamoci altrimenti ci scorticherà vivi.
MARTA. FILIPPO. Celeste
scusaci. (e se ne vanno a sinistra
portandosi via la valigia di Celeste)
CELESTE. E io che
devo fare?
SCENA V
Celeste e Vittorio
VITTORIO.
Buongiorno! Sto cercando la signora Marta!
CELESTE. (non sa che dire) signora Marta?
VITTORIO. È vero
non dovrei chiamarla signora per il comportamento che ha tenuto da disonesta.
Dov’ è quell’ imbrogliona?
CELESTE. (con un po’ di timore ma cercando di
apparire sicura di sè) qui non c’è nessuna imbrogliona signor, signor…
VITTORIO. Vittorio.
CELESTE. Qui ci
abito io signor Vittorio e non conosco nessuna Marta.
VITTORIO. Come ci
abita lei? Qui ci abita Marta Ferrini con suo fratello Filippo e mi deve un bel
po’ di soldi. Dov’è? (e comincia a
guardarsi intorno)
CELESTE. Non le
permetto di muoversi da lì. Questa è casa mia da ben tre settimane.
VITTORIO. Da tre
settimane? Ma se settimana scorsa sono stato qui io e ho parlato con Marta?
Come possono essere tre settimane?
CELESTE. (capendo di aver fatto un sbaglio cerca di
rimediare) tre settimane? Oh. Volevo dire tre giorni. Il tempo passa
talmente adagio che i giorni mi sembrano settimane.
VITTORIO. Non le
credo. Dov’è?
CELESTE. La smetta
di alzare la voce in casa mia e se ne vada. Altrimenti chiamo la guardia…
medica.
VITTORIO. Non me ne
vado assolutamente! Ma perché poi dovrebbe chiamare la guardia medica e non le guardie
comunali?
CELESTE. Oh, mi
sono confusa ancora… chiamerò le guardie
comunali!
VITTORIO. Guardie o
non guardie io voglio i soldi che Marta mi deve!
CELESTE. Qui di
soldi non ce ne sono.
VITTORIO. Non avevo
dubbi.
CELESTE. Come si
permette di insinuare! Intendevo che io ho i miei soldi e non i suoi.
VITTORIO. E come fa
ad esser sicura che siano i suoi i soldi e non miei? C’e forse la sua firma
sopra?
CELESTE. (un po’ perplessa di ciò) no, non c’è la
mia firma ma… (alza il tono di voce e
parecchio arrabbiata) ma… se ne vada subito o saranno guai seri per lei!
VITTORIO. Va bene,
va bene me ne vado ma le dica che se non mi restituisce i soldi che mi ha
truffato entro domani, saranno guai seri.
(fa per uscire a destra, quando Celeste lo raggiunge e gli da dei soldi).
CELESTE. (a bassa voce) Tenga, il resto lo avrà
domani. Ora esca.
VITTORIO.
Finalmente…soldi…
CELESTE. Sssss e
ora se ne vada….(ed esce di scena a
destra)
SCENA VI
Marta, Celeste e Filippo
FILIPPO. (rientrando) grazie Celeste. Sei stata brava. Peccato tu sia quella che sei…
MARTA. Sei stata
un’attrice perfetta Celeste. Se solo non fossi così povera…
CELESTE. Capisco…e
così ora voi state aspettando vostra cugina…
FILIPPO. Precisamente
la cugina Claretta. Devi sapere che lei è molto ricca…
MARTA. Suo padre
era un uomo molto ricco…e andando in Australia, ha raddoppiato i suoi averi
FILIPPO. Ma che
dici…ha triplicato i suoi averi e forse di più.
MARTA. No, ti
sbagli Filippo, di più ti dico. Li ha raddoppiati…
FILIPPO. Tu di
conti non te ne intendi…triplo è più di doppio.
MARTA. E io dovrei
fidarmi di te dopo la tua gestione della nostra casa… Celeste, raddoppio degli
averi..
CELESTE. Ve lo ha
detto lei…
MARTA. Ci ha
scritto che ha una ricchezza interna acquisita. Perciò è tutta sua.
CELESTE. Ma come
mai questo attaccamento da parte vostra ai soldi…
FILIPPO. Ma non
vedi come siamo ridotti? Non abbiamo più nulla. Nemmeno da mangiare…
MARTA. Io purtroppo
non posso più nemmeno andare al lavoro perchè mi hanno diagnosticato due
malattie serie: la trombosi. E notare che non ho mai suonato in nessuna banda.
E poi la cefalea. E a me il pesce non piace nemmeno.
CELESTE. Oh, come
mi dispiace…
FILIPPO. E io? Gli
affari mi sono sempre andati male: riesco a metter in piedi una fabbrica di
zoccoli ed ecco che tutti cominciano a mettere le scarpe. Vendo tutto e mi
metto a fabbricare fazzoletti di stoffa e tutti cominciano ad adoperare
fazzoletti di carta.
CELESTE. Oh mi
dispiace…
FILIPPO. Non è
finita. Mi metto a fabbricare scope di saggina e tutti cominciano ad adoperare
scope sintetiche. Vendo tutto e mi do alla falegnameria: costruisco persiane.
CELESTE. E
finalmente gli affari cominciano a girare?!
MARTA. Macchè, lui
fa le persiane e tutti vogliono le tapparelle.
FILIPPO. E capisci ora
perchè ci ritroviamo in questo stato?!
CELESTE. Oh mi
dispiace…ma non hai pensato di cercarti un posto di lavoro?
FILIPPO. Non passa
giorno che non vada a cercar lavoro! Ma tutti mi dicono che non assumono un
tipo così come me. Dicono che porto sfortuna. E tuttora non capisco il perché
dicano così.
MARTA. Nemmeno io riesco a capire. Tu che pensi
Celeste?
CELESTE. (presa alla sprovvista e non volendo
offenderli) io? Ma non saprei…dopo quello che mi avete raccontato è
difficile dare un giudizio…Però magari io vi posso aiutare…
FILIPPO. Tu cara
nipote di secondo grado?! Non tentare di raggirarci per poter trovare
ospitalità da noi… non sta bene anche se capisco che la povertà porta ad
indurre in errore.
MARTA. Dispiace
anche a noi, ma con te siamo stati chiari fin dall’inizio. O quasi insomma…
FILIPPO. Non so
come mai ma qualcosa mi dice fra poco dovrebbe arrivare la nostra amata cugina
dall’Australia, Claretta.
MARTA. E ti credo, è
scritto nel copione che abbiamo studiato…
FILIPPO. Se arriva
e trova questa casa così…così poco…
MARTA. ….così poco
arredata. E come possiamo fare?
CELESTE. Se avete
bisogno io posso…
FILIPPO. Nipote
Celeste, non puoi far nulla senza soldi per noi. Hai dei soldi forse? No. E
allora non puoi rimanere a lungo qui.
MARTA. Mi è venuta
un’idea per i mobili Filippo! Se prendessimo in prestito i mobili del povero Giacinto?
CELESTE. E chi è
Giacinto?
FILIPPO. Sempre qui
a far perdere tempo! Giacinto era il nostro vicino di casa. Dico era, perché
ieri è stato celebrato il suo funerale. Aveva 103 anni ed era malato da tempo.
Ma Marta, come facciamo ad entrare in casa sua?
MARTA. Semplice.
Non abbiamo forse le chiavi?
FILIPPO. È vero… ce
le ha lasciate suo figlio ieri perché chiudessimo l’appartamento quando i
becchini finivano di portar via le loro cose.
MARTA. Bravo! E ci
ha detto che sarebbe passato a prenderle di lì a una settimana perché di noi si
fidava.
CELESTE. Vedo!
FILIPPO. Celeste
non trarre conclusioni affrettate. Noi prenderemo i mobili solo in affitto. Con
Claretta si deve avere un bel impatto se vogliamo che poi ci aiuti.
CELESTE. E così
sapete già che vi aiuterà?
MARTA. Se viene a
trovarci dall’Australia sarà solo per questo per forza!
CELESTE. E io che
vengo dalla Svizzera…
FILIPPO. Tu
purtroppo sei l’eccezione. Ed è toccata a noi.
MARTA. Non perdiamoci
in chiacchiere e mettiamoci all’opera. (fa
per muoversi) E per mangiare? Dovremo per forza offrirle almeno il pranzo.
FILIPPO. Ma come possiamo
fare ora che nessuno ci vuole più far credito?
CELESTE. Magari vi
posso aiutare io…
FILIPPO. Si, figuriamoci
che ora tu ci puoi procurare da mangiare che non tieni nemmeno un posto dove
andare!
CELESTE. (pensierosa) ho un piccolo anello e
magari lo potrei impegnare. Che dite?
FILIPPO. (interessato) Davvero?
MARTA. E tu lo
faresti per noi?
CELESTE. Se non ci
si aiuta fra parenti…
FILIPPO. Giusto Celeste.
Ce lo potresti mostrare?
CELESTE. No! Cioè
volevo dire che… non potrei… non lo guarderò nemmeno io per non stare male a
causa della separazione forzata. È un ricordo di mio padre.
FILIPPO. L’unico che
abbia un valore, immagino…
CELESTE.
Quasi.
MARTA. Dato che
abbiamo risolto tutto, ognuno faccia la propria parte: io e Filippo
l’arredamento e Celeste il pranzo. Presto. (ed
escono tutti di scena a destra)
SIPARIO
FINE
PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
SCENA:
Sala ben arredata anche con quadri. Tavolo ben apparecchiato con quattro sedie
sempre spostato a sinistra. A destra un divano. Sulla dispensa una foto del
defunto Giacinto.
SCENA I
Filippo e Marta
FILIPPO. Non è
ancora tornata Celeste?
MARTA. No. Questo
ritardo mi fa pensare che l’anello che voleva rifilare al negoziante sia un falso.
FILIPPO. Cosa ne
dici dell’arredamento?
MARTA. è perfetto. (Filippo prende da dietro il divano un mazzo di fiori di Giacinto che
portano anche la scritta: I TUOI CARI).
MARTA. Dove pensi
di metterli quelli?
FILIPPO. Una casa
senza fiori non dice nulla.
MARTA. Ah, perché
con i fiori di un morto la casa parla? (suono
di campanello) Chi sarà? Celeste non avrebbe suonato.
FILIPPO. Sarà
Claretta?
MARTA.
Vai, porta di la i fiori e nascondili! (Filippo
li porta velocemente a sinistra) E sbrigati!
SCENA
II
Filippo, Marta,Clara e Celeste.
CLARETTA. (dal di fuori a destra) è permesso?
FILIPPO. (arrivando di corsa) È lei! È la cugina
Claretta! Avanti! (Claretta entra. Ha una
valigietta). Oh cara, carissima Claretta! (dietro lei arriva anche Celeste che vede tutta la scena. Rimane in
disparte vicino alla porta a destra)
MARTA. O cugina
cara, entra. Lasciati abbracciare (e si
abbracciano).
FILIPPO. Ti
aspettavamo con ansia (e si abbracciano. Filippo
le fa capire che devono tenerla dentro)
CLARETTA. Anch’io
non vedevo l’ora di vedervi!
FILIPPO. Cara, cara
cugina Claretta che piacere! È ancora forte il ricordo in noi di tuo padre Adolfo,
nonché nostro zio.
CELESTE. (verso il pubblico) Oh oh. Questa scena
mi sembra di averla già vista.
MARTA. Che uomo
straordinario. E tu gli assomigli in modo impressionante.
FILIPPO. (interrompendola) È vero Marta. Claretta
ha la fisionomia di Adolfo. E noi siamo felici che tu sia venuta in questa
nostra umile casa.
CELESTE. (verso il pubblico) Anche questa.
CLARETTA. Anch’io
sono molto felice e so che con voi mi troverò molto bene.
MARTA. E noi ci
troveremo bene con te. Come con una sorella.
FILIPPO. Che dici,
più di una sorella. Divideremo la casa e tutto ciò che abbiamo con te. E spero
tu voglia fare lo stesso.
CLARETTA. Assolutamente.
È che io ho solo…
FILIPPO. Su, ora
non parliamo di cose impegnate. Avremo tempo….
CLARETTA. (guardandosi in giro) Ma che bella casa
che avete.
FILIPPO. O non è
nulla. Sai al giorno d’oggi con i prestiti si fa tutto.
MARTA. (si accorge della foto di Giacinto, la
prende e la porta fuori a sinistra cercando di non farsi vedere dagli altri)
CELESTE. (verso il pubblico) come dice lui la
verità non la dice nessuno.
CLARETTA. O è
vero. L’arrivo degli istituti di credito è stato un toccasana.
CELESTE. (verso il pubblico) per il vicino
Giacinto un toccasana al cimitero…
FILIPPO. Esatto. Vedo
che hai imparato molto bene a parlare italiano.
CLARETTA. Mio padre
me l’ha insegnato! Ho imparato da lui anche ad essere ottimista. I soldi non
sono poi tutto nella vita.
FILIPPO. (ridendo forzatamente) ah ah! Certo! È
proprio vero! (fra se) per lei che li
ha…
MARTA. (rientra di corsa da sinistra).
SCENA
III
Filippo, Marta, Clara, Camilla e
Celeste
CAMILLA. (dal di fuori a destra) Quei due non mi
ingannano! E se domani non mi saldano l’affi….(entra da destra e si accorge che c’è gente) tto…
FILIPPO. Buongiorno
signora Camilla. Quale buon vento l’ha portata da noi…
CAMILLA. Lo sapete
benissimo cosa voglio…
CLARETTA. Prego…io
sono l’amica di queste due persone così, gentili, ospitali e così buone nei
miei confronti…
CAMILLA. (fra se) certo peccato che siano in
arretrato con l’affitto da sei mesi.
CLARETTA. Prego che
dite signora…?
CAMILLA. Camilla, mi
chiamo Camilla e sono la padrona di casa.
MARTA. La nostra
generosa… padrona di casa. Vero Filippo?
FILIPPO. Generosa e
nobile donna!
CLARETTA. (mentre si stringono le mani) piacere
Claretta.
CAMILLA. Signora
Claretta, immagino quanto sia grande l’amicizia che vi lega a Filippo e a
Marta, persone molto ospitali e buone, ed è per questo che io le chiedo allora
di saldare il loro de…
FILIPPO. (interrompendola e prendendola a braccetto
ed accompagnandola verso l’uscita a destra) saldare? Ma ci sono io per saldare
il manico della pentola. Tutto ciò che vuole: il manico della pentola, del
tegame, del ferro da stiro… Signora Camilla domani vengo e saldo tutto io. La
ringrazio per la visita ma ora ci deve scusare…(e la spinge verso l’uscita a destra)
MARTA. E se Filippo
non riesce a saldare tutto l’aiuterò io.
CAMILLA. (Filippo la spinge fuori dalla porta a
destra. Celeste esce e non si fa vedere)
FILIPPO. (rientrando) Che scocciatrice. Claretta,
vorresti forse depositare la tua valigetta di la?
CLARETTA. Si, va
bene. (ed escono tutti e tre a sinistra)
SCENA IV
Celeste e Camilla
CELESTE. (rientrando subito da destra) Venga
signora Camilla, entri un attimo. Prenda questi (gli da delle banconote) e il resto lo avrà domani appena le banche
apriranno.
CAMILLA. Finalmente
dopo tanto tempo… E domani mi raccomando il resto che devono essere altrettanti!
Altrimenti quelli vanno a finire in strada….
CELESTE. Stia
tranquilla domani avrà il resto ma ora vada, vada…(Camilla esce di scena a destra)
SCENA V
Filippo e Celeste
FILIPPO. (entrando in scena da sinistra. Vedendo
Celeste) oh finalmente sei arrivata. Cominciavamo a pensar male…meno male
che hai fatto la spesa…
CELESTE. Si, ho
trovato quasi tutto. Non sapevo dove trovare il dolce però…
FILIPPO. Lo sai che
con me non devi mentire: di che non avevi soldi abbastanza… va di la e comincia
a preparare qualcosa che per il dolce ci penseremo dopo…
CELESTE. Guarda che
davvero…
FILIPPO. (interrompendola) Si si ho capito ora vai
di la e prepara qualcosa per pranzo che sta per rientrare Claretta.
CELESTE. Io devo
preparare il pranzo?
FILIPPO. Si. Vai
che sta arrivando (ed escono dall’uscita al centro in fondo al palco)
SCENA VI
Marta, Claretta e Filippo
MARTA. (rientrando con Claretta) Vieni
Claretta.
CLARETTA. Scusa
cara cugina se mi permetto, ma quei fiori che ho visto di là, non sono un po’
troppo…come posso dire funebri?
MARTA. (fra se) Filippo lo strozzo. Possono
sembrare…ma hanno un profumo intenso che fanno impazzire Filippo…(fra se) quando arriva lo uccido. Ora
sediamoci nell’attesa che Celeste ci porti da mangiare.
CLARETTA. Celeste?
MARTA. Si Celeste,
la nostra….donna di servizio.
CLARETTA. Ah la
vostra donna di servizio! Oh come mi trovo bene da voi…
MARTA. Sei troppo
modesta Claretta, chissà a quale lusso sarai stata abituata in Australia…
CLARETTA. Beh,
lusso non direi…
MARTA. Fai bene a
non dare importanza al denaro… come noi d’altronde…
FILIPPO. (entrando dal fondo) Cosa sono questi
discorsi… Avremo tempo… più tardi…. Possiamo però sapere di che ti occupi in Australia?
CLARETTA. Io mi
occupo di canguri e altri animali…
FILIPPO. MARTA. Animali?
CLARETTA. Si, mi
occupo di un giardino zoologico.
FILIPPO. (pensando) Ora capisco…sei la
proprietaria di uno zoo …
CLARETTA. Non è
proprio così…
MARTA. Ma voglio sperare che gli zoo vadano molto di moda
in Australia vero?
CLARETTA. Oh si, ci
sono moltissimi visitatori…
FILIPPO. Meno male.
Così moltissimi visitatori e così tanto incasso vero?
CLARETTA. Ma non
saprei. Penso di si…
FILIPPO. Stai
tranquilla, non voglio sapere quanto guadagni ma solo se gli affari vanno bene.
CLARETTA. Credo che
ci sia un malinteso… io do solo da mangiare agli animali.
MARTA. E fai anche
troppo! Aiuti i tuoi dipendenti…che umiltà, che umiltà!
FILIPPO. (al pubblico) è tutta suo padre Adolfo!
CLARETTA. Forse non
mi sono spiegata bene… (viene interrotta
da una voce fuori scena)
LORENZO. Questa
volta non suono il campanello altrimenti non mi risponderanno. Entro e basta e
non uscirò senza i miei soldi!
Filippo e Marta
sentono la voce di Lorenzo, si guardano e Marta fa segno a Filippo di portare
via per un po’ Claretta da lì.
FILIPPO. Cara cugina, forse vuoi lavarti le
mani prima di mangiare vero?
CLARETTA. Be forse
si…
FILIPPO. Vieni,
vieni di là! (ed escono di scena a
sinistra, mentre Marta va a chiamare Celeste)
SCENA
VII
Marta, Celeste e Lorenzo
CELESTE. (rientrando in scena con Marta) Ma che
succede!
MARTA. Abbiamo
bisogno di te, c’è ancora qualcuno…(ed
esce subito di scena)
LORENZO. È aperto
per fortuna (ed entra)
CELESTE. E chi sarà
adesso… E chi è lei?
LORENZO. Io sono
Lorenzo. E lei chi è?
CELESTE. (alza il tono di voce per farsi sentire da
Marta che sta origliano alla porta) Io? Io sono Celeste e sono la nuova
inquilina da due giorni di questo modesto alloggio. (Marta rientra a sinistra)
LORENZO.
Impossibile! Solo ieri feci visita in questo stesso alloggio al signor Filippo.
CELESTE. Due giorni
ho detto? Che sbadata, volevo dire… da stamane! Il tempo passa talmente veloce
che non ci si accorge più dei giorni che passano o che non passano. A lei non
succede mai?
LORENZO. Che cosa?
CELESTE. Che i
giorni passano o non passano!
LORENZO. Mah,
pensandoci bene a volte succede anche a me. Pensi che una volta… Ma signora che
mi fa dire… Io voglio parlare con il signor Filippo!
CELESTE. Il signore
se ne è andato ieri verso le… A che ora è venuto lei ieri?
LORENZO. Alle
cinque!
CELESTE. Il signore
se ne è andato ieri precisamente alle…sette!
LORENZO. E non ha
detto dove andava?
CELESTE. Se ne è
andato con la sorella dal fratello e dalla sorella in…America. Lei ha fratelli
e sorelle?
LORENZO. E questo
che c’entra?
CELESTE. Col fatto
che lei non ha fratelli e sorelle?
LORENZO. Ma chi le
ha detto che io non ho fratelli e sorelle? Come si permette! Io ho due fratelli
e tre sorelle!
CELESTE. Ah si?
Come si chiamano?
LORENZO. Allora: la
sorella più grande si chiama Gertudre, la minore si chiama Lorenza. Ma lo sa
che è mia gemella?
CELESTE. Ma
davvero? Oh che fortuna…
LORENZO. Grazie. E
poi c’è mio fratello Giuseppe che… Ma che…! Io sono qui perché il signor Filippo
ha un debito da saldare a me!
CELESTE. Senta buon
uomo, qui non c’è nessun Filippo e perciò è meglio che non mi faccia perdere
tempo. E poi sto aspettando gente.
LORENZO. E a me non
importa. Non è che mi sta mentendo forse…?
CELESTE.
Assolutamente no! Aspetto i miei parenti per… inaugurare l’alloggio. Se mi
vuole scusare ora, ho ancora molti preparativi che mi aspettano.
LORENZO. Me ne vado
ma si ricordi che la terrò sotto controllo.
CELESTE. Sotto o
sopra, ma ora se ne vada (e lo accompagna
alla porta. Prima che esca le da dei soldi.) Questo è un acconto il resto
glielo darò lunedì. (il tutto a bassa
voce)
LORENZO. Grazie! Ma
non capisco…
CELESTE. (sempre a bassa voce) ssss. E ora se ne
vada. (Lorenzo esce di scena a destra)
SCENA
VIII
Marta e Celeste
MARTA. (entrando in scena da sinistra) Grazie
ci hai salvati di nuovo. Ora però porta in tavola che arriva Claretta. Em…gli
abbiamo detto che sei la nostra domestica…
CELESTE. Io la
domestica?
MARTA. Lo so non
dovevo… ma sai, volevamo far bella figura… e poi, quando Claretta ci darà dei
soldi, poi ti aiuteremo… a trovare una casa e un lavoro. Vedrai…
CELESTE. Ma guarda che
mi tocca fare. Ma voglio proprio vedere come va a finire…
MARTA. Andrà a
finire bene vedrai…
CELESTE.
Non ho dubbi su
questo. (ed esce dal fondo)
SCENA
IX
Marta, Filippo, Claretta e
Celeste
FILIPPO. (entrando con Claretta da sinistra)
vieni pure cara Claretta è ora di metterci a tavola.
CLARETTA. Che differenza
di arredamento fra qui e di la…
MARTA. Sai, siamo
persone semplici e non vogliamo esagerare…
FILIPPO. Su su, non
perdiamoci in chiacchiere inutili. Sediamoci (alzando il tono di voce) Celeste ora puoi servire in tavola…
CELESTE. (arriva con un piatto grande dove ci sono
degli antipasti e serve qualcosa in piatto dei presenti)
MARTA. Carissima Claretta,
che ci racconti del tuo grande padre? Un uomo rispettabilissimo ed amato da
tutti noi…
CLARETTA. Vi
ringrazio per queste belle parole che avete per lui… Purtroppo è venuto a
mancare cinque anni fa….
FILIPPO. Come mi
dispiace Claretta, non immagini nemmeno… ed è stato allora che ti ha lasciato…
una ricchezza interiore acquisita vero?
CLARETTA. Oh si, un
immensa ricchezza mi ha lasciato e che porto sempre con me.
FILIPPO. (guarda e gesticola con Marta come per dirle
che avevano ragione)
CLARETTA. Se
l’aveste conosciuto gli ultimi anni avrebbe lasciato anche a voi tanta di
quella ricchezza interiore…
MARTA. (confusa) Cioè, vuoi dire che se l’avessimo
conosciuto gli ultimi anni… vuoi dire che poteva lasciare direttamente qualcosa
anche a noi? (verso Filippo) quante
volte ti avevo detto: “Andiamo a trovare lo zio Adolfo!”
FILIPPO. (preoccupato) E vuoi dire che a tutti
quelli che lo conoscevano ha lasciato qualcosa?
CLARETTA. Aveva un
animo buono e gentile che tutti ne rimanevano rapiti.
MARTA. (verso Filippo) tutti tranne noi!
CLARETTA. (mangia quasi divorando l’antipasto) che
buono!
MARTA. (guarda e gesticola meravigliata verso
Filippo)
FILIPPO. (verso Marta) sarà il cambiamento d’aria
che gli fa venir fame.
CELESTE. Altro che
cambiamento d’aria… sembra che non mangi da giorni.
FILIPPO. Ma almeno
lo zoo lo ha lasciato solo a te vero?
CLARETTA. O si, ho
preso il suo posto al lavoro… è stata un po’ dura ottenerlo ma alla fine ce
l’ho fatta.
MARTA. Ottenerlo?
Ora capisco, il passaggio di proprietà, la burocrazia insomma…
CLARETTA. No no. Nessuna
donna ha mai dato da mangiare agli animali in quello zoo, ma io volevo prendere
assolutamente il suo posto e poi anche perché avevo bisogno di lavorare…
FILIPPO. (quasi svenendo) tu lavorare…
MARTA. Celeste, aiuta
Filippo, sta svenendo…
CELESTE. Filippo
che succede…
FILIPPO. Non è
nulla ora sta passando..
CLARETTA. Dicevo,
non si può vivere di sola ricchezza interiore e di buoni propositi… Bisognerà
pur mangiare…
MARTA. Ricchezza di
buoni propositi… (sta per svenire).
FILIPPO. Marta! (e svengono tutte e due)
CELESTE. (non sa chi soccorrere) e come faccio
ora!?
CLARETTA. Ma che vi
succede? È forse per colpa di quello che abbiamo mangiato?
CELESTE. No
Claretta, è per quello che hai detto! Loro pensavano che tu fossi ricca!
CLARETTA. Io? Ma
non sono loro quelli ricchi? (Marta e
Filippo rinvengono)
FILIPPO. Ma se
siamo pieni di debiti e senza un soldo!
CLARETTA. E la donna
di servizio, il pranzo e l’appartamento…
MARTA. Macchè donna
di servizio! È una nostra nipote, più in disgrazia di noi. Venuta a cercare
fortuna, invece…
CLARETTA. (sta per svenire) o povera me! Io
contavo sul vostro aiuto!
FILIPPO. E noi sul
tuo!
CELESTE. Ora basta
con questi svenimenti altrimenti vi faccio portare tutti quanti al manicomio.
Ora parlo io.
FILIPPO. Parla
pure, fra poco saremo tutti in mezzo ad una strada…
MARTA. In mezzo in
mezzo forse no… ma in parte la strada si!
CELESTE. Non
andremo da nessuna parte. Anzi! Marta e Filippo rimarranno qui, mentre io e
Claretta ci stabiliremo in casa del vecchio Giacinto.
FILIPPO. La povertà
gli sta dando alla testa…
MARTA. Perché non
siamo già in disgrazia, ci voleva anche una pazza con noi…
CELESTE. Macchè
disgrazia e povertà. Io sono ricca, guardate! (e prende dalle tasche in mucchio di soldi) E altri li ho fatti
depositare nella banca qui all’angolo.
CLARETTA. Ma
davvero? Tu sei mia parente anche se alla lontana vero?
FILIPPO. Ma allora…
tu sei quella ricca…. o nipote cara… non so come scusarmi per il mio
comportamento…
MARTA. O Celestina
mia, che il tuo buon cuore abbia pietà di noi…
CELESTE. State
tutti tranquilli che penserò io a tutti voi. Mio padre Marcellino mi ha ceduto
un’enorme eredità dicendomi che avrei dovuto aiutare i suoi nipoti italiani.
FILIPPO.
E vuoi dire che allora ci aiuterai?
CELESTE. Mi sono
divertita parecchio con voi e spero che anche il nostro pubblico si sia
divertito con questo lieto fine!
ENTRANO
IN SCENA TUTTI.
FILIPPO. MARTA.
CLARETTA. LORENZO. VITTORIO. CAMILLA. POSTINA Evviva Celeste!
SIPARIO