AUTRICE
GIUSEPPINA
CATTANEO
http://giusicopioni.altervista.org/
POSIZIONE
S.I.A.E. N° 193077
Codice opera
Siae 892028A
TITOLO
L’ADOZIONE
INVOLONTARIA
COMMEDIA IN DUE
ATTI
Personaggi:
ISABELLA
MIRANDA sua
sorella
GUSTAVO
ONOFRIO fratello
di Gustavo
ANTONIO
maggiordomo
LAURETTA
domestica
DANIELE fratello
di Lauretta
MARGHERITA mamma
di Lauretta
TRAMA
Due eccentriche donne alle prese con due
altrettanto singolari ex pretendenti vicini di casa. Si troveranno, loro
malgrado, a procedere in un’adozione inconsueta e così a riscattarsi moralmente
delle vanitose pretese snob dei due uomini.
ATTO PRIMO
SCENA Una bella casa. Divano al centro,
scrivania a sinistra, a destra mobile piccolo, mobile in fondo a destra, in fondo
a sinistra telefono. Le signore sedute sul divano. Porta a destra, a sinistra e
al fondo.
SCENA I
Isabella,
Miranda e Antonio solo voce
ISABELLA.
Speriamo sia la volta giusta Miranda. Innanzitutto per noi stesse, ma anche perché
sono veramente stanca di dover inventare scuse con quei due perdigiorno.
MIRANDA.
Una volta il personale si trovava con estrema facilità. Ora invece va di moda
lavorare in fabbrica o lavorare nei negozi.
ISABELLA.
Siamo già senza personale, ed ora, come se non bastasse, anche senza giardiniere.
Con che coraggio Ferdinando può averci fatto questo!
MIRANDA.
Non ricordarmi quello che è successo, ti prego.
ISABELLA.
E se invece il nostro pubblico lo volesse sapere?
MIRANDA.
Di Ferdinando?
ISABELLA.
Ma sì! Dovete sapere che Ferdinando, il nostro giardiniere, ci aveva promesso
che prima di andare in pensione, ci avrebbe aiutato, lasciando il suo posto di
lavoro al nipote, Gabriele, così noi saremmo state tranquille, senza nessuna
preoccupazione per il giardino. Ieri, suo ultimo giorno, ci dice... (viene interrotta).
MIRANDA.
(Arrabbiata) Ci dice che il nipote,
all'ultimo momento, all'impiego di giardiniere ha preferito la carriera
militare! E così ora ci troviamo senza personale di servizio e senza
giardiniere.
ISABELLA.
E se questo non vi basta, vi dico che abbiamo anche due gatte da pelare. O
meglio, due gatti.
MIRANDA.
(Meravigliata) Davvero? E da quando
abbiamo due gatti da pelare? No, no, io non pelo un bel nulla. Fossi matta. E
dopo averli pelati, non dirmi che dobbiamo anche... (si ferma).
ISABELLA.
Miranda, i due gatti da pelare sono i fratelli Gustavo e Onofrio, nonché nostri
vicini ed ex corteggiatori.
MIRANDA.
Ah, parlavi di loro! Non ricordarmi il periodo in cui Onofrio mi corteggiava.
Mi vengono ancora i brividi!
ISABELLA.
I brividi? (La guarda compiaciuta).
MIRANDA.
Certo! (Guarda Isabella) si, brividi
di ribrezzo per quel coso... così... così appiccicoso!
ISABELLA.
Volevo ben dire!
MIRANDA.
Appiccicoso e insignificante.
ISABELLA.
Invece Gustavo è in significante e appiccicoso.
MIRANDA.
Esatto! Sono l'opposto l'uno l'altro, ma uguali però nel metterci in condizione
di disagio. Ora più che mai.
ISABELLA.
Infatti! Ci fanno sentire inferiori. Ultimamente, il loro maggior divertimento
è criticarci perché abbiamo poco personale.
MIRANDA.
Se sapessero che ora siamo anche senza giardiniere!
ISABELLA.
Speriamo almeno che le inserzioni sul giornale per la dama di compagnia e la
donna di servizio, diano i loro frutti.
MIRANDA.
Per il giardiniere ci penseremo più avanti. Ad averlo saputo prima!
ISABELLA.
Miranda, siamo almeno sicure che Antonio abbia messo l'annuncio? Sai bene che
fidarsi di lui è un po' un azzardo.
MIRANDA.
Mi auguro proprio di sì! Anzi, dovrebbe tornare a minuti dall'edicola. (Suonano alla porta). Ecco, sarà lui.
ISABELLA.
Sei sicura? Se fosse lui, perché avrebbe suonato? Non ha forse le chiavi?
MIRANDA.
Come al solito le avrà dimenticate a casa. (Al
pubblico irritata) io, ora, padrona in casa mia, devo aprire la porta al
mio maggiordomo!
ISABELLA.
Capisco la tua irritazione, ma dovrà pur entrare!
MIRANDA.
Sono stanca di questa mancanza! (Avvicinandosi
alla porta di destra e alzando la voce) sei tu il maggiordomo! Apriti da
solo!
ANTONIO.
(Risuona. Da fuori) scusate
signorine, mi sentite? Non ho la chiave.
MIRANDA.
Il solito! Il solito! (Apre. Antonio ha
con sé il giornale).
SCENA
II
Antonio, Miranda
e Isabella
ANTONIO.
Eccovi il giornale signorine. (Lo porge a
Miranda) Le inserzioni ci sono.
MIRANDA.
Bene! Almeno questo! Fammi leggere… “Famiglia benestante assume a tempo
indeterminato domestica e dama di compagnia. Telefonare al numero… ecc ecc”. Bravo
Antonio, è perfetto…
ANTONIO.
Glielo porto subito signorina Miranda.
MIRANDA.
Che cosa?
ANTONIO.
Il suo cofanetto!
MIRANDA.
(Alzando il tono di voce) ho detto
che è perfetto, non cofanetto!
ANTONIO.
Ah! Se le signorine permettono, ora io….
ISABELLA.
Si, si vai pure Antonio… (Antonio esce a
sinistra). Ho dimenticato di avvisare Antonio che il nuovo giardiniere non
arriverà oggi. È tutta colpa di Ferdinando! E chissà quando ne troveremo uno! (Suono di campanello).
MIRANDA.
(Aspettando Antonio che non arriva) come
sempre, Antonio non si vede. Miranda, non possiamo licenziarlo?
ISABELLA.
Se ben ricordi l’abbiamo già fatto una volta. Ma poi ne sentivamo la mancanza e
lo abbiamo pregato di ritornare al nostro servizio.
MIRANDA.
Non ci possiamo riprovare? Magari questa volta non ne sentiremo più la
mancanza.
SCENA
III
Isabella,
Miranda, Gustavo e Onofrio
GUSTAVO.
(Suono di campanello lungo. Da fuori a
destra) non c’è nessuno?!
ISABELLA.
(Preoccupata) Sono loro! Mi
raccomando Miranda, non una sola parola sull’argomento “giardiniere”. E nascondi
il giornale! (Lo nasconde sotto il
cuscino del divano. Isabella va ad aprire. Entrano Gustavo e il fratello
Onofrio da destra).
GUSTAVO.
Buongiorno! (Tutti si salutano. Poi
guardandosi in giro). Ma… e il maggiordomo!? (insinuando).
MIRANDA.
Il maggiordomo c’è e sta bene. Diciamo… abbastanza bene. (Al pubblico) lo avete visto anche voi in che condizioni è. Cosa vuoi
Gustavo, noi siamo troppo buone con i nostri dipendenti. Abbiamo sempre timore
di farli lavorare troppo. (Isabella la
guarda e annuisce compiaciuta).
GUSTAVO.
Da noi questo, non succederà mai! Vengono pagati profumatamente e devono fare
tutto loro. Forse voi non li pagate profumatamente.
ISABELLA.
Profumatamente? Noi diamo ai nostri dipendenti oltre che profumi anche creme,
saponette…
ONOFRIO.
Profumi, creme? Hai frainteso Isabella, stiamo parlando di liquidi (imita il gesto dei soldi con le dita).
ISABELLA.
Liquidi? Tutti i liquidi (imita il gesto
del bere) che abbiamo sono sempre a loro disposizione.
GUSTAVO.
Scusate, mi chiedevo… Gabriele, il nipote del vostro ex giardiniere, è già
arrivato? Se non sbaglio oggi avrebbe dovuto essere il suo primo giorno di
lavoro, vero?
MIRANDA.
(Guardando Isabella. Non sa che dire)
Gabriele! Gabriele il nipote di Ferdinando! Ehm… no! Ora... non c'è. Ma… arriverà
nel pomeriggio!
GUSTAVO.
Peccato, lo volevo salutare. Lo conosco da tanto tempo. Un bravo ragazzo con una
passione sfrenata per tutto ciò che è militare.
MIRANDA.
(finge) ma davvero? Chi poteva immaginarlo!
GUSTAVO.
(Dandosi delle arie) Io non sono come
voi possiate vivere con un solo maggiordomo al servizio. Noi abbiamo un
maggiordomo, due giardinieri, due domestiche, una dama di compagnia e stiamo pensando
di assumere altro personale.
ONOFRIO.
Gustavo non mettere a disagio le nostre amiche. (Sdolcinato) Vero Isabellissima? Non tutti si possono permettere
ciò che possiamo permetterci noi.
ISABELLA.
(Con ironia) Grazie Onofrio di averci
difese. Stiamo cercando personale da parecchio tempo e non andiamo certo in
giro a sbandierarlo come certa gente.
MIRANDA.
Proprio in questi giorni stiamo vagliando tantissime domande referenziatissime
che non entrerebbero in un sacco! Vero Isabella?
ISABELLA.
Certo! Ma non erano forse due i sacchi?
ONOFRIO.
E ... le risposte?
MIRANDA.
Abbiamo scelto due persone: una domestica e una dama di compagnia per Isabella.
GUSTAVO.
Bene. Mi compiaccio per la vostra scelta! Al giorno d’oggi dobbiamo distinguerci
dalla gente comune …
ONOFRIO.
E quando potremmo vederle?
ISABELLA.
(Guardando Onofrio) non so voi, ma
noi oggi. Vero Miranda? (fra se)
Speriamo!
MIRANDA.
(Compiaciuta dalla risposta di Isabella)
si! Proprio oggi. (Fra se) Speriamo!
GUSTAVO.
Proprio oggi che abbiamo un impegno!
ISABELLA
-MIRANDA. (Ironiche) Che peccato!
GUSTAVO.
(Guarda l'orologio) Onofrio si sta
facendo tardi, è meglio andare.
ONOFRIO.
Ma ci devo venire per forza anch’io? Mi trovo così bene qui con Isabella.
GUSTAVO.
Onofrio, lo sai che lo stilista viene appositamente in città solo per te! Non
vorrai farlo aspettare di nuovo ?!
ONOFRIO.
È vero. Non posso farlo aspettare per la decima volta. Anche voi, come noi,
avete uno stilista per sarto?
MIRANDA.
(Ironica) Voi solo uno stilista? Noi
due invece.
GUSTAVO.
Si, tre, non due! Ci vediamo. (Tutti si salutano e i due escono di scena a destra).
MIRANDA.
(Le due donne si lasciano andare sul
divano) e adesso che facciamo?
ISABELLA.
Hai ragione, dobbiamo procurarci due stilisti.
MIRANDA.
Non parlavo degli stilisti Isabella! Ma del fatto che vorranno vedere in futuro
il nostro giardiniere e il nostro personale, che come tu sai non abbiamo. Che
possiamo fare?
ISABELLA.
Il nostro sbaglio è stato quello di averli conosciuti, aver dato loro corda, e
poi di averli respinti.
MIRANDA.
Come potevamo, guarda che anche il nostro pubblico si è accorto che sono
insopportabili!
ISABELLA.
Lo so. Lo so che abbiamo fatto la cosa più giusta in assoluto. Però ora,
offesi, provano in tutti i modi ad umiliarci. Comunque, io non so che farai tu,
io, vado a leggere un bel libro in giardino. È così una bella giornata! (Esce dal fondo).
MIRANDA.
Ci mancava anche lo stilista… (suonano
alla porta) chi sarà? (Speranzosa)
Speriamo qualcuno per le inserzioni. Speriamo, speriamo!(si alza).
SCENA
IV
Antonio e
Miranda
ANTONIO.
(Entrando da sinistra).
MIRANDA.
Dove vai Antonio?
ANTONIO.
Ad aprire signorina Miranda.
MIRANDA.
Antonio, vado io (alzando la voce) per
questa volta. (Al pubblico) ecco, per
una volta che faceva il suo dovere… è troppo importante! (Antonio esce dal fondo. Lei va ad aprire).
SCENA
V
Miranda,
Lauretta
MIRANDA.
Buongiorno. Dica …
LAURETTA.
(Entrando da destra) Buongiorno. Mi
chiamo Lauretta e sono qui per l’inserzione sul giornale.
MIRANDA.
Oh, vieni, entra pure Lauretta cara. Non sai quanto mi fai felice. Sei qui come
domestica vero? (Lauretta annuisce) bene,
bene. Mi chiamo Miranda e direi che, se non hai nulla in contrario, potresti
iniziare anche subito.
LAURETTA.
Ma non so…
MIRANDA.
(Ha troppa paura che i due ritornino)
Oggi è un giorno di prova per te e per me.
(Fingendo) Ti avviso che prima
di te son già arrivate altre cinque ragazze a cui ho proposto di usare oggi,
come giorno di prova. Nessuna delle cinque si è voluta fermare e così sono
stata costretta a non assumerle. (fra sè)
Ti prego, fa che si fermi, ti prego!
LAURETTA.
Beh, pensandoci bene...
MIRANDA.
(Felice alza le braccia ma poi cerca di
contenersi). Benissimo. Allora sei assunta a tempo indeterminato. (Ricordandosi della prova) cioè, se
superi la prova di oggi, ovviamente.
LAURETTA.
Oh davvero! A tempo indeterminato?
MIRANDA.
Se superi oggi! Potresti giusto iniziare da questa stanza pulendo per bene quel
mobile (le mostra quello in fondo a
destra. Lauretta annuisce) Se mi
vuoi seguire, ora ti mostro dove tengo i prodotti che puoi usare. (Escono di scena a sinistra. La scena
rimane vuota per qualche secondo).
SCENA
VI
Miranda, Lauretta,
Isabella e Antonio
MIRANDA.
(Lauretta e Miranda rientrano da sinistra.
Lauretta ha con sé i prodotti per pulire) se vuoi iniziare, lì c’è il
mobile. Io torno fra poco (esce a
sinistra).
LAURETTA.
Mi ci voleva proprio un posto così. La signora sembra gentile. Chissà quando lo
dirò alla mamma! (Si avvia a pulire il
mobile).
ISABELLA.
(Entrando dal fondo con un libro in mano)
Senti Miranda, io… (accorgendosi della
presenza di Lauretta) e tu chi sei?
LAURETTA.
Buongiorno signora. Mi chiamo Lauretta e sono qui per l’inserzione…
ISABELLA.
(Felice) Oh davvero! Già qui! Che
fortuna! Io sono Isabella. Vieni, vieni qui Lauretta, a leggermi questo libro.
La mia vista non è più buona come una volta (al
pubblico) eccovi la mia dama di compagnia!
LAURETTA.
Ma la signora, prima…
ISABELLA.
Lauretta, non inizierai a discutere già al tuo primo giorno di lavoro voglio
sperare!
LAURETTA.
No, no signora… (le si avvicina).
ISABELLA.
Siediti qui vicino a me. Non immagini quanta gioia provo nell’avere compagnia. (vede Lauretta avvicinarsi piano piano e
con timore) Che c’è Lauretta, forse tu... non sai leggere?
LAURETTA.
Oh no signora. Leggo… anche bene.
ISABELLA.
Allora siediti e leggi per me.
LAURETTA.
Ma devo proprio ? Perché la signora …
ISABELLA.
La signora ti dice di leggere! (Al
pubblico) Avrei voluto una ragazza un po' più sveglia come dama di
compagnia.
LAURETTA.
(Inizia a leggere il libro di Isabella
per circa un minuto).
ANTONIO.
(Entrando dal fondo) Chiedo scusa
signora Isabella, volevo avvisarla che la sua rosa preferita ha perso un
petalo.
ISABELLA.
No! Che disgrazia! Come è potuto accadere! (si
alza) scusa Lauretta torno subito. Ma come è potuto accadere Antonio, dimmi…
(escono tutti e due dal fondo).
SCENA
VII
Lauretta, Miranda
e Antonio
LAURETTA.
E ora che devo fare? Sembrano per bene le signore, ma anche decisamente un po'
strane. Sono indecisa se aspettare seduta la signora Isabella, oppure ritornare
a pulire il mobile? (Al pubblico) voi
che mi consigliate?
MIRANDA.
(Entrando da sinistra) scusa se ti ho
lasciata così all’improvviso, ma… (si
accorge che Lauretta è seduta con un libro in mano) ma… che stai facendo
Lauretta!?
LAURETTA.
(Appoggiando il libro e alzandosi di
scatto) mi scusi, ma la signora, prima… (viene
interrotta).
MIRANDA.
Prima, la signora qui presente, forse, non ti aveva detto di pulire quel
mobile?
LAURETTA.
Si signora, ma poi è arrivata… (viene
interrotta).
MIRANDA.
Dopo aver preso i prodotti anch’io pensavo fosse “arrivata” l’ora di iniziare i
lavori…
LAURETTA.
(Timidamente) Lo stavo già facendo,
ma poi la signora…
MIRANDA.
(Pensando) Non dirmi più nulla! Ho
capito quello che mi vuoi dire e ti do ragione. Ti chiedo scusa Lauretta, è
stata una mia dimenticanza! Ma sai, il piacere di averti qui e… la signora qui
presente non ha parlato del tuo stipendio e allora tu, ti sei seduta. E hai fatto
bene!
LAURETTA.
Veramente, non è così, ma… (viene
interrotta).
MIRANDA.
Su, non fare la modesta perché ne avevi tutte le ragioni. È stato imperdonabile
da parte mia questa dimenticanza.
LAURETTA.
Ma io… (viene interrotta).
MIRANDA.
Ma tu… hai ragione Lauretta! Allora, se io ti dicessi che ho bisogno di te per
sei ore al giorno al prezzo di dieci euro l’ora, tu che dici?
LAURETTA.
(Felicemente) Che va benissimo signora,
non potrei chiedere di più!
MIRANDA.
Bene. Ma ora al lavoro! Lo sai che sei sempre in prova. (Lauretta si alza e si dirige a lavorare al mobile).
ANTONIO.
(Entra dal fondo) Le chiedo scusa
signora Miranda, vorrei sapere che cosa desidera per cena.
MIRANDA.
Mah, non saprei, dammi qualche consiglio tu?
ANTONIO.
Mi dispiace ma non ne è rimasto nessuno.
MIRANDA.
Nessuno ? Di cosa?
ANTONIO.
Nessun coniglio!
MIRANDA.
Ma non coniglio! Ti ho chiesto solo di darmi un consiglio non un coniglio. Volevo
da te solo un semplice suggerimento.
ANTONIO.
È terminato anche quello.
MIRANDA.
Cosa è terminato!?
ANTONIO.
Il condimento signora.
MIRANDA.
Antonio, suggerimento avevo detto. Su, fammi controllare che c’è in dispensa.
Scusa Lauretta, torno subito. (Esce con
Antonio a sinistra).
SCENA
VIII
Lauretta,
Margherita (solo voce) e Isabella
LAURETTA.
(Sola, sta spolverando il mobile. Suona il
telefono. Nessuno risponde. Lauretta si avvicina). Nessuno viene a
rispondere. Forse si aspettano che lo faccia io dato che sono la domestica… o
la dama di compagnia. E se non fosse così? Le mie due signore mi mettono in
confusione… io rispondo! Pronto?(Alza il ricevitore.
È sua madre).
MARGHERITA.
(Solo
voce) Ciao Lauretta sono io la tua mamma.
LAURETTA.
Mamma, sei tu? Ma… che fai… non puoi telefonarmi al lavoro.
MARGHERITA.
Ah, allora ti hanno assunta!
LAURETTA.
Si mamma, ti spiegherò a casa. Ora ti lascio, non voglio che mi sorprendano a
rispondere ad una telefonata personale il primo giorno di lavoro.
MARGHERITA.
Perché hai risposto allora?
LAURETTA.
Ho risposto perché pensavo che le signore volessero così.
MARGHERITA.
E se le signore volevano che tu rispondessi al telefono perché allora non vuoi
parlare con me, che ti ho telefonato e che per di più sono anche la tua mamma?
LAURETTA.
Sì che voglio parlare con te mamma, ma pensavo che fosse qualcuno per le
signore.
MARGHERITA.
Vedi che ho ragione, tu vuoi parlare con chi non conosci ma non con la tua
mamma.
LAURETTA.
Ma no mamma, lo sai che non è così. (Rassegnata)
su, dimmi pure quello che devi.
MARGHERITA.
Ero molto preoccupata perché non tornavi più a casa.
LAURETTA.
Lo so mamma, ma le signore hanno voluto che mi fermassi subito e non ho avuto
modo di avvisarti.
MARGHERITA.
Ma ti trovi bene?
LAURETTA.
Si, diciamo... abbastanza.
MARGHERITA.
(Apprensiva) Solo abbastanza? Non
dirmi che ti trattano male, ti frustano, ti fanno pulire la cappa del camino… (viene interrotta).
LAURETTA.
No mamma, è solo che… (viene interrotta).
MARGHERITA.
Non dirmi che ti fanno pulire il pavimento in ginocchio o magari… ti fanno
asciugare la scopa col phon!
LAURETTA.
No, mamma. Stai tranquilla, nulla di tutto ciò (al pubblico) di mamma ce n’é
una sola… per fortuna. Volevo solo dire che le signore sono un po’ strane
perchè… (viene di nuovo interrotta).
MARGHERITA.
(Sempre più preoccupata) ma in che
senso figlia mia? Non dirmi che sono appena uscite dal manicomio! Oppure… (terrorizzata) mio Dio, sono delle
malviventi agli arresti domiciliari e ti usano come corriere per i loro loschi
traffici!
LAURETTA.
Mamma, stai calma! Nulla di tutto ciò! Sono due persone per bene che… non sono
sempre d’accordo sulla mia mansione. Ma so che si risolverà tutto presto. Ora
ti devo lasciare davvero, mamma.
MARGHERITA.
Voglio sperare che sia proprio così. Ti avviso che ho mandato tuo fratello a
vedere dov’eri finita. Sai, lui ha tempo libero, ora che è disoccupato.
LAURETTA.
Ci mancherebbe che arrivi anche Daniele ora! Che figuraccia mi farebbe fare!
MARGHERITA.
è arrivato?
LAURETTA.
Ancora no e spero che non arrivi mai! Mamma, io so cavarmela bene anche da
sola. Non essere sempre così apprensiva nei miei confronti! Sono grande
abbastanza ormai.
MARGHERITA.
Grande! Non dire assurdità! Non si è mai grande abbastanza. Chiedilo al
pubblico.
LAURETTA.
Mamma! Ho quasi trent’anni! Arriva qualcuno. Ti lascio. E non telefonarmi più! (Abbassa
il ricevitore. Corre a pulire il mobile nei ripiani bassi).
ISABELLA.
(Entrando dal fondo) che tristezza!
La rosa più bella del giardino ha perso il suo primo petalo. Ma… Lauretta, dove
sei? (Si guarda in giro e non la vede).
LAURETTA.
(Si alza) sono qui signora.
ISABELLA.
(Al pubblico) Ma che ci farà sempre
vicina a quel mobile! (fra sè) lo
dovrò far spostare! Fra poco esco, ma sono indecisa su che abito indossare. Ho
bisogno del tuo aiuto per questo.
LAURETTA.
(Si guarda in giro) dice a me?
ISABELLA.
(Al pubblico) sembra un po’ tarda la
ragazza. E si. Andiamo di là. (Escono a
sinistra)
LAURETTA.
(Mentre la segue, al pubblico) mi stanno
facendo impazzire!
SIPARIO
ATTO SECONDO
SCENA Come il primo atto.
SCENA
I
Miranda
voce, Isabella voce, Lauretta e Daniele
Scena vuota, poi suono di campanello.
MIRANDA.
(Da fuori) Antonio, il campanello! (Nessuna risposta) Come al solito, non
risponde.
ISABELLA.
(Da fuori) Stai calma Miranda, ci
mando Lauretta. Non stressare quel pover’uomo.
MIRANDA.
(Da fuori) Antonio stressato? Ma
quando mai! Perché… Lauretta è lì con te?
ISABELLA.
(Da fuori) mi sta aiutando. Lauretta,
vai ad aprire la porta per favore.
LAURETTA.
(Entra in scena da sinistra e va ad
aprire. È suo fratello Daniele). Daniele, che ci fai qui?
DANIELE.
Mi ha mandato la mamma perché non avevi più dato notizie.
LAURETTA.
Lo so, mi ha avvisata per telefono! Io lavoro quì e come vedi è tutto a posto. Ora
è meglio che tu vada, non mi va che mi vedano ricevere visite il mio primo
giorno di lavoro.
DANIELE.
Lo so e ti chiedo scusa, però sai come è apprensiva la mamma. Il fatto è che,
mi ha fatto promettere che, dopo averti trovata, avrei dovuto portarle una
prova che stavi bene.
LAURETTA.
Ma mi hai visto. E poi ti ho detto che l’ho sentita per telefono. Ora vai! (Cerca di spingerlo fuori).
DANIELE.
Tu la conosci bene e se non le porto una prova, mi rimanderebbe qui.
LAURETTA.
Lo so, lo so! Ma non potevi portarti una macchina fotografica o altro?! Mi
dispiace ma ora te ne devi andare Daniele, sento che arriva qualcuno. (Lo spinge fuori) Cerca di convincerla a
parole.
DANIELE.
Ma… ma… (è fuori la porta).
LAURETTA.
(Al pubblico) Ma che prova voleva che
gli dessi, il mio dna forse?
ISABELLA.
(Da fuori) Chi era Lauretta?
LAURETTA.
Nessuno, signora. Avevano sbagliato indirizzo (Esce di scena a sinistra).
SCENA
II
Antonio e
Daniele
ANTONIO.
(Entra dal fondo con un vaso di fiori
recisi che appoggia in sala).
DANIELE.
(Entrando con forza dalla porta a destra)
La conosci com’è e… (non vede Lauretta).
ANTONIO.
Buongiorno. Cerca qualcuno?
DANIELE.
Le chiedo scusa ma… sono Marzetti Daniele e… (viene interrotto).
ANTONIO.
(Felice) oh, finalmente il
giardiniere!
DANIELE.
No, guardi, ha capito male, mi chiamo Marzetti Daniele.
ANTONIO.
E io che ho detto, giardiniere! La stavamo tutti aspettando. Venga, venga
subito di là in giardino che le mostro il tutto.
DANIELE.
Senta, io stavo solo cercando mia sorella Lauretta e… (viene interrotto).
ANTONIO.
Peccato che si possa fermare solo un’oretta! Per oggi va bene ma da domani
dovrà essere al servizio a giornata piena.
DANIELE.
Senta, guardi che io… (viene interrotto).
ANTONIO.
Venga che le mostro il giardino. Proprio oggi ho un problema con la rosa
preferita della signora. Venga. (Si avvia
al fondo).
DANIELE.
Ma io…ma io… (Al pubblico) deve avermi
scambiato per qualcun altro di sicuro. Sono senza lavoro e se non ne
approfitto. E poi come giardiniere me la cavo abbastanza. Arrivo!
SCENA
III
Isabella,
Lauretta, Gustavo e Onofrio
ISABELLA.
(Entrando da sinistra con Lauretta.
Isabella indossa un bel vestito) un vestito così bello e non sapevo nemmeno
di averlo. Se non ci fossi stata tu Lauretta! Sei veramente una perfetta dama
di compagnia.
LAURETTA.
Grazie signora Isabella. Le devo leggere ancora il libro?
ISABELLA.
(Isabella si avvicina alla scrivania e si
accorge che non ha ancora aperto le lettere che ha ricevuto il giorno prima).
Preferirei che per il momento tu mi aprissi queste lettere che non ho ancora
letto.
LAURETTA.
Subito signora. (Si dirige alla scrivania
e comincia ad aprire le lettere. Isabella si va a sedere sul divano. Suonano
alla porta.) Apro io signora Isabella?
ISABELLA.
Non preoccuparti, lascia che ci vada Antonio. (Antonio non arriva) Forse è meglio che apra io. (Apre la porta a destra, entrano Gustavo
con il fratello Onofrio. Isabella. Non è per nulla contenta della loro visita).
Buongiorno. Quale nuovo buon vento vi porta qui!? Già terminate le prove dal
sarto?
ONOFRIO.
Stilista! Si chiama stilista l’ideatore dei miei abiti.
GUSTAVO.
Onofrio ha terminato in fretta perché non vedeva l’ora ti tornare per vedere
all’opera le vostre aiutanti.
ISABELLA.
(Fra sé) Impiccioni!
ONOFRIO.
(Con fare provocatorio) O non avete
ancora nessuno ?
ISABELLA.
(Con orgoglio) Onofrio, Gustavo, vi
presento Lauretta, la mia dama di compagnia (tutti si girano verso Lauretta).
ONOFRIO. (Avvicinandosi con cautela) buongiorno.
(Al pubblico) dove l’avrà pescata
questa!
GUSTAVO.
Buongiorno. (Al pubblico) sembra di
bassa, bassa società.
LAURETTA.
(Titubante) Buongiorno (si siede ad aprire e leggere le lettere).
ISABELLA.
È la mia dama di compagnia, perfetta ed efficientissima.
ONOFRIO.
A vederla non si direbbe proprio. Pensa cara Isabella che… (viene interrotto).
ISABELLA.
Solo, Isabella. Gustavo io non sono la tua “cara” Isabella.
ONOFRIO.
Scusa. Era solo in ricordo dei vecchi tempi.
ISABELLA.
Scusa, ma vecchi tempi mai esistiti.
ONOFRIO.
Dicevo che la mia dama di compagnia ha due lauree.
ISABELLA.
Ah, davvero? Pensa che invece la mia dama di compagnia ha solo una… Lauretta…(ride di gusto) hai capito? Laurea…
Lauretta (Ride. Gustavo, invece, serio).
SCENA
IV
Isabella, Onofrio,
Gustavo, Lauretta e Miranda
MIRANDA.
(Entra da sinistra) senti Isabella… (si accorge della presenza di Onofrio e
Gustavo) Ah, chi c’è! Già finito dallo “stilista”? A quanto pare, non ha
fatto miracoli! (Onofrio infatti ha lo
stesso abito di prima).
ISABELLA.
È quello che mi dicevo anch’io.
ONOFRIO.
Isabella, Isabellina, hai forse cambiato idea su di me?
ISABELLA.
(Al pubblico) Come è possibile che mi
faccia la stessa domanda tutte le settimana!
ONOFRIO.
Vuoi uscire con me?
MIRANDA.
Fra poco, uscirai dalla porta con tuo fratello Gustavo.
GUSTAVO.
Sempre più acidina la signorina Miranda. Le ci vorrebbe un uomo come me al suo
fianco.
MIRANDA.
Perché tu saresti un uomo? Non farmi ridere! (Si accorge che Lauretta è seduta alla scrivania e non a pulire il
mobile) Ma che ci farà ancora seduta! Così non va! (Si avvicina a Lauretta). Vai a sistemare l’armadietto in giardino,
il mobile lo sistemerai quando non ci saranno visite. (La guarda male. Lauretta esce dal fondo).
ONOFRIO.
Dicevo… Isabellina, come puoi vivere in questa casa così, così… (si guarda in giro).
GUSTAVO.
(Ironico) In questa casa, così…
bellissima! (Ride).
MIRANDA.
(Si ferma e si dirige verso di Gustavo)
Bellissima ed accogliente! Noi, non dobbiamo fare dieci chilometri a piedi per
andare in bagno!
ISABELLA.
E nello stesso tempo, nella nostra casa non manca nulla!
ONOFRIO.
Nulla! Non ti manca forse un compagno bellissimo vicino a te?
ISABELLA.
(Al pubblico) Il nuovo Richard Ghiro.
ONOFRIO.
E anche intelligentissimo.
MIRANDA.
(Al pubblico) Il nuovo Sigmund Frode.
ONOFRIO.
E qualità molto importante da non sottovalutare, dolcissimo.
ISABELLA.
(Al pubblico) Un bigné! Onofrio, ma
non ti sei mai guardato allo specchio?
ONOFRIO.
Certo, e più volte al giorno.
ISABELLA.
E cosa vedi?
ONOFRIO.
Un uomo bellissimo, intelligentissimo e dolcissimo.
MIRANDA.
Nello specchio tu vedi tutto quello?
ISABELLA.
(A Miranda) è interessante quello
specchio! E se lo acquistassi per me? Potrei diventare più intelligente di te!
MIRANDA.
Guarda che non esistono specchi per te.
ISABELLA.
Grazie Miranda, tu si che mi vuoi bene.
SCENA
V
Isabella, Onofrio,
Gustavo, Miranda e Antonio
ANTONIO.
(Entra dal fondo) Chiedo scusa
signorina Isabella ma il giardiniere chiede di lei.
ISABELLA
e MIRANDA. (Guardandosi) Il giardiniere?
ISABELLA.
(Titubante) Il nostro giardiniere?
ANTONIO.
Certo signora. E chiede di lei.
GUSTAVO.
Oh, è arrivato Gabriele, potrei andare a salutarlo? È da tempo che non lo vedo
e… (viene interrotto).
ISABELLA.
Un’alta volta Gustavo. Accomodatevi pure per il momento. Noi torniamo subito. (Esce a sinistra con Miranda parlando a
bassa voce ad Antonio) Ma da quando abbiamo un giardiniere?!
SCENA
VI
Gustavo e Onofrio
ONOFRIO.
E tu che dicevi che Miranda e Isabella si stavano prendendo gioco di noi perché
secondo te non avevano intenzione di assumere personale al loro servizio! Com’è
che dicevi? Ah si: “Non se lo posso permettere”. Ti ricordi? Come vedi, hanno
già la dama di compagnia e il giardiniere.
GUSTAVO.
Certo che mi ricordo e sono sempre della stessa idea. C’è comunque qualcosa che
non va. Quella dama di compagnia non mi
convince. E anche il giardiniere che non si fa vedere, è alquanto
strano. Certe cose io le noto!
ONOFRIO.
Tu vedi nero dappertutto! Io invece, non vedo che Isabella.
GUSTAVO.
Quelle due donne ci hanno rifiutato anni fa e non hanno più cambiato idea. Non
so come possano resisterci. Noi avremmo potuto dar loro una vita agiata. Invece
loro, nulla, sono costrette a vivere alla giornata, un solo maggiordomo, un
solo giardiniere, una dama di compagnia nell’attesa della donna di servizio. Come
faranno a vivere in questa situazione precaria!
ONOFRIO.
E danno anche l’impressione di vivere felici!
GUSTAVO.
Apparenza Onofrio, solo apparenza! Ma io sono convinto che ci sia qualcosa che
non va in questo contesto.
SCENA
VII
Gustavo, Onofrio
e Miranda
MIRANDA.
(Entrando dal fondo) I giardinieri
nuovi, come le domestiche nuove hanno sempre bisogno di essere seguiti per i
primi tempi.
GUSTAVO.
È arrivata anche la domestica?
MIRANDA.
Certamente!
GUSTAVO.
Miranda, ti chiedevo, se ora potevo passare a salutare Gabriele. Ora sarà un
tuo dipendente, ma è sempre un amico mio, anche se di vecchia data.
MIRANDA.
(Non sa che rispondere) Sta
lavorando… su di un albero! E perciò non credo sia un bel momento per una
visita di cortesia.
SCENA
VIII
Gustavo, Onofrio,
Miranda, Isabella, Lauretta e Antonio
ISABELLA.
(Da fuori) Lauretta che ci fai lì, entra
(Entra con Lauretta che si reca alla
scrivania) Ah i miei dipendenti, che umiltà portano dentro (Miranda guarda contrariata, Lauretta
sedersi).
ANTONIO.
(Entra dal fondo) Signora Isabella,
il giardiniere, le deve chiedere… (viene
interrotto).
GUSTAVO.
Isabella, vengo a salutare Gabriele.
ISABELLA.
(Alzando la voce) No! Cioè… volevo
dire che per il momento è meglio lasciarlo lavorare, ora si troverà in cima… al
pino, vero Antonio?
ANTONIO.
Pino? Ma non si chiamava Gabriele?
ISABELLA.
Ma certo Antonio. Scusami Gustavo, torno subito (escono dal fondo).
MIRANDA.
(Vede Lauretta ancora alla scrivania. Fra
sè) Questa Lauretta di umile non ha nulla a quanto sembra, è sempre seduta!
Lauretta, la scrivania è già ben pulita. Se gentilmente potresti finire di
pulire il mobile… (le indica il solito
mobile). Oh scusate, Gustavo e Onofrio, non vi ho ancora presentato la mia
domestica. Lei è Lauretta ed è la mia domestica (i due si guardano meravigliati e increduli).
GUSTAVO.
(A Onofrio) ma non era la dama di
compagnia di Isabella?
ONOFRIO.
Certo che ha detto così!
GUSTAVO.
Scusa, hai detto “la tua domestica”?
MIRANDA.
Si, la mia domestica. Ah beh, forse tu la chiamerai con un altro nome, tipo… colf!
Giusto?
GUSTAVO.
Scusa Miranda, tu sei sicura che la signorina in questione sia la tua
domestica?
MIRANDA.
Certo! C’è forse qualcosa che non va? (In
modo ironico) Vi disturba forse il fatto che abbiamo dei nuovi dipendenti
al nostro servizio?
ONOFRIO.
Niente affatto!
MIRANDA.
Scusate signori devo conferire con la mia domestica (Miranda si avvicina a Lauretta e le dice, nessuno sente, che non deve
sedersi mentre lavora e come deve pulire il mobile e quello che dovrà pulire
dopo).
GUSTAVO.
(A Onofrio, senza farsi ascoltare da
Miranda) Non avevo forse ragione quando dicevo che c’era qualcosa che non
andava prima? Ci vogliono far credere di avere una dama di compagnia e una
domestica quando invece è sempre la stessa persona. L’hai visto anche tu o
sbaglio?
ONOFRIO.
Hai ragione Gustavo. Questa volta hai proprio ragione. E se non l’avessimo
visto con i nostri occhi chissà quante altre cose ci avrebbero fatto credere le
due signorine.
GUSTAVO.
Esatto! Sono talmente gelose di noi che farebbero carte false per assomigliarci!
E ora che ci penso, ho ancora dubbi sul giardiniere. Io credo addirittura che
non ci sia.
ONOFRIO.
Davvero pensi che Gabriele non ci sia?
GUSTAVO.
Ho dei seri dubbi, Onofrio, come hai visto, più volte ho chiesto di poter
salutare Gabriele e in tutte le occasioni, mi è stato negato.
ONOFRIO.
Dobbiamo fare qualcosa… ma non so cosa.
(Pensa) dobbiamo umiliarle per questo e per quello che ci hanno fatto in
passato!
GUSTAVO.
E sarebbe la giusta punizione! Ho trovato! Mandiamo a chiamare Isabella così… (nel frattempo s’avvicina Miranda).
MIRANDA.
(Ironica) Non vi ho ancora offerto da
bere. Che desiderate?
ONOFRIO.
Miranda, vorrei parlare con te e con Isabella di qualcosa di molto importante.
MIRANDA.
È successo forse qualcosa?
GUSTAVO.
Ancora nulla! Ma per poco. Vorremmo fosse presente anche Isabella se non ti
dispiace.
SCENA
IX
Miranda, Onofrio,
Gustavo, Lauretta e Isabella
ISABELLA.
(Entra dal fondo) Tutto risolto per
fortuna.
GUSTAVO.
Ora che ci siete tutte e due, io e mio fratello vorremmo sapere da voi... chi è
lei! (Indica Lauretta).
ISABELLA
e MIRANDA. (Guardano Lauretta e poi i due
e in contemporanea parleranno) La
mia dama di compagnia! (la prima) la
mia domestica! (l’altra).
ONOFRIO.
Davvero? (Isabella e Miranda si guardano
sconcertate) e noi che credevamo foste due persone per bene. Invece vi stavate
prendendo gioco di noi. Farci credere
che avevate assunto due persone quando invece..…
GUSTAVO.
(Con disprezzo) Ma che volevamo pretendere
Gustavo. Non è facile raggiungere il nostro grado sociale... senza mezzi!
ISABELLA.
Lauretta, ma tu sei davvero solo una?
LAURETTA.
(Muove la testa in assenso).
MIRANDA.
(Per nulla scoraggiata) qui c’è
senz’altro un equivoco. Vero Isabella?
ISABELLA.
Un equivoco? Certo… certo…un equivocassimo! (non
sa che dire) vai avanti tu Miranda, prego.
MIRANDA.
Io e Isabella stavamo… solo… facendo pratica con una sola persona per quando ne
avremmo avute due. Vero Isabella?
ISABELLA. (Con enfasi) Ma certo che stavamo
facendo pratica! Solo pratica! Soltanto pratica! (Suono di campanello).
MIRANDA.
Isabella, la porta.
ISABELLA.
Si, oh scusa Miranda (ma non si muove).
MIRANDA.
Solo pratica, nell’attesa dell’arrivo della dama di compagnia che Isabella farà
ora entrare. (Incrocia le dita).
ISABELLA.
Che io ora farò entrare (non si muove).
MIRANDA.
Isabella (le indica di andare ad aprire).
ISABELLA.
Ah, la porta. Scusa.
SCENA
X
Lauretta,
Isabella, Gustavo, Miranda, Onofrio e Margherita
LAURETTA.
(Entra da destra) Mamma! Che ci fai
qui!
ISABELLA.
Mamma? Oh oh…
GUSTAVO.
Mamma? Lei sarebbe la mamma di Lauretta…
MARGHERITA.
(Con timidezza) Si. Scusate
l’intrusione, il fatto è che… (viene
interrotta).
MIRANDA.
Si, lei è la mamma di Lauretta. E dato che Lauretta le ha detto che cercavamo una
dama di compagnia, lei si è subito offerta. Vero signora? (Isabella e chiedono a gesti a Margherita di annuire).
ISABELLA.
Vero?!
MARGHERITA.
Ecco, veramente… dato che mio figlio Daniele non è ancora tornato a casa, io ho
pensato… (viene interrotta).
MIRANDA.
È proprio vero che questi figli danno dei pensieri, signora… signora?
MARGHERITA.
Margherita.
ISABELLA.
Capisco perfettamente signora Margherita che le mamme si preoccupano sempre per
i propri figli e forse è anche per questo che ha scelto di star vicina anche
nel lavoro a sua figlia vero? (Lauretta,
Miranda e Isabella a gesti, le chiedono di rispondere si).
MARGHERITA.
(Molto titubante, annuisce)
sssss…sssi. (Miranda e Lauretta saltano
di gioia facendo rumore. Gustavo e Onofrio si voltano ma loro fingono di nulla).
MIRANDA.
Avete sentito signori?
ONOFRIO.
Beh, forse abbiamo esagerato un po’ con voi, il fatto è che tutti vogliono
imitare la nostra bella realtà.
GUSTAVO.
(Non convinto si avvicina a Margherita) e lei sarebbe una
dama di compagnia? (a Onofrio)
qualcosa non mi convince ancora.
MARGHERITA.
(Non sa che rispondere. Le tre donne le parlano
a gesti. Capisce che deve stare al gioco e prende coraggio) Ebbene si! Sono
la nuova dama di compagnia della signora…
LAURETTA.
Isabella!
ISABELLA.
Venga signora Margherita che le presento i nostri vicini Onofrio e Gustavo. Sono
dei (ironica) bravi vicini anche se
un po’… pittoreschi, a volte.
GUSTAVO.
Noi, pittoreschi? E voi allora che facevate le prove con una persona! Andiamocene
Onofrio che… (viene interrotto dall’arrivo
dal fondo di Antonio e Daniele).
SCENA
XI
Miranda, Onofrio,
Isabella, Gustavo, Lauretta, Margherita, Antonio e Daniele
ANTONIO.
(Entrando dal fondo con Daniele. Daniele
ha gli attrezzi da giardiniere e un fiore) Scusate signorine se interrompo
e vi disturbo, ma il giardiniere dice che…
GUSTAVO.
Giardiniere? Ma questo non è Gabriele il figlio di Ferdinando!
ISABELLA.
Oh oh..
LAURETTA.
Daniele!
MARGHERITA.
Daniele! Ecco dov’eri finito e perché non tornavi più a casa!
DANIELE.
Scusa mamma ma sono venuto a cercare Lauretta e …
GUSTAVO.
(Insinuando) E dato che non avevate trovato
nessuno come giardiniere avete fermato lui, fingendo di assumerlo, solo per non
sfigurare ai nostri occhi. Che desolazione! Prenderci in continuazione in giro!
Andiamocene Onofrio.
ISABELLA.
Ascoltateci bene carini, noi non abbiamo bisogno di sfigurare con nessuno. Lui
si chiama Daniele ed è si capitato quì, si, per caso, ma io l’ho assunto subito
perché come giardiniere è bravissimo. Ma non sapete che ha salvato la mia rosa
ormai spacciata?
ONOFRIO.
Non ti credo.
ISABELLA.
Certo! Era una rosa che io… (viene
interrotta).
GUSTAVO.
Non parlavo della rosa ma del fatto che è stato assunto! Andiamocene Onofrio.
MIRANDA.
Gustavo, che colpa abbiamo noi se il vecchio giardiniere Ferdinando ha
telefonato stamane scusandosi che il nipote purtroppo avrebbe preferito la
carriera militare a quella di giardiniere?
ISABELLA.
Noi non sapevamo nulla di Daniele fino a quando Antonio non ci ha chiamate in
giardino. Quando abbiamo visto che ci sapeva fare come giardiniere, lo abbiamo
assunto subito. Che differenza fa?
DANIELE.
Scusate se mi intrometto ma volevo sottolineare che la signora Isabella mi ha
assunto con la qualifica di giardiniere specializzato dandomi anche un premio
speciale perché le ho salvato la sua rosa preferita.
ISABELLA.
È vero!
MIRANDA.
Come, lo hai appena assunto e già lo paghi di più di Ferdinando? (Ricordandosi della presenza di Onofrio e
Gustavo). Certo, hai fatto bene, se lo meritava.
GUSTAVO.
(Verso Margherita) E lei sarebbe la
dama di compagnia? A chi la volete dare a bere! Andiamocene Onofrio.
ISABELLA.
Sicuramente da noi voi non avete bevuto nulla. Per quanto riguarda la signora
Margherita, noi… (non sa che inventare)
Miranda, lascio l’onore a te.
MIRANDA.
(Non sa che dire) Per quanto riguarda
la signora Margherita, vi annuncio che… vi annuncio che… viene assunta ora come
dama di compagnia per Isabella! (Silenzio
e tutti guardano Margherita).
MARGHERITA.
Ora che i miei figli hanno un lavoro stabile, mi troverei spesso sola a casa e penso
che un’occupazione così apprezzabile come dama di compagnia mi potrebbe giovare
.
GUSTAVO.
(Prendendole in giro) Oh, ora mi
metto a piangere… andiamocene Onofrio.
ISABELLA.
Anche a me (piange davvero) ma non lo
trovi emozionante questo finale Gustavo?
MIRANDA.
È vero, è proprio emozionante avere una famiglia intera al proprio servizio. (Si ferma un attimo) scusa Gustavo,
quanti dipendenti hai al tuo servizio?
GUSTAVO.
(Con orgoglio) cinque e tutti fidati.
MIRANDA.
Noi invece abbiamo ADOTTATO una famiglia al nostro servizio caro Gustavo e
Onofrio. Voi, quante famiglie?
GUSTAVO. (Arrabbiatissimo) andiamocene Onofrio! (Escono a destra).
ISABELLA.
Pensavo non se andassero più! E adesso, che facciamo?
ANTONIO.
Oh finalmente!
ISABELLA.
Finalmente cosa?
ANTONIO.
Che mangiamo!
ISABELLA.
Che facciamo Antonio, che facciamo ho detto! Non mangiamo!
ANTONIO.
E che facciamo allora?
MIRANDA.
Dato che qui, tutti sono stati assunti, penso che anche il nostro pubblico sarà
d’accordo che si dica … tutti al lavoro!
SIPARIO