AUTRICE
GIUSEPPINA CATTANEO
http://giusicopioni.altervista.org/
POSIZIONE S.I.A.E.
N° 193077
Codice opera Siae
906535A
TITOLO
PASQUA E LINA
COMMEDIA IN ATTO UNICO
Personaggi
PASQUA
LINA sorella di Pasqua
TRAMA
Due sorelle vivono insieme da anni, si vogliono bene
ma non trovano e non troveranno mai un punto d’incontro per andare d’accordo.
SCENA I
Pasqua e Lina
Pasqua e Lina stanno guardando la tv.
Pasqua si allontana per qualche secondo e intanto Lina, prende il telecomando e
cambia canale. Ritorna Pasqua rimettendo sul canale che stava guardando prima
che si alzasse. Lina lascia fare ma dopo qualche secondo prende di nuovo il
telecomando e rimette sul canale che le interessa. Pasqua, riprende il
telecomando e gira di nuovo sul suo programma. Lina cerca allora di prendere il
telecomando ma Pasqua è più svelta e la precede lei.
PASQUA. Lina, oggi è il 3 gennaio
e perciò, essendo un giorno dispari, sta a me decidere per tutte e due cosa
guardare in tv. (Prende il telecomando e
mette sul canale preferito).
LINA. Pasqua, questa volta
non ne voglio sapere di fare a modo tuo. Il mese scorso contava 31 giorni e tu,
dato che ti sei fatta bene i conti e hai scelto di poter comandare la tv nei
giorni con i numeri dispari, hai potuto godere di un giorno in più dei miei.
PASQUA. Non è così Lina. sei
tu che hai scelto di poter vedere la tv nei giorni pari perché proprio in quei
giorni mandavano in onda le tue telenovele preferite. Perciò ora non ti puoi
lamentare con me.
LINA. Molto comoda questa
spiegazione, vero? Le mie fiction andavano in onda anche nei giorni dispari ma
tu mi hai costretto a scegliere.
PASQUA. Ah
si? Giorni pari e giorni dispari, a te? E io quando avrei potuto accedere alla
tv?
LINA. Se fosse per me non te
la farei mai guardare affatto, (ironica) ma
siccome abbiamo una tv in due, la devo dividere con te. (Al pubblico) se potessi, dividerei anche lei. Tu hai voluto fare
la furba ti sei scelta i numeri dispari perché sapevi che erano in numero
maggiore di quelli pari.
PASQUA. Ti fossilizzi troppo
sul nulla Lina, io forse, recrimino sui mesi che terminano con numero pari? No!
Vedi?
LINA. Ci mancherebbe altro. Sono
ben sette i mesi con 31 giorni e quattro con soli 30 giorni. E poi, dopo il
pari c’è sempre il dispari!
PASQUA. (Fa i conti) … sette e quattro undici … manca un mese all’appello.
E si, ti sei dimenticata di febbraio che ne conta 28 di giorni e termina proprio
con un numero pari.
LINA. E si, febbraio ne conta
ventotto (alzando la voce) ma ogni
quattro anni ne conta 29!
PASQUA. E allora? E … quando
io sono in vacanza? Chi usufruisce interamente della tv?
LINA. E quando ci vado io
invece? Chi usa la tv per tutto il giorno?
PASQUA. Tu vai in vacanza? Ma
se tu non vai mai in vacanza perché a te tutto fa male.
LINA. Con te non si può mai
ragionare, tu hai sempre ragione su tutto.
PASQUA. Ci vuole proprio un
gran coraggio a dire certe cose, sei tu Lina che non riesci a capire dove sta
la ragione e così la vuoi avere sempre tu.
LINA. Bene, ora sono anche
accusata di non capire, di essere, magari incapace, e magari anche tonta,
perché no, stupida!
PASQUA. Lina, basta. Ti sei
descritta alla perfezione anche se io avrei aggiunto, insulsa.
LINA. Si, sono aggettivi, che
si addicono perfettamente anche a te, sai Pasqua?!
PASQUA. Come volevasi
dimostrare, tu hai sempre ragione.
LINA. Io voglio aver ragione?
Sei tu che vuoi sempre aver ragione!
PASQUA. Io voglio aver
ragione? Guarda - guarda, se non sei tu ora che vuoi aver ragione per non aver
ragione!
LINA. Io voglio aver ragione
sul fatto di non aver ragione? Stai commettendo un enorme sbaglio Pasqua perché
io, primo, non voglio aver ragione anche se la ragione che tu dici che io non
ho è sbagliata perché sei tu che vuoi aver ragione sulla mia ragione.
PASQUA. Ecco, ci risiamo.
Vuoi aver ragione come quella volta in cui tu, ha tutti i costi … (viene interrotta).
LINA. (Capendo ciò che Lina vorrebbe dire) quella volta avevo ragione!
PASQUA. Ah! Allora lo
riconosci anche tu che ora hai torto se quella volta avevi ragione!
LINA. No! Volevo solo dire
che anche quella volta avevo ragione.
PASQUA. Hai visto allora che
vuoi sempre aver ragione tu?
LINA. Io non voglio aver
ragione, è la ragione che sta dalla mia parte.
PASQUA. Sei insopportabile
quando fai questi discorsi contorti. Tu vuoi sempre aver ragione come quella
volta in cui dicevi che i 7 nani non erano 7.
LINA. E sono ancora della
stessa opinione perché tutti sanno chi i 7 nani non erano 7 ma … 8.
PASQUA. Lina, ascolta bene, tu
non pensi che se sono stati chiamati 7 nani, un motivo ci sarà pur stato?
LINA. E tu non pensi che se
ti hanno chiamato Pasqua tu dovresti essere “felice” e invece sei sempre
imbronciata!?
PASQUA. Scusa, ma perché io dovrei
essere “felice”?
LINA. (Al pubblico) come è lenta a capire! (A Pasqua) non si dice “felice come una Pasqua”?
PASQUA. (Al pubblico) lo so, ciò che state pensando, non può essere mia
sorella. Anche io purtroppo mi chiedo spesso se sia stata scambiata in ospedale.
(A Lina) non cominciare a girare le
carte in tavola come tu sei tanto brava fare. Questa volta non attacca. I 7
nani erano 7 e basta.
LINA. E io insisto nel dire che
i 7 nani erano 8.
PASQUA. (Al pubblico) e continua ancora su questa storia! Io non ce la
faccio più, sono anni che mi tormenta con questa sua convinzione.
LINA. Insisto e ti dico che
erano 8.
PASQUA. (Irritata) 8 … i 7 nani erano 8! E dimmi allora chi era l’ottavo
nano! Sentiamo, sentiamo!
LINA. L’ottavo nano era un
nano anche lui, ed era un nano che arrivava sempre in ritardo. Ecco perché
tutti pensano che fossero solo 7.
PASQUA. (Al pubblico ironica) e si, l’ottavo nano era sempre in ritardo e
perciò chi vuoi che lo abbia preso in considerazione … ovvio no?
LINA. (Convinta) brava! Hai visto che hai capito? Non era forse semplice?
PASQUA. (Ironica) come no! E questo nano ritardatario, ha un nome?
LINA. Certo. Eccolo …
PASQUA. (Esasperata) Lina, sparisci dalla mia vista o non rispondo più di
me stessa.
PER LA VERSIONE INTEGRALE DELL’OPERA
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