AUTRICE
GIUSEPPINA CATTANEO
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POSIZIONE
S.I.A.E. N° 193077
Codice opera
Siae 905410A
TITOLO
SONO STANCA
DI CORRERE
ATTO UNICO
Personaggi
CLAUDIA
SARA
ADELE
TRAMA
La vita frenetica di oggi, porta Claudia a dispiacersi continuamente per l’assenza di tempo da dedicare a se stessa. In realtà il tempo lo ha già trovato ma l’abitudine a lamentarsi, prevale.
SCENA I
Claudia
In casa. Più stenditoi.
CLAUDIA. (Entra da destra) eccomi arrivata nella giungla! Anzi, la mia casa
è più di una giungla! Qui non ci sono liane ma una miriade di panni stesi
ovunque. Torno ora dal lavoro di ufficio e devo iniziare di nuovo: lavare le
stoviglie del mezzogiorno che mio marito ha lasciato sporche, preparare due
lavatrici se non saranno tre e tutte le varie pulizie che una casa richiede. Senza
dimenticare che devo anche accompagnare i miei due figli allo sport. Così,
avanti e indietro con l’auto dalla palestra al campo sportivo! Se invece i miei
figli mi aiutassero nelle faccende domestiche, potrebbero fare ugualmente del
moto e senza dover sborsare nemmeno un soldo. Invece no! E così io, su e giù da
quell’auto. E non è tutto! Quando non c’è lo sport, c’è la dottrina … scusate,
ora si dice catechismo, e quando non c’è catechismo …
SCENA II
Claudia e Sara
SARA. (Entra da
destra e ascolta).
CLAUDIA. (Non si accorge di Sara) … c’è il dentista e quando non c’è il
dentista, c’è il pediatra; quando non c’è il pediatra c’è il parrucchiere;
quando non c’è il parrucchiere c’è l’oculista; quando non c’è l’oculista c’è il
logopedista.
SARA. Cerca di lasciarmene
qualcuno anche a me, se non ti dispiace. Tutti per te ora! Cara Claudia, tuo
marito sa di tutti questi amanti?
CLAUDIA. Sara, sei impazzita? Già
è difficile sopportare mio marito, figuriamoci avere anche un solo amante! E
poi, sai quante frottole dovrei raccontare per riuscire a conciliare marito e
amante?
SARA. Scusa? Mi stai dicendo che
chi racconta frottole lo fa perché ha un amante?
CLAUDIA. Proprio così! E non sai
quanto può essere impegnativo ricordarsele tutte per non tradirsi?
SARA. Davvero? (Guardandola e pensando) e tu, com’è che
sai tutte queste cose?
CLAUDIA. (Non sa come sbrigarsela) io?!
SARA. Si, proprio tu.
CLAUDIA. (Non sa che rispondere) ecco … l’ho sentito dire anch’io … ecco
perché lo so.
SARA. (Al pubblico) mah! Non mi ha molto convinto con la sua spiegazione,
però, sorvoliamo. (Ripensandoci, a
Claudia) no, non sorvoliamo … e così tu “hai sentito dire che” chi ha un
amante racconta frottole …
CLAUDIA. Penso che sia logico
Sara. Non andrai certo a dire ai quattro venti che hai un’amante!
SCENA III
Claudia, Sara e Adele
ADELE. (Entra da destra sulla frase detta da Claudia) cosa? Tu Sara hai
un’amante?
SARA. Io? Stai scherzando? Non sai
quante frottole dovrei raccontare? Perlomeno, così mi han detto (alludendo a Claudia).
ADELE. Ovvio che sia così! Non
vorrai andare a raccontare a tuo marito che hai un amante ora, Sara.
SARA. Adele, io non ho un amante!
E che sia ben chiaro. Però non posso essere certa che sia così anche per
Claudia, dato che lei ha il pediatra, il barbiere, l’oculista, il dentista e
persino un uomo che le sistema i piedi.
CLAUDIA. Chi sarebbe quello che mi
sistema i piedi?
SARA. Se non lo sai tu che lo
frequenti, vuoi che lo sappia io? Tu hai detto il … pedista.
CLAUDIA. Sara, si chiama
“logopedista” e non sistema i piedi.
SARA. Lo avevo immaginato perché
un amante che ti tocca i piedi deve essere davvero uno stupido.
CLAUDIA. Sara! Smetti! Ti ho già
detto che non sono i miei amanti.
ADELE. (Curiosamente) sono amanti di chi? Racconta Claudia. Di chi sono
amanti tutti quegli uomini?
CLAUDIA. (Spazientita) di nessuno! Sono tutte le persone a cui mi devo
affidare per la crescita dei miei figli. E io sono stanca di questa vita fatta
di corse per la famiglia. Non ho mai un momento da dedicare alla mia persona.
Io vorrei avere tempo per chiacchierare con le mie amiche, di bere un caffè con
loro … a proposito di caffè, favorite un caffè?
SARA. Si grazie.
ADELE. Scusa Claudia ma io non
posso proprio. Ci starei molto volentieri a spettegolare con voi, ma purtroppo
Marta ha la febbre e sono venuta appunto a chiederti di prestarmi il termometro
perché il mio si è rotto.
SARA. Ti è caduto per terra?
ADELE. Si, è stata la più piccola
che lo ha fatto cadere perché si era messa in testa di provare lei la febbre a
Marta.
SARA. Allora ti sarà andato
Mercuro Cromo dappertutto. E dicono che sia anche così pericoloso!
ADELE. Io quel … Mercuro … lì, l’ho
raccolto e l’ho buttato nel sacco delle spazzatura.
SARA. Adele, attenta che si ti
controllano la spazzatura potresti prendere una bella multa. Non andava buttato
nel secco! Non sai che danno all’ambiente può causare il Mercuro Cromo?
ADELE. Non mettermi ansia Sara.
Dove avrei dovuto metterlo secondo te?
SARA. Nell’umido! Dove, se non
nell’umido!
CLAUDIA. (Al pubblico) non datele retta, non fate ciò che dice, lei ha delle
teorie tutte sue come il tipo di linguaggio. Mercuro Cromo … mercurio.
ADELE Sara, sei proprio sicura di
quello che stai dicendo? A me non torna qualcosa.
CLAUDIA. (Che sarà andata a prendere il termometro) eccoti Adele.
ADELE. Grazie.
SARA. Se non ti torna quello che
ho appena detto, allora torna da dove sei venuta. (Al pubblico) le amiche! Vogliono sapere tutto di tutti e poi quando
dici loro qualcosa che non sia pettegolezzo, diffidano. Se le raccontassi che ho
visto la nostra vicina del piano di sopra a spasso con Bred Pitti, a quello
crederebbe all’istante.
ADELE. Grazie Sara, vado non
preoccuparti. (A Claudia) grazie.
CLAUDIA. Figurati.
ADELE. Ricorda che quando le si
sarà abbassata la febbre, torno ancora quì Claudia, non vorrei perdermi
qualcosa di importante sulle persone che conosciamo.
CLAUDIA. Tranquilla, ti riferiremo
tutto.
SARA. Tutto. (Al pubblico) anche di Bred Pitti.
ADELE. CLAUDIA. SARA. (Si salutano).
SARA. (Vedendo che Claudia indossa ancora le scarpe) perchè Claudia
indossi ancora le scarpe. Sei in casa da tempo ormai.
CLAUDIA. Dimmi tu come potrei
permettermi di indossare le ciabatte quando sono sempre pronta ad uscire come
ti ho detto! Tu pensi che io non sia stanca di stare tutto il giorno in piedi!?
Dalla mattina alla sera. E devo sempre correre e lavorare in casa per gli
altri. Guarda questi stenditoi, guarda se trovi steso qualcosa di mio … tutti
vestiti dei miei figli e di mio marito.
SARA. (Va a controllare e vede un reggiseno) e questo di chi è? Non dirmi
che è di Renato?
CLAUDIA. No, è mio. Almeno un
reggiseno mio lo posso lavare?
SARA. A perché anche Renato … ne porta?
CLAUDIA. (Spazientita) no, non ne ha. In casa sono solo io che porto
reggiseni. Va bene? Ti stavo dicendo che ho sempre qualcosa da fare. Non sono
mai ferma. Mai e poi mai! (Si siede).
SARA. Claudia, smetti di
lamentarti. Tu sei più fortunata di me.
CLAUDIA. Io, fortunata?! E da
quando? Io ho tutte le sfortune del mondo. (Al
pubblico) a volte non ci sta con la testa. (Guarda Sara e poi al pubblico) sempre.
SARA. Certo che tu sei fortunata!
So quello che dico sai? Tu sei fortunata perché tuo marito lavora tutto il
giorno e fino a sera tarda. Mio marito invece, svolgendo dei turni, trascorre
sempre mezza giornata a casa. Se non è il mattino è il pomeriggio. E sai cosa fa
in quella mezza giornata?
CLAUDIA. No.
SARA. Lo sai cosa fa?
CLAUDIA. No, non lo so, lui vive
con te e non con me.
SARA. Come?
CLAUDIA. Ho detto che lui vive con
te e non con me e perciò non posso sapere cosa fa a casa in quella mezza
giornata.
SARA. Come? Vorresti che mio
marito vivesse con te così potresti sapere cosa fa a casa nella mezza giornata
in cui non va al lavoro?
CLAUDIA. Io ho solo detto … (viene interrotta).
SARA. Dopo il dentista, il
ginecologo, il podista … ora vuoi anche mio marito?!
CLAUDIA. (Irritata) no! Non voglio nessun uomo! Nemmeno mio marito non
voglio più! Va bene!?
SARA. Davvero? Vuoi divorziare da
tuo marito? Questo si che è uno scuppo! Vado subito a dirlo ad Adele.
CLAUDIA. Torna qui! Non voglio
divorziare da mio marito! (Cercando di
calmarsi) calmiamoci Sara. Stiamo andando fuori dalle righe.
SARA. (Guarda il pavimento e cerca di stare nelle righe del pavimento)
non fa nulla Claudia se calpesto un pezzetto di questa riga? È per non perdere
l’equilibrio.
CLAUDIA. (Con calma cercando di far ragionare Sara) Sara, quando parlavo di
non calpestare le righe, intendevo solo che stiamo esulando dal discorso
iniziale. D’accordo? Ritorniamo al discorso iniziale nel quale tu dicevi che io
ero fortunata perché mio marito lavora tutto il giorno e …
SARA. … fino a tarda sera.
CLAUDIA. … fino a tarda sera. E tu poi mi stavi dicendo
che invece tuo marito, svolgendo dei turni, è a casa mezza giornata.
SARA. Davvero? Davvero io ho detto
questo?
CLAUDIA. (Spazientita) si, hai detto questo! E appunto, mi stavi dicendo come
tuo marito trascorre il tempo in quella mezza giornata.
SARA. È vero! Ora ricordo.
CLAUDIA. (Al pubblico) forse riusciamo ad andare avanti.
SARA. E si, tu sei proprio
fortunata.
CLAUDIA. Avanti, sentiamo perché
io dovrei essere più fortunata di te.
SARA. Vuoi proprio che te lo dica?
CLAUDIA. (Al pubblico) ora mi alzo e le pianto un pugno in testa se non
viene al dunque.
SARA. (Al pubblico) ho sentito quello che vi ha detto e confermo che ne
sarebbe davvero capace. Lei è una tipa manesca. Molto manesca. Dovete sapere
che un giorno … (viene interrotta.)
CLAUDIA. (Irritata) Sara, vieni al dunque allora!?
SARA. Ci sono! Ci sono! (Al pubblico) ve lo racconterò dopo
quello che volevo dirvi. Dopo a sipario chiuso. Scusa se ogni tanto mi perdo.
CLAUDIA. Ogni tanto? Prosegui per
favore, prosegui.
SARA. Stavo dicendo che tu sei
fortunata perché mio marito quando è a casa in quella mezza giornata mi sta
sempre fra i piedi: mi cucina, mi sistema la casa, mi stira e mi porta i
bambini a scuola! Ti rendi conto che uomo insopportabile? Ed è per questo che
sono molto arrabbiata con lui.
CLAUDIA. (Al pubblico) secondo voi sono normali le cose che dice? Magari mio
marito facesse solo la metà di ciò che le fa il suo. Non starei sempre in piedi
a faticare.
SARA. Sono anche molto arrabbiata
con lui perché è sempre al supermercato a farmi spesa. E sai cosa fa?
CLAUDIA. (Che ormai non ha parole) sentiamo cosa fa … (ironica ma con una punta di canzonatura) ti compra amorevolmente
anche il gelato!
SARA. Si certo, però, e questo mi
fa saltare i nervi, compra il gelato ma non al gusto che preferisco io. Ti
rendi conto? Ti rendi conto che tipo di marito mi ritrovo?
CLAUDIA. Non ho parole.
SARA. Non hai parole perché la
pensi come me, mio marito mi distrugge l’esistenza e tu distruggi la tua perché lavori per gli altri e
non ti riposi mai. Claudia, noi abbiamo bisogno di andare in vacanza!
CLAUDIA. (Al pubblico) è l’unica cosa giusta che ha detto ad ora! (A Sara) magari potessi lasciare tutti e
tutto e andare via.
SARA. Claudia, allora siamo
d’accordo, io e te in vacanza insieme.
CLAUDIA. Come ti ho detto Sara,
non è una cosa così semplice per me. A
differenza di te io ho anche degli obblighi lavorativi e perciò … (viene
interrotta).
SARA. E va beh, li disobbligherai
per qualche giorno. Cosa vuoi che sia. Claudia, ho deciso e non torno più
indietro, noi due andremo in vacanza insieme. Ma non una vacanza qualsiasi! Noi
non andremo qui vicino come fanno tutti che vanno a … San Benedetto del Tronco.
Noi, andremo molto più lontano, ad Alessio in Anguria.
CLAUDIA. (Si mette una mano in fronte) Alassio si dice e si trova in Liguria.
E San Benedetto del “Tronto” è molto più lontano di Alassio!
SARA. Tronco, Tronto sono molto
simili e ci si può confondere. Però se Alessio è così vicino …
CLAUDIA. Alassio!
SARA. Alessio, Alassio sono molto
simili è facile confondersi.
CLAUDIA. (Al pubblico) solo a lei succede però.
SARA. Sai cosa facciamo Claudia?
Prenderemo l’aereo e andremo all’estero: in Sardegna! Che ne pensi?
CLAUDIA. Sara, ti ricordo che
SARA. Davvero? E da quando?
CLAUDIA. (Ironica) da qualche annetto.
SARA. Ecco, io sono sempre
l’ultima a sapere le cose. Scusa Claudia ma io non guardo molto la tv e leggo
poco. Comunque noi andremo sempre con l’aereo all’estero. Andremo … andremo … a
Prada! Si, a Prada. D’accordo?
CLAUDIA. (Fra sè) una, una che sia giusta! Perlomeno ci si può andare anche in
aereo. Sara, io a “Praga” ci sarei anche già andata, però se tu … (viene interrotta).
SARA. (Decisa) cambiamo.
CLAUDIA. Si, ma mi dispiace,
magari tu ci tenevi …
SARA. (Decisa) Claudia, io sono la tua amica e se tu mi dici che … Prega (correggendosi subito) Praga, tu l’hai
già visitata, non ci sono problemi, io da amica, mi sacrifico per te. Io non
sopporto quelle persone che dicono di volere essere se stesse in ogni
comportamento. Agiscono per comodità perché vogliono scegliere solo ciò che piace
a loro e non ascoltano ciò che il cuore suggerisce. Al contrario di me. Perciò noi,
non andremo a Pr … lì insomma. (Pensa) sempre
all’estero e con l’aereo … possiamo andare a … Piazza di Spagna!
CLAUDIA. (Con gli occhi illuminati e sognante) a Roma?
SARA. Ma se ti ho detto
all’estero?!
CLAUDIA. Sara, Piazza di Spagna si
trova nella nostra bellissima Roma.
SARA. Allora forse volevo dire … solo
Spagna.
CLAUDIA. (Al pubblico) non sa nemmeno più quello che dice ora. (A Sara) comunque sappi che anche in
Spagna ci sarei già stata.
SARA. Sono o non sono la tua amica
del cuore?
CLAUDIA. (Ormai al limite della sopportazione) Palestina! E ci sono andata
per ben due volte! (Si alza e prende un
bicchiere e una bottiglia di vino bianco e se ne versa un po’ e beve).
SARA. Non sapevo che avessi viaggiato
tanto, Claudia! Buon per te. Amica, a me non deve interessare quante volte tu
ci sia stata, l’importante per me ora è scegliere una destinazione che possa
andar bene per me ma anche per te. (Pensa)
a scuola, mia figlia, sta studiando
CLAUDIA. Si lo so. È molto
interessante visitare la città di Torun.
SARA. (Meravigliata) la città … del torun? Cremona si è spostata in
Polonia?
CLAUDIA. Cremona si è spostata in
Polonia? E da quando Sara?
SARA. Io non lo so da quando, tu
me lo hai detto ora?
CLAUDIA. Io ti ho solo citato una
città molto bella da vedere: Torun.
SARA. (Al pubblico) e ha il coraggio di negare l’evidenza! Il Torun, non
lo fanno a Cremona? Cremona, non è la città del turùn?
CLAUDIA. (Fuori di sé e versandosi ancora del vino) Torun! E non turun! T-o-r-u-n,
la città che si trova in Polonia. Hai capito ora?
SARA. Ah, Tòrun! Scusa non avevo
sentito la “o” aperta.
CLAUDIA. (Al pubblico) sono tre anni che la sopporto e penso di essere
giunta alla conclusione che sia ormai troppo tempo.
SARA. In Polonia c’è una splendida
miniera Claudia. (Pensando) di che
miniera si trattava … (ricordandosi)
lo so! Ho avuto un flasc! La miniera di zucchero!
CLAUDIA. (Appoggiando la testa e le braccia sul tavolo. Al pubblico) io
questo flash non l’ho visto. Anzi penso invece che lo abbia avuto e che gli
abbia annebbiato l’ultimo centimetro di cervello che forse, e dico forse, le
era rimasto. (Beve di nuovo) Sara, si
tratta della miniera del sale e non dello zucchero.
SARA. Sei sicura di quello che
dici?
CLAUDIA. Sicurissima Sara, ci sono
stata con la mia famiglia.
SARA. (Leggermente scocciata) ah beh, se ci sei già stata non vale la
pena sprecare soldi per una vacanza uguale. Amica, le amiche si vedono in
questi momenti di decisioni importanti. Risolto il problema, andremo in una
località che piace tanto ai bambini.
CLAUDIA. (Interessata, pensando che sia una proposta nuova) davvero? E quale
sarebbe?
SARA. Hamburgher! In Germania!
CLAUDIA. (Versa il vino nel bicchiere e beve di nuovo).
SARA. (Al pubblico) forse ci siamo finalmente. La mia amica non è
cattiva, è solo un po’ difficile. (A
Claudia) ma finalmente noi due riusciremo ad allontanarci da ciò che ci
distrugge giorno dopo giorno e andare ad Hamburgher in Germania. Già mi ci vedo
là a friggere al sole.
CLAUDIA. (Abbattuta) si chiama Amburgo la città della Germania e non
Hamburgher!
SARA. Amburgo, Hamburgher, quello
che è insomma. La cosa più importante non è forse aver trovato la località per
la nostra vacanza?
CLAUDIA. No, Sara.
SARA. (Preoccupata e seria) come … no?!
CLAUDIA. No, Sara. Ad Amburgo in
Germania io ci sono già stata.
SARA. (E’ stanca di dover trovare posti di vacanza per Claudia. Prende il
bicchiere di Claudia, si versa da bere e beve tutto d’un fiato. Al pubblico)
mi è passata la voglia di andare in vacanza. (A Claudia) senti amicona, sia cosa facciamo? Sceglila tu la
destinazione della vacanza e poi me lo fai sapere così mi aggrego anch’io. (Al pubblico) sempre che anch’io non ci
sia già stata.
CLAUDIA. Ci manca di avere ancora
un’altra decisione da dover prendere. (Ricordandosi)
io non ce la faccio più di questa vita. Stasera, per esempio, cosa preparo per
cena? Si, devo preparare la cena ma nello stesso tempo devo preparare anche il pranzo
per domani perché il mattino lavoro. Che vita sto conducendo, dimmelo tu!
SCENA IV
Claudia, Sara e Adele
ADELE. (Entra da destra) vuoi la mia di vita?
CLAUDIA. No Adele, grazie. Mi
accontento che tu mi restituisca il mio termometro.
ADELE. Ecco, a dir la verità non
l’ho con me … perché contavo di usarlo ancora per Marta.
SARA. (Beve) scusa, oltre al fatto che non ti appartiene, devi anche
sapere che non è igienico usare il termometro degli altri.
ADELE. E perché?
SARA. Per via dei microbri.
ADELE. Dei microbri?
SARA. Certo, lo dicono sempre
negli sport televisivi.
ADELE. Sport?
CLAUDIA. (Guarda Adele e sottovoce) spot.
ADELE. (Mima che ha capito, ironica) vorrà dire che lo laverò col
detersivo.
SARA. Io fossi in te gli farei
fare anche il prelavaggio. Sai, casomai ci fosse qualche microbro aggressivo e
resistente.
CLAUDIA. Io sono in uno stato di
piena sofferenza per la mia situazione e loro parlano solo di cose inutili. Per
esempio stasera, che preparerò per cena?!
ADELE. A me non piace cucinare e perciò,
spesso e volentieri, compro già tutto pronto e perciò non devo solo scaldarlo.
Stasera per esempio cucino “Cinque salti in padella”.
CLAUDIA. Buoni!
SARA. Cosa hai detto che cucini? (Le guarda i piedi) ma i tuoi piedi
entrano nella pentola?
ADELE. I miei piedi … in pentola?
Ma quale pentola?
SARA. Ma si, in quella pentola dove
ci metti i tuoi piedi e fai i cinque salti. (Al
pubblico) sarà una piatto straniero.
ADELE. (Non capisce) cinque … salti?!
SARA. Si, cinque salti. L’hai
detto tu.
ADELE. (La guarda male perché non capisce cosa voglia dire).
SARA. (Alza gli occhi al cielo) cinque salti! (Si mette a saltare) uno, due, tre, quattro, cinque. E sei. Magari
che non sia sufficiente per tutta la tua famiglia.
ADELE. (A Claudia) posso chiederti cosa c’era in quel bicchiere?
CLAUDIA. Solo vino.
ADELE. Non si direbbe da come
ragione.
SARA. Perché, cosa avrei detto di così
strano e diverso da ciò che tu hai detto tu?
ADELE. Tu, mi hai vista saltare?
SARA. No, però tu hai detto che
per cena preparerai cinque salti in padella e scusa, è alquanto strano. Penso
che anche il pubblico sia d’accordo con me.
ADELE. (Insofferente) Sara, cinque salti in padella, è un piatto di pasta
surgelata, chiamata così. E il pubblico lo aveva capito perfettamente.
SARA. E con ciò che vorresti dire?
Che io sono un po’ … ritardata?!
ADELE. (Ironica) si, solo un po’.
SARA. Comunque, dato che io porto
il quarantuno di scarpe e presumo che i miei piedi non ci stiano in pentola,
questa sera, preparerò un minestrone.
CLAUDIA. Ottimo!
SARA. E come secondo cucinerò delle
bistecche.
CLAUDIA. Buonissime!
ADELE. Dopo aver mangiato i
“Cinque salti in padella” io farò … (pensa).
SARA. (Ironica) una bella corsettina!?
ADELE. (Annusando il bicchiere da dove Sara ha appena bevuto) vino! Eppure
non si direbbe!
CLAUDIA. Adele, che altro prepari
poi?
ADELE. Poi passo al dolce.
SARA. Al dolce?
ADELE. Perché? Ora io non posso
saltare il secondo e passare alla torta?
CLAUDIA. Squisita!
SARA. La tua cucina è tutto in
salto mi sembra. Ragazze, vi lascio. Penso che mio marito sia tornato dal
tabaccaio e perciò vado a controllare quanto ha vinto al “Gratta e Vinci” che
doveva comperare. (Esce).
ADELE. Claudia, tu pensi che Sara
sia mentalmente sana? Oltre a tutto quello che ha raccontato che aveva poco senso,
ora va a casa a controllare quanto il marito “ha vinto”. Come può lei sapere se
il marito ha vinto oppure no? Non è detto
che si vinca sempre con il “Gratta e Vinci”.
CLAUDIA. Devi sapere Adele che suo
marito è molto fortunato al gioco. Vince spesso anche con i numeri del lotto,
figurati.
ADELE. (Al pubblico) è proprio vero quel proverbio che dice: “Fortunato al
gioco, sfortunato in amore”.
CLAUDIA. Hai ragione Adele, parole
santissime. Tu Adele, ti sei accorta che a Sara spuntavano le corna?
ADELE. Le corna? E tu come lo sai?
(Al pubblico) gli uomini son tutti
uguali. O quasi. (A Claudia) dai
racconta, racconta.
CLAUDIA. Allora, mentre lavava il
pavimento nella stanza da letto … (viene
interrotta).
ADELE. Come? Ha trovato suo marito
nella stanza da letto con … (mima una
donna) mentre puliva il pavimento?
CLAUDIA. Non so se ci fosse anche
lui. Comunque se c’era non poteva che trovarsi sopra il letto perché altrimenti
lei non avrebbe potuto a quel punto lavare il pavimento.
ADELE. (Al pubblico) sopra il letto? Lo ha trovato nel letto con … (mima). E Sara che ha fatto in quella
situazione?
CLAUDIA. Ma se ti ho appena detto
che stava lavando il pavimento, vuol dire che stava lavando il pavimento! Ed è
stato lì che chinandosi ha visto … (viene
interrotta).
ADELE. (Al pubblico) volete vedere che suo marito dopo essere stato sopra
il letto con … (mima) è andato anche
sotto il letto con … (mima) e lei,
Sara quando si sarà chinata li avrà visti. (A
Claudia) come minimo le sarà venuto un infarto. Vero?
CLAUDIA. Un infarto? Ma se ti ho
detto che le sono venute due corna! Capisci quando ti parlo?
ADELE. Ovvio! Quando si è
abbassata per lavare il pavimento ha visto suo marito sotto il letto con … (mima) le son venute subito le corna. (Al pubblico) non sapevo che fossero
così veloci a farsi. (A Claudia) ti
sei spiegata perfettamente.
CLAUDIA. Ha visto suo marito con …
scusa, ma che vuol dire?
ADELE. Sara quando ha visto suo
marito sotto il letto con … (mima) non
potevano che crescerle le corna. Me lo hai appena detto tu.
CLAUDIA. Io? Come posso averti
detto questo che non me lo sogno neppure!
ADELE. Io penso che tu sia andata
fuori di testa come Sara! Tu mi hai detto che Sara ha le corna.
CLAUDIA. Certo che ha le corna! Ma
… suo marito cosa centra col fatto che ha le corna?
ADELE. Claudia, adesso mi prendi
in giro?! Come potrebbe Sara avere le corna se non grazie a suo marito che con
… (mima)…
CLAUDIA. Io non so come vengano le
corna ma a Sara sono venute due belle corna in testa perché quando si è chinata
per pulire il pavimento della stanza ha battuto la testa, per ben due volte,
sotto la scrivania.
ADELE. E … suo marito non c’entra
nulla? Non era in quella stanza nel momento in cui lei …
CLAUDIA. Non penso proprio, io
quando svolgo le pulizie non voglio nessuno nelle camere.
ADELE. (Si versa da bere e beve tutto d’un fiato) e così erano solo quelle
le corna a cui ti riferivi …
CLAUDIA. Solo? Ti dico che ha due
corna da far paura!
ADELE. (Si versa di nuovo da bere per ben due volte e beve tutto d’un fiato).
CLAUDIA. Adele … va tutto bene?
ADELE. Andava molto meglio prima
che venissi qui!
CLAUDIA. (Si alza) mi dispiace, non mi sembra di aver detto o fatto nulla
che potesse farti stare male.
ADELE. Claudia, hai fatto troppo
invece. Riposati che ne hai bisogno. (Esce).
CLAUDIA. Come ti permetti! Ricorda
che io so bene ciò di cui ho bisogno! (Al
pubblico) ora io devo riposare perché me lo dice lei! A me nessuno deve
dirmi quello che devo fare! Sono solo io che decido della mia vita! (Qualche secondo di silenzio. Al pubblico).
Accidenti come sono stanca! Avete visto? Non riesco mai a trovare del tempo da
trascorrere a chiacchierare con le amiche, proprio mai. Sono sempre qui a
lavorare. Tutti i giorni così! Se riuscissi a trovare un momento per riposare, sarebbe
un miracolo! (Si siede).
SIPARIO