AUTRICE
GIUSEPPINA CATTANEO
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POSIZIONE
S.I.A.E. N° 193077
Codice opera
Siae 904794A
TITOLO
IL COMMISSARIO
IMPROVVISATO
COMMEDIA IN QUATTRO ATTI
Personaggi
COMMISSARIO PRIMO IMPROVVISATO
AGENTE FILIPPA
ADELINA
MADDALENA PEZZOTTA vicina di casa di
Adelina
CAVALIER BENIAMINO OCCHIPINTI
LUCA figlio del Cavaliere
MARGHERITA figlia del cavaliere
MISS NATHALIE BROOK fidanzata di Luca
ERNESTINA vicina di casa di Adelina
RAGIONIERA AGUZZONI
ARTURO fidanzato di Margherita
TRAMA
Un Commissario di Polizia, finito suo malgrado a svolgere servizio
in un piccolo paesino di provincia dove non succede mai nulla, si trova ad
indagare sopra due casi, stranamente collegati. La soluzione di questo avverrà
… ma questo è un altro caso.
ATTO PRIMO
La scena si svolge in casa di Adelina.
SCENA I
Commissario e Filippa
FILIPPA. (Entra da destra) signor Commissario, in
questa casa c’è stato un omicidio le dico. Domenico, il figlio di Adelina, dice
che non l’ha trovata in casa e perciò Commissario… (si accorge che il Commissario non è entrato dopo di lei).
COMMISSARIO. (Entra da destra sbadigliando) Salita
Aspra è un paese dove non succede mai nulla! E qualcosa accade proprio mentre faccio la mia
pennichella mattutina!
FILIPPA. Ha ragione signor
Commissario. Io le consiglierei di chiedere al sindaco di emanare un’ordinanza:
“In questo paese nulla deve succedere mentre il Commissario svolge la sua pennichella”!
Va bene così?
COMMISSARIO. Finalmente dici
qualcosa di sensato! Non accetterò mai di essere stato mandato a lavorare fra
questi paesi sperduti. In ognuno di loro non si contano che quattro case.
FILIPPA. Cinque case.
COMMISSARIO. (Alzando la voce) cinque case e … tre
cani.
FILIPPA. Quattro cani.
COMMISSARIO. (Sempre alzando la voce) cinque case e
quattro cani. (Fra sè) dove ho
sbagliato! Perché sono finito qui!?
FILIPPA. Signor commissario,
le ricordo che lei è stato trasferito, perché dove stava, aveva rivolto delle
avances alla moglie del Capo della Polizia. Se lo è dimenticato?
COMMISSARIO. Come … come ti
permetti! E poi … e poi … è stato solo un malinteso, un pettegolezzo di
corridoio, una chiacchierata da parrucchiera. Insomma … un qui-pro-quo. Hai
capito?
FILIPPA. Si … certo. (Avvicinandosi) scusi signor Commissario,
ma … i nipotini di Paperino che hanno a vedere col suo trasferimento?
COMMISSARIO. I nipotini di …
chi?!
FILIPPA. Di Paperino. Lei ha
appena detto che c’è stato un Qui, Quo, Qua.
COMMISSARIO. (Serio) io ho detto che c’è stato un
“qui-pro-quo” e non un Qui, Quo, Qua!
FILIPPA. (Allontanandosi) scusi signor
Commissario, ha ragione, non sono i nipoti di Paperino.
COMMISSARIO. E che sia ben
chiaro.
FILIPPA. Si certo, signor
Commissario. (Avvicinandosi di nuovo)
sono per caso i nipotini di qualcun altro?
COMMISSARIO. Filippa! Concludiamo
questo discorso che non interessa a nessuno!
FILIPPA. A me interessa
Commissario e magari potrebbe interessare anche al nostro pubblico.
COMMISSARIO. (Serio e professionale) qui interessa
solo ciò che voglio io! Filippa, dov’è il corpo?
FILIPPA. (Si guarda) veramente … veramente, so di
non essere un granché, però il mio corpo … è tutto qui.
COMMISSARIO. Filippa! Mi hai
chiamato perché c’è stato un omicidio? Ebbene, dov’è il corpo inerme di
Adelina?
FILIPPA. Il “verme” di
Adelina?
COMMISSARIO. Il corpo inerme
di Adelina! Il corpo immobile di Adelina!
FILIPPA. Il “mobile” di
Adelina?
COMMISSARIO. (Al pubblico) non l’ho scelta io, è
tutta colpa della regista! Filippa, ora basta, dov’è Adelina?
FILIPPA. (Si mette sull’attenti) signor Commissario,
Adelina è sparita.
COMMISSARIO. Come … è
sparita? Tu mi hai detto che qui c’è stato un omicidio! (Notando delle macchie sul pavimento) e infatti qui vedo delle
tracce di sangue (le controlla).
FILIPPA. Si signor
Commissario. Il figlio di Adelina, Domenico, al telefono, mi ha riferito che
sua madre era sparita e che secondo lui era stata uccisa.
COMMISSARIO. E così noi ora prendiamo
per buono tutto quello che la gente dice per telefono!? Crediamo tutti sulla
parola!? Vero Filippa?
FILIPPA. (Abbassando la testa) signor Commissario
… il fatto è che io non pensavo … (viene
interrotta).
COMMISSARIO. (Alzando la voce) il fatto è che solo io
ho il potere di dichiarare se un omicidio è stato commesso o no! Solo io, il
“Commissario Improvvisato”.
FILIPPA. (Mesta) si signor Commissario
Improvvisato.
COMMISSARIO. Ora prendi un
campione di quelle macchie di sangue e mandale alla squadra scientifica.
FILIPPA. (Non si muove).
COMMISSARIO. Cosa stai
aspettando?
FILIPPA. Hai voglia! Quelli
della scientifica!
COMMISSARIO. Che vuol dire? (Deciso) Filippa prendi subito un
campione di quelle tracce di sangue e mandale alla scientifica!
FILIPPA. Lei sa quanto tempo
ci vuole prima che ci diano una risposta, quelli? Anni!
COMMISSARIO. (Preoccupato) anni?
FILIPPA. (Cercando di spaventarlo) anni? Mesi,
signor Commissario!
COMMISSARIO. (Sempre più preoccupato) mesi?
FILIPPA. (Cercando sempre di preoccuparlo) mesi?
Giorni, signor Commissario!
COMMISSARIO. Giorni?! (Rendendosi conto) Filippa, esegui
subito i miei ordini o ti faccio trasferire per insubordinazione!
FILIPPA. (Si mette sull’attenti) subito signor
Commissario. Subitissimo. (Prende un
campione di macchie).
COMMISSARIO. (Controlla la casa iniziando dalla porta)
controlliamo innanzitutto se qualcuno per entrare ha scassinato la porta.
FILIPPA. (Mentre è sempre chinata. Al pubblico,
alludendo al Commissario, ironica) la porta non è stata scassinata, ma
qualcuno può scassare sicuramente.
COMMISSARIO. (Si dirige alla finestra) anche la
finestra sembra non abbia subìto manomissioni.
FILIPPA. (Al pubblico sempre alludendo ironica)
qualcuno invece avrebbe proprio bisogno di manomissioni. E tante.
COMMISSARIO. (Controlla con lo sguardo un po’ tutta la
casa) sembra tutto in ordine, sembra non sia stato toccato nulla.
FILIPPA. (Al pubblico sempre alludendo ironica)
una persona, che io conosco molto bene, invece, sembra sia un po’ “toccato”.
COMMISSARIO. (Notando il carica batterie del cellulare
sul tavolo) e questo carica batterie cosa fa qui? (Pensando) strano, molto strano.
FILIPPA. (Al pubblico sempre alludendo ironica)
mai strano come un certo Commissario che si chiama Improvvisato.
COMMISSARIO. Filippa hai
finito con quelle tracce? (Al pubblico,
piano) è lenta come una lumaca!
FILIPPA. (Alzandosi di scatto) si signor
Commissario.
COMMISSARIO. (Pensando) se qui c’è un carica
batterie, vuol dire che Adelina possiede un cellulare. Filippa, prova a
chiamare il numero del cellulare di Adelina.
FILIPPA. Signor Commissario,
io non posseggo il numero di Adelina.
COMMISSARIO. E perché no?
FILIPPA. Come posso avere il
numero di telefono di Adelina se non la conosco nemmeno?(Ironica) certo che se avessi saputo che sarebbe sparita, glielo
avrei chiesto di sicuro.
COMMISSARIO. Non fare tanto
la spiritosa con me, sai? Ora vai a chiamare il figlio di Adelina e portalo al
commissariato che più tardi vorrei rivolgergli alcune domande.
FILIPPA. (Sull’attenti) ai suoi ordini signor
Commissario! (Mentre si avvia) cosa
ne pensa se nel frattempo chiedo il numero di cellulare al resto degli
abitanti, casomai sparissero?!
COMMISSARIO. Filippa!
FILIPPA. Corro signor
Commissario! (Esce a destra veloce).
COMMISSARIO. (Al pubblico) voi ditemi come posso
lavorare con serietà con un aiuto del genere. (Si mette a controllare altri oggetti che si trovano in casa).
SCENA II
Commissario e Ernestina
ERNESTINA. (Entra da destra affannata) signor
Commissario! Signor Commissario!
COMMISSARIO. Buongiorno
signora. La prego di non toccare nulla perché sto svolgendo delle indagini.
ERNESTINA. Su Adelina?
Adelina è sparita, vero?
COMMISSARIO. (Al pubblico) come volano qui le
notizie, non volano da nessuna parte. (Ad
Ernestina) lei conosce Adelina, signora … signora …
ERNESTINA. Ernestina, mi
chiamo Ernestina e sono la vicina di casa di Adelina.
COMMISSARIO. Ah bene,
signora Ernestina. Allora saprà dirmi qualcosa su Adelina.
ERNESTINA. Adelina? Adelina,
dov’è?
COMMISSARIO. Come, dov’è?
Adelina … è sparita!
ERNESTINA. Davvero, Adelina
è sparita? Oh poveretta!
COMMISSARIO. Ma come … prima
ha detto che sapeva fosse sparita!?
ERNESTINA. Io? Mai detto una
cosa del genere. Non mi metta in bocca parole che non ho detto. Io sono venuta
da lei solo perchè ho da dirle una cosa importante su Adelina.
COMMISSARIO. Ah, bene. La
sto ascoltando.
ERNESTINA. Mi scusi, e perché
mi dovrebbe ascoltare?
COMMISSARIO. L’ascolto
mentre lei mi dice quello che deve su Adelina. Me lo ha appena detto lei.
ERNESTINA. Io? Quando?
COMMISSARIO. Signora
Ernestina, me lo ha detto un attimo fa!
ERNESTINA. (Ricordandosi) è vero! (Agitata) signor Commissario io le devo
assolutamente parlare di Adelina. Adelina … (tace).
COMMISSARIO. Prego signora
Ernestina, prosegua pure …
ERNESTINA. Adelina … Adelina
…
COMMISSARIO. Si … Adelina …
ERNESTINA. Adelina … signor Commissario,
non ricordo quello che volevo dirle.
COMMISSARIO. Come non
ricorda?
ERNESTINA. … non ricordo. Non
è per il fatto che non ho memoria sa? È solo che … non ricordo.
COMMISSARIO. (Ironico) certo, capisco. (Al pubblico) con questa sto perdendo
solo il mio tempo. (Ad Ernestina porgendole
un suo biglietto da visita) senta, questo è il mio numero di cellulare,
qualora dovesse ricordare qualcosa.
ERNESTINA. (Al pubblico) un uomo che mi da il suo
numero di cellulare? Non mi succedeva da … da … da poco tempo. Cosa pensavate?!
COMMISSARIO. Mi raccomando,
appena ricorda qualcosa, mi chiami.
ERNESTINA. Certo signor …
signor … ?
COMMISSARIO. Commissario.
ERNESTINA. Certo, signor
Commissario. (Esce a destra).
COMMISSARIO. (Al pubblico) si spera che gli abitanti
non siamo tutti come lei. (Pensando)
questo ha tutta l’aria di essere un caso difficile, solo alcune tracce di
sangue e nient’altro. Questo è un paese tranquillo dove certe cose non
dovrebbero accadere.
ERNESTINA. (Entra da destra sempre di corsa) signor
Commissario, ora ricordo ciò che dovevo dirle a proposito di Adelina.
COMMISSARIO. Mi racconti
tutto, signora Ernestina.
ERNESTINA. Ecco, Adelina …
COMMISSARIO. Si … Adelina …
ERNESTINA. (Prendendo tempo perché non ricorda)
Adelina, la mia vicina di casa … lei lo sa che Adelina è la mia vicina di casa?
COMMISSARIO. Si certo. Ma
prego signora Ernestina, prosegua, le sue possono essere informazione utili a
salvare la signora Adelina.
ERNESTINA. Esatto Commissario,
sono qui proprio per parlarle di Adelina infatti!
COMMISSARIO. Bene. Allora mi
dica tutto.
ERNESTINA. Tutto? Tutto
cosa?
COMMISSARIO. Tutto quello
che sa di Adelina.
ERNESTINA. Adelina … chi?
COMMISSARIO. Adelina la sua
vicina.
ERNESTINA. Ah certo!
Adelina! Il fatto è che … che …
COMMISSARIO. (Al pubblico, sconsolato) non ricorda di
nuovo!!
SCENA III
Commissario, Ernestina e
Maddalena
MADDALENA. (Entra di corsa da destra piangente)
Commissario, Commissario, la mia Gloria è sparita! Mi aiuti, la prego! Sono
sicura che qualcuno l’abbia rapita, era troppo bella!
COMMISSARIO. Si calmi
signora, si calmi e mi racconti tutto. (Al
pubblico) ci mancherebbe di dover cercare pure questa Gloria ora che non so
nemmeno che fine abbia fatto Adelina!
ERNESTINA. Maddalena, dici
sul serio!? La tua Gloria … rapita?! Era così un angelo.
COMMISSARIO. Senta signora …
Maddalena, mi dica, quanti anni ha Gloria?
MADDALENA. (Piangente) Gloria ha cinque anni,
Commissario.
ERNESTINA. Ha solo cinque
anni? Sai che ne dimostrava di più ultimamente?!
MADDALENA. (Normale) si lo so. Si era irrobustita
un po’ troppo negli ultimi tempi. E la colpa non è mia ma di mio … (viene interrotta).
COMMISSARIO. Scusi signora
Maddalena se la interrompo, ma avrei bisogno di dettagli per ritrovare Gloria.
Gloria è sua figlia vero?
MADDALENA. (Ricordandosi che è disperata) la mia Gloria!
ERNESTINA. Commissario,
Gloria è molto di più di una figlia!
MADDALENA. Si, più di una
figlia Commissario.
ERNESTINA. Pensi Commissario
che potrebbe essere anche un po’ figlia mia. (A Maddalena) ti ricordi Maddalena quante volte da piccola veniva a
trovarmi?
COMMISSARIO. Com’è signora
Ernestina che non ricorda ciò che è successo poco fa ma ricorda ciò che le è accaduto
anni fa?
ERNESTINA. Commissario, anni
fa ero più giovane! (Al pubblico)
secondo me lui, non è mai stato giovane. Si forse fuori, ma dentro sicuramente
no. Vedete come è barbero? O si dice burbero?
MADDALENA. (Piangente) la mia Gloria! Commissario,
sono sicura che me l’abbiano rubata era così … era così … un bel bocconcino.
COMMISSARIO. (Leggermente scocciato) signora
Maddalena, io ho un altro caso urgente da seguire, perciò mi racconti i fatti.
ERNESTINA. (Piano a Maddalena) oltre alla tua
Gloria, è sparita anche Adelina. Io so cos’è successo perché Adelina …
COMMISSARIO. (Al pubblico) vuoi vedere che le è
tornata la memoria? (Ad Ernestina) perché
Adelina …
ERNESTINA. Perché Adelina … perché Adelina … (A Maddalena) sai che Adelina è la mia
vicina?
COMMISSATIO. (Al pubblico) se l’è scordato di nuovo!
MADDALENA. Si anch’io sono
vicina tua e di Adelina. Poi, a fianco abbiamo la signora Vincenza e dall’altra
parte della strada c’è Rinaldo con la moglie … (viene interrotta).
COMMISSARIO. Bene, ora che conosco
praticamente tutto il vostro vicinato, se lei non mi aiuta fornendomi notizie,
io non riuscirò mai a ritrovare sua figlia.
MADDALENA. Mia … figlia?
COMMISSARIO. Gloria. Gloria
non è più sua figlia? (Al pubblico)
spero vivamente che in questo paese non siano tutti come queste due!
MADDALENA. (Ricordandosi, si dispera) Gloria! Dove
sei Gloria mia!
COMMISSARIO. (Scocciato) senta, mi dica almeno
dov’era Gloria prima che sparisse.
MADDALENA. L’avevo affidata
a quel deficiente di mio marito!
ERNESTINA. Ha visto signor
Commissario? Suo marito è un deficiente.
COMMISSARIO. Senta signora
Maddalena, com’era vestita Gloria?
MADDALENA. Gloria è sempre
vestita di bianco e marrone, con scarpe nere.
ERNESTINA. Eh si signor
Commissario, lei è sempre vestita così. Sempre, sempre, anche quando veniva a
trovare me. Ma era meravigliosa sa?!
COMMISSARIO. (Stupito) come? In cinque anni lei non
ha mai cambiato … Gloria? (Al pubblico)
che madre snaturata! (A Maddalena) mi
dia almeno una fotografia da far diffondere!
MADDALENA. (Prende la fotografia dal portafoglio)
ho sempre con me la foto della mia piccola Gloria. Guardi signor Commissario,
guardi come è bella.
COMMISSARIO. (Guarda la foto e poi la mostra al pubblico)
ma questo … ma questo … ma questo, è un gatto!
MADDALENA. Prego, una
gattina, signor Commissario.
ERNESTINA. Eh si signor
Commissario, una gattina. Ha visto quant’è carina?
COMMISSARIO. (Furioso) lei mi ha fatto perdere tutto
questo tempo per un gatto? (Ironico ma
sempre furioso) gattina scusi. (Furioso)
lei si rende conto che la signora Adelina potrebbe essere in pericolo di vita e
che lei mi ha fatto perdere del tempo prezioso?
MADDALENA. Signor
Commissario, Gloria per me è molto … (viene
interrotta).
COMMISSARIO. A me non
interessa nulla di Gloria! Cercatevela voi, sarà sicuramente andata a trovare
uno spasimante. Io ho altro da fare ora! (Fra
sè) farmi perdete tempo prezioso!
ERNESTINA. (Guardando in cagnesco il Commissario)
vieni Maddalena, io conosco il Capo della Polizia di Frescato, vedrai che lui
ti aiuterà. Però facciamo nel pomeriggio perché ora devo andare a lavorare (escono a destra).
COMMISSARIO. (Al pubblico) ma dico, come si può scomodare
un Commissario come me per … un gatto!
SCENA IV
Commissario e Filippa
FILIPPA. (Entrando di corsa) Commissario,
Commissario! Qualcuno ha scritto un libro a mano.
COMMISSARIO. Come? Qualcuno ha
scritto un libro a mano? E ti sembra questo il momento di comunicarmelo?! Beh,
comunque, buon per lui. (Al pubblico)
era ora che qualcuno di questo paese si desse da fare per la cultura.
FILIPPA. (Ansante) no signor Commissario!
Qualcuno ha rubato e io l’ho scritto in una mano.
COMMISSARIO. (Interessato) qualcuno ha rubato? Bene
se tu hai scritto l’autore del furto su una mano, dillo al proprietario del
libro.
FILIPPA. (Cercando di riprendere fiato) no signor
Commissario, non volevo dire questo.
COMMISSARIO. No? Oggi vi
siete messi tutti d’accordo per farmi impazzire?! Prima Adelina di cui non si
trova il corpo, poi Ernestina che ha continui vuoti di memoria, poi la
sparizione di Gloria.
FILIPPA. Gloria? E chi è
Gloria?
COMMISSARIO. Una lunga storia
che voglio al più presto dimenticare. Come voglio dimenticare te che non sai
nemmeno quello che dici!
FILIPPA. Io so quello che
devo dirle, è solo che … ho fatto un po’ di confusione, ma ora ho tutto chiaro
qui in testa.
COMMISSARIO. (Al pubblico irnico) tutto chiaro in
testa di Filippa? Mah!
FILIPPA. Signor Commissario,
è stato rubato un manoscritto molto prezioso nel casale del Cavalier
Occhipinti.
COMMISSARIO. (Lo guarda sospirando) ne sei sicura?
Non ti stai sbagliando di nuovo?
FILIPPA. No signor
Commissario. Dobbiamo recarci subito dal Cavaliere.
COMMISSARIO. E … Adelina?
FILIPPA. Sigilliamo la casa
e ci penseremo in un secondo momento.
COMMISSARIO. Come
“sigilliamo la casa”! Agente Filippa, solo io posso dare ordini! Io sono il
Commissario Improvvisato!
FILIPPA. (Sull’attenti) si signor Commissario
Impreparato! (Correggendosi subito) Improvvisato!
COMMISSARIO. Agente Filippa,
sigilla la casa! Andiamo dal Cavalier Occhipinti! (Al pubblico) in questo paese si lavora troppo!
SIPARIO
ATTO SECONDO
La scena si svolge in casa del Cavalier Occhipinti. Al centro la
teca vuota.
SCENA I
Commissario, Filippa e
Cavaliere
COMMISSARIO. Questo
Cavaliere rischia di non piacermi. Lo aspetto ormai da mezz’ora.
FILIPPA. Mezz’ora?! Ma se
sono passati solo cinque minuti?!
COMMISSARIO. Per me cinque
minuti sono come se fossero mezz’ora! (Alzando
la voce).
CAVALIERE. (Entra da sinistra) buongiorno signor
Commissario, grazie per essersi precipitato così velocemente.
COMMISSARIO. Dovere
Cavaliere, dovere. Mi racconti cos’è successo.
CAVALIERE. Come vede
Commissario, la teca è aperta e il mio manoscritto del 1100, è sparito.
Controlli lei stesso.
COMMISSARIO. (Si avvicina alla teca e controlla il tutto)
Filippa, controlla se ci sono delle impronte.
FILIPPA. (Sotto gli occhi del Commissario e del
Cavaliere, Filippa si muoverà nel seguente modo simpatico. Prende la lente
d’ingrandimento e la posiziona al suo occhio e si avvicina, sbagliando, al
Commissario controllando lui. Il commissario la allontanerà e la indirizzerà
verso la teca che controllerà).
CAVALIERE. (Preoccupato) che sta facendo?
COMMISSARIO. (Che non sa come giustificare il
comportamento di Filippa) non si preoccupi Cavaliere, è un metodo
all’avanguardia per prendere le impronte. (Al
pubblico) al termine di questa commedia, giuro che la licenzio!
FILIPPA. (Prenderà
poi la polverina bianca che metterà sulla teca e prenderà anche due pennelli e
sarà indecisa su quale usare e perciò farà la conta. Poi si metterà di spalle
al pubblico e con uno scoch nero rileverà le impronte).
COMMISSARIO. (Ironico) vede che agente efficiente il
mio? Filippa, quando hai finito, inizia a controllare di là (indica a sinistra). Lei permette vero?
CAVALIERE. Si, certo signor
Commissario. Non ho capito bene il suo nome.
COMMISSARIO. Non l’ha capito
perché non gliel’ho detto. Io sono il Commissario Improvvisato.
CAVALIERE. (Al pubblico) ah, sono messo proprio
bene!
COMMISSARIO. Per la
precisione, Primo Improvvisato, signor Avvocato.
CAVALIERE. (Al pubblico) addio al mio manoscritto! (Ricordandosi di come è stato chiamato) mi
scusi, ma io non sono “Avvocato” ma Cavaliere.
FILIPPA. (Esce a sinistra).
COMMISSARIO. Oh si, mi scusi,
Cavaliere. La sua teca aveva un antifurto?
CAVALIERE. Figuriamoci, un
antifurto! In mezzo a questi contadini ignoranti chi vuole che conosca il
valore di un manoscritto del Monaco Cistercense Roberto di Borgogna? Lei lo
conoscerà senz’altro, un Commissario dovrebbe aver studiato la storia dei
Monaci Cistercensi del dodicesimo secolo.
COMMISSARIO. (Che ovviamente non sa nulla) e come no!
Certo! Conosco la storia dei monaci circensi dal primo all’ultimo. (Al pubblico) e chi sono?
CAVALIERE. Voleva dire
“Monaci Cistercensi”, vero?
COMMISSARIO. Sicuro! (Volendo cambiare discorso) lei capisce che
a causa del furto di questo manoscritto del Monaco Circen … Roberto! Roberto di
Bologna!
CAVALIERE. Voleva forse dire,
Roberto di “Borgogna”.
COMMISSARIO. Infatti! Ecco,
a causa del furto, dovrò interrogare tutte le persone che vivono o che hanno a
che fare con casa sua.
CAVALIERE. Posso capire la
servitù, ma non i miei familiari.
COMMISSARIO. Le chiedo
scusa, ma io devo svolgere il mio lavoro a 365 gradi.
CAVALIERE. 365 … gradi?! Non
erano forse … 360 i gradi?
COMMISSARIO. Una volta
Cavaliere! Con me tutto deve essere più che perfetto!
SCENA II
Commissario, Filippa e
Cavaliere
FILIPPA. (Entra da sinistra con in mano vestiti
sporchi di sangue) Commissario, guardi che cosa ho trovato sotto il letto
della figlia del Cavaliere!
COMMISSARIO. Vestiti
sporchi. (Controllandoli da vicino) sembrano
sporchi di sangue. Filippa vai a chiamare la figlia del Cavaliere.
CAVALIERE. Mia figlia
Margherita non è tenuta a giustificarsi con lei. È forse accusata di qualcosa?
È forse un reato tenere panni sporchi sotto il letto? Filippa, lei non ha mai
tenuto dei panni sporchi sotto il letto?
FILIPPA. Beh …
effettivamente … una volta.
CAVALIERE. Ha visto
Commissario Impastato che è una cosa comune?
COMMISSARIO. Non mi chiamo “Impastato”.
CAVALIERE. Ehm … Commissario Impacciato …
Improvvisato! Ecco, lei cominci ad occuparsi di ciò per cui è venuto, cioè il
manoscritto e non si impicci in cose che non la riguardano e tantomeno non
rivolga accuse infondate e senza motivo verso mia figlia.
COMMISSARIO. (In silenzio per qualche secondo) chi è
che ha trovato la teca aperta?
CAVALIERE. L’ha trovata la
signora Ernestina.
COMMISSARIO. (Meravigliato) la signora Ernestina? Ernestina che vive a Salita Aspra?
FILIPPA. (Meravigliata) la signora
Ernestina? Ernestina che vive a Salita
Aspra?
COMMISSARIO. (A Filippa) già detto!
CAVALIERE. Si. La nostra
cuoca Adelina ha avuto un imprevisto e ha mandato, come a volte succede, la sua
vicina di casa, Ernestina.
COMMISSARIO. (Molto più che meravigliato) Adelina …
Adelina … è la sua … cuoca?
FILIPPA. (Molto più che meravigliata) Adelina …
Adelina … è la sua … cuoca?
COMMISSARIO. (Al pubblico) ma guarda che coincidenza!
Un furto e una sparizione che hanno dei punti di contatto! Commendatore …
CAVALIERE. Cavaliere!
COMMISSARIO. Commendatore, la
devo lasciare, devo assolutamente interrogare la signora Ernestina. (Al pubblico) come se fosse una cosa
semplice ricavarne qualcosa.
CAVALIERE. Non ha bisogno di
andare da nessuna parte, Ernestina è qui. È tornata da poco perché deve
occuparsi della cena. Io non sono Commendatore, si ricordi. Cavaliere! Si
ricordi Commissario Impreparato.
COMMISSARIO. E io sono
preparato!
CAVALIERE. Lo spero per lei
che lo sia.
COMMISSARIO. Cosa?
CAVALIERE. Che sia
“preparato” naturalmente.
COMMISSARIO. Si sono
preparato ma mi chiamo Improvvisato.
CAVALIERE. Vedremo se sia
più preparato che improvvisato. Ora le faccio chiamare Ernestina.
COMMISSARIO. Se non è un
problema per lei, gradirei vederla da solo.
CAVALIERE. Come desidera. (Esce dal fondo).
COMMISSARIO. Filippa vai a
controllare se c’è ancora qualcosa di sospetto di là (indica a sinistra).
FILIPPA. (Sull’attenti) si signor Commissario! (Esce a sinistra).
SCENA III
Commissario e Ernestina
ERNESTINA. (Entra dal fondo).
COMMISSARIO. Buonasera
signora Ernestina. Si ricorda di me?
ERNESTINA. Lei pensa che io
non abbia memoria? Come si permette di insinuare una cosa del genere? Lei è un
perfetto sconosciuto per me e perciò mi porti rispetto anche solo per l’età.
COMMISSARIO. Signora
Ernestina, come lei sa io sono il Commissario Improvvisato.
ERNESTINA. Come? Lei si sta
“Improvvisando” Commissario? Lei sa che per diventare Commissario bisogna
studiare molto e non ci si improvvisa?
COMMISSARIO. (Fiero) lo so benissimo signora
Ernestina, bisogna studiare la vita di tutti i Monaci Cistercensi del
dodicesimo secolo.
ERNESTINA. Come?!
COMMISSARIO. Nulla, nulla. Come
lei ben ricorda, ci siamo conosciuti stamattina in occasione della scomparsa
della sua vicina di casa, Adelina. (Al
pubblico) che Dio mi assista. (A
Ernestina) lei aveva qualcosa da rifermi in merito alla sua scomparsa.
ERNESTINA. Cosa? Adelina è
scomparsa di nuovo? È scomparsa stamattina ed è scomparsa anche oggi?
COMMISSARIO. Non è proprio
così. (Volendo tagliar corto) senta
signora Ernestina, perché lei oggi si è recata qui dal Cavalier Occhipinti al posto
di Adelina?
ERNESTINA. Io, ho fatto
questo? Ah, non lo so il perché!
COMMISSARIO. (Al pubblico, spazientito) non ce la
faccio più con lei. (Cercando di
ritrovare la pazienza) signora Ernestina, per quale motivo ha sostituito la
cuoca Adelina? Forse glielo ha chiesto lei?
ERNESTINA. (Decisa) eh certo! Mica io mi sogno di
sostituire Adelina, così, perché mi va! Certo che me lo ha chiesto lei
stamattina.
COMMISSARIO. (Al pubblico contento) forse ci siamo.
Si ma, come? In che occasione?
ERNESTINA. Ma quante cose
vuole sapere lei? Neanche fosse un Commissario di Polizia!
COMMISSARIO. Signora
Ernestina, io sono un Commissario di Polizia. La prego cerchi di ricordare.
ERNESTINA. Lei lo sa che io
ho un’ottima memoria?
COMMISSARIO. Non ho nessun
dubbio su questo, ma, potrebbe essere più precisa sui fatti?
ERNESTINA. Più precisa di
così? Vuole forse che le legga il biglietto che Adelina mi ha lasciato sotto la
porta di casa stamattina presto, su cui mi aveva scritto di sostituirla al
lavoro?
COMMISSARIO. (Al pubblico, felice) ci siamo! Ci
siamo! Si, me lo legga. Gliene sarei molto grato.
ERNESTINA. Non posso … l’ho
gettato nella stufa.
COMMISSARIO. Nella stufa?
Lei tiene accesa la stufa a maggio?
ERNESTINA. Certo. Per
gettarci la carta, altrimenti la devo accumulare in casa ed aspettare quando
passa il camion che la raccoglie una volta al mese … o due? E comunque quando
si ricorda di passare. Io, la gente che non ha memoria, non la capisco.
COMMISSARIO. (Al pubblico, deluso) ha bruciato il
biglietto! Calmo, devo stare calmo. Signora Ernestina, lei, con la sua memoria
di ferro, si ricorderà senz’altro cosa c’era scritto nel biglietto, vero?
ERNESTINA. Può darsi. Ma io
ho talmente tante cose a cui pensare che non posso ricordarmi di tutto.
COMMISSARIO. (Al pubblico) in questo momento come
capisco gli assassini! Proviamo a cambiare problema (Ad Ernestina) senta signora Ernestina, cosa sa della teca del
Cavalier Occhipinti?
ERNESTINA. Ah nulla. Io non
la conosco questa tipa, mai vista e ne sentita nominare.
COMMISSARIO. (Al limite della sopportazione) facciamo
così, stamattina io le ho lasciato il mio numero di cellulare, se dovesse
ricordare qualcos’altro, mi chiami a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non
si preoccupi di disturbare, è il mio lavoro.
ERNESTINA. Lei per lavoro
riceve telefonate di notte? (Ironica)
che gran bel lavoro! (Seria e risentita)
si scordi di ricevere telefonate notturne da me! (Esce dal fondo).
COMMISSARIO. (Al pubblico) io fino al quarto atto non
la reggo.
SCENA IV
Commissario e Cavaliere
CAVALIERE. (Entra dal fondo) ha risolto qualcosa?
COMMISSARIO. Per ora non
posso dirle nulla. Sto raccogliendo elementi, saprà a suo tempo. (Al pubblico ironico) elementi, con
Ernestina! (Ad alta voce) Filippa! Cameriere
… em … Cavaliere, per oggi ho finito, tornerò domani.
SCENA V
Commissario, Cavaliere e Filippa
FILIPPA. (Nel frattempo entra Filippa da sinistra).
CAVALIERE. Va bene
Commissario, l’aspetto domani. Arrivederci.
COMMISSARIO. A domani (esce a destra).
FILIPPA. A domani (lo segue a destra).
CAVALIERE. (Al pubblico) quell’Indaffarato, non mi
ispira nessuna fiducia.
SCENA VI
Cavaliere e Margherita
MARGHERITA. (Entra da
sinistra).
CAVALIERE. Ah, Margherita,
volevo avvisarti che, nonostante la scomparsa del manoscritto, la cena di
stasera con il tuo fidanzato si terrà comunque.
MARGHERITA. (Decisa) papà, Antonino non è il mio
fidanzato! E non lo sarà mai!
CAVALIERE. Eccome se lo è! O
lo sarà molto presto. Quindi vedi di accettare il fatto in fretta.
MARGHERITA. Io non sposerò
CAVALIERE. … di quello
stupido ed ignorante macellaio!
MARGHERITA. Arturo non è
stupido e nemmeno ignorante. Lui … legge molto! E poi … la cultura scolastica
non conta nulla per me.
CAVALIERE. Se l’avessi saputo
prima, non avrei speso tanti soldi per farti laureare nella scuola più costosa
d’Italia! (Al pubblico) comunque,
quell’Arturo resta uno stupido ignorante.
MARGHERITA. Il tuo Antonino
è uno stupido! Non sa fare due più due senza una calcolatrice!
CAVALIERE. Saprà fare
quattro più quattro! È il figlio della mia più fidata collaboratrice e
amministratrice, ragioniera Aguzzoni e i figli dei ragioni sono notoriamente
molto intelligenti. (Al pubblico) non
è vero forse?
MARGHERITA. Papà, io non
sposerò mai un ragioniere!
CAVALIERE. E nemmeno un
macellaio! Ora basta e va a prepararti! A proposito! Non ti chiedo spiegazioni
sui panni sporchi di sangue trovati sotto il tuo letto, preferisco non sapere.
Ma bada, se scopro che c’entra quel macellaio …
MARGHERITA. (Affrettandosi) mi sono tagliata
facendomi … la barba!
CAVALIERE. La barba?!
MARGHERITA. Volevo dire …
facendomi la ceretta!
CAVALIERE. La ceretta?! E da
quando ci si taglia facendosi … la ceretta!?
MARGHERITA. (Affrettandosi e uscendo a sinistra)
vado a prepararmi!
CAVALIERE. (Fra sè) se legherò a me la ragioniera
Aguzzoni attraverso il matrimonio tra mia figlia e quello stupido di Antonino,
l’avrò in pugno. A quel punto non potrà più denunciare la mia poca chiarezza
fiscale, non potrebbe mai abbandonare il suo consuocero nelle mani della legge
e così io avrò per sempre le spalle coperte.
SCENA VII
Cavaliere e Ragioniera
RAGIONIERA. (Entra da destra) buongiorno Cavaliere.
Ho appena saputo la notizia.
CAVALIERE. (Al pubblico) oh diavolo, sa che
Margherita esce con un altro. Che faccio ora? (Alla ragioniera) Aguzzoni, penso che l’abbiano informata male.
RAGIONIERA. Ah, bene, sono
compiaciuta. Mi sarebbe molto dispiaciuto.
CAVALIERE. A me molto di
più. (Al pubblico) se scopre che
Margherita ama un altro, addio matrimonio e così addio copertura alla mia frode
fiscale.
RAGIONIERA. Certo che se
fosse stato vero … (si gira e vede la
teca aperta) ma è vero, Cavaliere!
CAVALIERE. (Al pubblico) oh povero me! Sa tutto
sulla tresca di mia figlia! (Alla
ragioniera) non è vero ragioniera Aguzzoni, nonché mia futura consuocera,
sono tutte chiacchiere.
RAGIONIERA. Come …
chiacchiere! (Avvicinandosi alla teca)
il suo manoscritto è sparito davvero, non
sono chiacchiere.
CAVALIERE. Il manoscritto?! Lei
stava parlando del mio manoscritto! (Ride)
oh si, certo, il mio manoscritto è sparito.
RAGIONIERA. (Al pubblico) gli rubano un manoscritto
dal valore inestimabile, e lui, ride! (Al
Cavaliere) lei ride del suo manoscritto che non possiede più?!
CAVALIERE. (Smette di ridere) ah già! (Molto triste) il mio manoscritto! Chi è
stato! Chi ha voluto farmi questo enorme torto! (Al pubblico contento) parlava del manoscritto e non di Margherita.
RAGIONIERA. Non si sa nulla
di chi abbia commesso il furto?
CAVALIERE. Per il momento
ancora nulla.
RAGIONIERA. Speriamo, lo
trovino presto. Senta Cavaliere, avrei dei documenti da farle firmare. (Li mette sul tavolo) non posso
fermarmi, li riprendo stasera dopo cena. Scusi, forse a causa del furto, ha
cancellato per caso l’appuntamento?
CAVALIERE. Oh no
assolutamente. L’aspetto stasera con Antonino.
RAGIONIERA. A stasera allora
(esce a destra).
CAVALIERE. (Sedendosi) che spavento.
SCENA VIII
Cavaliere e Luca
LUCA. (Entra da sinistra, agitato) non si sa ancora nulla del
manoscritto?
CAVALIERE. Ancora no. Domani
torna il Commissario e speriamo che porti buone notizie anche se devo dire che
… (viene interrotto).
LUCA. (Di getto) papà ho bisogno di un prestito!
CAVALIERE. Tanto per
cambiare!
LUCA. Io e Nathalie abbiamo
deciso di trascorrere una vacanza romantica e avrei bisogno di un anticipo.
Sai, paga tutto lei.
CAVALIERE. Com’è che paga
tutto lei e tu hai bisogno di un anticipo?
LUCA. Vedi, la sua banca
americana non le ha ancora fatto il bonifico a causa della burocrazia e quindi
tu li devi anticipare. È solo un prestito naturalmente.
CAVALIERE. Naturalmente? E
com’è che in questi due mesi è il terzo bonifico non effettuato dalla “sua
banca americana”? Luca, sei proprio sicuro che questa Nathalie Brooke sia tanto
ricca come dice? Io non ho ancora visto restituito un centesimo dei soldi che
ti ho prestato.
LUCA. Papà, Nathalie è molto
ricca! Il suo “papi” è un armatore dell’Oklahoma. Credo addirittura che quella
banca sia sua.
CAVALIERE. Possiede la banca
e non le fanno il bonifico? E poi, come può essere che il padre faccia
l’armatore in Oklahoma, lo sanno tutti che da quelle parti non c’è il mare.
LUCA. Ma … non lo so. Quante
cose vuoi sapere tu! Allora siamo d’accordo sul prestito, vero papà?
CAVALIERE. (Sospirando) e va bene! Comunque Luca,
questa storia sembra alquanto strana.
LUCA. Ogni storia di vita è
strana. (Alludendo a qualcosa) vero
papà?
SIPARIO
ATTO TERZO
La scena si svolge sempre in casa del Cavalier Occhipinti. Al
centro la teca vuota.
SCENA I
Commissario e Filippa
COMMISSARIO. Filippa,
notizie dagli ospedali?
FILIPPA. Si signor
Commissario. Nessun ospedale ha accolto un ferito o un morto dalla descrizione
di Adelina.
COMMISSARIO. (Pensieroso) novità dal cellulare?
FILIPPA. Cellulare? (Controlla) l’ho spento ed è al Commissariato
che si sta ricaricando.
COMMISSARIO. Non il tuo
Filippa! Quello della signora Adelina!
FILIPPA. Ah! Risulta ancora
spento.
COMMISSARIO. Novità dalla
scientifica?
FILIPPA. Si, ciao!
COMMISSARIO. Ora passiamo al
manoscritto. Voglio che tu trovi informazioni sui membri della famiglia
Occhipinti, sul Cavaliere, sul figlio Luca, sulla figlia Margherita e includi
anche l’ospite americana. Tutto voglio su di loro, vita morte e miracoli.
FILIPPA. E … se non ne hanno
fatti?
COMMISSARIO. Di cosa?
FILIPPA. Di miracoli?
COMMISSARIO. (Alzando gli occhi al cielo) se non ne
hanno fatti non me lo dirai.
FILIPPA. E … per quanto
riguarda la morte, preferisce che vada al Municipio o direttamente al cimitero?
COMMISSARIO. (Perdendo la pazienza) Filippa, un giorno
di questi io … io … non so che ti faccio.
FILIPPA. (Sull’attenti) si signor Commissario. (Esce a sinistra).
COMMISSARIO. (Pensieroso e fra sè) allora, la signora
Adelina è misteriosamente scomparsa e nello stesso tempo è sparito un
manoscritto di grande valore. E se Adelina stesse fuggendo col manoscritto?
Ipotesi alquanto assurda, Adelina non poteva conoscere il valore del
manoscritto. E se l’avesse rubato per commissione? Si, ma da parte di chi?
SCENA II
Commissario e Luca
LUCA. (Entra da destra) oh, buongiorno signor Commissario, pensavo di
trovare mio padre.
COMMISSARIO. Lo sto
aspettando anch’io. Vorrei rivolgerle qualche domanda, posso?
LUCA. Prego, sono a sua
disposizione.
COMMISSARIO. Lei sapeva del
valore inestimabile del manoscritto di suo padre?
LUCA. Ovvio. Penso che tutti
dovrebbero avere in casa un manoscritto dei Monaci Cistercensi. Un valore
monastico non inferiore ad altri ordini … (viene
interrotto).
COMMISSARIO. Scusi Luca se
la interrompo, ma io stavo parlando del valore … in soldoni!
LUCA. Ah, quello!
COMMISSARIO. Eh si, come
vede io non sono un Monaco ma il … Commissario Improvvisato.
LUCA. Si, sapevo il valore
inestimabile del manoscritto, ma io non gli ho mai dato importanza. Si figuri
che non l’ho mai nemmeno aperto.
COMMISSARIO. Suo padre lo
aveva assicurato?
LUCA. Ovviamente, come tutte
le cose preziose che possiede.
COMMISSARIO. Capisco. Lei
come si spiega questo furto.
LUCA. E lo chiede a me? Non
è lei il Commissario?
COMMISSARIO. Si certo, e fa
parte del mio lavoro fare domande.
LUCA. Davvero?
COMMISSARIO. Si certo.
LUCA. (Inverte i ruoli, il posto di posizione, la voce e fa lui le domande)
mi dica, ha qualche indiziato?
COMMISSARIO. (Con timidezza) sto sempre indagando
anche se ho qualche sospetto.
LUCA. (Con fare indagatorio) e così lei ha qualche sospetto! Si tratta di
qualcuno che abita in questa casa?
COMMISSARIO. (Con timidezza) ecco … sto ancora
valutando.
LUCA. (Sempre con fare indagatorio) le ha, si o no queste prove?
COMMISSARIO. (Con timidezza) si … e … no. Il fatto è
che … che … (si rende conto di ciò che
sta facendo) ma che mi sta facendo fare?
(Torna al suo posto e Luca al suo) qui le domande, le faccio io!
LUCA. Certo signor
Commissario.
COMMISSARIO. (Alterato) e si ricordi che sono solo io
il Commissario Improvvisato … (viene
interrotto).
SCENA III
Commissario, Luca e Nathalie
NATHALIE. (Entra da sinistra. Con accento straniero)
Luca.
LUCA. (Al pubblico) salvato per un pelo! (A Nathalie) Nathalie, ti presento il Commissario Impolpato.
COMMISSARIO. Improvvisato!
LUCA. Certo, il Commissario
Improvvisato! Commissario, lei è Nathalie Brooke, la mia fidanzata americana.
COMMISSARIO. Piacere (le stringe la mano).
NATHALIE. (Impacciata) tank you. (Si legge: tèn
kiu. GRAZIE)
COMMISSARIO. (A Nathalie) le dispiace se le rivolgo
qualche domanda?
LUCA. Commissario, le faccio
notare che la mia fidanzata è molto timida e riservata e non ama molto parlare.
COMMISSARIO. Benissimo. (Muovendo la testa, chiede a Luca di
lasciarli soli).
LUCA. (Che non ha capito, ripete lo stesso gesto).
COMMISSARIO. (Non parlando, con le mani, gli indica di
andarsene).
LUCA. (Che non ha capito, rivolgendosi al pubblico ripete lo stesso gesto,
quando si renderà conto di ciò che il Commissario vuole dire). Forse è il
caso che vi lasci soli. (Esce a sinistra).
COMMISSARIO. (Al pubblico) è un po’ tardo il ragazzo.
(Guarda Nathalie e poi guarda il
pubblico) io non parlo inglese, conosco solo frasi fatte imparate al corso
in Accademia anni fa. Ora provo a chiederle : da dove viene? (A Nathalie) where are you from (Si
legge: ne ar in from) miss Brooke?
NATHALIE. Yes (Si legge:
yes. SI).
COMMISSARIO. (Al pubblico) si? Le chiedo da dove
viene e mi risponde, si?! Devo proprio parlare male l’inglese. Proviamo con
quest’altra frase: il libro è sul tavolo.
(A Nathalie) the bookis
on the table. (Si legge: de buc is on de teibol).
NATHALIE. Yes (Si legge:
yes. SI).
COMMISSARIO. (Al pubblico) mah! vediamo con
quest’altra frase: il gatto è sotto il tavolo. (A Nathalie) the cat is under the table. (Si legge: de
cheti s ander de teibol).
NATHALIE. (Sempre impassibile) yes (Si legge: yes.
SI).
COMMISSARIO. (Al pubblico) come può rispondere sempre
“yes”! Capisco che non saranno frasi brillanti, ma non può rispondere sempre “si”.
(Pensando) ricordo un’ultima frase:
la porta è aperta. Come vedete anche voi, tutte le porte sono chiuse. Riproviamo.
(A Nathalie) the door is open. (Si
legge: de dor is open).
SCENA IV
Commissario, Nathalie e
Margherita
MARGHERITA. (Entra da destra e osserva la scena).
NATHALIE. Yes (Si legge:
yes. SI).
MARGHERITA. È inutile Commissario,
non risponde altro. A volte penso che non capisca o sia addirittura sorda.
COMMISSARIO. Non sarà forse
a causa del mio inglese un po’ limitato che la sua futura cognata non capisce?
MARGHERITA. Nathalie non capisce
neppure me che l’inglese lo parlo perfettamente. E comunque, aspetti a
chiamarla “cognata”, mio fratello è uno che cambia idea facilmente. Oggi c’è
Nathalie ma fino a ieri c’era Maria.
COMMISSARIO. (Molto interessato) Maria?!
MARGHERITA. Si, un’altra
fidanzata che ha piantato all’altare, così, senza una spiegazione. (Sospirando) io e Maria accomunate dallo
stesso destino crudele in amore.
COMMISSARIO. (Sempre più interessato) prego, mi racconti
… (Si siede).
MARGHERITA. (Si siede) deve sapere Commissario che
io sono innamorata di un giovane, Arturo, ma mio padre non ne vuole sapere e mi
vuol costringere a sposare Antonino, il figlio della sua Amministratrice. Ora
che Adelina non c’è più non riusciamo …
COMMISSARIO. (Di scatto, si alza) Adelina?! Cosa
centra, Adelina?!
MARGHERITA. Adelina
sosteneva il mio amore con Arturo. Pensi che spesso Adelina, mi invitava a casa
sua con la scusa di farle compagnia e quando arrivavo, trovavo sempre Arturo.
Adelina si faceva consegnare la carne a casa in modo da poter vedere me. E io
lo trovavo lì, nel suo bellissimo camicie sporco di sangue. Era meraviglioso!
COMMISSARIO. (Ironico) posso immaginare! (Quasi fra sé) e se Adelina avesse
premeditato il furto del manoscritto e la fuga solo per fare uno sgarbo a suo
padre che non approva l’amore per Arturo?!
MARGHERITA. Lei è pazzo!
Adelina mi vuole un gran bene, si, ma non farebbe mai una cosa del genere!
Adelina è una persona buona e onesta, ha capito?! Accusarla di furto!
COMMISSARIO. Senta
signorina, si rende conto che se devo escludere questa ipotesi di furto, non mi
resta che pensare al peggio?
MARGHERITA. E cioè?
COMMISSARIO. Se non è
fuggita col manoscritto, non mi resta che pensare che Adelina sia stata vittima
di un rapimento. O addirittura di un omicidio.
MARGHERITA. (Molto preoccupata) di un rapimento o
addirittura di un … omicidio?! Oh mio Dio! Preferisco pensare allora che
Adelina sia una ladra!
SCENA V
Commissario, Nathalie,
Margherita e Luca
LUCA. (Entra da sinistra) Adelina … una ladra? (Ridendo) lo escludo assolutamente, al massimo la vedrei molto bene
come complice di ... di quella oca di mia sorella! (Ride) sa Commissario che mia sorella è innamorata di un macellaio?
(Ride) un macellaio di nome … Arturo!
(Ride).
MARGHERITA. (Arrabbiata) smetti di prenderti gioco
di me! Guarda quanto sto soffrendo a causa di questo amore.
LUCA. (Sempre ridendo) l’ha sentita Commissario?
COMMISSARIO. (Un attimo di silenzio e poi verso Luca con
disprezzo) la sua nuova fidanzata, miss Brooke, sembra molto più che
timida. Starà forse attenta data la fine che ha fatto la sua precedente!
LUCA. (Serio a Margherita) che gli hai raccontato! Tu faresti bene a
pensare agli affari tuoi che li hai già ingarbugliati! (Al Commissario) e lei Commissario, pensi a scoprire chi ha rubato
il manoscritto e non alle storie sentimentali di questa casa!
COMMISSARIO. (Alzando la voce) meglio fingere di
amare una persona che illudersi di essere amati!
LUCA. (Arrabbiato e impacciato, prende sotto braccio Nathalie ed esce a
sinistra. A Margherita) questa me la paghi!
NATHALIE. (Mentre esce le cade un libretto che teneva
in borsa).
COMMISSARIO. Miss Brooke, le
è caduto questo! (Lo raccoglie e lo
mostra al pubblico dicendo) “
NATHALIE. (Se lo riprende, in malo modo).
SCENA VI
Commissario, Cavaliere e
Margherita
CAVALIERE. (Entra da destra) buongiorno Commissario
Inadeguato … cioè … Improvvisato.
COMMISSARIO. Buongiorno
Cameriere … cioè … Cavaliere.
CAVALIERE. Buongiorno cara
Margherita, ti manda i saluti il tuo fidanzato Antonino.
MARGHERITA. (Scoppia a piangere e corre via a sinistra).
COMMISSARIO. (Si intenerisce alla scena).
CAVALIERE. Allora
Commissario, come procedono le indagini? Ha finalmente scoperto chi ha rubato
il mio manoscritto?
COMMISSARIO. Sto indagando
in tutte le direzioni, anche se penso che il colpevole si trovi in questa casa.
CAVALIERE. (Compiaciuto) quindi sospetta di un
domestico.
COMMISSARIO. Non
necessariamente.
CAVALIERE. (Risentito) non capisco.
COMMISSARIO. Capirà
Eccellenza.
CAVALIERE. Sono Cavaliere! E
non Eccellenza! E comunque Commissario, badi a chi pesta i piedi, io sono un
uomo che non si lascia intimidire
nemmeno da lei.
COMMISSARIO. A proposito,
suo figlio Luca mi ha detto che il manoscritto era assicurato.
CAVALIERE. Ovvio che lo
abbia assicurato dato il suo valore.
COMMISSARIO. Mi chiedevo se
l’assicurazione avesse già pagato.
CAVALIERE. Ancora no. Sa
come sono le assicurazioni, quando devono ricevere soldi li vogliono subito, ma
quando si tratta di darne, hai voglia!
COMMISSARIO. Già, certo. E
quale sarebbe la cifra del risarcimento?
CAVALIERE. In questo momento
non ricordo, ma se vuole questa informazione gliela farò comunicare dalla mia
amministratrice, la ragioniera Aguzzoni. (Con
disprezzo) anche se, sinceramente, la mia impressione è che le sue indagini
siano "un buco nell’acqua". (Guarda
l'orologio) ora la lascio alle sue preziose indagini, Commissario
Impelagato … cioè Improvvisato. (Esce a
destra).
COMMISSARIO. (Fra sé) "un buco nell'acqua".
Come si permette di insultarmi così, quello … quello … sbruffone di un Ca …
Cammelliere! "Un buco nell'acqua"! Come se io non conoscessi già il
colpevole! (Pensando) il colpevole …
il colpevole … (Preoccupato) ma chi è il colpevole del furto del manoscritto? E
che fine ha fatto Adelina?
SIPARIO
ATTO QUARTO
La scena si svolge in casa del Cavalier Occhipinti. Al centro la
teca vuota.
SCENA I
Commissario, Cavaliere,
Luca, Nathalie, Margherita, Arturo, Ragioniera e Filippa
LUCA. Commissario
Immotivato, spero ci sia un buon motivo per averci fatto riunire qui oggi. (Alludendo e guardando Arturo)
soprattutto perché la presenza di certi elementi mi disturba alquanto!
ARTURO. (Si innervosisce).
MARGHERITA. (Cerca di calmarlo).
COMMISSARIO. Io non sono il
Commissario Immotivato… (Viene
interrotto).
CAVALIERE. Tranquillo figlio
mio, sono certo che il Commissario Indecorato ha una buona ragione per averci
riunito. Del resto sta svolgendo il suo lavoro.
COMMISSARIO. (Alzando la voce) io, che per tutti voi sono
il "Commissario Improvvisato" e molto motivato anche se non ancora
decorato, vi ho riunito per comunicarvi che ho risolto il caso delle furto del
manoscritto del 12º secolo del Monaco Cistercense Roberto di Borgogna.
FILIPPA. Ha … Ha risolto il
caso? E quando?
COMMISSARIO. Filippa, per
favore. Stavo dicendo che il caso del furto del manoscritto è stato risolto
come ho risolto la scomparsa della signora Adelina.
FILIPPA. Ha … risolto anche
il caso della scomparsa della signora Adelina? E quando?
COMMISSARIO. Filippa, per
favore.
MARGHERITA. Spero non voglia
ancora insinuare che Adelina sia una ladra?!
FILIPPA. Ad … Adelina una
ladra?
COMMISSARIO. Filippa, per
favore. Signorina Margherita, partiamo da lei. Dico, partiamo da lei perché voi
tutti avevate un motivo per rubare il manoscritto e per far sparire Adelina.
FILIPPA. Tutti loro avevano
un movente per far sparire… ?
COMMISSARIO. Filippa!
COMMISSARIO. I vestiti
sporchi di sangue sotto il suo letto, risalgono alla sera prima della scomparsa
di Adelina, quando lei ha incontrato di nascosto il suo spasimante e
abbracciandolo si è sporcata col sangue del suo camice.
MARGHERITA. (Cerca di resistere ma poi cede) è
così! E allora?
COMMISSARIO. (Si avvicina a Margherita e ad Arturo) la
signora Adelina, in realtà, vi estorceva denaro per tacere sul vostro amore e
la sera in cui si è sporcata di sangue, vi ha chiesto una cifra ancora maggiore
e così voi, stanchi di questa situazione, l'avete fatta sparire!
FILIPPA. E bravo
commissario!
COMMISSARIO. Grazie.
MARGHERITA. Commissario, lei
mi sta confermando la sua pazzia! Tutti sapevano del mio amore per Arturo,
anche mio padre e perciò non avrei avuto motivo di pagare per questo silenzio.
FILIPPA. (Al Commissario preoccupata) Commissario …
COMMISSARIO. Ma suo padre non
era al corrente dei vostri incontri segreti (alzando
la voce) e delle scappatelle notturne. Se il Cavaliere lo avesse saputo,
l'avrebbe fatta allontanare per sempre dal suo amato Arturo.
FILIPPA. Commissario, qui
non fa una piega!
COMMISSARIO. Dico che voi
pagavate Adelina perché dal conto in banca del signor Arturo, risulta un
prelievo mensile di 500 euro da ben tre mesi. E come spiegate i due biglietti
aerei per il Brasile a vostro nome, signor Arturo?
FILIPPA. (Compiaciuta) Commissario!
MARGHERITA. (Ad Arturo) ci ha scoperto Arturo,
dobbiamo confessare. (Al Commissario)
va bene Commissario, diremo tutto.
ARTURO. No Margherita,
l'idea è mia, è giusto che parli io.
MARGHERITA. No Arturo, io
sono colpevole quanto te e quindi … Commissario … (Viene interrotta).
ARTURO. Commissario le dico
io come sono andate le cose.
MARGHERITA. No Arturo,
lascia che spieghi tutto io al Commissario.
ARTURO. No Margherita lascia
che parli io, io sono il responsabile … (Viene
interrotto).
FILIPPA. Insomma! Che
qualcuno si decida a parlare!
MARGHERITA. Hai ragione
Arturo, scusa parla pure tu.
ARTURO. Scusami tu
Margherita, spiega pure tu come sono andate le cose.
FILIPPA. (Al pubblico) e ridaglie!
COMMISSARIO. Vi decidete a
parlare di vostra spontanea volontà o vi devo mettere sotto tortura?
ARTURO. (Margherita e Arturo si guarderanno spesso) i soldi prelevati,
Commissario, non sono mai serviti a pagare Adelina ma servivano a me e a Margherita
come anticipo per… l'acquisto di una casa in Brasile, dove vorremo trasferirci
il più presto possibile. Volevamo fuggire proprio domani. Di Adelina, purtroppo
non ne sappiamo nulla.
FILIPPA. Oh-oh! Commissario
…
COMMISSARIO. (Al pubblico) comunque ci sono andato
vicino.
CAVALIERE. E chiamalo
stupido il macellaio!
ARTURO. Io non sono per
nulla stupido e si ricordi che il mio nome è Arturo.
CAVALIERE. E così volevi
fuggire con mia figlia?!
ARTURO. Sì, perché l'amo.
CAVALIERE. (Ad Arturo) l'amo! (Al Commissario) Commissario, le sue indagini non hanno portato a nulla.
Lei sa che Arturo ha scontato una pena di due anni per un'accusa di furto con
scasso? È lui che ha rubato il manoscritto!
MARGHERITA. (Affrettandosi) si, ma poi è stato
scarcerato perché si è saputo che è stato costretto a compiere il furto da
delinquenti che lo ricattavano.
COMMISSARIO. Infatti,
conosco perfettamente i precedenti di Arturo e non li ritengo inerenti al caso.
CAVALIERE. Non sono inerenti
al caso? Ma se è stato rubato un manoscritto? E se magari lo avesse fatto con
la complicità di Adelina?
COMMISSARIO. Fossi in lei,
mi preoccuperei di più dell'accusa a suo carico di frode nei confronti
dell'assicurazione, Eminenza.
CAVALIERE. Io sono
Cavaliere! Frode? Non capisco di che parla?
COMMISSARIO. Dalle mie
indagini …
FILIPPA. Dalle sue indagini
…
COMMISSARIO. (Guarda Filippa) dalle mie indagini
risulta che la sua assicurazione …
FILIPPA. Risulta che la sua
assicurazione …
COMMISSARIO. (Guarda di nuovo Filippa con molto
disappunto).
FILIPPA. (Sull’attenti) scusi Commissario.
COMMISSARIO. Dicevo, dalle
mie indagini risulta che la sua assicurazione la risarcirà di 50.000 euro per
il furto del manoscritto. Guarda caso, è proprio la cifra che deve allo Stato
per … evasione fiscale.
FILIPPA. (Al pubblico) è un grande il mio
Commissario.
CAVALIERE. Lei sta
farneticando Commissario io non evado le tasse! Io sono un onesto cittadino! Lo
chieda pure alla mia consuocera, la ragioniera Aguzzoni.
RAGIONIERA. (Quatta quatta se ne sta andando fuori scena
a sinistra).
COMMISSARIO. Ragioniera
Aguzzoni! Non lasciateci proprio ora!
RAGIONIERA. Scusate, ma mi
sono ricordata ora di un impegno importante.
COMMISSARIO. Rimanga qui fra
noi, la prego. Non ha nulla da dire in difesa del suo cliente, nonché amico
Cavaliere Occhipinti?
RAGIONIERA. Io non so nulla.
Io non ho visto nulla. Io non ho fatto nulla.
CAVALIERE. Ragioniera
Aguzzoni! Nonché consuocera, che sta dicendo?!
RAGIONIERA. Innanzitutto io
non sono ancora la consuocera di nessuno. Fino a prova contraria il
fidanzamento fra mio figlio Antonino e sua figlia Margherita non è ancora
avvenuto.
MARGHERITA. E non avverrà
mai
CAVALIERE. Zitta tu, che non
finisce qui con te.
ARTURO. E invece finisce
qui. Margherita sposerà me e nessun altro!
CAVALIERE. Mia figlia non
avrà mai il mio consenso di sposare un macellaio!
RAGIONIERA. (Mentre stanno parlando la ragioniera cerca
di svignarsela di nuovo).
ARTURO. Ha perfettamente
ragione, sa Cavaliere? Infatti non avremo il suo consenso perché noi …
MARGHERITA. … ci sposeremo
senza chiedertelo!
CAVALIERE. (Arrabbiato) io … io …
COMMISSARIO. (Vede la ragioniera che se la sta filando)
ragioniera Aguzzoni, non ho ancora terminato con lei. Ragioniera Aguzzoni lei
non è forse una collezionista di opere d'arte?
FILIPPA. Davvero? E chi
l'avrebbe mai detto!
COMMISSARIO. (Guarda storto Filippa e poi prosegue) e
so per certo che lei conosce molto bene quel tipo di mercato che aiuta a far
sparire un oggetto storico. Magari un manoscritto!
FILIPPA. (Al pubblico) questa volta ci siamo
davvero!
RAGIONIERA. (Arrabbiata) io non ho fatto sparire
nulla Commissario! Le sue sono solo accuse infondate. Sa che farò dopo che
uscirò da qui? Chiamerò subito il mio avvocato e la farò incriminare per avermi
accusata ingiustamente. (Esce a destra).
FILIPPA. Oh-oh, ci risiamo
Commissario.
COMMISSARIO. (Al pubblico) ero proprio convinto che
potesse essere così.
LUCA. Commissario! Sta incolpando
praticamente tutti non mi resta che aspettare la sua accusa nei miei confronti.
COMMISSARIO. Lei non mi è
molto simpatico e perciò io adesso … (viene
interrotto).
LUCA. Davvero? (Ironico) sa che lo sospettavo?
COMMISSARIO. Come le ho appena
detto, lei non mi è per nulla simpatico, ma purtroppo non ho nessuna accusa verso
lei come invece ne ho per la sua fidanzata, miss Nathalie Brooke.
LUCA. Non le sembra di
esagerare Commissario? Non capisco ora che c'entra Nathalie. Lei poi è
straniera e capisce poco di quello che stiamo dicendo. Figuriamoci! (Ironico) che dice Commissario, forse
Nathalie ha ucciso Adelina … perché non le aveva cotto bene l'uovo?
FILIPPA. E perché no! Ho letto
su una rivista che una donna aveva ucciso la sua vicina di casa perché questa
non … (Viene interrotta).
COMMISSARIO. Filippa! Parla
solo quando devi! (A Nathalie) mi mostrerebbe
NATHALIE. Io … non capire …
Sorry.
COMMISSARIO. Io credo che
lei mi capisca benissimo signorina Natalia Bonometti!
FILIPPA. Natalia Bonometti!?
NATHALIE. (Guarda spaventata Luca e poi il
Commissario) Io … non capire … Sorry.
COMMISSARIO. La smetta di
recitare Natalia Bonometti. Lei in realtà è la cugina di Maria, la ragazza che
Luca abbandonò sull'altare.
FILIPPA. (Al pubblico) è la cugina di Maria.
COMMISSARIO. Lei si è voluto
vendicare fingendosi straniera per poi spillare soldi al signor Occhipinti. Per
non parlare del viaggio romantico a Las Vegas dove si sarebbe fatta sposare da
Luca per poi abbandonare a breve. Giusto?
LUCA. È impossibile! Dillo
al Commissario che non è vero, Nathalie.
FILIPPA. È possibile, è
possibile.
COMMISSARIO. E il libro che
porta con sé non è affatto una Bibbia ma un utilissimo dizionario di inglese.
Perché lei di inglese, cara la mia signorina, non conosce una parola. Mi dica,
dove ha nascosto il manoscritto e che fine ha fatto fare ad Adelina?!
FILIPPA. (Al pubblico) che forza il mio capo!
NATHALIE. Ebbene sì, lo
confesso. Ho cercato di consolare per lungo tempo mia cugina Maria per la sua
disperazione e poi ho deciso di agire per lei.
LUCA. Nathalie … Nathalie …
tu … non può essere.
NATHALIE. Si Luca, è proprio
così. Hai fatto soffrire troppo mia cugina e doveva essere vendicata.
LUCA. Nathalie, non puoi
farmi questo, non può essere vero.
NATHALIE. Invece è così Luca
conoscevo il debole che avevi per le donne e il tuo forte e presuntuoso ego e
così ho cercato di conquistarti solo per ingannarti.
LUCA. Non è vero, tu non
puoi avermi fatto questo.
FILIPPA. Come no! L'ha fatto!
LUCA. Nathalie, tu sei così
dolce e così buona, non sei capace di tutto ciò.
FILIPPA. Ah ma, è proprio
sordo! L'ha fatto e glielo ha appena confessato! Commissario, lei è un genio.
COMMISSARIO. Grazie Filippa,
lo so a volte sono insuperabile.
NATHALIE. Non credo lei sia
insuperabile, Commissario.
FILIPPA. (Al pubblico preoccupata) non è
insuperabile?
COMMISSARIO. Come?
NATHALIE. Io non ho rubato
nessun manoscritto e non ho fatto del male ad Adelina.
FILIPPA. Ne è proprio
sicura?
NATHALIE. Sì, è proprio
così.
COMMISSARIO. (Fra sé) eppure, sembrava tutto
coincidere …
SCENA II
Commissario, Cavaliere, Luca,
Nathalie, Margherita, Arturo, Filippa e Adelina
ADELINA. (Entra da destra) è permesso?
TUTTI
CAVALIERE. (Meravigliato) A … A … Adelina!
LUCA. (Meravigliato) Adelina!
ADELINA. Scusate il disturbo
Cavaliere.
MARGHERITA. (Meravigliata) Ma … ma tu sei viva!
ADELINA. In che senso
"viva", signorina Margherita?
COMMISSARIO. Lei è la
signora Adelina?!
ADELINA. Si, sono io.
FILIPPA. Lei è la signora
Adelina?!
ADELINA. Sì, sono io. (Al Cavaliere) volevo solo avvisarla
Cavalier Occhipinti che da domani riprendo il mio consueto lavoro in cucina.
CAVALIERE. (Sempre più meravigliato) si … va bene.
ADELINA. Ah, dimenticavo … (Toglie dalla sua borsetta il manoscritto
del Cavaliere e lo sistema nella teca. Poi si gira e al Cavaliere) siccome
mi serviva di scrivere in fretta il nuovo indirizzo di mia sorella Francesca,
ho scritto dove ho trovato della carta più vicina a me. Poi mi sono portata via
tutto, tanto, mi sono detta: "è un libro vecchio, a chi vuoi che
serva"? E poi sono andata da mia sorella.
CAVALIERE. Tu hai scritto
sul mio … manoscritto?!
COMMISSARIO. Lei ha preso il
manoscritto … del Cavaliere?!
FILIPPA. Lei ha preso il
manoscritto … del Cavaliere?! (Suona il
suo cellulare e Filippa si allontana uscendo a destra).
LUCA. Sei tu che hai preso
il manoscritto di papà?!
MARGHERITA. (Ironica) è un libro vecchio, a chi vuoi
che serva?! Ma guarda te!
ADELINA. Che avete tutti da
guardarmi in quel modo? Come vedete l’ho riportato. Ho strappato solo un foglio
dove ho scritto l'indirizzo di mia sorella e basta. Buonasera e scusate ancora
del disturbo. (Mentre si appresta ad
uscire a destra, al pubblico) avete visto che faccia hanno? Voi che siete
seduti lì da un bel po', è successo qualcosa di grave mentre non c’ero? Mah!
Domani vedrò di scoprire qualcosa. Buona serata a tutti voi. (Esce a destra).
CAVALIERE. (Si avvicina alla teca) il mio manoscritto
…
MARGHERITA. Adelina … è come
ricomparsa dal nulla.
LUCA. Ora tutto sembra
trovare la giusta collocazione, vero Commissario?
COMMISSARIO. Maledetto quel
giorno che mi hanno trasferito in questo paese di … (viene interrotto).
SCENA III
Commissario, Cavaliere,
Luca, Nathalie, Margherita, Arturo e Filippa
FILIPPA. (Entra da destra correndo chiudendo il
cellulare) è appena arrivato il referto della scientifica in merito alle
tracce di sangue trovate in casa della signora Adelina. Si tratta di sangue
animale, precisamente bovino.
SCENA IV
Commissario, Cavaliere,
Luca, Nathalie, Margherita, Arturo, Filippa e Ernestina
ERNESTINA. (Entra da destra correndo) Commissario Impaginato!
Ora ricordo tutto quello che Adelina mi aveva scritto sul foglietto!
COMMISSARIO. Non ha più
importanza ora, signora Ernestina.
ERNESTINA. Come non importa!
Guardi che è una cosa molto importante quella che le sto per dire.
COMMISSARIO. Le ho detto che
ora non ha più importanza!
ERNESTINA. È proprio
scorbutico oggi!
FILIPPA. Non ci faccia caso
signora Ernestina, oggi gli è andato tutto storto.
ERNESTINA. E viene a
prendersela con me?! Sono giorni che mi tartassa e ora che ricordo tutto
perfettamente, lui … (Viene interrotta).
FILIPPA. Non pensi a lui ora
e racconti al nostro pubblico quello che c'era scritto nel foglietto. (Guarda la teca) il foglietto di quel
bravo monaco.
ERNESTINA. Sul foglietto
c'era scritto: "Vado da mia sorella Francesca che si è sentita male,
tornerò appena possibile. Avvisa mio figlio Domenico che oggi doveva venire a
pranzo che gli ossi buchi me li sono portati con me. Per favore mi puoi
sostituire al lavoro? Inizi alle sette. Ciao. Adelina". Allora sono stata
brava? Commissario, ha visto che memoria?
FILIPPA. Veramente una
memoria di ferro, Commissario. Commissario!?
COMMISSARIO. (Soprappensiero) sì certo. (Al pubblico) ma dove ho sbagliato!
Dove!
ERNESTINA. E poi un'altra
cosa Commissario, ma lo sa che Maddalena ha ritrovato la sua Gloria? Si era
allontanata in compagnia di un "Glorio". Non è romantico,
Commissario?
COMMISSARIO. Senta signora
Ernestina, mi lasci stare per favore.
FILIPPA. Forse è il caso che
lasci tranquillo il Commissario, ha avuto una settimana di lavoro che non ha
portato a nulla perché il tutto si è risolto da solo.
COMMISSARIO. Filippa, non
girare il coltello nella piaga per favore. (Si
siede).
LUCA. (Si inginocchia davanti a Nathalie) ti prego Nathalie, non
lasciarmi, io sono pazzamente innamorato di te.
NATHALIE. E io invece no.
Voglio che tu paghi per quello che Maria ha sofferto.
MARGHERITA-ARTURO. (Si abbracciano).
CAVALIERE. Giù le mani da
mia figlia!
MARGHERITA. (Abbracciandolo più forte) non ho 15
anni papà e perciò non puoi più dirmi cosa devo fare.
ERNESTINA. (Si avvicina al Commissario) ha visto
che invidiabile memoria mi è tornata? Ma sa che ricordo perfettamente le
tabelline che ho imparato a scuola? Allora, 2 × 2= 4. 2 × 3 =6. 2 × 4 =8 . (Eccetera. Eccetera).
FILIPPA. E brava Ernestina! (Conta con lei).
CAVALIERE. (Ad Arturo) macellaio, togli le mani da
mia figlia.
LUCA. (A Nathalie) io non posso vivere senza di te, Nathalie.
ARTURO. (Al Cavaliere) io faccio solo quello che dice Margherita.
NATHALIE. (A Luca) non dire stupidaggini, tu vivi
bene solo con te stesso.
MARGHERITA. (Al Cavaliere) e io dico che mi piacciono
le sue mani su di me.
LUCA. (A Nathalie) no, da quando ho incontrato te sono cambiato.
NATHALIE. (A Luca) non farmi ridere!
FILIPPA. Sa che Ernestina
conosce anche la tabellina del sei? Ernestina …
ERNESTINA. 6 X 1= 6. 6 X 2=
12. 6 X 3= 18. 6 X 4= 24. Eccetera. Eccetera.
FILIPPA. (Conta assieme a lei).
SIPARIO.