AUTRICE
GIUSEPPINA CATTANEO
http://giusicopioni.altervista.org/
POSIZIONE S.I.A.E. N° 193077
Codice opera Siae 893342A
TITOLO
QUEL BENEDETTO
SECCHIO!
COMMEDIA IN DUE ATTI
Personaggi
FELICE SIROTTI
ROSA moglie di felice
ADELMO figlio di Rosa e Felice
DON ALFREDO parroco
AGNESE vicina di casa
GEMMA vicina di casa
LEANDRO cugino di felice
CALOGERO
ASSUNTA
1° CARABINIERE
2° CARABINIERE DONNA
TRAMA
La vita tranquilla di una
comune famiglia di provincia, viene stravolta da un ritrovamento misterioso e
prezioso “secchio”. Fra pettegolezzi di paese e divertenti equivoci i
protagonisti si troveranno a temere prima per la loro vita e a desiderare
infine di essere coinvolti in questa losca faccenda.
ATTO PRIMO
La
scena si svolge in casa. A sinistra c’è la porta che si apre verso le stanze, a
destra quella che si apre verso la in cucina e in fondo la porta d’entrata di
casa.
SCENA I
Rosa e Felice
ROSA. Non sei ancora uscito? Che stai
aspettando a sistemare la carta e le lattine fuori dal cancello per la raccolta
differenziata!
FELICE. Sai che di te io non ne posso
più? Spiegami ora tu il motivo per cui dovrei sistemare la carta e le lattine in
questo momento, quando la raccolta si effettua domani mattina.
ROSA. Semplicemente perché domani
mattina, quando il camion passerà a ritirarla, tu sarai tranquillamente a letto.
Non solo a letto a dormire ma anche a russare! E così, come al solito, sarò io
che dovrò rincorrere il camion!
FELICE. Si, rincorrerai quel camion! Non
hai mai rincorso nemmeno il nostro Adelmo quando ne combinava una, figuriamoci
ora che ti metti a rincorrere il camion della spazzatura.
ROSA. Le prime volte, si lo rincorrevo davvero
invece. (Al pubblico) per modo di
dire lo rincorrevo. Telefonavo a mia
cugina che abita un po' più avanti e le dicevo di chiedere all'autista del
camion di tornare indietro. Ora invece ho cambiato tattica: quando mi accorgo
che il camion è già passato, prendo i miei contenitori e li porto fuori dalla
casa di Agnese perché li, nella sua strada a sinistra da casa mia, la raccolta
viene effettuata molto più tardi.
FELICE. Io non riesco a capire come mai
il nostro comune ha voluto a tutti i costi fare la raccolta differenziata in
questo modo. Era molto più comodo quando depositavamo tutto nelle campane. Si
poteva fare sempre o quando si voleva. Non c’era una giornata stabilita come
ora invece.
ROSA. Tu hai appena detto quello che io
ho appena sentito?
FELICE. Si e te lo ripeto. Io preferivo
le campane!
ROSA. Tu preferivi le campane? Ma se non
sei mai andato nemmeno una volta a depositare nulla!
FELICE. Ma questo non toglie che io
preferissi le campane. Ti disturba forse questo fatto?
ROSA. Mi disturba solo il fatto che sono
sempre io quella che sistema l'immondizia differenziata. Questo sì che mi
disturba!
FELICE. Ma quanto la stai facendo lunga.
Dammi la carta e le lattine che li sistemo io fuori dal nostro cancello. Dove
sono?
ROSA. (Al pubblico) avete visto se non ho ragione forse? Non sa nemmeno
dove li teniamo. Sono nello sgabuzzino a sinistra in fondo al cortile. (Ironica) lo sai vero dove è lo
sgabuzzino di sinistra? È alla sinistra di quello a destra. A meno che tu non
sappia dove sia lo sgabuzzino.
FELICE. Molto spiritosa. Ora io vado e
non lamentarti più.
ROSA. Purtroppo una rondine non fa
primavera!
FELICE. (Al pubblico) che c’entreranno ora le rondini con me! Da quando
hanno iniziato questa raccolta differenziata, non riconosco più in Rosa, la
donna che ho sposato.
ROSA. Allora, che aspetti? Vai a sistemare
l'immondizia fuori dal cancello!
FELICE. Subitissimo, Rosa del mio cuore (l'abbraccia).
ROSA. Felice, non prendermi in giro!
Ormai non funziona più con me.
FELICE. Vado, vado. Stai tranquilla che
me ne vado e mi tolgo dalla vista dei tuoi occhi. Ormai ho capito che io non
sono più una tua priorità. Prima di me che cosa viene? L'immondizia! (Al pubblico) voi mi siete tutti quanti
testimoni. (Sta per uscire). Hai
detto lo sgabuzzino di sinistra vero?
ROSA. Esci altrimenti non so come va a
finire! (Felice esce di corsa. Al
pubblico) avete visto che marito mi ritrovo? E pensare che i primi anni di
matrimonio era un “amore”. Mi dedicava un infinità di premure. Avevamo tanti
interessi in comune e chiacchieravamo di tutto. Ora non gli va bene più nulla.
Avete visto, si lamenta persino della raccolta differenziata di cui non si
occupa nemmeno, quasi! A volte anch’io mi lamento ma non della raccolta
differenziata. Sono consapevole che sia un problema serio e che va risolto al
più presto. Certo, se devo dire la verità, ho trovato qualcosa che non va. È un
fatto da poco, ma so che non è successa solo me. Gli addetti alla raccolta,
capisco che possano avere fretta, ma hanno rotto il coperchio del mio
contenitore dell'umido e non se ne sono per nulla preoccupati. Comprendo che si
tratti solo di un coperchio, ma io ci tengo alle mie cose anche se si tratta di
un coperchio. Avrei anche una seconda lamentela se mi posso permettere:
dovrebbero raccogliere il vetro dopo le otto del mattino. Le otto? Invece subito
dopo le sette... (viene interrotta).
SCENA II
Rosa e Felice
FELICE. (Rientrando) …arrivano e cominciano a svuotare i contenitori del
vetro facendomi spaventare quando io ancora dormo.
ROSA. Vedi Felice, io di questo non mi
lamento ma ne sono contenta. Così impari ad alzarti prima.
FELICE. E perchè dovrei alzarmi prima?
Forse dovrei alzarmi per sentirti criticare tutto quello che faccio?
ROSA. (Al pubblico) non sapete che ultimamente getta i giornali nel
contenitore dell’umido anziché in quello della carta?
FELICE. E con ciò? Che colpa vuoi che ne
abbia io, se le notizie del giornale sono fresche? Certo che tu, se solo
potessi, metteresti nèl contenitore della carta, anche la carta igienica usata!
ROSA. Raccontale più grosse ancora, così
farai scappare l’intero pubblico!
FELICE. Sei tu che mi costringi a dire
tutte queste cose. (Sta andare in cucina)
A proposito, vicino al nostro cancello sul marciapiede, qualcuno ha messo un
secchio con della carta.
ROSA. Che cosa? Qualcuno ha messo un
secchio contenente della carta al nostro cancello?
FELICE. Te lo ho appena detto! C'è un
secchio, come quelli che usiamo noi per dipingere, però sporco di malta, da
dove spunta della carta.
ROSA. Chi sarà mai stato!
FELICE. Senti Rosa, non pensarci troppo.
Domani mattina gli addetti alla raccolta della carta, porteranno via tutto e
rimarrà lì solo il secchio che metteremo insieme a tutti quelli di Adelmo.
ROSA. Come se non ce ne fossero già
abbastanza!
FELICE. Sai bene Rosa che servono ad
Adelmo per il suo lavoro di imbianchino a tempo perso. (Si avvia per uscire).
ROSA. Dove stai andando ora?
FELICE. (Si ferma) ora per andare in cucina a mangiare un boccone, devo
chiederti il permesso?
ROSA. No certo. (Pensando) però Felice, quel secchio in fondo al cancello. Là nella
nostra proprietà... (viene interrotta).
FELICE. Ci stai ancora pensando? È
meglio che io me ne vada altrimenti finiremo per litigare (esce).
ROSA. (Sola) probabilmente ha ragione Felice quando mi dice che non
dovrei pensarci (al pubblico) ma io
questo non glielo dirò mai! Avrà anche ragione ma a me dà molto fastidio che
qualcuno dei miei vicini, perché sono sicurissima che sia opera dei miei vicini,
abbia messo il proprio secchio pieno di carta davanti al mio cancello. Perché
non chiedermelo? Non avrei detto loro di no. Ma nemmeno di sì. Devo
assolutamente fare qualcosa per dimenticarmi questa faccenda. (Inizia a sistemare il divano e poi spolvera
qualche mobile. È molto nervosa) Non ce la faccio. Non riesco a starmene
quì e a non pensarci. Devo andare a controllare quel secchio. Devo riuscire a
capire dalla carta che il secchio contiene quale dei miei vicini ha depositato
quel secchio vicino al mio cancello. (Al
pubblico) voglio fare anch'io come fanno in televisione quando devono
scoprire chi lascia il sacco dell'immondizia per strada. (Esce. Scena vuota per qualche secondo).
SCENA III
Felice
FELICE. (Entra) Rosa, mi sono accorto che in cucina è finito... (si ferma perché non la vede) Rosa! (La chiama dalla porta a sinistra) Rosa
dove sei! Dove diavolo sarà andata! Era qui due minuti fa! (Pensa) il secchio! Sicuramente sarà andata a controllare il
secchio pieno di carta. Se sapeste come le da fastidio quando le si tocca la
sua proprietà. Per lei la sua proprietà comprende anche il marciapiede comunale
che costeggia il muretto di casa sua.
SCENA IV
Rosa e Felice
ROSA. (Entra di corsa con in mano il secchio. Sembra spaventata) Felice!
Felice tu non immaginerai mai cosa ho trovato!
FELICE. (Al pubblico) mamma mia è qui col secchio! La vedete? Si è portata
dentro il secchio! Rosa, io penso che il tuo cervello abbia smesso di
funzionare! (Al pubblico) non che
prima ragionasse, s’intende!
ROSA. Felice, siamo nei guai! Guai ma di
quelli seri! Guarda che c'è dentro nel secchio! (Toglie la carta da sopra e la appoggia sul tavolo).
FELICE. Si può sapere che stai facendo?
Metti la carta sporca sul tavolo? Io non so più che fare con te! (Al pubblico e dando le spalle a Rosa)
c’è qualcuno fra voi che la vuole?
ROSA. (Toglie dal secchio degli oggetti religiosi: una pisside, una croce, una reliquia, un calice e un piatto. Sembrano
d’oro) guarda qui!
FELICE. (Sempre di spalle) cosa vuoi che guardi, la carta degli altri? Se
si mette in testa qualcosa, nessuno la può fermare.
ROSA. Girati e poi dimmi se questa è
carta.
FELICE. (Voltandosi) è mai possibile che... (si blocca e rimane senza parole quando vede gli oggetti religiosi)
ma... ma... cos'è quella roba?
ROSA. Questo è ciò che il secchio conteneva
e che noi credevamo pieno di carta. Felice, perché si trovano nel secchio?
FELICE. (Controlla meglio gli oggetti) ma questi sono oggetti sacri, Rosa!
ROSA. Si, lo vedo. E penso che siano
stati rubati. (Preoccupata) Felice,
ti rendi conto che noi abbiamo una refurtiva! Capisci? Roba che scotta!
FELICE. (Anche lui preoccupato) si! E noi l'abbiamo anche toccata! (Appoggia subito l'oggetto che ha in mano).
ROSA. Chi mai può essere quello stupido
che ruba oggetti sacri e poi li lascia sul marciapiede nella nostra proprietà?
FELICE. Rosa, il marciapiede sulla
strada che confina con il nostro muretto non è di nostra proprietà. Non so chi
possa essere questo stupido, ma se qualcuno ha lasciato questa refurtiva vuol
dire che qualcun altro...
ROSA. (Continuando)...deve recuperarla! Mamma mia! Felice, capisci in che
guaio che ci siamo cacciati? Ora avremo bisogno di protezione perché
sicuramente chi doveva ritirare la refurtiva se la prenderà con noi.
FELICE. Non esagerare ora Rosa. (Pensa) Non dobbiamo perdere la testa,
dobbiamo fermarci e ragionare un attimo. Questi oggetti sono oggetti di Chiesa
e perciò li avranno sicuramente rubati in chiesa.
ROSA. Bravo! Fin qui ci sono arrivata
anch'io! Io mi domando, perché lasciare questa refurtiva proprio davanti a casa
nostra mentre, per il complice, sarebbe stato più sicuro ritirarla da un'altra
parte meno in vista?
FELICE. Esatto! E perché proprio qui,
allora? (Pensa) Rosa, vuoi vedere che
quel secchio era destinato a ... (spaventato,
non riesce a pronunciare il nome).
ROSA. Era destinato a chi? Parla!
FELICE. Rosa, rispondi, chi quando era
bambino aveva l’abitudine, quando andava in chiesa, di portarsi a casa il
calice dell’eucarestia così da poter celebrare messa a casa?
ROSA. (Si sente mancare) Non starai pensando ad... Adelmo...?
FELICE. Se questo secchio con questi
oggetti sacri era davanti al nostro cancello un motivo ci dovrà pur essere!
ROSA. Se Adelmo è il complice lo uccido!
No, non lo uccido ma lo strozzo. No, lo accoltello. Oppure lo... (viene interrotta).
FELICE. Rosa, Rosa, Rosa! Smetti di dire
queste stupidaggini. Ora lo chiamiamo e vediamo che ci dirà (esce a sinistra).
ROSA. Che imbarazzo quando in paese si
saprà che mio figlio è un ladro! Anche se si tratta solo di un complice, è
sempre un ladro! Un ladro di oggetti sacri! Che sacrilegio! Con tutto le cose
che avrebbe potuto rubare!
SCENA V
Rosa, Felice, Adelmo e voce Don Alfredo
FELICE. (Rientra con Adelmo) vieni, vieni a vedere. Dimmi, hai visto questi
oggetti?
ADELMO. Sì, in chiesa.
ROSA. (Preoccupata e parlando fra sé) è stato lui!
ADELMO. Perché sono qui?
ROSA. No, forse non è stato lui.
FELICE. Li abbiamo trovati in questo
secchio sul marciapiede davanti al cancello. Tu ne sai qualcosa?
ADELMO. (Guarda il secchio) sembrerebbe uno dei miei.
ROSA. (Preoccupata e parlando fra sé) È lui! È lui!
ADELMO. (Si accorge che è sporco di malta) però se è sporco di malta non
può essere uno dei miei. I miei sono sporchi di pittura.
ROSA. Meno male!
FELICE. Questa è una refurtiva. Dimmi
subito se hai qualcosa a che fare con chi li ha rubati. Adelmo, dimmi la
verità!
ADELMO. La verità? Veramente io... (viene interrotto).
ROSA. (Arrabbiata) se per caso hai qualcosa a che fare con questa
refurtiva io ti “disidrato” dalla nostra eredità e anche... (viene interrotta).
ADELMO. (Risentito) voi siete impazziti. Io vi assicuro che non c'entro
nulla con questo secchio e questa refurtiva! Come avete potuto sospettare di
me, il vostro unico figlio!
ROSA. (Capisce che si è sbagliata) ecco... è stato tuo padre!
FELICE. Io? Sei stata tu ad aver subito...
(viene interrotto).
ROSA. Io, tu, che importanza ha ora!
Stiamo perdendo del tempo prezioso invece di pensare al fatto che siamo in
pericolo.
ADELMO. Pericolo?
ROSA. Esatto. Chi ha rubato questi
oggetti sacri, li ha depositati nel secchio e poi li ha lasciati sul
marciapiede solo perché un complice aveva il compito di riprenderseli.
FELICE. Ma quando il complice è arrivato
gli oggetti non c'erano più perché, tua madre, testarda com’è, li ha portati
dentro casa.
ROSA. Se tu non mi avessi detto nulla,
io non me ne sarei accorta.
ADELMO. Ho capito, ma ora che facciamo?
FELICE. Riportarli dove li abbiamo
trovati, ormai non si può. Ci potrebbero vedere i nostri vicini oppure
addirittura il complice.
ROSA. Speriamo che Dio ci dia una mano
in questa situazione, perché io comincio ad aver seriamente paura.
FELICE. A me sembra che Dio ci abbia aiutato
anche abbastanza!
ADELMO. È una situazione complicata ed è
per questo che dobbiamo mantenere il sangue freddo.
ROSA. Il mio sangue si sta congelando!
ADELMO. Mamma, stai calma, risolvo tutto
io. (Pensa) telefono subito a Don
Alfredo e gli chiedo di venire a prendersi questi oggetti. Sicuramente li
avranno rubati nella nostra Chiesa.
ROSA. Ne sei sicuro?
ADELMO. Sono sicurissimo! Ora io lo
chiamo, lui viene, si prende questi oggetti sacri e tutto è sistemato.
ROSA. Sei sicuro che andrà tutto bene? E
i ladri e il complice?
ADELMO. I ladri e il complice, sono
sicuro che penseranno che a ritrovarli sia stato il parroco se vedranno gli
oggetti in chiesa. Ora calmatevi in modo che quando il parroco arriverà sarete più
tranquilli.
FELICE. Adelmo ha ragione Rosa, andiamo
a rilassarci e a bere qualcosa di caldo.
ROSA. Mi raccomando Adelmo, non raccontare
nulla al parroco per telefono, chissà che i ladri non abbiano inserito nel
nostro ricevitore una “cimicia”.
FELICE. Andiamo “cimicia”! Andiamo di là
(escono a destra).
ADELMO. (Solo) che genitori mi sono capitati! Hanno piena fiducia in me!
Infatti mi credevano complice dei ladri. Mah! (Prende la rubrica telefonica per digitare il numero di Don Alfredo).
ADELMO. Parlo con Don Alfredo? Sono Adelmo
Sirotti. (Aspetta) si ho capito, ma
poteva rispondere anche il curato! (Aspetta)
si capisco che il curato risponde al telefono a casa sua e non in quella di
altri, ma pensavo che essendo due preti nello stesso paese, pensavo che
foste... fratelli! (Aspetta) ha
ragione, mi scusi. Le ho telefonato per chiederle di passare a casa mia subito
per una questione urgente. (Aspetta)
capisco e mi dispiace che sia in riunione con i genitori, ma avrei bisogno
urgentemente che lei venisse quì a casa mia. (Aspetta) si, capisco che la famiglia sia tanto importante per lei
ma le ricordo che anche la mia è una famiglia. Ovviamente non giovane come
quelle che assistono alla sua riunione ora. (Aspetta)
pronto? Don Alfredo? C'è ancora? (Aspetta
poco) ah, non l'ho più sentita e pensavo fosse saltata la linea. (Aspetta) mi dispiace ma preferirei non anticiparle
nulla per telefono potrebbe essere troppo... pericoloso! (Aspetta) si pericoloso. E perciò non posso raccontarle nulla per
telefono. (Aspetta) capisco che sia
in riunione e che non è educato abbandonarla a metà. Non le è mai capitato di
pensare che forse i genitori siano invece contenti di interrompere, ma non
glielo dicono? (Aspetta) pronto? Don
Alfredo? Dov’è andato? (Aspetta)
bene! Allora l'aspetto. (Aspetta) si,
non si preoccupi è veramente per una cosa importantissima. L'aspetto allora! (Sistema la cornetta) bene! Fra poco
qui. Però non mi ha raccontato se in chiesa sono spariti oggetti sacri.
Sicuramente non se ne sarà ancora accorto. Era un po' scocciato nel dover abbandonare
la riunione, ma sono sicuro che quando vedrà questi oggetti, non smetterà di
ringraziarmi... (viene interrotto).
SCENA VI
Rosa, Felice e Adelmo
ROSA. (Entrando da destra con Felice correndo) non possiamo raccontare
nulla al parroco della refurtiva!
FELICE. Adelmo falla ragionare tu. Eravamo
di là tranquilli quando ha iniziato a urlare che non dovevamo raccontare nulla
al parroco.
ROSA. Non possiamo informarlo. Non
possiamo, non possiamo!
ADELMO. Ma perché non possiamo dire
nulla a Don Alfredo?
ROSA. Cercate di capirlo da soli! Non
avevamo pensato di essere in pericolo?
FELICE. Prima eravamo in pericolo. Ma Adelmo
ha trovato la soluzione coinvolgendo il parroco.
ADELMO. Mamma, ti assicuro che farò in
modo che si sappia che gli oggetti sono stati recuperati da Don Alfredo.
ROSA. Noi siamo sempre in pericolo,
dovete convincervene. Il complice che doveva ritirare il secchio con gli
oggetti sacri, saprà che l'abbiamo ritrovato noi e così potrebbe minacciarci o
addirittura... ucciderci!
FELICE. Rosa, non esagerare ora! “Minacciarci”
e “ucciderci” per questi pochi oggetti? (Li
guarda) che addirittura non sembrano neppure d'oro.
ROSA. Neppure d'oro! Guardali e stampati
bene in testa il loro colore, così, quando ti verrà l'ispirazione di regalarmi
un gioiello non ti potrai sbagliare come ti succede sempre. (Al pubblico) gli anelli che trovate
nelle patatine sono più preziosi di quelli che mio marito mi ha regalato fino
ad ora. Questo (indicando gli oggetti)
è oro che luccica! Non dobbiamo dire nulla al parroco! Datemi retta!
ADELMO. Perchè insisti? Non si può, il
parroco fra poco sarà qui.
FELICE. Rosa, quando arriva Don Alfredo
gli daremo il secchio con i suoi oggetti e gli diremo di non dire nulla a
nessuno.
ROSA.
Come se non conoscessimo bene il parroco! Don Alfredo, farebbe i nostri nomi a
tutti i parrocchiani già nella predica di questa sera e...
continuerebbe per un mese intero! Tutti saprebbero che siamo stati noi!
ADELMO. (Pensando) Conoscendolo… forse la mamma non ha tutti i torti. Sicuramente
lo farebbe solo per gratitudine.
ROSA. Tutti verrebbero a sapere chi ha
trovato il secchio! Tutti!
FELICE. Davvero ci ringrazierebbe
pubblicamente? Potremmo diventare famosi!
ROSA. Io mi domando, che cosa hai in
quella testa? Famosi! Sì, forse. Ma non per molto però se venissero a saperlo
anche i ladri e il complice.
FELICE. Accidenti, non avevo pensato a
questo.
ROSA. Tu non hai mai pensato caro. Ne a
questo ne ad altro. Se non ci fossi io che... (viene interrotta).
FELICE. Ora ricomincia.
ADELMO. Il parroco sarà qui a minuti e voi
litigate? Smettete. Dobbiamo trovare una soluzione e in fretta!
ROSA. Non dobbiamo raccontare nulla!
ADELMO. Ammettiamo che tu abbia anche
ragione, ma cosa possiamo fare ora? Se capisce che l’ho chiamato senza alcun
motivo, si arrabbierà moltissimo. E si arrabbierà con me perché sono stato io a
chiamarlo e non voi. E sono stato io a insistere per interrompere la riunione con
i genitori. Sicuramente mi toglierà il saluto.
ROSA. I preti sono discepoli di Dio e
non potrebbero mai comportarsi come non farebbe Dio. Loro devono testimoniare
FELICE. È vero. Dovrebbe essere così,
ma... (viene interrotto).
ADELMO. Ma... io la verità non gliela
dico. Dobbiamo trovare una scusa che sia credibile. (Suono di campanello) è lui!
ROSA. Felice, porta di corsa in cucina
il secchio con gli oggetti sacri. (Felice
afferra il secchio ed esce) Adelmo, fallo entrare. Ci inventeremo qualcosa
al momento. Non abbiamo alternative. (Adelmo
va ad aprire).
SCENA VII
Rosa, Felice, Adelmo e Don Alfredo
ADELMO. Buonasera, Don Alfredo.
DON ALFREDO. Buonasera. Mi auguro che
sia per una questione importante che io abbia lasciato a metà la riunione.
ROSA. Suvvia, non sarà stata poi così
importante Don Alfredo.
DON ALFREDO. Per me lo era, parlavamo
della famiglia. Ed è la prima volta che abbandono una riunione.
ROSA. (Fra sé) Signore aiutami tu, che gli racconto ora!
DON ALFREDO. Adelmo, sto aspettando.
Come vedi sono qui per ascoltare questo fatto così urgente.
ROSA. Le ha detto che era urgente?
DON ALFREDO. Si urgente. Ed ha anche aggiunto
che non avrebbe potuto raccontare nulla per telefono perché poteva essere
"pericoloso".
ROSA. (Preoccupata perché non sa che scusa inventare) addirittura? (ad Adelmo, piano)
cosa gli hai raccontato!
DON ALFREDO. Allora, Adelmo?
ADELMO. (Non sa che dire) vede... Don Alfredo... le ho detto che era urgente
perché... perché... (chiede aiuto alla
madre).
ROSA. Perché... per noi è una cosa
urgente. Certo, forse lei potrà non ritenerlo urgente. Dipende sempre dai punti
di vista.
DON ALFREDO. Bene. Sentiamo allora
questo fatto urgente e pericoloso.
ADELMO. Vede... Don Alfredo le ho detto che
era pericoloso... perché... (chiede aiuto
alla madre).
ROSA. Perché... per noi è una cosa
pericolosa. Certo, forse lei potrà non ritenerla pericolosa. Dipende dai punti
di vista.
DON ALFREDO. Certo che se voi non mi raccontate
nulla, come vi espongo i miei punti di vista? Non fatemi perdere tempo che ho
fretta, per favore. Volete decidervi a raccontare?
ROSA. Scusi? Un apostolo di Dio che non
ha tempo per una famiglia della sua comunità?
ADELMO. (A Rosa piano) mamma, ti prego!
ROSA. Perché, che cosa ho detto? Ho
detto solo che... (viene interrotta).
DON ALFREDO. Sto perdendo la pazienza.
Ditemi il motivo per cui mi avete fatto correre qui di corsa. Si può sapere una
volta per tutte che cos'è questa cosa urgente e pericolosa?
ROSA. Subito, Don Alfredo (ad Adelmo) cosa gli raccontiamo ora?
DON ALFREDO. (Arrabbiato) Sto aspettando.
ROSA. Vorrebbe qualcosa da bere per
calmarsi? Un grappino oppure un cognacchino?
ADELMO. (A Rosa piano) ma che gli vai ad offrire, quelli sono alcolici e
non calmanti!
ROSA. (Ad Adelmo piano) lo so! Il mio piano è quello di ubriacarlo senza
che lui se ne accorga. In questo modo non ricorderebbe più il motivo per cui è
stato chiamato da noi. Così inventeremmo più scuse con lui.
DON ALFREDO. Non voglio nulla! Solo sapere
il motivo per cui sono stato chiamato urgentemente!
ROSA. (Al pubblico) sembra che abbia il diavolo in corpo!
DON ALFREDO. Allora!!!
ROSA. Ecco, Don Alfredo... (al pubblico) non mi resta altro che dirle
la verità. Don Alfredo, è stato chiamato da noi perché... (viene interrotta dall'entrata di Felice dalla cucina).
SCENA VIII
Rosa, Felice, Adelmo e Don Alfredo
FELICE. Buonasera Don Alfredo.
ROSA. È stato chiamato perché... mio
marito vuole confessarsi!
DON ALFREDO-FELICE. Cosa?
ROSA. Ma sì, mio marito vuole
confessarsi. Non è questo forse il motivo per cui Adelmo, hai chiamato Don
Alfredo?
ADELMO. (Preso alla sprovvista) si... è proprio... così.
DON ALFREDO. E voi mi avete fatto venire
qui per una confessione? Voi siete tutti matti!
FELICE. Ha ragione Don Alfredo. Voi due
siete matti!
ROSA. Don Alfredo, la nostra richiesta è
una richiesta legittima.
DON ALFREDO. (A Felice) e posso sapere come mai questa "confessione" è
così urgente e pericolosa?
FELICE. Non guardi me ma mia moglie
Rosa.
ROSA. Ovviamente Don Alfredo. È urgente
perché... Felice ha tanti peccati che oramai non stanno più dentro di lui. È
pericoloso... perché... con tutti quei peccati che si ritrova in corpo, lei
capisce che… potrebbe essere contagioso. E se lei non lo confessa subito chissà
quante persone potrebbero venire contagiate con i suoi peccati. E capisce poi
che per lei, Don Alfredo, il lavoro aumenterebbe.
DON ALFREDO. Ma dove sono capitato! E
poi io confesso in casa solo gli ammalati.
ROSA. Di questo non deve preoccuparsi.
Felice è ammalato.
FELICE. Io, ammalato?
DON ALFREDO. A me sembra stare bene.
Anzi!
ROSA. Certo a vedersi così si direbbe. Ma
lei non sa invece, che ha… un'unghia incarnita che fa impressione solo a
guardarla.
DON ALFREDO. È meglio che me ne vada,
altrimenti oltre che a perdere tempo, sto perdendo pure la pazienza. Adelmo, noi
due ci vedremo ancora.
ADELMO. (A Rosa) hai visto, ora sono sicuro che non mi saluterà più. Va
bene Don Alfredo.
DON ALFREDO. E non chiamatemi mai più! (Esce).
FELICE. (A Rosa) io mi domando, che ti è saltato in mente? Proprio questa
scusa dovevi inventarti?
ROSA. Ho detto la prima cosa che mi è
venuta in mente.
ADELMO. Sei stata proprio perfetta mamma,
ora si che il paradiso rimarrà solo un sogno per noi!
ROSA. Quello che sarà, sarà.
L'importante è che il segreto sia ancora un segreto solo nostro.
FELICE. Intanto però la refurtiva
l'abbiamo ancora noi!
ADELMO. E siamo ancora “punto e a capo”.
ROSA. (Pensa) c'è solo una cosa da fare, chiamare i carabinieri.
ADELMO-FELICE. I carabinieri?
ROSA. Si, i carabinieri. A loro noi
possiamo chiedere di rimanere “omonimi”. E potremmo chiedere loro anche
protezione.
FELICE. Giusto!
ADELMO. Brava mamma!
ROSA. Ora gli telefono subito.
FELICE. Si, telefona pure. Nel frattempo
io vado a cambiarmi.
ADELMO. Anch’io vado a cambiarmi, perchè
poi devo uscire (Felice ed Adelmo, escono
a sinistra).
ROSA. (Compone il numero) pronto? Carabinieri? (Aspetta) ho bisogno proprio di voi. Nei pressi della mia proprietà
vicino al mio cancello, ho trovato un secchio contenente degli oggetti sacri. (Aspetta) si, oggetti sacri! (Aspetta) precisamente... esattamente
non so come si possa definirli, però le posso dire che c’è una croce, un calice
per le particole, una reliquia da baciare e un piatto. (Aspetta) come posso sapere se il piatto fa parte di un servizio!
Comunque sembrano d'oro. (Aspetta) sì,
si trovano in un secchio e secondo me è una refurtiva. (Aspetta) non è mio, il secchio! Gliel'ho già detto che l'ho
trovato nei pressi della mia proprietà. (Al
pubblico) mancherebbe solo che ora mi accusassero di aver rubato il
secchio! (Aspetta) oh, benissimo! In
fretta però! Mandi subito una volante. (Aspetta)
il volante ma anche tutta l’auto, però. (Aspetta)
ah già, l'indirizzo! Via Don Lavagna n°27. (Aspetta)
va bene, allora vi aspetto. Buonasera. (Al
pubblico) fra poco saranno qui.
SCENA IX
Rosa e Felice
FELICE. (Rientrando da sinistra, con un altra camicia) Li hai chiamati?
ROSA. Si, tutto a posto. Diamogli il
tempo di arrivare e saremo di nuovo liberi.
FELICE. Speriamo sia davvero così.
ROSA. Quando i carabinieri arriveranno
noi consegneremo tutto e chiederemo di non fare i nostri nomi e poi... (Suono di campanello) mamma mia sono già
qui! Che le loro auto, abbiano le ali? (Va
al fondo).
SCENA X
Rosa, Felice e Agnese
AGNESE. Ciao Rosa. È successo qualcosa?
ROSA. (Fra sé) speriamo non sappia nulla.
AGNESE. Avete dei visi provati! Allora è
proprio così…
FELICE. (Pensando stia parlando degli oggetti sacri) da chi lo hai saputo?
AGNESE. Non posso dirlo.
ROSA. Perché non è successo a te quel
che è successo a noi? Che sfortuna!
AGNESE. Dio ha voluto così.
ROSA. Tu abiti vicino a noi, allora perché
non è successo a te?
AGNESE. (Facendo le corna) Si vede che non è ancora giunto il mio momento.
FELICE. Comunque certi problemi sarebbe
stato meglio non averne.
AGNESE. Hai ragione, ma non possiamo deciderlo
noi. Chi è di voi due?
ROSA. A dir la verità, un po' tutti e
due. Prima lui, e poi io.
AGNESE. (Preoccupata) Non dirai davvero? Siete ammalati tutti e due?
ROSA. Ammalati noi? Stai impazzendo?
AGNESE. Ma come? Avete appena detto che vi
ritenete sfortunati perché è capitato a voi, e dopo quello che mi era stato
riferito, ho creduto non steste bene.
ROSA. (Al pubblico) e io che pensavo stesse parlando del (lo dice a bassa voce) secchio con gli
oggetti sacri.
FELICE. Noi godiamo di ottima salute! Noi
parlavamo di... (viene interrotto).
AGNESE. Sì, benissimo! Con quelle espressioni!
E poi l’ho visto con i miei occhi il parroco entrare di corsa a casa vostra e
poi uscirne.
ROSA. In questo momento nessuno di noi è
ammalato, Agnese e nessuno di noi ha ricevuto l’olio santo. Il parroco è venuto
da noi per… per alcuni affari personali che, siccome sono appunto personali
devono rimanere in questa casa.
AGNESE. (Non convinta) mah! Non sono molto convinta di quello che mi stai
raccontando.
FELICE. (A Rosa piano) ti ricordo che arriveranno i carabinieri fra poco,
dobbiamo mandarla via in fretta.
ROSA. (A Felice piano) hai ragione, non ricordavo più. Agnese, grazie
della visita. Come vedi noi stiamo bene e perciò... (la spinge verso l'uscita) … ciao.
AGNESE. Comunque, non mi piacete per
nulla! (Esce).
FELICE. Temevo che non se ne andasse
più. Che pettegola!
ROSA. Che curiosona!
SCENA XI
Rosa, Felice e Adelmo
ADELMO. (Rientra cambiato) sono già arrivati i carabinieri?
FELICE. No, era Agnese. Ha visto il
parroco entrare ed uscire da qui ed ha pensato che fossimo malati.
ROSA. Lei pensava che noi fossimo malati,
mentre noi invece pensavamo che sapesse tutto del secchio e del suo contenuto.
C'è mancato poco che combinassimo un guaio.
ADELMO. Fortunatamente è andata bene
allora. Se Agnese avesse saputo del secchio, allora si che in cinque minuti tutti
in paese lo avrebbero saputo. (Suonano
alla porta).
ROSA. (Mentre va ad aprire) speriamo siano i carabinieri questa volta.
SCENA XII
Rosa, Felice, Adelmo e 1° carabiniere
1° CARABINIERE. Buongiorno. Siete stati voi
a chiamarci per il ritrovamento di un secchio sacro?
ROSA. Sì, siamo noi. (Pensa ci sia un altro carabiniere) È
solo? Non ha con sé il suo compare?
1° CARABINIERE. Il mio compare, come lei
lo ha chiamato, è in auto e sta tenendo il motore acceso.
FELICE. Il motore acceso? Ma non
potrebbe spegnerlo?
1° CARABINIERE. Spegnerlo? Sta
scherzando? Non sa che poi bisogna riaccenderlo?!
ROSA. (Al pubblico) Siamo messi proprio bene! Adelmo, vai in cucina a
prendere il secchio sacro. (Adelmo va in
cucina. Al carabiniere) vorrei
precisare però signor carabiniere che non è il secchio ad essere sacro ma gli
oggetti che sono contenuti. Ha capito?
1° CARABINIERE. Tranquilla signora che
io capisco perfettamente. (Adelmo torna
con il secchio. Il carabiniere
controlla il contenuto) e dove lo avete trovato?
FELICE. Sul marciapiede vicino al nostro
cancello.
ROSA. Si, il marciapiede congiunto alla
nostra casa. Ha capito?
1° CARABINIERE. Signora, io capisco
perfettamente! Congiunto come? Dentro o fuori la casa?
FELICE. Secondo lei noi ora abbiamo un
marciapiede nella nostra proprietà?
ROSA. (Al pubblico) per fortuna capiva perfettamente! Il marciapiede si
trova al di fuori di casa nostra. Ha capito ora?
1° CARABINIERE. Perfettamente!
ROSA. Speriamo! Senta signor carabiniere
noi vogliamo che il ritrovamento resti anonimo.
1° CARABINIERE. Come mai?
FELICE. Abbiamo timore che lo vengano a
sapere i ladri e il complice. E abbiamo paura che si vendichino su di noi.
1° CARABINIERE. Ho capito perfettamente.
State tranquilli nessuno saprà il vostro nome. Il cognome invece lo posso far
sapere?
ROSA. Per fortuna l’altro è in macchina!
(Alzando la voce) Nemmeno il cognome.
Nulla!
1° CARABINIERE. Non c'è bisogno di
alzare la voce Signora, ho capito perfettamente! (Controlla ancora gli oggetti sacri) ho il sospetto che questi
oggetti, non siano d'oro.
FELICE. Hai visto Rosa? L'ha detto anche
lui che non sono d'oro.
ROSA. Si, infatti. Ma ha anche detto che
“capisce perfettamente tutto”!
ADELMO. Fate pure il vostro lavoro, ma non
esagerate con il clamore. D'accordo?
1° CARABINIERE. Io porterò ciò che mi
avete consegnato in caserma e poi dipenderà dai miei superiori. Comunque non
temete nulla.
ROSA. Capisce, noi abbiamo paura.
1° CARABINIERE. Non deve signora,
vigilerò io personalmente sulla vostra casa
ROSA. (Al pubblico. Ironica) ah beh, allora posso stare tranquilla.
1° CARABINIERE. Si fidi signora. Più
volte al giorno passerò io a controllare personalmente la via Don Cavagna n°
17.
FELICE. Si, però la mia casa si trova in
via Don Lavagna n°27.
ROSA. (Al pubblico. Ironica) e io dovrei stare tranquilla.
1° CARABINIERE. Io vado allora.
Buonasera (prende il secchio e si dirige all’uscita).
ADELMO. (Accompagnandolo) mi raccomando, vigilate più volte che potete.
1° CARABINIERE. Senz'altro!
SCENA XIII
Rosa, Felice, Adelmo, 1° carabiniere e 2° carabiniere
1° CARABINIERE. (Fa per uscire quando entra il 2° carabiniere donna).
ROSA. Siamo perduti!
2° CARABINIERE. (Ansante e fatica a parlare) Brigadiere!
1° CARABINIERE. Che succede Appuntato!
2° CARABINIERE. Brigadiere!
1° CARABINIERE. Che succede Appuntato!
2° CARABINIERE. Brigadiere!
1° CARABINIERE. Che succede Appuntato!
ROSA. Appuntamento, gli dica per favore
che succede.
FELICE. Eh sì, altrimenti qui viene
notte fonda e noi dobbiamo fare ancora delle cose.
2° CARABINIERE. Che succede Appuntato!
1° CARABINIERE. Il motore!
2° CARABINIERE. Che è successo al
motore?
1° CARABINIERE. Il motore!
2° CARABINIERE. Che è successo al
motore?
ROSA. Ci risiamo.
FELICE. Si può saper che è successo al
motore? Magari anche subito, che dice carabiniere Appunto?
1° CARABINIERE. (Di getto) si è spento!
2° CARABINIERE. (Preoccupato) il motore ... si è spento?
1° CARABINIERE. Si Brigadiere, il motore
si è spento.
2° CARABINIERE. (Preoccupato) il motore ... si è spento?
ROSA. È sordo signor Brigadiere?
L’Appuntamento qui presente ha detto che il motore si è spento.
ADELMO. E non è la fine del mondo
signori miei. Se si è spento, voi due, uscite ora e andate ad accenderlo.
Semplice no?
1° CARABINIERE. No. Non è semplice. Noi
non sappiamo accendere il motore dell’auto.
ROSA. Come non ne siete capaci!
FELICE. E come avete fatto ad arrivare
fino a qui?
2° CARABINIERE. Con l’auto.
1° CARABINIERE. Si, con l’auto che
l’Appuntato Pasquale in centrale ha avviato.
ROSA. E allora voi andate subito a
chiamare il vostro Appuntamento Pasquale ...
FELICE. ... che verrà qui e accenderà la
vostra auto in modo che voi possiate arrivare tranquillamente in centrale e
dove lì, il Brigadiere potrà incominciare a provvedere per il nostro problema. Si
ricorda?
1° CARABINIERE. Ho capito perfettamente.
State tranquilli, che vigilerò io su di voi e mi farò aiutare dal qui presente
Appuntato. Ora, andiamo a chiamare l’Appuntato Pasquale. Arrivederci. (Mentre escono con il secchio)
Appuntato, le chiavi dell’auto?
2° CARABINIERE. (Cerca nelle tasche ma non le trova) eppure erano qui ... o forse
sono in auto?
ROSA. Ah, siamo proprio in mani sicure
Felice! Due mani, anzi quattro!
FELICE. Non fare così, vedrai che andrà
tutto bene. Tornando al nostro problema, l’importante è che noi si sia
disinvolti con tutti. Noi, non sappiamo nulla del secchio e di quello che è
successo. Hai capito Adelmo?
ADELMO. Ho capito perfettamente!
ROSA. Spero però che tu abbia capito
meglio dei carabinieri!
ADELMO. Certo mamma. Un po' di paura
l'ho anch'io.
ROSA. Dobbiamo fingere che nulla sia
successo e condurre la nostra vita normalmente come sempre. (Al pubblico) normalmente si fa per dire
con un marito così.
FELICE. Cosa vorresti dire?
ROSA. Nulla.
ADELMO. Prima che ricominciate a
litigare, io vado a trovare i miei amici. Ciao. (Esce).
FELICE. Perchè io ho sempre qualcosa che non va per te?
ROSA. Ovvio, tu sei unico.
FELICE. Beh, allora anche tu sei unica. E
sei capitata a me. È molto meglio che mi occupi d’altro. (Suono di campanello).
ROSA. Preferisco che tu ti fermi invece.
Saranno di nuovo i carabinieri ed io vorrei che tu ci fossi. (Ironica) magari ti vuole arrestare ...
SCENA XIV
Rosa, Felice e Agnese
AGNESE. (Entrando velocemente) credo che ora mi dobbiate una spiegazione!
ROSA. Da quando si entra senza aspettare
che la padrona di casa venga ad aprire?
AGNESE. Da quando mi si nasconde
qualcosa!
FELICE. Noi non nascondiamo
assolutamente nulla!
ROSA. Felice, mi hai tolto le parole di
bocca. Agnese, non è successo assolutamente nulla. (Gentilissima ma solo per distoglierla dal sua proposito) posso
offrirti qualcosa da bere Agnese?
AGNESE. Voi due non me la raccontate
giusta. Io abito di fronte a voi e se succede qualcosa di importante esigo di
essere avvisata. Rientra nella naturale comunicazione fra vicini. E non è
assolutamente per curiosità la mia.
FELICE. (Ironico) Sappiamo che tu non sei curiosa.
AGNESE. Bene. L'importante è esserci
capiti. Posso sapere ora perché avete ricevuto la visita dei carabinieri?
ROSA. È per la naturale comunicazione fra
vicini, Agnese? Non per curiosità vero?
AGNESE. Avete capito dunque.
ROSA. D’accordo. I carabinieri passati
perché... per commissionare una multa ad Adelmo.
FELICE. (A Rosa piano) brava!
AGNESE. Davvero? Le multe le consegnano
a casa i carabinieri? Non arrivano più per posta?
FELICE. Agnese, è da parecchio tempo che
le consegnano a casa. Aggiornati!
AGNESE. Posso sapere perché questo carabiniere
dopo aver consegnato la multa è uscito con un secchio? (Rosa e Felice si spaventano).
FELICE. Ecco... te lo dice Rosa.
AGNESE. Rosa?
ROSA. (Inventa qualcosa) ecco... entrando ha visto i nostri secchi e ne
ha chiesto uno perché gli serviva per… per… alcuni lavori di muratura da
eseguire in casa sua. E così Adelmo glielo ha regalato.
FELICE. (A Rosa piano) brava Rosa!
AGNESE. Sicuramente vi avrà fatto lo
sconto sulla multa. Siete proprio furbi voi! Ora vado (si incammina verso l’uscita mentre Rosa e Felice sono contenti. Agnese
torna indietro). Ora che ricordo, perchè dal secchio si vedeva spuntare... (viene interrotta).
FELICE. (Pensando stesse parlando degli oggetti sacri) io non c'entro
nulla, è stata Rosa a pensare a tutto.
AGNESE. Sì, si vedeva spuntare della
carta.
ROSA. (I due sospirano) infatti sono stata io a regalargli della carta per...
impacchettare un regalo ai suoi genitori che vivono lontano e lo doveva spedire
per posta. Allora gli ho regalato la carta che avevamo in casa.
AGNESE. In questo modo sicuramente avrà
stracciato la multa che dovevate pagare. Chi ve la fa a voi! (Esce).
ROSA. (Al pubblico) è molto curiosa come avete visto, ma per fortuna
crede anche a tutto.
SIPARIO
ATTO SECONDO
La
scena si svolge in casa.
SCENA I
Felice
FELICE. Sono già trascorsi due giorni da
quando abbiamo trovato gli oggetti sacri. In famiglia non se ne è più parlato
per dimenticare Anche se di solito preferirei dimenticare una certa persona che
abita in questa casa. Che volete, lei non si può consegnare ai carabinieri.
Tutt'al più potrei consegnarla allo straccivendolo. Se ne trovassi uno al
giorno d’oggi!
SCENA II
Felice e Rosa
ROSA. (Entra da sinistra) cosa vuoi trovare al giorno d'oggi?
FELICE. Nulla! Dicevo che al giorno
d'oggi non ci sono più... gli anni trascorsi! Come si può rivivere il tempo
passato, Rosa?
ROSA. Non chiederlo a me, io preferisco
dimenticare gli errori della gioventù.
FELICE. Davvero? E quali errori avresti commesso
da giovane, di cui non mi hai parlato?
ROSA. Ti interessa davvero saperlo?
FELICE. Certo! (Al pubblico) se mi ha tradito, giuro che le chiedo subito il
divorzio con addebito suo.
ROSA. Sei sicuro di volerlo sapere? (Al pubblico) avete capito di quale
errore sto parlando, vero? (Indica il
marito. Suono di campanello). Felice, vai a vedere chi ha suonato.
FELICE. (Mentre s'avvicina al fondo) vado si, ma non finisce qui questo
discorso.
SCENA III
Felice, Rosa e Agnese
AGNESE. (Entra) sapete quello che si dice in tutto il paese?
ROSA. (Al pubblico) ancora Agnese! Tutte le scuse sono giuste per
spettegolare. Su, racconta, dimmi quello che si dice in tutto il paese.
AGNESE. Davvero voi non ne sapete nulla?
Si dice che l'altra sera in questa zona abbiano trovato in strada un secchio
contenente oggetti sacri rubati in una chiesa. (Rosa e Felice sembrano avere un mancamento). Che vi succede?
ROSA. (Riprendendosi) nulla, nulla.
AGNESE. Siete sicuri? Anche l’altro
giorno, vi ho visto con questa brutta cera.
FELICE. Si che stiamo bene! Sai... sentire
certe notizie, fa stare male.
AGNESE. Davvero? E da quando sei
diventato un uomo di Chiesa?
ROSA. (Indagando) precisamente, che si dice in paese?
AGNESE. Quello che ti ho appena detto:
nella nostra via hanno trovato una refurtiva di oggetti sacri.
ROSA. (Timorosa) E ... hanno detto chi li ha trovati?
AGNESE. No. Si dice che il secchio sia
stato trovato dai carabinieri. (Rosa e
Felice si sentono sollevati). Ma qualcuno avrà pur visto qualcosa!
FELICE. Che sacrilegio, rubare reliquie
sacre!
AGNESE. E tu come sai che c’era anche
una reliquia?
FELICE. Io? Ho detto così per dire. Un
ladro cosa vuoi che possa rubare in chiesa?
ROSA. (Cercando di aiutarlo) anch'io ho pensato subito che fosse stata
rubata anche una reliquia. Tu no Agnese?
AGNESE. Si certo, anch'io l’avevo
immaginato. (Rosa e Felice traggono un
altro sospiro di sollievo) ditemi, voi non avete sentito e visto nulla?
ROSA. Nulla di nulla! Noi non sappiamo
niente!
FELICE. Proprio così. Noi non abbiamo
sentito e visto nulla!
ROSA. (Volendo allontanare Agnese) grazie Agnese per averci portato questa
notizia, se ci vuoi scusare, ora noi degli affari da sbrigare.
AGNESE. (Scocciata) scusa se ti ho disturbata. Dato che ne sta parlando
tutto il paese pensavo potesse interessare anche te.
ROSA. Ovvio che ero interessata. Ciao
Agnese. Grazie ancora per la notizia.
AGNESE. Vi saluto. (Esce).
ROSA. (Preoccupata) Felice lo sanno tutti! Altro che, “non dirlo a
nessuno”!
FELICE. Cosa possiamo fare ora?
ROSA. Nulla! Non dobbiamo fare nulla!
Hai sentito anche tu Agnese dire che in paese non è nominato nessuno. (Preoccupata) speriamo che i ladri e il
complice, non lo vengano mai a sapere.
FELICE. (Preoccupato) speriamo davvero che nessuno venga a saperlo,
altrimenti saranno guai seri per noi. Non capisco come hanno potuto venire a
conoscenza del ritrovamento in paese.
ROSA. Io non ho aperto bocca con
nessuno. (Lo guarda intensamente) forse
piuttosto magari tu ti sei lasciato sfuggire qualcosa?
FELICE. Voglio sperare che tu stia
scherzando! Come posso essere stato io che non sono ancora uscito di casa per
paura di incontrare il complice!
ROSA. Tu non sei stato, io non sono
stata perciò, non può essere stato che... Adelmo! Lo uccido! È stato lui, non
c'è altra spiegazione.
FELICE. Adelmo? Se è stato lui non so come
va a finire. Come può essersi comportato in maniera così sconsiderata! Non ha
un briciolo di cervello?
ROSA. Come ha potuto non pensare alle
conseguenze! (Urla) Adelmo! Adelmo,
vieni qui subito!
SCENA IV
Felice, Rosa e Adelmo
ADELMO. (Entra da sinistra) perché strilli, mamma? Io sento ancora bene!
ROSA. Davvero? Dopo che tuo padre ti
avrà preso a pugni, non so se sentirai ancora!
FELICE. (A Rosa) perché dovrei prenderlo a pugni io e non tu?
ROSA. (A Felice) come potrei riuscirci io? Adelmo sono molto arrabbiata
con te.
ADELMO. E come mai? Non sarà per il
fatto che io... (viene interrotto).
FELICE. E così lo ammetti pure! Dimmi il
motivo per cui l'hai fatto!
ADELMO. Io non volevo, è solo che... (viene interrotto).
ROSA. Eppure sei un ragazzo
intelligente! Sapevi a che cosa andavamo incontro!
ADELMO. Lo so, però non pensavo fosse
così grave.
ROSA. Così grave? Ora per colpa tua
siamo tutti in pericolo!
ADELMO. In pericolo? Papà, la mamma sta
bene?
FELICE. Si sta bene per ora, ma per ciò
che hai fatto non so ancora per quanto tempo lo resterà!
ADELMO. Si può sapere cosa conteneva
quel caffè? Sembra sia stata la fine del mondo per… due macchie!
ROSA. Due macchie? Cosa c’entrano ora le
macchie!
ADELMO. Non sei arrabbiata con me perché
hai scoperto due macchie di caffè sul copriletto?
ROSA. Il caffè sul copriletto?
FELICE. Tu stavi parlando di caffè sul
copriletto?
ADELMO. Certo! Perché voi non stavate
parlando di questo?
ROSA. No di certo! Agnese ci ha raccontato
che in tutto il paese si parla del ritrovamento in questa zona, effettuato dai
carabinieri, di un secchio con degli oggetti sacri.
FELICE. E noi abbiamo subito pensato che
fossi stato tu ad averne parlato con qualcuno. E poi questo qualcuno avrebbe
sparso la voce.
ROSA. Non dirmi che sei stato tu,
altrimenti ti strozzo!
ADELMO. Io? Io non ho detto niente a
nessuno. Come avrei potuto comportarmi così sapendo il pericolo a cui potremmo
andare incontro.
ROSA. Sei sicuro Adelmo? Ti avviso che
se non è la verità... (viene interrotta).
ADELMO. Come puoi non fidarti di tuo
figlio? Se ti dico che non l'ho fatto vuol dire che è così.
ROSA. Va bene, ti credo. Come diavolo lo
avranno saputo allora!
FELICE. A questo punto non ci rimane che
pregare Dio.
ROSA. Dobbiamo solo sperare in bene...
per il momento, fammi controllare quelle macchie di caffè sul copriletto. Spero
per te Adelmo che si possano lavare (Adelmo
e Rosa escono a sinistra).
FELICE. Si è già dimenticata del
secchio! Beata lei. (Suonano alla porta) e
chi sarà ora! (Va ad aprire).
SCENA V
Felice, Rosa e Leandro
LEANDRO. (Entra) Ciao cugino. Come stai?
FELICE. Ciao Leandro. Sto come al
solito!
LEANDRO. Sai Felice che casa tua è
venuta proprio bene?
FELICE. Davvero ti piace? L'abbiamo tinteggiata
io e Adelmo. È il colore che ti ha colpito vero?
LEANDRO. Che cosa hai capito? La tua
casa, come quella dei tuoi vicini si è vista al telegiornale di Bergamo1 nella
notizia del ritrovamento di un secchio in questa zona.
FELICE. (Preoccupato) io, non so nulla e non ho visto niente! (Al pubblico) persino al telegiornale!
Così, se c'era ancora qualcuno che non lo sapeva, ora lo sa! (Indagando) e cosa avrebbero detto al
telegiornale?
LEANDRO. Hanno detto che i carabinieri
hanno ritrovato in questa zona, un secchio con degli oggetti sacri d’oro.
FELICE. D’oro! È ancora tutto da vedere
se sono d'oro!
LEANDRO. Come puoi sapere se fossero
d'oro o meno se non hai nemmeno visto il telegiornale!
FELICE. (Al pubblico) ah già! Io so che... ora in chiesa, a causa dei
continui furti, i parroci... non usano più oggetti sacri in oro.
LEANDRO. Non sono stato informato di
questo.
FELICE. Vuoi forse mettere in dubbio la
mia cultura su questo argomento, cugino?
LEANDRO. No, no. Ti credo. Tornando al
secchio, non hai visto proprio nulla intorno a casa tua?
FELICE. Nulla di nulla. La mia famiglia
non ha visto nulla, per fortuna.
LEANDRO. Come “per fortuna”? Fortuna sarebbe
stato invece trovarlo quel secchio! Ora saresti stato famoso.
FELICE. (Al pubblico) sì, “famoso”, ma al cimitero però! Ma dato che io non
ho trovato nulla, la fortuna mi è stata alla larga.
LEANDRO. Pensavo proprio che tu ne
sapessi qualcosa invece… Pazienza. Ciao Felice. Ci vediamo.
FELICE. Ciao Leandro. (Leandro esce). Persino il telegiornale
ne ha parlato! (Urlando) Rosa! Rosa
vieni subito! È di là a controllare le macchie sul copriletto lei!
SCENA VI
Felice e Rosa
ROSA. (Entrando da sinistra) perché strilli?
FELICE. Perché ho una notizia
bruttissima: la notizia del ritrovamento del secchio con gli oggetti sacri, è
stata trasmessa a Bergamo1.
ROSA. Che stai dicendo?
FELICE. Mio cugino Leandro mi ha appena
detto che ha saputo della notizia del ritrovamento del secchio dal telegiornale
di Bergamo1. Rosa, a questo punto dobbiamo solo pregare che non si faccia il
nostro nome.
ROSA. Chissà perché ho raccolto e
portato in casa quel benedetto secchio!
FELICE. Te l'ho sempre detto, sei troppo
curiosa!
ROSA. È colpa tua invece, sei tu che mi
hai detto della sua presenza vicino al nostro cancello! Dato che sono curiosa,
perché me lo hai detto?
FELICE. Ecco, lo sapevo che alla fine la
colpa sarebbe stata mia. È meglio che me ne vada a bere (va in cucina).
ROSA. Vai, vai pure! Potrebbe essere il
tuo ultimo bicchiere! (Suono di
campanello) e chi sarà ancora?
SCENA VII
Rosa e Gemma
GEMMA. (Entra di corsa) Ciao Rosa. Scusami se sono entrata senza aspettare
ma non vedevo l’ora di chiederti se almeno tu ti fossi accorta di qualcosa!
ROSA. (Al pubblico) ancora! Io e la mia famiglia non abbiamo visto nulla
di nulla!
GEMMA. Davvero tu non hai visto nulla?
ROSA. Dimmi come vuoi che te lo ripeta
che io lo faccio. Nulla, nulla, nulla.
GEMMA. (Sconsolata) nemmeno tu. Com'è possibile che nessuno abbia visto
niente nella nostra via!? Eppure qualcuno ha telefonato ai carabinieri!
ROSA. (Con timore) davvero? Qualcuno ha telefonato ai carabinieri? Tu
come fai a conoscere questo fatto?
GEMMA. È scritto sul Quotidiano di
Bergamo.
ROSA. (Preoccupata) cosa? È scritto sul... Quotidiano di Bergamo?
GEMMA. Esatto. Un articolo che non ti
dico. Ci sono persino le foto della refurtiva.
ROSA. (Sempre preoccupata) anche... le foto?
GEMMA. Proprio! Avresti dovuto vedere
come era bella quella reliquia. Senza parlare della pisside.
ROSA. (Ricordando) lo so che erano belle. Hanno fotografato anche la
croce?
GEMMA. Sì certo. Però la croce si vedeva
poco perché era un po' in penombra. Scusa Rosa, ma come sai che c’era anche una
croce se non hai letto il giornale?
ROSA. (Non sa rispondere) Lo so... perché... perché... l’ho visto in
televisione! (Al pubblico) per un
soffio!
GEMMA. Ah. Come è possibile, non sapere
chi li ha trovati e chi ha chiamato i carabinieri!
ROSA. Sarà stato sicuramente qualcuno
che vorrà rimanere “omonimo”. Gemma, devi capire che si tratta sempre di un
furto!
GEMMA. Ho già parlato con tutti i nostri
vicini. Se scopro che qualcuno non mi ha detto la verità, io, non vorrò più
avere niente a che fare con quella persona!
ROSA. Secondo me stai esagerando, Gemma.
GEMMA. Se qualcuno dei miei vicini mi ha
mentito tolgo loro il saluto e la parola. Ora vado da Agnese magari nel
frattempo ha scoperto altro. Ciao Rosa. Se sentissi qualcosa in merito, mi
raccomando fammelo sapere.
ROSA. Sarà fatto. Ciao Gemma (esce). Eccome se ti informo subito!
Persino sul giornale è scritto! A questo punto i ladri e il complice lo
sapranno sicuramente. Non abbiamo più via di scampo. (Urla) Felice! Adelmo! Venite qui subito. Felice! Adelmo!
SCENA VIII
Rosa, Felice e Adelmo
FELICE. (Entra dalla cucina) che succede ancora? Sembra sia diventata una casa di urlatori.
ADELMO. (Entra da sinistra) sembra sia diventata una casa di matti.
FELICE. Cosa è successo ancora?
ROSA. È appena uscita Gemma e mi ha raccontato
che la notizia del secchio e della refurtiva si legge anche sul Quotidiano di
Bergamo.
FELICE. Ci mancava anche il giornale
ora! Abbiamo sempre la speranza che il complice che doveva ritirare il secchio,
non sappia leggere.
ADELMO. Papà, credimi, non ci conterei
troppo. Tutti sanno leggere al giorno d’oggi.
ROSA. Come sai che tutti sanno leggere,
sapientone!
ADELMO. È così mamma. Dimmi tu se
conosci qualcuno che non sa leggere.
ROSA. Per esempio...
FELICE.
ROSA. Non importa! Lei non sa leggere! Perché
mi fate raccontare di Gigia quando, per colpa di quel secchio…! (Pensa) Dovremmo leggere il giornale
così almeno sapremo cosa dice. Adelmo, per favore, vai in edicola a comprarne
una copia.
FELICE. Sicuramente non si fanno nomi, altrimenti
i nostri vicini saprebbero la verità.
ADELMO. Se non ci sono nomi, credo che
allora possiamo stare più tranquilli.
ROSA. Tranquilli! Sono io quella che ha
trovato il secchio. Sono io la prima indiziata. E i complici, devi sapere
Adelmo, sono molto cattivi.
ADELMO. Come sai che i complici sono
cattivi? Se non sbaglio, non hai mai avuto niente a che fare con loro.
ROSA. Li ho visto in un film.
ADELMO. Mamma, per favore! In un film! Ma
i film sono finzione! Vado a prendere il giornale. (Esce).
FELICE. (Mentre Adelmo esce) Ha ragione tua madre, l'ho visto anch'io quel
film.
ROSA. Non so che pensare Felice.
FELICE. Anch'io sono preoccupato quanto
te Rosa, e non so cosa fare. Ci penserò… davanti a quel bel bicchierino che mi
sta ancora aspettando. (Felice va in
cucina).
ROSA. Io vedrò di riposare. Quasi quasi,
bevo anch'io qualcosa di forte, così per "dimenticare". (Suono di campanello). E quale dei miei
vicini sarà ora! (Va ad aprire).
SCENA IX
Rosa e Calogero
CALOGERO. Buongiorno!
ROSA. (Meravigliata) buongiorno!
CALOGERO. Buongiorno.
ROSA. Buongiorno. (Al pubblico) non lo conosco.
CALOGERO. Buongiorno.
ROSA. Buongiorno. (Al pubblico) che si decida però! Ha bisogno di qualcosa?
CALOGERO. Si, infatti. Devo ritirare ciò
che mi spetta.
ROSA. (Al pubblico) che cosa vorrà? Mi scusi signor... ?
CALOGERO. Calogero!
ROSA. Mi scusi signor Calogero, ma è
sicuro di non aver sbagliato indirizzo?
CALOGERO. No, mi è stato detto che è
questo. Mi può consegnare il secchio che devo ritirare?
ROSA. (Sta per svenire) che ha detto? (Al
pubblico) avete sentito? Vuole il secchio! È il complice!
CALOGERO. Sta bene signora?
ROSA. Stavo meglio la settimana scorsa. (Al pubblico) dà l'impressione di essere
anche gentile. Ma sono questi i più cattivi! Così lei sarebbe...
CALOGERO. Sì, sono io.
ROSA. (Sempre più preoccupata) ah. Le han detto che lo abbiamo noi?
CALOGERO. Si, esatto.
ROSA. (Al pubblico) è la fine. Mi scusi signor Calogero, ma se io le
dicessi che il secchio, per il momento, ma solo per il momento, non fosse quì,
lei si arrabbierebbe molto?
CALOGERO. Per nulla.
ROSA. (Al pubblico) meno male!
CALOGERO. Però...
ROSA. (Al pubblico) lo sapevo! Signore aiutami tu!
CALOGERO. Capisce che ho bisogno di quel
secchio perché… (viene interrotto).
ROSA. (Impaurita) sì certo, certo. Lo so che le spetta. Potrei sapere, se
non è di disturbo ovviamente, chi... è stata la sua “fonte”?
CALOGERO. (Mette la mano in tasca per estrarre un biglietto e Rosa pensa stia
prendendo una pistola).
ROSA. (Ha paura e si spaventa) Madonna Santissima, ora mi uccide!
CALOGERO. (Che avrà in mano il biglietto tolto dalla tasca e legge) Adelmo Sirotti.
ROSA. (Sospira ma poi si accorge che il nome è di suo figlio) Mio figlio
Adelmo? (Al pubblico) avrei dovuto
immaginarlo che fosse stato lui. Quando arriva lo “battezzo”. Senta signor
Calogero, il secchio... per il momento... non è qui perché... perché... (viene interrotta).
CALOGERO. Perché lo ha Adelmo vero?
ROSA. Sì, ecco, proprio così. Ha proprio
indovinato. E dato che ora Adelmo non c'è...
CALOGERO. Non c'è nessun problema,
passerò più tardi.
ROSA. Ecco, bravo, passi più tardi (lo accompagna alla porta).
CALOGERO. Ma si ricordi che mi spetta,
altrimenti io... (viene interrotto).
ROSA. Sì, sì, lo so, lo so! Venga più
tardi... e lo troverà. (Calogero esce. È
sempre più preoccupata). Signore, Signore, aiutami tu! Cosa faremo ora che
il secchio non l'abbiamo più noi ma i carabinieri? (Urla) Felice! Felice vieni subito! Felice!
SCENA X
Rosa e Felice
FELICE. (Entrando da destra) cos'hai da strillare di nuovo? E poi, non eri
andata a riposare?
ROSA. Fra poco riposeremo del tutto! Sì,
ma al cimitero!
FELICE. (Spazientito) Rosa, non dire sciocchezze.
ROSA. Felice, ascoltami molto bene,
dobbiamo andarcene da quì e anche in fretta. Andiamo subito a preparare le
valigie (viene fermata da Felice mentre va
nelle camere).
FELICE. Dove stai andando! Tu stai
perdendo la ragione.
ROSA. (Quasi piangendo) Felice, se sapessi! Se sapessi!
FELICE. Basta che tu me lo dica e lo
saprò anch'io!
ROSA. Felice! Sto male solo a pensarci!
FELICE. E tu dimmelo senza pensarci
allora!
ROSA. Felice! Felice!
FELICE. O mi dici quello che mi devi
dire oppure io me ne ritorno di là!
ROSA. Felice! È appena venuto il
complice e vuole il suo secchio! Hai capito? Il secchio della refurtiva!
FELICE. (Quasi svenendo) che stai dicendo? È venuto il... il...
ROSA. Si Felice, il complice! Ed è stato
Adelmo che gli ha detto che l'avevamo noi. Il nostro Adelmo.
FELICE. Adelmo? Ma io, quando arriva io...io…
lo uccido.
ROSA. Felice, dobbiamo andarcene subito,
io vado a preparare le valigie (va nelle
stanze).
FELICE. Perché è capitato proprio a noi!
Ma perchè il ladro ha depositato il secchio vicino a casa mia? E io, perché
l’ho riferito a mia moglie? Stupido! Sono stato stupido! Ma mio figlio Adelmo è
stato più stupido ancora! Perché ha riferito al complice che il secchio con la
refurtiva l'avevamo noi? Eppure sapeva che non ne doveva far parola a nessuno
perché potevamo essere in pericolo! Quando arriva, non so che gli faccio! Vado
anch'io a preparare le valigie. Dove andremo ora? (Sta per incamminarsi a sinistra quando suonano alla porta. Si
spaventa) chi sarà? sarà il complice o Adelmo? Che cosa devo fare, aprire o
... pregare? (Va al fondo. Con voce tremolante)
chi è?
SCENA XI
Rosa e Assunta
ASSUNTA. (Entra dal fondo) buongiorno.
FELICE. Buongiorno (Al pubblico) e chi è “questa”.
ASSUNTA. Sono Assunta.
FELICE. (Meravigliato) È impossibile, qui, a casa mia.
ASSUNTA. Lo saprò meglio io se sono
Assunta oppure no!
FELICE. Lo saprò meglio io che sono il
padrone di casa, se lei è assunta in casa mia.
ASSUNTA. Senta, io sono Assunta in casa
sua, in casa mia e dappertutto!
FELICE. Davvero? È messa proprio così
male per lavorare tanto?
ASSUNTA. Lavorare tanto? Ma...? Io mi
chiamo "Assunta" di nome, non assunta sul lavoro.
FELICE. Ah, volevo ben dire che fosse
impossibile che lavorasse per me! Senta, se non le dispiace io avrei un po'
fretta.
ASSUNTA. Ma certo, mi scusi, ora le dico
il motivo per cui sono qui.
FELICE. Si, ecco... mi dica il motivo e
poi... (al pubblico indica con la mano
che poi se ne deve andare).
ASSUNTA. Sono qui per ritirare il
secchio!
FELICE. (Sembra svenire) che cosa? (Al
pubblico) avete sentito? Un'altra! Uno ucciderà me e l'altra invece
ucciderà Rosa.
ASSUNTA. Se volesse andare a prenderlo…
FELICE. (Con timore) Mi scusi, signora Assunta... ma lei, è insieme con
quell'altro oppure siete... due bande.
ASSUNTA. Non saprei. È stato mio marito a
mandarmi a ritirare il secchio, perché ora si sta occupando di un altro
lavoretto
FELICE. (Sempre più preoccupato. Al pubblico) avete sentito? Suo marito sta
facendo un altro "lavoretto" (con
le mani indica che ruba) e intanto manda la moglie a fare da corriere.
ASSUNTA. Se me lo vuole consegnare, sa,
si sta facendo tardi.
FELICE. (Al pubblico) come le dico ora che io non ce l'ho ma ce l’hanno i
carabinieri? Signora Assunta, non so come dirle... ma... ma per il momento il
secchio... non è qui. (Affrettandosi)
però se lei dovesse tornare fra un'ora...
ASSUNTA. E come è possibile? Adelmo ha
detto che era tutto pronto!
FELICE. (Al pubblico) è sempre sua la colpa! Ma che gli sarà saltato in
mente!
ASSUNTA. Mi raccomando, si ricordi che
lo voglio anche con la carta!
FELICE. (Accompagnandola all’uscita) sì, certo, non si preoccupi.
ASSUNTA. La saluto allora. A più tardi (Esce).
FELICE. Sì, si. La saluto anch'io. (Solo) ma per sempre! (Urlando) Rosa! Rosa vieni qui subito
per carità!
SCENA XII
Rosa e Felice
ROSA. (Entra) cosa c’è? E che cosa aspetti a preparare la tua valigia?
FELICE. Rosa, dobbiamo andarcene subito.
Lascia perdere le valigie! Se n'è appena andata un'altra complice che voleva il
secchio! Rosa, sono due le persone che si contendono la refurtiva ora!
ROSA. Felice, sei ubriaco forse?
FELICE. Non abbastanza a quanto pare. È arrivata
una certa Assunta e ha detto che doveva ritirare il “secchio”. E lei, lo voleva
anche con “la carta”! Capisci?
ROSA. (Sempre più preoccupata) Felice, cosa sta succedendo?
FELICE. Non lo so Rosa. Non so perché
capita proprio a noi. È tutta colpa di tuo “figlio” che, non so per quale
motivo è andato a raccontare ai complici che il secchio l'avevamo noi!
ROSA. Guarda che non è solo “mio figlio”,
hai capito? A quanto mi risulta è anche il tuo.
FELICE. Si ma è più tuo! Che cosa avrà
immaginato di fare? Che sia stato corrotto?
ROSA. (Si sente fischiare) Felice, sta arrivando qualcuno. Che facciamo?
FELICE. Dobbiamo nasconderci! Potrebbe
essere un altro che vuole il secchio! (I
due si nascondono dietro il divano).
SCENA XIII
Rosa, Felice e Adelmo
ADELMO. (Entra) ecco il giornale! (Non
vede nessuno) dove siete?
ROSA. (Uscendo dal nascondiglio) traditore!
FELICE. (Uscendo dal nascondiglio) Giuda!
ADELMO. (Si spaventa) ma... ma...
ROSA. Come hai potuto comportarti così
con noi?!
FELICE. Sapevi benissimo che poteva
essere pericoloso!
ADELMO. Ma... sono stato molto attento andando
a comprare il giornale.
ROSA. Il giornale! Persino la carta gli
hai promesso!
FELICE. Ti hanno almeno pagato bene?
ADELMO. Gli ho solo dato il prezzo giusto,
un euro e 20.
ROSA. E poi, come hai potuto prometterlo
a due persone? Che diavolo hai pensato di fare?
FELICE. Ora però dobbiamo fuggire da quì
se non vogliamo finire prima del solito, sotto terra. È tutta colpa tua.
ADELMO. Ma... io sono solo andato a ... (viene interrotto).
ROSA. Non me lo spiego, il “sangue del
mio sangue” perché ha fatto il nome della sua povera madre e del suo povero
padre! Non poteva fare il nome di... Agnese? Così almeno ce la levavamo dai
piedi per sempre?!
FELICE. Con tutti i sacrifici che
abbiamo fatto per te!
ADELMO. Veramente io ho preso... (viene interrotto).
ROSA. Zitto, almeno! Non parlare!
Sicuramente a te non faranno nulla! Per forza, sei diventato loro complice.
Vergognati!
FELICE. Anche avessimo ancora il
secchio, come potremmo consegnarlo a due persone? Non farti più vedere da noi!
Rosa, andiamo a prendere poche cose di là e fuggiamo da questo paese.
ROSA. Sì, sì hai ragione, abbiamo già
perso troppo tempo (Stanno per andare
nelle stanze).
ADELMO. (Quasi urlando) fermatevi immediatamente! (Rosa e Felice si fermano subito perché spaventati).
ROSA. Felice, forse ci vorrà uccidere
lui, ora!
FELICE. Adelmo, “carne della mia carne”,
non uccidermi ti prego!
ROSA. Vorresti che uccidesse me? Adelmo,
se vuoi qualcuno da sacrificare, quello è proprio tuo padre. È lui che ha visto
il secchio per primo.
ADELMO. Ancora la storia del secchio? Vi
assicuro che nessuno in paese conosce il nome di chi l'ha trovato.
FELICE. Sarà così in paese, (ironico) ma è stato qualcun altro a riferirlo
ai complici.
ADELMO. Davvero? Chi è stato? Se fosse davvero
così, saremmo in pericolo ora!
ROSA. Proprio così! Avresti potuto
pensarci prima! (Suono di campanello.
Rosa e Felice si spaventano) Madonna Santissima sarà il Calogero!
FELICE. E se invece fosse Assunta?
ADELMO. Calogero e Assunta? Li conoscete
anche voi?
ROSA. Che faccia tosta!
FELICE. Hai anche il coraggio di prenderti
gioco di noi?
CALOGERO. È permesso? Non c'è nessuno? (Adelmo si dirige all’entrata e non si
accorge che i genitori si nascondono).
FELICE. (Spaventato) Rosa è lui! Dobbiamo nasconderci subito! (Si nascondono di nuovo dietro il divano).
SCENA XIV
Rosa, Felice, Adelmo, Calogero e Assunta
ADELMO. Avanti! Entra pure Calogero. Non
era difficile trovare la mia casa, come avrai notato?
ASSUNTA. Ci sono anch'io.
ROSA. (A Felice) avresti dovuto tenere in casa una pistola!
FELICE. Se l'avessi avuta, chissà quante
volte l'avrei già usata con te!
ADELMO. Entra pure, Assunta. Tuo marito
alla fine non ha trovato il tempo, vero? Posso offrirvi qualcosa da bere?
ROSA. È proprio il colmo, vedere il
proprio figlio offrire da bere agli assassini dei propri genitori.
ASSUNTA. No grazie, ho fretta.
CALOGERO. Anch'io ho fretta Adelmo. Sono
già passato ma tu non c'eri.
ADELMO. Davvero?
ASSUNTA. Anch'io, e i tuoi genitori non
mi hanno consegnato nulla.
FELICE. Era ovvio, dato che non avevamo
più con noi il secchio con la refurtiva!
ROSA. A quanto pare Adelmo invece ce
l’ha ancora. Come avrà fatto?
CALOGERO. Adelmo, mi potresti dare due
secchi invece di uno?
ROSA. Due? Sono due ora?
ADELMO. Sì, non ci sono problemi.
ASSUNTA. Anch'io volevo chiedertene due,
se era possibile.
ROSA. Due lui e due lei. Quattro secchi?
Felice!
FELICE. Forse... ci sarà stata la
moltiplicazione dei… secchi!
ADELMO. Sì, si vado a prenderveli. (Esce) aspettate un attimo.
CALOGERO. (Ad Assunta) è proprio una brava persona Adelmo, vero?
ROSA. Proprio una brava persona!
ASSUNTA. Una bravissima persona,
davvero. Non chiede nemmeno di essere pagato.
ROSA. Cosa? Gli consegna la refurtiva gratis?
FELICE. È stupido, non bravo! Avresti
dovuto insegnargli come si fanno gli affari!
ROSA. Io? Avresti dovuto insegnarglielo
tu! Quando entra Adelmo, io lo fermo. Non mi importa nulla, io non posso vedere
mio figlio così!
FELICE. Rosa non fare la stupida! Lascia
che consegni loro i secchi con la refurtiva e quando se ne saranno andati lo
sistemeremo noi.
ADELMO. (Entra con quattro secchi da pittura vuoti dove da uno di questi esce
della carta da pacchi) ecco qui i vostri quattro secchi e la carta per Assunta.
ROSA. (Che non avrà visto i secchi. Esce dal nascondiglio) Adelmo,
fermati!
FELICE. (Idem sopra) figlio mio, fermati subito! (I due si accorgono che Adelmo sta consegnando i secchi, ma vuoti).
ROSA. Ma... ma... quelli sono i secchi
che...
ADELMO. Sono i secchi che avevo promesso
al marito di Assunta e a Calogero dato che devono imbiancare casa loro e
avevano bisogno di qualche contenitore per miscelare la pittura.
FELICE. Allora... sono secchi...
vuoti...
CALOGERO. Grazie Adelmo. Sei sicuro che
non ti debba nulla?
ADELMO. Nulla, non preoccuparti.
Assunta, in questo secchio ti ho messo anche la carta di cui avevi bisogno.
ASSUNTA. Grazie Adelmo. Con questa
carta, mio marito eviterà di sporcarmi tutto il pavimento.
ROSA. (Rincuorata) la carta giustamente serve per non sporcare il
pavimento...
FELICE. (Rincuorato)... intanto che il marito sta dipingendo! (A Rosa) Rosa, sono "secchi",
dei normali "secchi". (Verso i
due, contento) se ne volete ancora non fate complimenti.
ASSUNTA. Grazie ma penso che due siano
sufficienti. Ciao Adelmo. Grazie ancora (esce).
ROSA. E lei signor Calogero vuole altri
secchi?
CALOGERO. La ringrazio ma anche per me
due bastano. Ciao Adelmo e grazie ancora. (Esce).
ADELMO. Posso sapere perché vi siete
nascosti dietro al divano?
ROSA. (Molto impacciata) ecco... io... te lo dice tuo padre.
FELICE. (Al pubblico) è lei che si inventa le cose e poi sono io che devo
salvarla!
ROSA. Raccontala giusta invece la
faccenda, anche tu ci credevi.
ADELMO. Posso sapere di cosa state
parlando?
FELICE. Tua madre, lei, pensava che tu
fossi il complice dei ladri colpevoli di aver rubato il secchio con gli oggetti
sacri e che, furbescamente, avevi promesso la refurtiva a due complici:
Calogero e Assunta.
ADELMO. Che cosa? Voi avete pensato
tutte queste sciocchezze?
ROSA. Avrei voluto vedere te, Adelmo, se
due persone ti fossero piombate in casa e ti avessero chiesto il “secchio”
sapendo quello che avevamo appena passato.
ADELMO. Solo voi potevate cadere in
questo equivoco. Calogero e il marito di Assunta sono miei amici e tutte le
volte che hanno bisogno di contenitori, io regalo loro i miei secchi. Sapete
benissimo quanti ne abbiamo.
FELICE. Quando ho visto di che secchi si
trattava, allora sì, che li ho riconosciuti.
ROSA. Ma un attimo prima, pensavamo che
fosse giunta la nostra fine.
FELICE. Rosa, parla per te stessa.
ROSA. Ora non fingere di nulla, perché anche
tu battevi i denti della paura. (Adelmo
per non sentire le loro chiacchiere, si mette a leggere il giornale).
FELICE. Certo che mi sentivi battere i
denti. Ma non era certo per la paura,
volevo morderti per farti tacere!
ADELMO. Invece di litigare, leggete cosa
c'è scritto sul giornale: "Carabinieri arrestano autori e complici del
furto degli oggetti sacri ritrovati giovedì sera ecc… ecc… .
I carabinieri ringraziano la famiglia, che vuole rimanere anonima e che ha
consegnato loro la refurtiva. Grazie al loro aiuto è stato possibile
velocizzare le ricerche".
ROSA. Davvero c'è scritto tutto questo? Allora
non abbiamo più nulla da temere. E ringraziano noi?
FELICE. Noi! Dovrebbero ringraziare solo
me! Se non ti avessi detto della presenza del secchio, tu non ne avresti saputo
nulla.
ROSA. Però la persona che ha portato in
questa casa il secchio sono stata io e perciò... (viene interrotta).
ADELMO. Volete smettere di litigare
sempre? Quel secchio passerà alla storia a quanto pare.
ROSA. Non la smetto. Io sono un'eroina!
FELICE. Lei, è un’eroina! Io l'ho visto
per prima!
ROSA. Tu l'hai visto ma l'hai lasciato
dov'era. Io l'ho portato in casa! Ed ora voglio che lo sappiano tutti i nostri
vicini. Adelmo per favore, vai a chiamarli.
ADELMO. Devo proprio?!
FELICE. Certo che devi proprio. Va e
portali qua tutti, così sapranno la verità e solo la verità. Io l’ho visto per
prima! (Adelmo esce).
ROSA. Non conta chi l’ha visto, ti
ripeto! Sono io che l’ho trovato!
FELICE. Sei proprio testarda! Ti informo
che la legge dice che la proprietà è di chi “vede le cose” per primo.
ROSA. Davvero? Da quando tu conosci la
legge quando sai a malapena leggere!
FELICE. Se io leggo a malapena, a te gli
occhiali non bastano nemmeno più, dato che sei ridotta ad usare la lente
d'ingrandimento!
SCENA XV
Rosa, Felice, Adelmo, Agnese, Gemma e Leandro
AGNESE. (Entrando con Gemma e Leandro) Che ci sarà mai di così urgente,
Rosa! Tuo figlio mi ha fatto uscire da casa così come mi trovavo! (Agnese indossa una ciabatta e una scarpa).
GEMMA. Vuoi forse dire che in casa tu sei
conciata così!
AGNESE. Stai scherzando? Mi stavo
provando le scarpe nuove!
LEANDRO. Si può sapere allora, cugino, cosa
devi dirci?
FELICE. Una notizia che ognuno di voi e
ognuno di tutti gli abitanti del paese vorrebbero sapere.
ROSA. (Contenta) sono stata io!
FELICE. (Contenta) sono stato io!
AGNESE. Tu ci hai fatto invitato quì
solo per dirci che sei stata tu a invitarci qui?
ROSA. Si, Agnese, anche quello, ma siamo
stati noi a...
ROSA-LEANDRO. Trovare il secchio!
LEANDRO. Il secchio? Voi mi mandate a
chiamare perché avete trovato un secchio?! Io cosa avrei dovuto fare allora
quando avevo trovato una carriola? Chiamare tutta la gente del paese?
GEMMA. Ci state facendo perdere tempo in
casa vostra, quando potrebbe succedere qualsiasi cosa in paese! Io vado.
ROSA. Fermati Gemma! La notizia è
sensazionale!
AGNESE. Allora sbrigatevi a raccontarla!
FELICE. Il secchio che io ho trovato... (viene interrotto).
LEANDRO. Ancora!?
FELICE. Leandro, zitto e ascoltami bene!
ROSA. Non riuscirete a credere a ciò che
stiamo per confessarvi.
FELICE. Sono stato io a ritrovare il
secchio con gli oggetti sacri che è stato recuperato in questa zona giovedì (silenzio assoluto).
ROSA. Sono stata io invece a trovarlo e
si tratta della refurtiva di cui ha parlato il telegiornale e di cui è stato
scritto sul giornale! (Silenzio
assoluto).
FELICE. Avete capito?!
AGNESE. (Offesa) non dire stupidaggini, Rosa!
LEANDRO. (Offeso) non avete altro da inventarvi che questo?
GEMMA. (Offesa) prima dite che non ne sapete nulla, e ora, perché non si
parla d'altro, ci raccontate di averlo trovato voi? Non fatemi venire da
ridere.
ROSA. (Preoccupata) ve lo giuro.
FELICE. È la verità, io ho visto il secchio
vicino al cancello e Rosa invece l'ha portato in casa.
AGNESE. Smettetela! Io vado. Non rimango
un minuto di più a sentire queste sciocchezze.
GEMMA. Agnese aspetta! Vengo anch'io. Da
voi non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. Raccontare frottole!
ROSA. Prima non vi abbiamo raccontato la
verità, ma ora si.
FELICE. Credeteci, è davvero così!
LEANDRO. Aspettatemi che arrivo anch'io.
Cugino, ti saluto. La prossima volta inventane una più originale. (Agnese, Gemma e Leandro escono).
ROSA. (Inseguendoli) ma è davvero la verità!
FELICE. Rosa, fermati. Lasciali andare.
ROSA. Felice, non ci credono!
FELICE. Ho visto anch'io! Avremmo dovuto
dire subito la verità! Ora è stato troppo tardi.
ROSA. Ma è questa la verità!
FELICE. Ormai non possiamo fare nulla
Rosa, è andata così. Ed è solo colpa nostra.
ROSA. Nostra? Tua, vorresti dire.
FELICE. Non ricominciare ora! Sei stata
tu a portare in casa quel secchio benedetto!
ROSA. Si, ma sei stato tu ad averlo
visto per primo!
ADELMO. (Al pubblico) Io non rimango un secondo di più. Se avete bisogno di
me mi troverete a sistemare i miei secchi di pittura.
ROSA. Per l'amor di Dio, non parlarmi
più di secchi!
FELICE. Adelmo, per piacere, getta via
tutti i secchi. Hai capito? Non voglio più sentir parlare di secchi per il
resto della mia vita.
SIPARIO