AUTRICE
GIUSEPPINA CATTANEO
http://giusicopioni.altervista.org/
POSIZIONE
S.I.A.E. N° 193077
Codice opera
Siae 914868A
TITOLO
SIAMO DIVENTATI
TUTTI VIRTUALI
COMMEDIA IN DUE ATTI
Personaggi
ALDO CELLA
GIULIANA moglie di Aldo
MARCO figlio di Aldo e Giuliana
GIUDITTA mamma di Aldo
AMILCARE CELLA fratello di Aldo
MARISA amica di Amilcare
MARICA figlia del vicino di casa
POSTINO
ALBERTO CELLA cugino di Aldo
MARISA moglie di ALBERTO
VENDITRICE DI COLTELLI
RIVENDITORE DI TV
TRAMA
La famiglia Cella, è alle prese con l’attualissimo problema
che interessa l’uomo moderno: il cellulare. Comunicare, come, con chi, ma
soprattutto … comunicare? Fra divertenti malintesi di coppie solide e di altre,
virtualmente possibili, la presenza rassicurante, ma non troppo, di una donna
d’altri tempi, di valori sani e concreti, riporta tutti alla realtà.
TRAMA COMPLETA
Aldo, padre di Marco, discute col figlio l’uso
continuo del cellulare. Esasperato da questo oggetto, ma non troppo, ne subisce
gli effetti anche a causa della moglie Giuliana, emozionata per la conoscenza
di una nuova amica tramite un gioco. Nel frattempo la madre di Aldo, Giuditta, donna
d’altri tempi, dai valori sani e concreti, è alla ricerca dello scontrino di un
televisore appena acquistato e che desidera cambiare perché difettoso. Durante
tutta la commedia la donna sarà impegnata nella ricerca del fantomatico
scontrino scomparso, attribuendo la sua perdita a tutti i membri della
famiglia. Amilcare, fratello di Aldo, e figlio di Giuditta, è single e
impegnato nel tentativo di giungere in ritardo al lavoro, almeno per una volta
nella sua lunga carriera. Ma i tentativi saranno vani. Nel frattempo, sarà
coinvolto in una serie di equivoci divertenti, nei quali cadrà a causa
dell’amica Marisa, che nel tentativo di rivelare il suo segreto amore all’uomo,
sarà ostacolata dalla sua poca pratica con l’uso dei cellulari e, soprattutto,
dal suo scarso acume in fatto di donne. Alberto e Marisa, rispettivamente, cugino
di Aldo e Amilcare, e moglie di Alberto, saranno anch’essi coinvolti in
equivoci che interesseranno la sfera coniugale. Una lettera d’amore spedita da
Marisa ad Amilcare, nel tentativo ennesimo di rivelargli il suo amore, creerà
non pochi fraintendimenti fra Alberto e Marisa coniugi, che si chiariranno
attraverso simpatici ed arguti bacchi becchi. Nel frattempo anche Marco ha
ritrovato la strada verso la realtà. I genitori infatti, hanno organizzato per
lui un incontro virtuale con la giovane figlia dei nuovi vicini di casa,
Marica, attraverso il gioco da cellulare “Il Quizzone”. I due si conoscono e
tra loro nasce una piacevole amicizia, tutt’altro che virtuale. Gli effetti del
cellulare però, sono talvolta spiacevoli, Giuliana “perde” l’amica conosciuta
in chat, che preferisce riavvicinarsi al marito e agli affetti familiari. La
commedia termina con la definitiva dichiarazione di Marisa ad Amilcare e la
pace familiare finalmente ristabilita. E lo scontrino? Il commesso del negozio
di elettrodomestici, consegna il tanto agognato scontrino, dimenticato sul
bancone il giorno dell’acquisto del televisore, a nonna Giuditta, che,
finalmente può avere un nuovo televisore.
ATTO PRIMO
Casa di Aldo e Giuliana.
SCENA I
Aldo e Marco
MARCO. (E’ seduto sul divano e sta usando il cellulare).
ALDO. Marco, sono stanco di
te. Sono stanco di vederti sempre con quel cellulare in mano. Non devi fare i
compiti?
MARCO. (Senza alzare lo sguardo) già fatti.
ALDO. Hai aiutato la nonna a
sistemare le bottiglie in cantina?
MARCO. (Come sopra) già fatto.
ALDO. Hai pulito il camino
come ti avevo detto?
MARCO. Già fatto.
ALDO. Fatico a credere che tu
abbia fatto tutto.
MARCO. Già fatto.
ALDO. Cosa … hai già fatto?
Ho solo fatto un commento.
MARCO. Già fatto.
ALDO. (Aldo, pensa e capisce che c’è qualcosa che non va nelle risposte del
figlio e allora lo vuole mettere alla prova) senti, la uccidi tu la mamma o
lo faccio io?
MARCO. Già fatto.
ALDO. (Alterato e alzando la voce) Marco, o la smetti di usare quel
cellulare o io … non so che faccio. E guardami quando ti parlo!
MARCO. Ah, ciao papà. Hai
bisogno di qualcosa?
ALDO. Si, ho bisogno che tu
smetta di drogarti! Smetti di vivere solo per quel dannatissimo cellulare!
MARCO. Ma papà, non si chiama
cellulare, si chiama smartphone!
ALDO. Rincretinito! Ho un
figlio che sa solo buttare il suo tempo per scrivere agli amici! Ma se si
scrivessero qualcosa di concreto! Tutte stupidate! Marco, se non ti dai una
regolata con quel cellulare … o sm … fon … o come si
chiama, prima o poi te lo butto dalla finestra. Stai oltrepassando il limite!
SCENA II
Aldo, Marco e Giuliana
GIULIANA. (Entra col cellulare e si siede sul divano
vicino a Marco) ha ragione papà, Marco. Stai troppo al cellulare. Aldo, sai
che giocando al Quizzone ho conosciuto un’amica?
ALDO. (Al pubblico) come potete vedere sono due i rincretiniti per il
cellulare. Questa è mia moglie, si chiama Giuliana e da quando Marco le ha
installato quel maledetto gioco, è alla ricerca di qualcuno con cui poter
“essere se stessa”. Ha conosciuto tante persone sparse per tutta Italia ma
nessuna che abbia ancora definita “amica”. Tranne ora. Sentiamola … Sei sicura
Giuliana che sia un’amica?
GIULIANA. (Ride da sola scrivendo al cellulare).
ALDO. Giuliana … ti prego
almeno tu che hai quasi sessant’anni.
GIULIANA. Cinquantasette, per
favore.
ALDO. (Al pubblico) avete visto, toccate l’età alle donne e avrete la
loro attenzione. (A Giuliana) che mi
dici di questa “amica”?
GIULIANA. È fantastica. È
l’amica che ho sempre desiderato. Non è facile trovare qualcuno che sappia
ascoltare.
ALDO. Ah perché vi
telefonate?
GIULIANA. No, è un modo di
dire. “Ascoltare” quello che scrivo.
ALDO. Capisco. E a quanto
vedo scrivi parecchio …
GIULIANA. Le tengo compagnia.
È spesso sola perché il marito lavora fino a tardi svolge turni impensabili.
ALDO. Spero non ti deluda
come invece hanno fatto tutte quelle prima di lei.
GIULIANA. Non credo, è troppo
una brava persona.
ALDO. Tu le scrivi e lei
legge e basta?
GIULIANA. Quasi. Lei scrive
poco, è una persona riservata. Però mi ha detto che se comincia a parlare … (viene interrotta).
ALDO. … a scrivere, vuoi
dire.
GIULIANA. No, no proprio a
parlare a voce. Stavo dicendo che quando inizia a parlare non finisce più. Però
io le ho detto che quando ci sentiremo, la lascerò parlare solo un minuto e poi
toccherà a me per un minuto e così via. Non trovi simpatica questa cosa?
ALDO. (Ironico) eccome se è simpatica, simpaticissima! E di dov’è?
GIULIANA. Di Verona. Mi ha
invitata a vedere la città e mi ha anche detto che mi farà da Cicerone.
ALDO. Detto? Allora vi siete
sentite per telefono.
GIULIANA. No, è sempre un
modo di dire.
ALDO. Con i vostri modi di
dire, io, non ci capisco nulla! Marco, ora smettila e … aiuta in casa invece di
perdere tempo a scrivere … monosillabi.
MARCO. Non prendertela con
me, se sei arrabbiato con mamma! (Nel
frattempo gli scivola il cellulare ma lui non si accorge e va avanti a
messaggiare come se lo avesse).
ALDO. Guardati! Ti è
scivolato il cellulare e non te ne sei nemmeno accorto!
MARCO. Grazie papà, sono
talmente assorto nel messaggiare che non me ne sono accorto.
ALDO. Io … io … (a Giuliana) e tu non dire nulla!
GIULIANA. Sto insegnando alla
mia amica di Verona ad essere positiva nella vita di tutti i giorni.
ALDO. (Sofferente al pubblico) sta insegnando alla sua amica ad essere
positiva! E chi lo insegna a me ad essere positivo con una famiglia così!
SCENA III
Aldo, Marco, Giuliana e mamma
MAMMA. Te lo posso insegnare
io. Ho imparato molto nella mia vita, grazie alla mia positività e autostima. (Al pubblico) so ballare, cantare, cosa
volete che sia per me insegnare a mio figlio ad essere positivo. Ho fatto persino
la modella.
MARCO. Davvero nonna? Quanti
anni fa?
MAMMA. Aldo, trovo tuo figlio
impertinente a volte.
ALDO. Mio figlio è anche tuo nipote.
MAMMA. Quando risponde così,
vorrei fosse solo tuo figlio.
ALDO. E io vorrei fosse figlio
di un altro. Ma se non si stacca dal quel cellulare entro cinque minuti, giuro
che lo prendo a ceffoni.
MAMMA. Non esagerare Aldo, in
vita tua io non ti ho mai neppure toccato.
MARCO. Ora si che capisco
tante cose.
ALDO. Taci!
GIULIANA. (Sempre con il cellulare in mano) oltre
ad essere una persona a modo è anche simpatica.
MAMMA. (Preoccupata) Aldo, tua moglie parla sempre da sola?
ALDO. (Sconsolato) no mamma, si scrive con un’amica.
MAMMA. Ah … proprio una bella
famiglia “virtuale” la vostra. Ritorniamo a noi, sono passata a prendere lo
scontrino della mia tv nuova perché non funziona e la voglio cambiare.
ALDO. Come non funziona?
MAMMA. Non funziona, non so
che dirti … non si accende.
ALDO. Hai provato ad
accenderla?
MAMMA. (Sospirando) ti ho detto che non si accende! Non credi che per
sapere se si accendeva, io abbia cercato di accenderla?
ALDO. Vero. Si è accesa?
MAMMA. (Scocciata) ti ho detto di no! Dammi lo scontrino per favore così
la vado a cambiare dato che è ancora in garanzia.
ALDO. Scontrino? Io non ho il
tuo scontrino.
MAMMA. Come … non hai il mio
scontrino? L’ho lasciato a te perché temevo di perderlo!
MARCO. La mela non cade
lontano dall’albero.
ALDO. (Cerca in un cassetto) qui non c’è e se non è qui …
MARCO. … vuol dire che
qualcuno è entrato e ha rubato solo lo scontrino.
ALDO. Non stai rispondendo al
cellulare ai tuoi amici? Ecco, vai avanti.
SUONO DEL CELLULARE DI ALDO.
ALDO. Scusa mamma, il mio
cellulare. (Prende il cellulare) è un
video del mio amico Pietro. (Guarda il
cellulare e ride) forte questo video!
MAMMA. (Guarda i tre stupefatta).
MARCO. Di che video si
tratta?
ALDO. Quello del gatto che
parla.
MARCO. L’hanno mandato anche
a me, bellissimo!
GIULIANA. Il gatto che parla?
Anche a me l’hanno mandato e lo trovo esilerante.
MAMMA. (Al pubblico) era mio figlio quello di prima che inveiva contro i
suoi familiari a causa del continuo uso dei celluli?
SUONO DI TELEFONO FISSO.
MAMMA. Ecco, mancava solo il
telefono fisso.
ALDO. (Mentre guarda il suo video al cellulare) mamma, rispondi tu per
favore?
MAMMA. Non mi permetterei, è
casa tua …
ALDO. Marco, il telefono.
MARCO. (Mentre è al cellulare) non posso, sono impegnato … nonna rispondi
tu per favore.
MAMMA. Non ci penso nemmeno.
ALDO. Giuliana, rispondi per
favore.
GIULIANA. (Mentre è al cellulare) non posso. La
mia amica mi ha scritto che è contenta di aver trovato un’amica in me.
ALDO. Sei sicura che non ti
deluderà col tempo?
GIULIANA. Assolutamente no. È
stata delusa da tante amiche ma lei, dice, che non deluderà nessuno.
MAMMA. Celluli! Volete
rispondere al telefono? O vi serve la cameriera che risponda.
GIULIANA. Grazie mamma
Giuditta, sei un angelo.
MAMMA. Cameriera, non angelo!
(Al pubblico) vi rendete conto? Io
devo rispondere al loro telefono perché i padroni sono tutti occupati a … la tennologia! Dove la butterei! (Risponde) si, casa Celluli … volevo dire casa Cella. ……… ah,
buongiorno. Aldo? È leggermente occupato ………….. anche Giuliana ………………… e si, dice bene, anche Marco è
occupato. (Al pubblico) la prossima
volta scappo da qui. …………… si certo, dica pure a me che poi riferisco
…………………………………… si, penso sia una bella cosa e non credo ci siano problemi in
merito. Appena avrò riferito a Marco, sono sicura che arriverà da lei di corsa.
Arrivederci. Si figuri ….
ALDO. (Sistema al suo posto il cellulare) vedo che hai già terminato la
chiamata, ora sarei stato libero. Chi era?
MAMMA. Il tuo nuovo vicino,
il signor Carlo.
ALDO. Ah sì, ci siamo
incontrati qualche volta e sembra una brava persona, gentile.
GIULIANA. Io ho incontrato la
moglie e la figlia, persone molto cortesi.
MAMMA. Si tratta della
figlia. Dato che non conosce nessuno, il padre chiedeva a Marco se poteva fare
amicizia con lei.
GIULIANA. Perché no, farei lo
stesso anch’io se andassi ad abitare in un'altra città.
MARCO. Non ci penso nemmeno.
ALDO. Perché no? È una bella
ragazza e dalla casa, dalle auto e dai vestiti, sembra provenga da una famiglia
benestante. E cosa più importante non li vedo mai usare cellulari se non per
necessità.
MARCO. Bene, escici tu
allora.
GIULIANA. (Ironica) e no, lui non può. Non può
cambiare il suo stile di vita, non può trovare un’amica che non sia virtuale.
MAMMA. Amici in carne ed
ossa, ne hai gran pochi, potrebbe essere interessante.
GIULIANA. Le uniche persone
umane che conosce sono quelle a cui fa visita al cimitero, quando ci va.
MAMMA. L’ho sempre detto io
che il cimitero è salutare.
MARCO. Smettetela. Io ho molti
amici ma di certo non li faccio conoscere a voi. Ora devo andare. Ci vediamo
stasera.
MAMMA. Marco, non vuoi
ripensarci? Conoscere una ragazza … vera … ti farebbe bene.
MARCO. Non ne ho bisogno. (Esce).
MAMMA. È uscito. È uscito e
tu non gli hai detto nulla.
ALDO. Lo so, però talvolta
penso che i giovani d’oggi vanno anche un po’ capiti.
MAMMA. Cosa c’è da capire io
non so.
ALDO. Tu sei di un’altra
epoca mamma.
MAMMA. Ecco, tu mi dai sempre
contro e questo mi disturba anche parecchio. Quando parlavo con tuo padre, lui,
mi dava sempre ragione.
ALDO. Per forza, era sordo.
MAMMA. Tuo padre sentiva
leggermente poco, non era sordo.
ALDO. Mamma, papà era sordo e
io dovevo scrivergli perché mi capisse.
GIULIANA. Aldo, comportati
bene con tua mamma. (Ad Aldo sottovoce) non
devi dirle quella cosa là?
ALDO. È vero. (Gentile) mamma, ricordi quel
soprammobile di porcellana che mi hai regalato per il mio matrimonio?
MAMMA. Oh si
certo. È un bellissimo piatto in porcellana che è stato tramandato di
generazione in generazione alla nostra famiglia.
ALDO. Ecco … ecco … questa
generazione … l’ha rotto.
MAMMA. Come … l’ha rotto?!
ALDO. È caduto … e si è
rotto. Però tranquilla che l’ho portato a sistemare e tornerà meglio di prima.
MAMMA. Come hai potuto … io …
io l’ho conservato sempre in un luogo sicuro. Ti rendi conto di quello che hai
fatto?
ALDO. Su mamma, non fare una
tragedia ora, ci sono problemi più importanti di questo.
MAMMA. Io non ti riconosco
più, da quando questa famiglia è dedita all’uso di celluli, succede di tutto.
GIULIANA. Tua madre non ha
tutti i torti …
ALDO. Smettetela tutte e due
per favore … io ho bisogno di pace!
MAMMA. Che bei complimenti!
Aldo, tu sai cos’è l’inferno?
ALDO. Si certo, un posto con
tanto fuoco.
MAMMA. Spero allora che tu
sappia come ci si va.
ALDO. Si, basta non morire.
MAMMA. Sbagliato! Basta solo
non rispondere in malo modo alla madre. Ora torno sotto a cercare lo scontrino,
ma se non lo trovi, sei nei guai. (Esce).
GIULIANA. L’hai fatta
arrabbiare. Comunque non ci sarebbe da meravigliarsi che gliel’abbia perso tu
lo scontrino, perdi tutto.
ALDO. Non è vero … perdo … il
giusto. Ora vado dal nostro vicino e gli dico che Marco è impossibilitato all’amicizia
con sua figlia perché è impegnato.
GIULIANA. Impegnato? Se non
fa nulla tutto il giorno se non stare al cellulare o al computer!
ALDO. E io che ho detto?
Impegnato. O preferisci che gli dica che nostro figlio è ormai diventato …
virtuale anche per noi?
GIULIANA. Hai ragione. Però
se gli trovassimo una ragazza, forse, vivrebbe in modo normale.
ALDO. E come gliela troviamo?
Col cellulare? Io vado. A dopo. Ciao.
GIULIANA. Ciao. “Ciao amica,
grazie di tutto. A stasera”. Ho salutato la mia amica di Verona, deve uscire
con la sua famiglia e così ci sentiremo per un breve messaggio quando torna.
Sono stata davvero fortunata ad incontrarla, non la cambierei con nessun altra.
So che state pensando, è facile andare d’accordo con qualcuno che non è reale,
ma vi dico che non è proprio così, con lei ho litigato già alcune volte, ma con
il rispetto e l’amicizia che ci lega, riusciamo ogni volta a superare tutto. E
so che sarà sempre così. Mio marito non crede molto alle amicizie in genere e
non so che torto dargli, mi ha visto soffrire spesso per la perdita della
amicizie. Ma questa volta con la mia amica di Verona vado sul sicuro. Ora vi
lascio, raggiungo mio marito dal nostro vicino per vedere come si stanno
mettendo le cose. A dopo.
SCENA IV
Amilcare
AMILCARE. (Entra) ho appena visto mia cognata
entrare in casa del nostro nuovo vicino. E io che volevo chiederle se aveva
bisogno di qualcosa. Non che io stia sempre così gentile, è solo che per una
volta vorrei arrivare tardi al lavoro. Non credo sia nulla di male un ritardo dopo
trent’anni di servizio sempre puntuale. Mi pare anche legittimo. Ho ancora due
ore a disposizione prima dell’inizio del mio lavoro notturno, ho ancora tempo
per trovare una scusa plausibile. (Suono
di messaggio del suo cellulare) oh, scusate (guarda il cellulare) un messaggio. (Inizia a pigiare tasti su tasti. Si spazientisce). Questa
tecnologia! La butterei nel ces … la butterei dalla
finestra assieme al mio cellulare. Io non sono per nulla tecnologico ma mio
fratello ha voluto regalarmi il suo vecchio cellulare dicendomi che poi non
sarei riuscito più a farne a meno. Infatti, non lo uso praticamente mai come
faccio con i calzini lunghi (mostra le
calze corte). Ecco, come al solito, mi arriva solo il finale del messaggio.
Comincio a credere che il cellulare di Aldo non sia vecchio, ma decrepito. E
capisco anche il perché me lo abbia regalato e non abbia voluto nulla in
cambio. Vi leggo ciò che c’è scritto nel mms. O si
chiama rms? Aspettate … (pensa) sms! Non so nemmeno pronunciarlo! E poi, chi mi sa dire che
significa sms? Mi sono informato e sms significa: servizio messaggi brevi.
Messaggi brevi? Ma se tutte le persone si mandano dei papiri! Forse questa
dicitura va bene solo per me, mi arrivano solo i finale dei messaggi! Vi leggo
ciò che ho ricevuto “… sei speciale. Grazie. Marisa”. (Pensando) sei speciale … grazie … Marisa. Ma si certo, è di Marisa
la mia vicina, mi avrà voluto ringraziare perché ieri l’ho aiutata a portare in
casa un mobiletto che si era comperata in un negozio. Ultimamente sembra che
abbia sempre bisogno del mio aiuto. Mah! A capirle le donne! Fortuna che io
sono singolo.
SCENA V
Amilcare e Marisa
MARISA AMICA. (Entra. Ha modi seducenti perché è
innamorata di Amilcare e sa di aver scritto una dichiarazione d’amore al suo
cellulare) ciao Amilcare.
AMILCARE. Ciao Marisa.
MARISA AMICA. Hai ricevuto il mio rsmr?
AMILCARE. Si. Immaginavo
fosse il tuo.
MARISA AMICA. Allora che mi dici?
AMILCARE. Ti dico che … ti
dico che … (al pubblico) non posso
dirle che ho ricevuto solo la parte finale del suo rsms,
penserebbe che sono poco tecnologico, quando invece mi conosce per una persona
all’altezza della situazione. Si l’ho ricevuto e … ti ringrazio.
MARISA AMICA. (Felice)
grazie per il ringraziamento, ma che dici? Si può fare?
AMILCARE. (Imbarazzato perché non sa che vuol dire) si
può fare … si può fare … (al pubblico)
ma se il mobile glielo ho già sistemato ieri? Che vuole ancora? Dovrò aiutarla
per qualcosa, di sicuro. Sarà questo che avrà voluto dire nel messaggio. Si può
fare certo … (viene interrotto).
MARISA AMICA. Oh tesoro! Lo sapevo che non potevi che corrispondermi!
(Gli si avvicina troppo).
AMILCARE. (Si allontana) oh ma certo, se tu mi
chiedi aiuto io ti corrispondo. (Al
pubblico) non capisco perché si avvicina così. Che abbia freddo?
MARISA AMICA. Allora, quando lo facciamo?
AMILCARE. Quando lo facciamo
… (Al pubblico) ecco la scusa per
arrivare tardi al lavoro, aiutare Marisa a sistemare quello di cui ha bisogno. (A Marisa) possiamo farlo anche subito.
MARISA AMICA. (Preoccupata) qui? E se arriva tuo
fratello e tua cognata?
AMILCARE. Ma no, intendevo a
casa tua. Ma se vuoi anche da tua madre. Dove vuoi tu.
MARISA. Grazie, grazie, Amilcare.
Però se hai fretta possiamo iniziare anche qui. (Le si avvicina di nuovo e si toglie il golf).
AMILCARE. Immagino che tu
abbia freddo … meglio se ti tieni il golf no?
MARISA AMICA. Vuoi che facciamo tutto a casa mia?
AMILCARE. Si va bene. Anzi, spero
di rimanerci almeno per tre ore. (Al
pubblico) così arrivo in ritardo al lavoro.
MARISA AMICA. Tre ore? Uah! (Gli tocca i muscoli delle braccia) che
macho!
AMILCARE. (Scansandola) che macio e micio
d’Egitto! Marisa, non c’è bisogno di tutte queste smancerie, di qualsiasi cosa
tu abbia bisogno, ti aiuto. Allora andiamo a casa tua?
MARISA AMICA. (Decisa
e nello stesso tempo contenta) si, si andiamo! (Si ferma) perché hai detto: “di qualsiasi cosa tu abbia bisogno ti
aiuto”? Perché tu … (preoccupata) non
senti nulla?
AMILCARE. (Si mette in ascolto) no, non sento
nulla.
MARISA AMICA. (Preoccupata)
nulla di nulla? Nemmeno un qualcosina?
AMILCARE. (Si mette in ascolto di nuovo) io non
sento nulla … ah no, ora sento qualcosa … una mosca che mi ronza intorno. Vattene!
MARISA AMICA. A me?
AMILCARE. No alla mosca.
MARISA AMICA. Alla mosca?
AMILCARE. Si alla mosca e se
la prendo la mangio! (Tenta per prenderla
più volte). (a Marisa) riusciremo ad impiegarci almeno tre ore?
MARISA AMICA. (Risollevata) questo dipende da te.
AMILCARE. Si, è vero. Di che
mobile si tratta?
MARISA AMICA. Io pensavo al letto.
AMILCARE. Al letto?
MARISA AMICA. Se non ti va bene, possiamo fare anche il
divano?
AMILCARE. Vada per il divano.
MARISA AMICA. Andiamo.
AMILCARE. Andiamo.
MARISA AMICA. (Al
pubblico) mi ama. (Sta per uscire
prima di Amilcare).
AMILCARE. Presumo che sia
ancora imballato.
MARISA AMICA. (Si
ferma preoccupata) imballato? Cosa?
AMILCARE. Il divano. Non hai
detto che si tratta del divano?
MARISA AMICA. (Titubante)
si …
AMILCARE. Bene, allora
andiamo a far festa al divano.
MARISA AMICA. (Rincuorata)
si certo, a far festa al divano. Mi avevi fatto preoccupare. Andiamo.
AMILCARE. Andiamo. Spero che
sia di piccole dimensioni.
MARISA AMICA. (Si ferma preoccupata) perché di piccole
dimensioni?
AMILCARE. Così non mi stanco.
MARISA AMICA. Come “non mi
stanco”? Non hai detto prima che volevi impiegarci tre ore?
AMILCARE. Vero. Meglio grande
allora.
MARISA AMICA. (Rincuorata
di nuovo) oh si, è bello grande. Andiamo. (Sta per uscire prima di Amilcare).
AMILCARE. Andiamo. Ma se è
tanto grande tu mi aiuti vero?
MARISA AMICA. (Si ferma) ovvio che ti aiuti,
altrimenti che ci starei a fare? (Sta di
nuovo per uscire prima di Amilcare).
AMILCARE. Anche questo è
vero. Si però, non fare come l’altra volta che ho dovuto fare tutto da solo.
MARISA AMICA. (Si
ferma) l’altra volta? Quale altra volta? Questa è la nostra prima
volta.
AMILCARE. E il mobiletto di
ieri? E la cassapanca dell’altro ieri? Ti sei già dimenticata? Senza tutte le
piccole cose.
MARISA AMICA. (Seria) si può sapere di che stai
parlando?
AMILCARE. Sto parlando del
fatto che hai acquistato un divano grande e vuoi che venga da te ad
assemblarlo.
MARISA AMICA. Assemblare il
divano? Amilcare, tu hai letto il messaggio che ti ho mandato?
AMILCARE. Ecco … in verità …
ecco … no. Scusa Marisa, lo so che tu hai sprecato tempo e belle parole per
ringraziarmi, ma io ho un cellulare … diciamo … un po’ particolare e ho letto …
solo la parte finale.
MARISA AMICA. La parte … finale? Solo la parte finale? (Amareggiata).
AMILCARE. Si, scusa Marisa,
mi dispiace. Non fare così, potevi anche dirmelo a voce che volevi ringraziarmi
per i favori che ti faccio.
MARISA AMICA. I favori?
AMILCARE. Ma si, tutte le
cose che faccio per te. Non volevi forse ringraziarmi col tuo messaggio?
MARISA AMICA. (Non sa
se piangere o ridere) si, volevo solo ringraziarti.
AMILCARE. Marisa, non fare
così, apprezzo il tuo messaggio anche se l’ho ricevuto in parte.
MARISA AMICA. Lo posso vedere?
AMILCARE. Ecco che te lo
mostro subito. (Prende il cellulare e
fatica ad accenderlo) ecco, leggi.
MARISA AMICA. “… sei speciale. Grazie. Marisa”. (Piange).
AMILCARE. Marisa, non fare
così. Non è successo nulla di grave. Ora mettiti comoda intanto che vado a
prenderti un bicchiere di acqua. Vedrai poi come ti riprenderai. (Esce).
MARISA AMICA. (Al
pubblico piangente) ho impiegato due ore per scrivergli un messaggio
d’amore! Una lettera d’amore da far invidia ad “Un posto all’ombra”! Io lo amo
e per averlo vicino gli chiedo sempre dei favori … ma lui non mi ricambia! La
strategia del messaggio non ha funzionato, devo fare qualcos’altro per dirgli
che lo amo! Come sono triste! (Esce di
scena).
SCENA VI
Amilcare e Mamma
AMILCARE. (Entra) ecco qui un bel bicchiere di
acqua e vedrai come farai in fretta a riprenderti. (Non la vede e si guarda in giro) Marisa, Marisa! Dove ti sei
cacciata!
MAMMA. (Entra) se cerchi Marisa si sta avviando verso casa sua. L’ho vista
mentre arrivavo. Amilcare, mi daresti il mio scontrino?
AMILCARE. Si certo.
MAMMA. (Al pubblico) visto? Lo avevo dato ad Amilcare e non ad Aldo. Ed
ero io quella che perde sempre tutto.
AMILCARE. (Toglie dal portafoglio uno scontrino) ecco
mamma.
MAMMA. Grazie. (Sta per andarsene quando si accorge che non
è quello giusto) Amilcare, questo è lo scontrino della lavatrice che ho
acquistato l’anno scorso.
AMILCARE. (Lo guarda) scusa mamma hai ragione, mi
sono confuso. (Estrae sempre dal
portafoglio un altro scontrino) eccolo qui.
MAMMA. Nemmeno questo è
quello giusto! È lo scontrino dell’aspirapolvere!
AMILCARE. Scusa mamma, ma questi
scontrini si assomigliano tutti!
MAMMA. Eh si,
sono tutti bianchi.
AMILCARE. Dovrebbero anche
loro usare carta colorata così io non mi potrei confondere. (Estrae l’ultimo) questo è l’ultimo per
fortuna e sarà sicuramente quello giusto.
MAMMA. Oh, finalmente! (Sta per andarsene quando si accorge che non
è quello giusto) no, non è questo. Senti Amilcare, me lo vuoi dare questo
scontrino o devo ucciderti per averlo? Senza lo scontrino che ti ho dato, non
mi cambiano la tv che non va.
AMILCARE. Lo scontrino della
tua tv nuova? Non mi hai dato nessuno scontrino della tua tv.
MAMMA. Ma come? Certo che te
l’ho dato! Non ricordi quando siamo andati insieme a comperarla?
AMILCARE. Insieme? Tu sei
andata con Aldo, non con me.
MAMMA. Davvero? È vero, ora
ricordo. Però ricordo molto bene che tu mi hai mostrato come si usava e mi hai
inserito tutti i canali.
AMILCARE. No, mamma, è stato
Marco.
MAMMA. Dici? Potrebbe anche
essere vero, è lui il tennico di tutto quello che è
elettronico.
AMILCARE. È vero, è stato
Marco ad installarti la tv.
MAMMA. Ammettiamo che sia
anche così, però tu mi hai mostrato come pulire lo schermo al plasmon. Ed è stato lì che io ho dato a te lo scontrino.
AMILCARE. È stata Giuliana a
mostrarti come tener pulito lo schermo al “plasma”.
MAMMA. Sei uguale a tuo
fratello! Avete perso il mio scontrino e scaricate la colpa su di me.
AMILCARE. Scusa? Io e Aldo abbiamo
perso lo stesso scontrino? Com’è possibile mamma?!
MAMMA. Ah non lo so, ve lo
sarete scambiato.
AMILCARE. Si, ora ci
scambiamo gli scontrini come si fa con le figurine! Mamma! Tutto quello che
posso fare è accompagnarti dal rivenditore a cambiare la tv. Dopo aver montato il
divano nuovo di Marisa. (Al pubblico)
e così arriverò tardissimo al lavoro! Che felicità!
MAMMA. Non si può cambiare la
tv senza lo scontrino! Scusa, Marina ha comprato un divano nuovo?
AMILCARE. Si e io ora glielo
vado a montare.
MAMMA. Ma se ne ha acquistato
uno solo l’anno scorso!
AMILCARE. Probabilmente lei
li usa e li consuma. Allora ti accompagno dal rivenditore?
MAMMA. Solo dopo aver trovato
lo scontrino.
AMILCARE. (Al pubblico) peccato! Vedrò di perder
più tempo da Marina.
SUONO DI CELLULARE DI AMILCARE
AMILCARE. (Legge) è di Marisa. “Divano arriva fra
un anno”. Fra un anno? I messaggi corti arrivano purtroppo. Dico purtroppo
perché niente divano, niente ritardo. Ti porto dal rivenditore mamma? Se vuoi
ti posso portare anche da tutti i rivenditori di tv della zona.
MAMMA. Ti ho già detto che
prima devo trovare lo scontrino. Ora lo vado di nuovo a cercare. Anche se sono
sicura che me lo avete perso voi. (Esce).
AMILCARE. E io che faccio ora?
Nemmeno oggi arriverò tardi al lavoro!
SCENA VII
Aldo e Giuliana
ALDO. (Entra con Giuliana) mi è dispiaciuto, ma d’altronde non potevamo
mentire su nostro figlio.
GIULIANA. Vero. (Si mette sul divano e inizia a
messaggiare).
ALDO. (Non si accorge che la moglie è assorta dal cellulare) però non è
male l’idea di organizzare un incontro fra i nostri figli.
GIULIANA. Vero.
ALDO. Carlo sarebbe contento
che la figlia facesse amicizia dato che non conosce nessuno qui e a noi farebbe
piacere che Marco conoscesse sua figlia dato che lei non ama troppo il
cellulare.
GIULIANA. Vero.
ALDO. Tu che suggerisci?
GIULIANA. Vero.
ALDO. Come vero? Ti ho
chiesto se hai qualche idea su come farli incontrare.
GIULIANA. Vero. (Ride) ah, ah, ah, ah, ah!
ALDO. Vero cosa? E non c’è
nulla da ridere! (Si gira e si accorge
che sta di nuovo messaggiando. Al pubblico) è di nuovo al cellulare con
quella sua amica! Voglio far comunicare Marica con Marco, e non riesco a
comunicare nemmeno con mia moglie. Eppure un modo ci deve essere … (pensa). Trovato! (Prende il suo cellulare e inizia a scrivere) ciao Giuliana.
Allora, cosa ne pensi se provassimo a far incontrare Marco con la figlia di
Carlo? Invia.
SUONO DI CELLULARE DI GIULIANA
GIULIANA. (Legge il messaggio e risponde digitando
qualcosa. Poi prosegue ciattando al cellulare come prima).
SUONO DI CELLULARE DI ALDO
ALDO. (Legge il messaggio ad alta voce) ciao Aldo. Si, sono d’accordo per
trovare una soluzione con i due ragazzi. Appena mi viene in mente qualcosa te
lo dico. Tu ci hai già pensato? (Al
pubblico) avete visto come riesco ad avere la sua attenzione? (Scrive e parla nello stesso istante)
per il momento non ho nessuna idea ma conto di trovarne una al più presto.
Invia.
SUONO DI CELLULARE DI GIULIANA.
GIULIANA. (Legge il messaggio e risponde digitando
qualcosa. Poi prosegue ciattando al cellulare come prima). Perfetto. A dopo
allora. Dimenticavo … a che ora vuoi cenare stasera?
SUONO DI CELLULARE DI ALDO
ALDO. (Legge ad alta voce il messaggio ricevuto) Perfetto. A dopo allora.
Dimenticavo … a che ora vuoi cenare stasera? (Scrive e parla nello stesso istante) alle sette e mezza se ti va
bene. Se non ti disturba ora vado a fare due passi cercando di pensare a
qualche strategia. Ciao.
SUONO DI CELLULARE DI GIULIANA
GIULIANA. (Legge il messaggio e risponde digitando
qualcosa. Poi prosegue ciattando al cellulare come prima).
SUONO DI CELLULARE DI ALDO
ALDO. (Legge ad alta voce il messaggio ricevuto) va bene. Ciao a dopo. (Al pubblico) avete visto? Non crediate
che sarà sempre così, le cose col tempo cambiano, abbiate fede, succede sempre.
Ora vado a pensare alla soluzione da mettere in atto. A dopo. (Sta per uscire quando entra la figlia del
vicino).
SCENA VIII
Aldo, Giuliana e Marica
MARICA. (Entra) buongiorno. Sono Marica, la figlia del vostro vicino.
ALDO. Ciao Marica.
MARICA. Mio padre mi ha raccontato
tutto.
GIULIANA. Non sai quanto mi
dispiace Marica, ma vedrai che una soluzione la troviamo.
ALDO. Stavo giusto andando a
fare due passi cercando di pensare a come farvi incontrare. Anche noi vogliamo
che Marco si distragga con te.
GIULIANA. Non fraintendere
mio marito, voleva solo dire che sarebbe contento di riuscire a distogliere
Marco dal cellulare ma che sia tu con la tua semplicità e con la tua bellezza,
con la tua intelligenza a compiere questo miracolo. Vero Aldo?
ALDO. Vero! Parola per
parola!
MARICA. Oh, avevo capito ciò
che voleva dire. E io ho trovato la soluzione. Se permettete ve la espongo.
ALDO. Esponi, esponi, siamo a
tutto naso.
MARICA. Voi avete raccontato,
che Marco sta spesso al cellulare e allora ho pensato: Perché non incontrarci al
cellulare. Che dite?
ALDO. (Meravigliato contento) dico che è un’ottima idea!
GIULIANA. (Meravigliata contenta) più che ottima!
E io so come farvi incontrare: con il quizzone! Tu lo sai giocare?
MARICA. Non ho mai giocato
perché io uso il cellulare solo per motivi urgenti, ma so come si gioca, me lo
ha mostrato un’amica di scuola.
GIULIANA. Allora ti do il
nome di Marco con cui gioca e poi tu farai il resto.
ALDO. Dimmi la verità, vuoi
conoscere Marco per trovare una compagnia oppure …
GIULIANA. … oppure Marco … ti
piace?!
MARICA. Ecco … sono molto
interessata a conoscere persone e a trovarmi una compagnia con cui uscire …
però sono molto più interessata a Marco … mi piace ed è un bel ragazzo.
ALDO. (Compiaciuto) modestamente dicono che assomiglia a me.
GIULIANA. (Che non stava ascoltando il marito perché
si gongolava per la stessa cosa) modestamente dicono che assomigli a me.
ALDO. E no Giuliana, Marco è
spiccicato me.
GIULIANA. Come? Stai
scherzando? Marco è la mia fotocopia.
ALDO. Che stai dicendo! È la
mia riproduzione!
GIULIANA. Niente affatto! Marco
è la mia fotografia!
MARICA. (Intervenendo fra i due) Marco assomiglia a tutti e due. Ha preso
le belle qualità da tutti voi, e lo si vede.
ALDO. Modestamente …
GIULIANA. Umilmente …
MARICA. Posso avere il nome
con cui Marco gioca al Quizzone?
GIULIANA. Subito. (Prende carta e penna) te lo scrivo: Marco.usb.
MARICA. Grazie. Vado a casa e
vedo che posso fare. Appena ho notizie vi informo. Arrivederci. (Esce).
ALDO. Speriamo tu riesca.
Ciao.
GIULIANA. Ciao, a presto.
ALDO. Non per tornare
sull’argomento di prima, ma non so come puoi dire che Marco assomigli a te
quando i miei parenti dicono che assomigli tutto a me.
GIULIANA. Confermo ciò che ho
detto prima perché i “miei” parenti dicono che Marco assomigli in modo
impressionante a me.
ALDO. (Sta per rispondere quando entra Marco).
SCENA IX
Aldo, Giuliana e Marco
MARCO. Mamma, io le persone
non le capisco.
GIULIANA. (Alludendo al marito) nemmeno io le
capisco.
MARCO. Ho tolto l’amicizia da
Facebook al padre di un mio amico ed ora questo papà, quando ci incontriamo per
strada non mi saluta più.
ALDO. Ma come? Ti sarai
sbagliato … non ti avrà visto.
MARCO. E no papà, è già la
terza volta che succede e perciò non credo sia un caso.
GIULIANA. E come mai gli hai
tolto l’amicizia su Facebook?
MARCO. Perché commentava
sempre le foto che postavo e questo mi infastidiva parecchio.
ALDO. Però sapevi che
concedendogli la tua amicizia lui avrebbe avuto accesso a tutto quello che
inserivi. A lui come a coloro che hai dato l’amicizia.
MARCO. Si, lo so, ma ciò non
toglie che i suoi commenti mi dessero fastidio. E per questo mi toglie il
saluto e non si ferma a chiacchierare con me. Io gli ho tolto l’amicizia
“virtuale”, ma quella vera no.
GIULIANA. Facebook unisce le
persone ma a volte le può anche … allontanare.
MARCO. Gli ho anche mandato
una mail dove spiegavo il mio gesto manifestandogli il mio disagio, ma non ho
avuto risposta.
ALDO. Mi dispiace figliolo, a
volte la virtualità è dolorosa come la realtà.
GIULIANA. Ti sei comportato
come pensavi fosse giusto, non hai fatto nulla di male. Se è una persona
intelligente e saprà mettersi nei tuoi panni, vedrai che capirà.
MARCO. Speriamo sia così.
ALDO. Tu comportati sempre
con onestà come tuo padre ti ha insegnato …
GIULIANA. … e con sincerità
come tua madre ti ha insegnato e poi il resto verrà da solo.
SUONO DI CELLULARE DI MARCO
MARCO. Ho una richiesta per
giocare al Quizzone! (Esce).
ALDO. Marica si è già messa
la lavoro a quanto sembra.
GIULIANA. Non ha proprio
perso tempo.
SCENA X
Aldo, Giuliana e Mamma
MAMMA. Giuliana, dimmi dove
lo hai nascosto.
ALDO. Ciao mamma. Che
succede?
MAMMA. Che succede? Tua
moglie mi ha nascosto lo scontrino della mia tv.
GIULIANA. Che avrei nascosto?
Io quello scontrino non l’ho manco visto!
MAMMA. Te l’ho dato quando mi
hai mostrato come tener pulito lo schermo al “plasmon”.
GIULIANA. “Plasma”, si dice.
E non mi hai dato nessuno scontrino in quell’occasione.
ALDO. Mamma, Giuliana non sa
nulla del tuo scontrino.
MAMMA. Dite tutti così,
intanto il mio scontrino non si trova.
SCENA XI
Aldo, Giuliana, Mamma, Alberto e Marisa
ALBERTO. (Entra) io non capisco perché dobbiamo litigare per qualcun altro.
MARISA. (Entra) si vede che non ne abbiamo abbastanza dei nostri litigi.
MAMMA. Ciao ragazzi, tutto
bene?
ALBERTO. Un’altra domanda di
riserva, zia?
MAMMA. Ma, non so … c’è bel
tempo fuori?
MARISA. Bella domanda zia, di
vitale importanza. Perché invece non ci si preoccupa di qualcosa di molto
serio?
MAMMA. È vero, avete visto lo
scontrino della mia tv?
MARISA. Più serio! Come le
notizie che raccontano dei mariti che uccidono le mogli!
ALBERTO. Vorresti forse che
siano le suocere ad uccidere le mogli dei mariti?
GIULIANA. Oppure vorresti
forse che sia il suocero ad uccidere la moglie dei mariti?
MAMMA. (Alludendo) o dovrebbe essere la zia ad uccidere la moglie del
nipote?!
MARISA. Quello che voglio
dire è che non c’è mai una moglie che uccide il marito, sono solo e sempre i
mariti che uccidono le mogli! E questa è pura discriminazione!
GIULIANA. Beh, effettivamente
Marisa non ha tutti i torti, si sente e spesso solo di mariti, che uccidono le
mogli.
ALDO. Se succede ci sarà un
motivo …
GIULIANA. Che vorresti dire?
ALDO. Nulla, solo che le
mogli …
MAMMA. Le mogli … cosa?
SUONO DI CELLULARE DI ALBERTO
ALBERTO. (Risponde) ah ciao nonna. Si … più tardi vado al supermercato …
dimmi pure ciò che ti serve … pinne e maschera da sub. Va bene. Ciao nonna.
MAMMA. Gli servivano proprio
oggi.
SUONO DI CELLULARE DI MARISA
MARISA. (Risponde)
ciao Catia. (Ai presenti) è una mia
amica. ... davvero? Tuo figlio è per la prima volta ha usato il vasino?
Grandioso! Piange ora? … vai, vai, ciao.
MAMMA. Per una mamma, il
vasino è un traguardo.
MARISA. E comunque è
un’ingiustizia. Vorrei che ci siano donne che uccidono i mariti per pareggiare
i conti.
ALDO. (A Marisa) se vuoi cominciare tu Marisa …
GIULIANA. (Ad Aldo) perché non posso cominciare
io?
MAMMA. Se volete, posso
cominciare benissimo io. Qualche uomo volontario?
ALBERTO. Marisa, stai
prendendo troppo a cuore questo fatto.
MARISA. Dici così perché tu
sei un uomo!
SUONO DI CELLULARE DI ALBERTO
MAMMA. Ancora con questi
cellulari! Se tutti voi continuate così, prima o poi si potrebbe sentire al
telegiornale una notizia che dice così: “Signora stermina più famiglie insieme a
causa del continuo uso dei celluli”.
ALBERTO. (Risponde) non ancora … dimmi … maschera da sub ma col boccaglio …
ma nonna, vai al mare fra sei mesi! (Rassegnato)
va bene, anche col boccaglio.
MARISA. Noi donne dobbiamo
ribellarci e perché no, armarci per poterci difendere e poi per attaccare.
ALBERTO. Anche voi uccidete,
lo so, solo che voi siete più astute di noi uomini perché non vi fate scoprire.
SUONO DI CAMPANELLO.
MAMMA. (Va ad aprire) apro io.
SCENA XII
Aldo, Giuliana, Mamma, Alberto, Marisa e
venditrice di coltelli
VENDITRICE DI COLTELLI. (Entra) buongiorno. Io sono una “Mulitta”, vendo e affilo coltelli. Guardate, guardate che
bei coltelli …
MARISA. Entri signora, entri
che fa proprio al caso mio. (Si avvicina)
mi faccia vedere il coltello più lungo che ha e così iniziamo subito l’inversione
di tendenza sugli omicidi.
VENDITRICE DI COLTELLI.
Guardi signora, scelga quello che vuole, ce ne sono di varie dimensioni.
MARINA. A me serve un solo
coltello ma lungo, il più lungo che ha.
ALBERTO. (La ferma) smettila e fermati. E lei se ne vada per favore, non ci
servono coltelli.
MARISA. A te non servono, a
me si.
MAMMA. (Alla venditrice) senta signorina la ringraziamo ma siamo pieni di
coltelli in questa casa.
ALDO. Per il momento usiamo i
nostri.
GIULIANA. Bravo, per il
momento, perciò ripassi fra qualche giorno.
MARISA. (Alla venditrice) prima stavo solo scherzando ovviamente, però le
chiedo una cortesia, non venda coltelli a nessun uomo perché lo potrebbe usare
contro una donna. Donna povera e indifesa.
MAMMA. Da brava, se ne vada e
ripassi fra … cent’anni!
VENDITRICE DI COLTELLI. Vendo
anche forbici se vi interessa.
SCENA XIII
Aldo, Giuliana, Mamma, Alberto, Marisa,
venditrice di coltelli e Amilcare
AMILCARE. (Entra).
MARISA. Usare le forbici
potrebbe essere una novità per certi omicidi.
MAMMA. Le ho detto che non ci
serve nulla. Arrivederci.
VENDITRICE DI COLTELLI. Va
bene. (Mentre esce) se vi interessa
ho anche dei tagliaunghie …
AMILCARE. Che sta succedendo?
Se avete bisogno di una mano per uccidere qualcuno io mi rendo disponibile. (Al pubblico) forse ho ancora una
speranza per arrivare tardi al lavoro: uccidere qualcuno. Chi si offre per primo?
ALDO. Smettila Amilcare, non
scherzare, stiamo affrontando un argomento serio.
AMILCARE. E cioè?
MARISA. Non è giusto che
siano solamente autorizzati i mariti, ad uccidere le mogli.
ALBERTO. Di nuovo.
AMILCARE. E io ragazze che ci
sto a fare?
GIULIANA. (Prende il cellulare, poi triste) la mia
amica di Verona … la mia amica di Verona … non mi ha ancora risposto! Come può
farmi questo!
ALDO. Avrà avuto da fare.
Giuliana mi sembri un’adolescente che vuole a tutti i costi avere un’amica del
cuore.
GIULIANA. Ma io sono
un’adolescente!
MAMMA. Solo un po’ in là con
gli anni però. (Al pubblico) a casa
ho un celluli vecchio che non uso, giuro che quando scendo lo butto via!
MARISA. Non ti risponde
perché forse è stata uccisa dal marito.
ALBERTO. Smettila di dire
fesserie.
GIULIANA. Non credo proprio.
Anche se so con certezza che il marito era contrario a questa amicizia perché
rubava tempo a lui e alla loro famiglia.
MARISA. Che vi dicevo? Un
ottimo motivo per uccidere la moglie.
ALDO. Sei proprio fissata
Marisa! Ci vuole altro per arrivare ad uccidere una moglie. Se ci tiene a te
Marisa, vedrai che messaggerà ancora e nel frattempo vorrà bene alla sua
famiglia. Tu sei così con noi dopotutto e io sono contento per te se c’è
qualcosa che ti fa felice. Come messaggiare la tua amica.
GIULIANA. (Sollevata dalle belle parole) Aldo, io
non ti ucciderò mai.
SUONO DI CAMPANELLO.
ALDO. Speriamo che non sia nessuno che ci voglia
uccidere, visto gli argomenti trattati. (Va
da aprire).
SCENA XIV
Aldo, Giuliana, Mamma, Alberto, Marisa, Amilcare
e Postino
POSTINO. Permesso. Ciao Aldo.
Giuliana e saluti a tutti voi. Sono contento ci siano tutti i Cella del paese
perché ho una lettera per voi.
AMILCARE. Una lettere per
ognuno di noi tre?
POSTINO. No, una lettera sulla
quale c’è scritto “A. Cella” e Cavello, il nostro paese. E non c’è indirizzo.
MAMMA. Non c’è l’indirizzo? E
per chi è allora? Per Aldo, per Alberto o per Amilcare? È una cosa molto strana
questa.
MARISA. Una lettera anonima?
ALBERTO. Se c’è il cognome e
l’iniziale, non può essere anonima Marisa.
POSTINO. L’ho portata qui
perché presumo sia per uno di voi, in paese siete solo voi tre che portate un nome
che inizia con la A e il cognome Cella. Io ve la lascio (la prende la mamma), con questa ho terminato il mio lavoro, vedete
voi che farne. Ciao a tutti.
MAMMA. Leggiamo questa
lettera allora. (Legge): Amore, ti
chiamo amore come l’Amore che provo per te, solo Amore con la A Maiuscola. Da
quando provo questo bellissimo sentimento la mia vita ha assunto un senso. Il
mio cuore non poteva che innamorarsi di una persona speciale come te. Grazie.
Marisa.”
ALBERTO. Marisa?
MARISA. Marisa?
ALDO. Marisa?
GIULIANA. Marisa?
MAMMA. Marisa?
AMILCARE. Marisa?
GIULIANA. Tu Marisa hai
scritto una lettera d’amore a mio marito?
ALDO. (A Marisa) mi hai scritto una lettera d’amore?
MAMMA. (A Marisa) hai scritto una lettera d’amore ad … Amilcare o ad Aldo?
ALBERTO. Marisa, come hai
potuto farmi questo!
MARISA. Sappiate che io … io
… non ho scritto nessuna lettera d’amore … credetemi. (Ad Alberto) e se invece questa lettera è indirizzata a te da parte
di una certa … Marisa?! Il cognome sulla busta è anche il tuo e anche
l’iniziale!
ALBERTO. Non dire assurdità,
io non ne so nulla.
MARISA. Anch’io non ne so
nulla.
MAMMA. La nuora di mia
cognata ha una tresca con uno dei miei figli … mi sento male …
AMILCARE. (Soccorrendola) ti porto io in pronto
soccorso mamma, non preoccuparti, ci stiamo tutto il tempo necessario. Anche di
più. (A Marisa) non sapevo fossi
innamorata di me.
MARISA. Non sono innamorata
di te! Non sono innamorata di nessuno!
ALBERTO. Ah bene, molto bene.
MARISA. No … volevo dire che
non sono innamorata di loro.
GIULIANA. Volevo ben dire!
MARISA. Ma di te si Alberto.
MAMMA. Ora sto un po’ meglio.
AMILCARE. Niente Pronto
Soccorso?
MAMMA. No, grazie. Allora a
chi è indirizzata questa lettera?
MARISA. Io non lo so, so solo
che non c’entro nulla.
ALBERTO. Non ne sono molto
convinto.
GIULIANA. Nemmeno io. Aldo
che mi dici?
ALDO. Marisa non è la mia
amante! Te lo giuro!
AMILCARE. Scusa cugina, ma
non sei il mio tipo.
MAMMA. Svergognata! Illudere
così tre uomini!
MARISA. Non ho scritto io
quella lettera! Vi prego, credetemi.
AMILCARE. (Guarda l’orologio) niente Pronto
Soccorso, niente divano, anche oggi arriverò puntuale al lavoro.
SIPARIO
ATTO SECONDO
Casa di Aldo e Giuliana.
SCENA I
Aldo e Marco
MARCO. (E’ seduto sul divano e sta usando il cellulare).
ALDO. Identico al primo atto!
Marco, il pubblico potrebbe pensare che stiamo rifacendo il primo atto.
MARCO. Invece non è così,
questo è il secondo atto e io, uso il cellulare solo per necessità. Come mi fa
star bene.
ALDO. Si, solo per necessità.
Beato te che stai bene, io invece mi porto dentro una tristezza da qualche
giorno.
MARCO. E come mai papà?
ALDO. L’hai vista tua madre
come sta soffrendo?
MARCO. Si, in questi giorni
la vedo un po’ strana, sembra persino depressa. Mi raccomando papà, vedi che
stia lontana dai coltelli della cucina, non si sa mai, se ne sentono tante in
giro.
ALDO. Non c’è bisogno di
tenerla lontana dalla cucina, purtroppo non mangia quasi più. E tu Marco perché
sei felice? I tuoi amici ti hanno scritto: ahahahahah?
Oppure ihihihihih? (Al pubblico) sono questi i messaggi che si mandano i ragazzi al
giorno d’oggi.
MARCO. Non prendermi in giro
per favore, è una cosa seria papà: ho conosciuto una ragazza che è la fine del
mondo.
ALDO. Davvero? (Al pubblico) volete vedere che il
trucco ha funzionato? E come si chiama questa Marica?
MARCO. Marica? E tu come fai
a sapere che si chiama Marica?
ALDO. (Colto sul fatto) Mari … che? Mari … chi? Mari … che? Non so
nemmeno pronunciarlo quel nome, figurati che io ora so come si chiama quella
ragazza, con la quale ti messaggi! Figurati che ora so che la ragazza si chiama
Marica.
MARCO. Vedi? Lo hai detto di
nuovo.
ALDO. Io … l’ho detto di
nuovo?
MARCO. Si, lo hai detto di
nuovo sebbene tu abbia difficoltà a pronunciarlo. Mi vuoi dire come sai il suo
nome?
ALDO. Ecco io … io … (al pubblico) che gli dico ora? Ecco io
… io … ho guardato il tuo cellulare! Si, ho guardato il tuo cellulare. Lo so …
che son cose che non si fanno … ma … l’ho fatto.
MARCO. (Arrabbiato) come? Tu hai avuto il coraggio di guardare il mio
cellulare? Tu che non vuoi che io stia al cellulare, hai guardato il mio
cellulare?
ALDO. Io? No, non ho guardato
il tuo cellulare … volevo solo dire che … (al
pubblico) aiutatemi o sono nei guai. Volevo solo dire che … ieri … ieri,
quando eravamo a tavola … ho sbirciato mentre messaggiavi … si, mentre
messaggiavi e ho visto solo che scrivevi Marica. Giuro, solo quello ho visto.
MARCO. Ne sei sicuro? Non mi
stai mentendo vero?
ALDO. No, assolutamente.
Anzi, se devo essere sincero, la “i” finale di Marica non ero nemmeno riuscita
a leggerla. Davvero. (Al pubblico) è
la verità, voi lo sapete come stanno le cose.
MARCO. Va bene papà, ti
credo.
ALDO. (Al pubblico) mi è andata bene. E dicevi di questa ragazza … di cui
non ricordo nemmeno più il nome?
MARCO. Stavo dicendo che ho
conosciuto Marica giocando al Quizzone e sono felice perché lei è fantastica,
mi piace tutto di lei, (sognante) la
sua simpatia, la sua timidezza e anche il suo corpo.
ALDO. Il suo corpo? Marco,
non correre, mi raccomando. Spero che questo corpo tu lo abbia visto in
fotografia. (Al pubblico) perlomeno
lo spero.
MARCO. All’inizio si, ma poi ci
siamo anche visti e dal vivo è molto meglio che al cellulare.
ALDO. Il corpo di Marica è
meglio dal vivo?
MARCO. Parlavo di Marica che
è meglio dal vivo, non il suo corpo. Cioè, volevo dire che il corpo è meglio
dal vivo, però stai tranquilla papà, l’ho sempre visto coperto di abiti.
ALDO. (Al pubblico) per fortuna! Ed è lei e la sua visione reale, il
motivo per cui stai meno tempo al cellulare?
MARCO. Si, non ho bisogno di
messaggiarla perché esco con lei.
ALDO. Se ti piace e tu piaci
a lei, vuol dire che è stato un incontro “casuale” ma molto fortunato.
MARCO. Eh si, devo ancora
scoprire chi le ha dato il mio nome per giocare al Quizzone.
ALDO. Io non ne so nulla, non
sapevo nemmeno che si chiamava Marica, figurati che so che tua madre le ha dato
il tuo nome per giocare al Quizzone.
MARCO. Come? La mamma …
SCENA II
Aldo, Marco e Giuliana
GIULIANA. (Entra piangendo) non mi ha più scritto!
Non mi ha più scritto! E non mi scriverà più! (Piange).
ALDO. Giuliana, non fare
così! Non disperarti, quella tua presunta amica “virtuale”, non era un’amica
per te e perciò non merita che tu stia male per lei. Lei sicuramente non starà
piangendo per te.
MARCO. Che è successo mamma?
ALDO. La sua amica di Verona
le ha detto che non le scrive più perché preferisce stare all’ombra di suo
marito e della sua famiglia.
MARCO. In che senso “stare
all’ombra”?
ALDO. Nel senso che le piaceva
l’amicizia di tua madre ma messaggiare al cellulare disturbava suo marito che
la voleva tutta per sé.
GIULIANA. Non so se
esattamente è così, lei mi ha detto che è stata una scelta sua e che nessuno l’ha
costretta. Si sente realizzata così. (Piange).
MARCO. Mi dispiace mamma,
vedrai che troverai altre persone che ti vorranno molto più bene di lei e con
cui potrai instaurare un rapporto sincero e durevole. Non tutte le persone sono
come quella tua amica per fortuna.
GIULIANA. Io lo so che lei mi
voleva bene e si era anche affezionata a me.
ALDO. E si vede, ti ha
lasciata! Tu sì che le eri affezionata e lei non merita le tue lacrime. Sa
quanto soffri e non rimedia. Ma lasciala perdere, non vale la pena. Ti ripeto,
non sprecare il tuo tempo e i tuoi pensieri per lei.
GIULIANA. Io so invece che è
una brava persona.
ALDO. Bravissima!
GIULIANA. La considero una
brava persona nonostante mi faccia soffrire e so che a suo modo soffre anche
lei. Io ero un grosso cambiamento nella sua vita e lei non era pronta.
MARCO. Ne puoi incontrare
centinaia migliori di lei giocando al Quizzone mamma.
GIULIANA. Nessuno sarà
migliore di lei e la sua famiglia lo sa e se la tiene ben stretta.
ALDO. (Piano a Marco) distraila, dille di … quella ragazza.
MARCO. Ah mamma, sai che ho
conosciuto una ragazza giocando al Quizzone? È fantastica e siamo diventati
talmente amici che ci messaggiamo poco ma ci frequentiamo. Sei contenta mamma
che mi vedrai meno al cellulare?
GIUALINA. (Piange a dirotto) sono contenta per te
…
ALDO. Giuliana non fare così,
cerca di essere felice per Marco che forse ha trovato un modo per vivere. Smettila,
fra poco arriverà mia madre e non voglio che ti trovi in questo stato.
MARCO. Dove andava la nonna
che l’ho vista alcune ore fa in centro?
ALDO. Andava in un istituto
di bellezza.
MARCO. (Ride) in un istituto di bellezza … la nonna?! Allora non la
rivedremo più per almeno tre mesi!
GIULIANA. (Ha ancora una crisi di pianto).
ALDO. Marco, smettila con queste
stupide battute, fai piangere persino tua madre!
MARCO. Scusate, stavo
scherzando. Ora mi sento realizzato. Non crediate che mi dimentichi del
cellulare, questo mai, anche se non ne abuserò come prima.
ALDO. Anch’io sono felice per
te che hai trovato ciò che cercavi e anche la mamma è contenta. Vero cara?
GIULIANA. (Piangendo) si certo. Si Marco, certo.
MARCO. (Guarda l’orologio) vi lascio perché ho un appuntamento con Marica.
La mia intenzione è quella di farvela conoscere al più presto ma lei desiste un
po’ perché dice che si vergogna. Quanto vi piacerà, ne sono sicuro. Ciao. (Entra la nonna) ciao nonna. Ti vedo in
forma oggi, sembri ringiovanita.
SCENA III
Aldo, Giuliana, Marco e mamma
MAMMA. Grazie Marco. (Ad Aldo) complimenti, niente celluli tutti,
sicuri di star bene in questa famiglia?
MARCO. Sicuro nonna, sono
felice. (La bacia). Ciao (Esce).
MAMMA. Mi piace vedere mio nipote felice e senza celluli. Quella Marica è
già entrata nella sua vita a quanto pare, vero?
ALDO. Proprio così mamma.
MAMMA. Sono molto contenta
per lui, è una brava e seria ragazza. Ritornando a noi e alla nostra noiosa
vita fatta solo di noia, son qui per avere notizie del mio scontrino, oggi è
l’ultimo giorno utile per poter cambiare la mia tv.
GIULIANA. (Piange a dirotto).
MAMMA. Stasera piangerò
anch’io quando il negozio di elettrodomestici chiuderà e io non potrò più
cambiare la mia tv con un’altra, ma la dovrò pagare di nuovo.
GIULIANA. (Piange di nuovo).
MAMMA. Oh ma Giuliana non
devi disperarti così per il mio scontrino, vedrai che prima o poi salterà
fuori. (Ad Aldo) tua moglie mi vuole
proprio bene. Guarda come si dispera per me.
ALDO. Non piange per il tuo
scontrino mamma, ma per qualcos’altro che le sta più a cuore del tuo scontrino.
MAMMA. E sarebbe?
ALDO. Ti ricordi la sua … (viene interrotto).
MAMMA. (Facendosi seria) certo che ricordo! Tu, sei un bruto!
ALDO. Io … un bruto? E
perché? È colpa della sua amica che … (viene
interrotto).
MAMMA. È colpa della “tua
amica”, non della sua!
ALDO. Mamma guarda che ti sbagli
io non c’entro con questa storia.
MAMMA. Povera Giuliana e ti
credo che si disperi, vive con un traditore.
GIULIANA. (Piange a dirotto).
ALDO. Ma no mamma, guarda che
ti sbagli.
MAMMA. Certo che sbagliavo
quando pensavo che eri un marito esemplare. Invece sei … sei … un’infedele!
ALDO. Mamma, io amo Giuliana
e non potrei mai tradirla. Lei è triste perché la sua amica di Verona a cui lei
era molto affezionata, non le scriverà più.
GIULIANA. (Piange a dirotto).
MAMMA. Ah davvero? Ed è per
quello che … e non per la lettera d’amore?
ALDO. Si per quello e basta.
MAMMA. Giuliana tu ti stai
disperando non per la presunta infedeltà di Aldo con Marisa …
ALDO. Mamma, ti prego.
MAMMA. … ma perché la tua
amica che ti messaggiava col celluli, ha smesso?
GIULIANA. (Accenna ad un si
con la testa).
MAMMA. (Alzando la testa al cielo) oh Signore, quando Ti si chiama non
rispondi mai, ma vedo che prima o poi agisci. (A Giuliana) ma non sai quanto sei fortunata! E basta con questi
celluli! Prendi esempio da Marco.
GIULIANA. (Piange a dirotto di più).
ALDO. Mamma, così non la stai
aiutando. Non peggiorare le cose per favore. E poi si chiamano cellulari e non
celluli.
MAMMA. Io li chiamo come
voglio. E ricorda che sono arrabbiata ancora con te perché mi hai perso il mio
scontrino e perché hai una tresca con la moglie di tuo cugino.
ALDO. Mamma, ti ho già detto
che non ne so nulla né dello scontrino, né della cugina Marisa. (A Giuliana) non ascoltare mia mamma,
vede troppi film. Come stai cara? Un po’ meglio?
GIULIANA. Si, dovrò farmene
una ragione.
ALDO. Vedrai che piano piano
la dimenticherai e starai meglio. Il peggio è per lei che non sa cosa sta
perdendo con un’amica come te.
GIULIANA. Grazie Aldo, grazie
che mi capisci.
MAMMA. Non lo ringrazierei
tanto, dato che non si sa ancora con precisione se sia lui ad avere una
relazione con la moglie di suo cugino.
ALDO. Ora mamma smettila per
favore, io amo Giuliana e l’amerò finché morte non ci separi.
MAMMA. Si, dicono tutti così
e poi …
SCENA IV
Aldo, Giuliana, mamma e Amilcare
AMILCARE. (Entra parlando al cellulare) arrivo
Marisa, dammi il tempo di sbrigare due cose.
MAMMA. Marisa?
ALDO. Marisa? Hai visto il
mio fratellino. Vedi mamma, se non avevo ragione? Io non c’entro in questa
storia.
AMILCARE. (Mentre parla al cellulare) tutto quello
che ti serve … libreria, cassapanca …
MAMMA. (Lo guarda in modo strano).
AMILCARE. (Tranquillo) è Marisa …
MAMMA. Ho sentito!
AMILCARE. (Al cellulare) si, racconta, mi piace
ascoltarti.
MAMMA. (Scimmiottandolo) mi piace ascoltarti … Amilcare, chiudi
immediatamente la comunicazione o sei un figlio orfano.
AMILCARE. Oh che bella cosa
mi dici …
ALDO. Amilcare, lascia
perdere tua cugina per favore.
AMILCARE. (Ad Aldo) è Marisa! Lo sai che faccio
tutto quello che è nelle mie possibilità e poi mi piace fare con calma. (Al pubblico) oggi arrivo tardi al
lavoro, ne sono sicuro.
MAMMA. (Alzando la voce) smettila! Spegni subito quel celluli o … te lo
faccio mangiare!
ALDO. Ha ragione la mamma,
vergognati! Cerca di tornare in te stesso e ritrova un po’ di dignità.
AMILCARE. (Calmo al telefono) scusa Marisa, ora ti
devo lasciare. Ciao. Si a dopo. (Ai due
alterato) ma si può sapere cosa volete voi due da me? Perché così infiammati?
Stavo solo parlando col Marisa, che facevo di male?!
MAMMA. Hai pure il coraggio
di dire che non facevi nulla di male! Vergognati!
ALDO. Con tutte le donne che
ci sono su questa terra, proprio con lei devi andare ad impicciarti?
AMILCARE. E che colpa ne ho
io se lei vuole me per fare quei lavori?
MAMMA. Lei vuole te? Quella …
poi mi sente! Che svergognata tradire il marito che è un sant’uomo di uomo. Non
per niente è mio figlio.
ALDO. Cosa? È Marisa che
tradisce Alberto? Mio cugino è cornuto? L’ho sempre detto io che quella non era
una donna adatta a lui!
MAMMA. Fortuna che la mia
povera sorella non c’è più, altrimenti morirebbe dal dolore.
GIULIANA. Io non ci capisco
nulla.
ALDO. Ah, nemmeno io.
AMILCARE. E con chi la
tradirebbe?
ALDO. Come “con chi”? Ma non
hai detto tu che Marisa ti sta facendo delle avances?
AMILCARE. Avances? Non so
nulla io. So solo che ora devo andare da Marisa a … (viene interrotto).
MAMMA. Tu non vai da nessuna
Marisa o dovrai passare sul mio cadavere.
AMILCARE. Non so che vi
succede, sono anni che vado da Marisa e non avete mai avuto nulla in contrario.
ALDO. Anni?
MAMMA. O mio Dio, povero
Alberto!
SUONO DI CAMPANELLO
ALDO. (Arrabbiato) chi è?
SCENA V
Aldo, Giuliana, mamma, Amilcare e
venditrice di coltelli
VENDITRICE DI COLTELLI.
Buongiorno, sono sempre io. Ecco … oltre ai coltelli di settimana scorsa, vendo
anche dei taglierini e degli sbuccia patate.
MAMMA. È arrivata proprio al
momento giusto.
VENDITRICE DI COLTELLI.
Davvero? (Prepara i suoi coltelli).
MAMMA. Si certo, avrei
bisogno urgentemente di un coltello perché devo uccidere mio figlio!
AMILCARE. Mamma! Ma sei
impazzita!
ALDO. Mamma, non esagerare
ora.
MAMMA. Tu silenzio che se non
mi ridai il mio scontrino lo uso anche su di te.
AMILCARE. (Al pubblico) meglio che me la squagli o
al lavoro non ci arrivo più del tutto! (Esce).
MAMMA. Si vai, vai! Tanto
prima o poi ci rivedremo.
VENDITRICE DI COLTELLI. Ecco
qui la mia collezione. Mi deve solo dire se desidera il coltello in acciaio di
carbonio oppure il coltello in acciaio inox oppure il coltello in acciaio inox
ad alte concentrazioni di carbonio. Che desidera?
MAMMA. Non ha un coltello?
ALDO. Mamma, lascia perdere.
Senta signorina, per il momento non ne abbiamo bisogno.
VENDITRICE DI COLTELLI. Ma
come? Ma la signora …
ALDO. La signora … ha
cambiato idea. Arrivederci e scusi se le abbiamo fatto perdere tempo.
MAMMA. Mi dia il suo numero
casomai cambiassi idea.
VENDITRICE DI COLTELLI. Ecco,
questo è il mio biglietto da visita. (Glielo
consegna) a presto allora. (Esce).
ALDO. Si a presto. A presto …
a presto … mai!
SCENA VI
Aldo, Giuliana, mamma, Alberto e Marisa
MARISA. (Entra
arrabbiatissima) io con te non parlo più.
ALBERTO. Sono io che con te non parlo più!
MARISA. Voglio sapere tutto su quella Marisa.
ALBERTO. Come devo dirti che non c’è nessuna Marisa!
MARISA. Ah bene! Non conto proprio più nulla nemmeno
io!
ALBERTO. No … cioè … no tu conti, è quella Marisa
della lettera che non conta più nulla.
MARISA. Ah, perché prima contava qualcosa per te?
ALBERTO. No! Non conta nulla ora come non contava nulla
prima.
MARISA. Ah, allora hai conosciuto un’altra Marisa!
ALBERTO. Ho detto di no! Solo te! Solo te! Hai capito!
MARISA. Non ti rispondo, con te non parlo più.
ALBERTO. Sono io che con te non parlo più.
MAMMA. Io posso parlare?
MARISA-ALBERTO. No!
MAMMA. Come no?! (A
Marisa) tu hai una tresca con Aldo vero?
MARISA. Io non ho una tresca con nessuno.
ALBERTO. Tu hai una tresca con mio cugino?
MARISA. Io non ho tresca con nessuno al mondo. Tu si
invece con questa Marisa! Confessa!
ALBERTO. Non confesso nulla perché non c’è nulla da
confessare. E d’ora in avanti con te non parlo più.
MARISA. Sono io che non parlo più con te.
ALDO. (Piano
alla mamma e alla moglie Giuliana) meglio stare zitti anche noi, o qui va a
finire male.
GIULIANA. Io non capisco nulla nemmeno ora. Preferisco
stare zitta e sperare di capirci qualcosa (mima
di chiudersi la bocca con una cerniera).
MAMMA. Io non riesco a stare zitta!
ALDO. Ma si, vedrai che durerà poco, prima o poco
parleranno e così potremo parlare anche noi.
MAMMA. (Non
convinta) allora devo … tener chiusa la bocca?
GIULIANA-ALDO. (Indicano
si con la testa).
IL MIMO CHE SEGUE DEVE
ESSERE TUTTO DIVERTENTE.
QUALCHE SECONDO DI SILENZIO
ASSOLUTO.
MAMMA. (Piano ad
Aldo) posso parlare ora?
ALDO. (Dice no
con la testa).
ALBERTO. (Richiama
l’attenzione della madre per chiederle l’ora e lo farà mimando).
MAMMA. (Guarda l’orologio) sono le …
ALDO. (La interrompe mimando tutto, spiegandole che non può parlare).
MAMMA. Ah, già! (Pensa a come deve rispondere senza parlare.
MIMERA’ L’ORARIO IN BASE A COME OGNI REGISTA DECIDERA’ e lo farà ovviamente in modo divertente e poco chiaro tanto che Alberto,
all’inizio, non riuscirà a decifrare il messaggio della madre)
QUALCHE SECONDO DI SILENZIO
ASSOLUTO.
MAMMA. (Si vede che si sta annoiando. Inizia così a cambiare posto).
GIULIANA-ALDO. (A gesti fanno capire alla mamma che deve
stare ferma perché disturba e può essere pericoloso).
MAMMA. (Ritorna al suo posto).
QUALCHE SECONDO DI SILENZIO
ASSOLUTO.
MAMMA. (Inizia a
picchiettare sul tavolo con un dito e poi ad uno ad uno userà tutte le altre
dita facendo rumore piano all’inizio e via via sempre più forte).
ALDO. (Si alza e
va a fermarla, facendo capire che non è corretto far rumore nei confronti di
Giuliana e Alberto).
MAMMA. (E’
scocciata di non poter parlare e lo dimostra ad Aldo con gesti).
ALDO. (Sempre a
gesti Aldo risponde che deve stare lì tranquilla e in silenzio).
MAMMA. (A gesti
gli risponde che è esasperata e stanca di stare in silenzio).
PER QUESTO MOTIVO I DUE
LITIGHERANNO SEMPRE MUTI E A GESTI E LO FARANNO IN MODO DIVERTENTE.
MAMMA. (Si
calmerà dopo il litigio non verbale).
QUALCHE SECONDO DI SILENZIO
ASSOLUTO.
MAMMA. Aldo io … (viene
interrotta).
ALDO. (A gesti
la ferma subito).
QUALCHE SECONDO DI SILENZIO
ASSOLUTO.
MAMMA. Giuliana io … (viene interrotta).
GIULIANA. (A
gesti la ferma subito).
MAMMA. (Scocciata di tutto questo silenzio, mette il broncio).
QUALCHE SECONDO DI SILENZIO ASSOLUTO,
SUONO DI CELLULARE DI MARISA.
MARISA. (Risponde) pronto? Hai preparato tutto?
MAMMA. (Al pubblico) avete visto? Con quei celluli il silenzio non esiste
più. Questi celluli sono diabolici, riescono a far tutto! (Indica Giuliana) anche a far danno.
GIULIANA. (Indica di sì con la testa tristemente)
la mia amica di Verona …
MARISA. No, non in negozio preferisco a casa mia.
ALBERTO. (Incuriosito)
posso sapere con chi stai parlando?
SUONO DI CELLULARE DI
ALBERTO.
ALBERTO. (Risponde)
ciao. Dimmi che pratica ti serve.
DA QUI IN AVANTI ALBERTO E MARISA PARLANO AL CELLULARE
MA SENTONO ANCHE CIO’ CHE L’ALTRO DICE AL PROPRIO CELLULARE.
MARISA. (Al
cellulare) Si, dimmi tu l’orario e mi faccio trovare Amilcare.
ALBERTO. (A
Marisa) Amilcare?
MAMMA. Amilcare? Il mio Amilcare? Hai sentito Alberto,
sta parlando con mio figlio. Lo sapevo io, lo sapevo io!
ALBERTO. (Al cellulare) non si fa così, vengo io da te Lucia.
MARISA. (Ad Alberto) E tu dov’è che andresti? Chi è questa Lucia?
ALBERTO. (Al cellulare) di a Marisa, che arrivo subito.
MARISA. Da Marisa? E chi
sarebbe questa Marisa?
MAMMA. O Signur!
Mio nipote ha una tresca con un’altra Marisa che non è sua moglie! (Pensa)
quella della lettera! E sua moglie invece ha una tresca con mio figlio! E poi
c’entra anche una certa Lucia ma non so che ruolo abbia.
MARISA. Zia! Sssss che non
capisco! (Al cellulare) no, mio
marito non c’è a quell’ora.
ALBERTO. (A Marisa) che devi fare quando non ci sono io? (Al cellulare) tu prepara tutto così
facciamo in fretta perché poi ho un altro appuntamento.
MARISA. (Ad Alberto) co … co … come?
ALDO. (A Giuliana) cara, io ti sono fedele.
GIULIANA. E chi l’avrebbe mai
detto che si tradiscono?! Sembravano così affiatati!
MAMMA. Tre! Mio nipote ha tre
donne! Sua moglie, quella Marisa e questa dell’altro appuntamento! Che
disgrazia per la mia famiglia!
MARISA. (Ad Alberto) che altro appuntamento? (Al cellulare) si si Amilcare, anche qualche banana.
MAMMA. Banana? Oddio! E che
faranno mai?
ALBERTO. (A Marisa) ba … ba
… banana? Marisa tu mi devi una spiegazione!
MARISA. (Ad Alberto) e tu me ne devi “più di due” di spiegazioni!
ALBERTO. (Al cellulare) beh, vedi tu se vuoi chiamare anche Paolo a ma va
bene, faccio prima. Paolo è in gamba e certi lavori li fa bene.
MARISA. (Ad Alberto) anzi “più di tre” spiegazioni!
MAMMA. Anche Paolo ora! La
mia povera sorella ha creato un mostro!
MARISA. (Ad Alberto) ora basta! (Al
cellulare) scusa Amilcare ora ti devo lasciare, tieni tutto in sospeso, se
ne ho bisogno passo io. (Chiude la
telefonata).
MAMMA. E mia sorella si
vantava sempre che da piccolo il suo Alberto era … ben messo!
ALBERTO. (A Marisa) se ne hai bisogno? Vuol dire … che in tutti questi anni
… io … tu … (Al cellulare) Lucia,
chiedi addirittura a Paolo perché io non posso ora. (Chiude la telefonata).
ALDO. (Al pubblico) son curioso di sapere che succederà ora.
GIULIANA. Meglio non mettere
becco.
MAMMA. Si si, che se la
sbrighino loro. Io non apro bocca.
ALBERTO. Appena arriva mio
cugino lo uccido.
MARISA. Dopo quello che ti ho
sentito dire, non mi interessa ciò che farai, puoi uccidere tuo cugino e anche
… tua zia!
MAMMA. Ehi, ehi, piano con le
parole! Io non c’entro nulla, a meno che voi non abbiate lo scontrino della mia
tv.
ALBERTO. No, uccido solo mio
cugino Amilcare, quel farabutto di un traditore.
MARISA. Perché? Che ha fatto?
ALBERTO. Hai anche il
coraggio di negare ora?
MAMMA. Che sfacciata!
MARISA. Negare? E cosa dovrei
negare?
ALBERTO. Che bugiarda! Ti sei
appena messa d’accordo con lui al cellulare che deve venire da te o tu da lui!
MARISA. Con tuo cugino
Amilcare? E quando è successo?
ALBERTO. Cinque minuti fa? Ti
ricorda qualcosa la “banana”?
MAMMA. Oddio che visione!
MARISA. Quale banana? (Pensa) ah la banana! (Ride) certo la banana! E tu pensavi che
… (ride) e tu hai creduto … (ride) certo … Amilcare … tuo cugino … (ride).
MAMMA. Pazza! Mio nipote ha
sposato una pazza!
ALBERTO. Vedo con piacere che
trovi tutto ciò molto divertente. Marisa, vattene e non farti più vedere!
Riceverai mia notizie solo dal mio avvocato.
MARISA. (Ride) non hai capito … (Ride).
ALBERTO. (Sta per andarsene).
MARISA. (Lo ferma) fermati Alberto! Hai frainteso tutto!
ALBERTO. (Si ferma) come puoi dirlo. Tutti hanno sentito.
MAMMA. Io ho sentito tutto
alla perfezione e mio nipote ha perfettamente ragione.
ALDO. Quello che hai detto
lascia poco spazio ai fraintendimenti cara Marisa.
GIULIANA. Mi dispiace ma non
posso fingere di non aver sentito quelle proposte indecenti.
MARISA. Non posso negare di
aver detto quello che avete sentito però vi assicuro che l’Amilcare con cui
stavo parlando al cellulare non è tuo cugino, Alberto, ma solo il
fruttivendolo.
ALBERTO. Il fruttivendolo?
MAMMA. Amilcare, il
fruttivendolo?
GIULIANA. Il fruttivendolo
Amilcare che abita all’incrocio?
ALDO. Il fruttivendolo
Amilcare che abita all’incrocio e che vende anche le banane?
MARISA. Si proprio quello.
Avevo chiesto ad Amilcare di prepararmi frutta e verdura e di portarmi tutto a
casa. Mi ha detto che sarebbe arrivato intorno alle tre del pomeriggio quando
tu Alberto non ci saresti stato. Amilcare, avendo visto che nella spesa non
avevo chiesto delle banane e sapendo che ne prendo sempre alcune, mi ha chiesto
se ne volessi e io ho risposto di sì.
ALBERTO. Davvero? E … perché
hai detto che passavi da lui se ne avevi bisogno?
MAMMA. È, perché lo hai
detto?
MARISA. Perché dopo ciò che
ho sentito su tutti i tuoi amanti, non avevo più voglia di mangiare frutta e verdura.
Ti dice qualcosa una certa Lucia, una Marisa e anche un certo Paolo! Non lo
puoi negare ti hanno sentito tutti.
MAMMA. (Ad Alberto) e poi c’è anche quella dell’appuntamento! Sei un quadrigamo!
Vergognati!
GIULIANA. Cugino, sono nauseata
dal tuo comportamento. Non per la relazione con un uomo perché ogni persona
libera da legami può unirsi con chi vuole, ma perché hai tradito tua moglie.
ALDO. Anch’io ho sentito che
dicevi a questa Lucia di fare in fretta perché avevi un altro appuntamento!
MARISA. Vuoi negare ora forse
l’evidenza? (Piangente) mi ha uccisa
sentirti dire che Paolo è in gamba e certi lavoretti li fa bene. Come se io … (Piange).
ALBERTO. Paolo, Lucia, Marisa…
(Ride) ora ho capito … certo … (Ride).
MAMMA. Oh, ma qui tutti
ridono come se fossero isterici!
MARISA. Smettila di ridere,
mi offendi!
GIULIANA. Che villano!
ALDO. Villano e maleducato!
ALBERTO. (Ride) rido perché c’è stato un fraintendimento.
MAMMA. E no
è, ora basta! Siamo tutti quanti rincretiniti oggi?
ALBERTO. Con Lucia io parlavo
di lavoro! (Ride) Lucia è la
segretaria dell’ufficio. Marisa, l’hai conosciuta anche tu o sbaglio? Non è il
mio capoufficio?
MARISA. È vero. Paolo però
non lo conosco.
ALBERTO. Paolo è un mio
collega e è stato assunto solo da qualche mese ed è molto bravo nel suo lavoro.
Si, il lavoro di Geometra!
MARISA. Allora … allora tu …
parlavi di lavoro!
MAMMA. Meno male! Mi avevi così
spaventata! Ma ne siamo sicuri?
GIULIANA. Davvero parlavi di
lavoro? A volte è proprio facile cadere negli equivoci.
ALDO. Ti credo cugino, ma ti
credo anche perché quando ho avuto bisogno di te come Geometra mi hai
presentato Lucia. Più racchia di lei non conosco nessuno.
ALBERTO. Parlavo solo di
lavoro. Io amo mia moglie e non la tradirei mai.
MAMMA. Tutto è bene quel che
finisce bene. (Mostra la lettera) e
come la mettiamo allora con questa lettera scritta da una certa Marisa per voi
tre? E come la mettiamo con la scomparsa del mio scontrino?
ALDO. Scusa mamma, ma il tuo
scontrino mi preoccupa meno della lettera.
MAMMA. Scusa se non sono
d’accordo, ma dal mio punto di vista è molto più importante lo scontrino della
mia tv, dato che oggi è l’ultimo giorno utile per poterla cambiare.
ALBERTO. Chi sarà stato …
MAMMA. È quello che dico
anch’io.
MARISA. Io ve l’ho già detto,
no.
MAMMA. Ovvio che tu non sia
stata, non sei mai venuta con me. Anche se potrebbe essere stato Alberto a
fartelo avere.
ALBERTO. Mamma, ti prego, non
tirarmi in ballo di nuovo, perché io non c’entro nulla.
ALDO. E io ti ho già detto
che non c’entro niente.
MAMMA. Ma di che state
parlando?
ALBERTO-ALDO. Della lettera.
MAMMA. Io parlavo del mio
scontrino.
SCENA VII
Aldo, Giuliana, mamma, Alberto, Marisa e
Amilcare
AMILCARE. (Entra) ciao. Siamo al completo quasi.
Come mai tutti qui?
MAMMA. Stavamo parlando del
mio scontrino.
SCENA VIII
Aldo, Giuliana, mamma, Alberto, Marisa,
Amilcare e Marisa amica
MARISA AMICA. (Entra
trafelata) ciao Amilcare.
AMILCARE. Ah, ciao Marisa.
ALBERTO-ALDO-GIULIANA-MARISA.
Marisa?!
AMILCARE. Si, lei è Marisa.
MARISA. Si, io sono Marisa. (Vedendo che i quattro la guardano
meravigliati) però di secondo nome mi chiamo Elisabetta. Se non vi piace
Marisa, chiamatemi pure Elisabetta.
AMILCARE. Certo che Marisa va
bene, anzi più che bene.
MARISA AMICA. Scusate, vi rubo poco tempo. Volevo solo
chiedere ad Amilcare se ha trovato … (viene
interrotta).
MAMMA. No Marisa, non l’ha
ancora trovato e non so che fine abbia fatto.
MARISA AMICA. Ah, perché anche lei ne è al corrente?
MAMMA. Eh si, fino a prova
contraria era mio.
MARISA AMICA. Come “suo”?
MAMMA. Eh si,
era di mia proprietà ma qualcuno, lo ha perso o lo sta nascondendo.
MARISA AMICA. Ho visto con i
miei occhi il postino portarlo qui.
MAMMA. Il postino?
MARISA AMICA. Si, il postino ed era per Amilcare.
MAMMA. Ecco, lo sapevo che
c’entravi tu. Anche se non so come tu lo abbia avuto, Amilcare dammelo.
AMILCARE. Non so di che parli
mamma.
MAMMA. Amilcare smettila di
mentire. Sono giorni che non fai altro. È ora di farla finita.
MARISA AMICA. (Speranzosa)
allora lo hai ricevuto?
AMILCARE. No, non so di che
parlate ma io non ho ricevuto nulla!
MAMMA. Amilcare dammi il mio
scontrino o ti ritroverai sulla strada.
MARISA AMICA. Scontrino?
Quale scontrino?
MAMMA. Lo scontrino che il
postino ha imbucato nella nostra posta.
MARISA AMICA. Ma di quale
scontrino parla?
MAMMA. Come “di quale”? Hai
chiesto tu ad Amilcare se aveva ricevuto il mio scontrino. Tutti qui ti abbiamo
sentita dire questo.
TUTTI ANNUISCONO E DICONO CHE E’ VERO
MARISA AMICA. Ma io non
parlavo dello scontrino ma del biglietto … d’amore.
MAMMA. Come? La lettera …
ALDO. Quel biglietto … con
quelle belle parole …
GIULIANA. … era tuo?
MARISA. Sei tu la Marisa
ALBERTO. … autrice di quelle frasi
…d’amore?
MARISA AMICA. Si, ed era per
te … Amilcare.
AMILCARE. Per me?
MARISA AMICA. Si per te
Amilcare.
AMILCARE. Io … io sono
lusingato e non so se sarò degno di tanto amore. Anche se … mi piacerebbe …
MARISA AMICA. Tu ne sei degno
lo so, vedrai. (Si abbracciano).
AMILCARE. (Al pubblico) penso proprio che oggi
arriverò tardi al lavoro, ho alcune cosette da fare a casa di Marisa.
MARISA. Sua casa, non mia.
MAMMA. Finalmente abbiamo
risolto il problema della lettera. Evviva! Qualcosa almeno abbiamo risolto.
MARISA. Tu sai che con quella
lettera hai fatto litigare tutta la famiglia?
ALBERTO. E non poco.
MARISA AMICA. Non capisco …
era indirizzata ad Amilcare.
MAMMA. Indirizzata ad
Amilcare … (mostra la lettera) hai
scritto A. Cella e senza indirizzo.
MARISA AMICA. Infatti
Amilcare Cella e non ho scritto l’indirizzo perché ricordavo che ci fosse solo
lui con l’iniziale A e il cognome Cella.
MAMMA. Sbagliato. Ti presento
Aldo Cella, fratello di Amilcare e Alberto Cella cugino di Amilcare.
MARISA AMICA. Oh caspita, non
sapevo si chiamassero così! Spero di non aver creato guai con la mia dichiarazione.
MARISA. E con la tua firma.
Non preoccuparti, stavamo solo per divorziare tutti quanti.
MAMMA. Con tutta la tennologia che c’è al giorno d’oggi, perché scrivere un
biglietto!
MARISA AMICA. Avevo mandato
un messaggio con le stesse parole della lettera, ma Amilcare ha letto solo la
riga finale perché il suo cellulare non funziona.
AMILCARE. Allora io e Marisa
togliamo il disturbo e ce ne andiamo. (Salutano
ed escono).
MAMMA. Andate, andate
ragazzi. Andate a godervi la felicità! Felicità per me sarebbe trovare il mio
scontrino a cui invece dovrò dire addio. Cosa volete che sia una tv in confronto
di una famiglia bella come la mia? Non si può avere tutto. Vi ho già detto che
odio la tennologia? I celluli poi non li posso
vedere. (Al pubblico) anche se Marco
grazie al celluli ha trovato la ragazza che fa per lui. Giuliana invece sta
soffrendo per una persona conosciuta al celluli. Come avete visto possono
essere tanto pericolosi quanto invece utili. Non date confidenza a chi non la
merita o finirete come Giuliana che, nonostante stia soffrendo, augura tutto il
bene del mondo alla sua amica di Verona. Per quanto riguarda facciabuc, togliere l’amicizia non vuol dire eliminare la
persona dalla propria vita, ma solo nella pagina virtuale di chi l’ha creata e
nello stesso tempo chi mette foto o frasi, accetti che possano venir criticate.
Senza che ce ne accorgiamo, il celluli, potrebbe creare dipendenza e questo non
è sano. A volte ci allontana dalle persone care, vicine a noi. Usiamolo con
moderazione e facciamo che non sia lui al centro della nostra vita, ma ciò che
di reale ci circonda. Ah, dimenticavo! Se dovete però scrivere una lettera
d’amore, fatelo col celluli, mi raccomando, altrimenti finisce come stasera. Ma
state attenti a digitare i numeri giusti però. E con questo ho concluso.
SUONO DI CAMPANELLO
MAMMA. Chi sarà mai. Avanti.
RIVENDITORE DI TV.
Buongiorno. (Vede la mamma) stavo
cercando proprio lei signora.
MAMMA. Io? Che ho fatto?
RIVENDITORE DI TV. Nulla
signora, nulla. Ha solo dimenticato il suo scontrino nel mio negozio la settimana
scorsa. (Glielo mostra).
MAMMA. Lo scontrino della mia
tv!
RIVENDITORE DI TV. Lo aveva
lasciato sul bancone.
MAMMA. Evviva! Ora si che la commedia finisce bene! Grazie a tutti e
ricordatevi, reale è meglio che virtuale.
SIPARIO