AUTRICE
GIUSEPPINA CATTANEO
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POSIZIONE
S.I.A.E. N° 193077
Codice
opera Siae 905410A
TITOLO
SONO STANCA
DI CORRERE
ATTO UNICO
Personaggi
CLAUDIA
RENATO marito di Claudia
SARA
ADELE
MICHELE marito di Sara
CARMEN sorella di Claudia
SILVANA mamma di Claudia
TRAMA
La vita frenetica di oggi, porta Claudia a dispiacersi continuamente per l’assenza di tempo da dedicare a se stessa. In realtà il tempo lo ha già trovato ma l’abitudine a lamentarsi, prevale.
SCENA I
Claudia
In casa. Più stenditoi colmi di panni.
CLAUDIA. (Entra da destra) eccomi arrivata nella giungla! Anzi, la mia casa
è più di una giungla! Qui non ci sono liane ma una miriade di panni stesi
ovunque. Torno ora dal lavoro di ufficio e devo iniziare di nuovo: lavare le
stoviglie del pranzo che mio marito ha lasciato sporche, caricare due lavatrici
se non tre e svolgere tutte le varie pulizie che una casa richiede.
SCENA II
Claudia e Renato
RENATO. (Entra da destra) ciao.
CLAUDIA. Sei tornato ad aiutarmi?
RENATO. No, ho solo dimenticato di
prendere le sigarette.
CLAUDIA. Renato, io sono stanca di
te. Stanca del fatto che tu non mi aiuti in casa, stanca di sistemare le tue
cose e anche stanca di quelle maledette sigarette che ti uccidono!
RENATO. Claudia per favore, ora
non prendertela anche con le sigarette. E poi, lavorando dal mattino alla sera,
dimmi tu come posso trovare il tempo per aiutarti in casa! (Prende le sigarette dal cassetto).
CLAUDIA. Alle nove di sera!
RENATO. Se non ti dispiace a
quell'ora avrei appena terminato di cenare e magari mi sentirei anche un
pochino stanco.
CLAUDIA. E tu non pensi che io sia
stanca dopo mezza giornata di lavoro in azienda e una giornata intera di lavoro
qui in casa?
RENATO. Sei tu a voler lavorare.
Quante volte ti ho detto di startene a casa!
CLAUDIA. Certo! È quello che vuoi,
togliermi l’indipendenza economica. Mai!
RENATO. E allora non venire a
lamentarti da me!
CLAUDIA. (Al pubblico) sono veramente una stupida a preoccuparmi se il fumo
uccide mio marito perché se continua così, sono io che lo uccido. E perciò prendi
pure queste (gli porge tante stecche di
sigarette).
RENATO. Claudia! Ora devo andare
al lavoro.
CLAUDIA. (Urlando) tu non pensi ad altro che a lavorare! Pensi solo al
lavoro!
RENATO. Claudia, vuoi smettere di
urlare per favore? (Al pubblico)
almeno finché non la strozzo.
CLAUDIA. Io urlo e parlo come mi
fa comodo. Va bene?
RENATO. (Ironico) va benissimo.
CLAUDIA. E con questo cosa vuoi
dire?
RENATO. Vuol dire che tu puoi
parlare e urlare come meglio credi.
CLAUDIA. Davvero? Per caso mi stai
prendendo in giro?
RENATO. Io? Assolutamente no. E
sono talmente sicuro di questo da poterlo giurare sulla tomba di mio padre.
CLAUDIA. Cos’ hai detto?
RENATO. Ho detto che non ho mai
pensato di prenderti in giro e che lo giuro sulla tomba di mio padre.
CLAUDIA. Ma se tuo padre non è
morto!
RENATO. (Cerca di difendersi) ma … ma … lo sarà molto presto! Con tutti i
problemi di salute che ha figurati se non morirà presto. Anzi, sai cosa faccio?
Vado a controllare se mio padre è ancora vivo.
CLAUDIA. Tu accampi scuse su scuse
per evitare di aiutarmi. Prima il lavoro, e ora tuo padre. Mi racconti solo menzogne.
E allora ti ricordo che con quelle non andrai da nessuna parte e prima o poi
dovrai andare in chiesa a confessarle tutte.
RENATO. In chiesa? Claudia, al
giorno d'oggi ci si confessa on-line.
CLAUDIA. Renato, togliti dalla mia
vista altrimenti so io come va a finire oggi. Vattene e cerca di tornare con la
voglia di aiutarmi perché io sono stanca di questa vita.
RENATO. Ciao tesoro! A stasera. (Esce a destra).
CLAUDIA. Vai! Vai! (Al pubblico) ecco, lui se ne va e io
rimango. Rimango qui nella mia casa come al solito piena di lavoro ma con la
elle maiuscola. Ora dovrò preparare le lavatrici, lavare le stoviglie, senza dimenticare
che devo anche accompagnare i miei figli allo sport. Così, avanti e indietro
con l’auto dalla palestra al campo sportivo! Se invece i miei tre figli mi aiutassero
nelle faccende domestiche, potrebbero svolgere ugualmente del moto senza dover
sborsare nemmeno un centesimo. Invece no! E così io, su e giù da quell’auto. E non è tutto! Quando non c’è lo sport, c’è la
dottrina … scusate, ora si dice catechismo, e quando non c’è catechismo …
SCENA III
Claudia e Sara
SARA. (Entra da destra e ascolta).
CLAUDIA. … c’è il dentista e
quando non c’è il dentista, c’è il pediatra; quando non c’è il pediatra c’è il parrucchiere;
quando non c’è il parrucchiere c’è l’oculista; quando non c’è l’oculista c’è il
logopedista.
SARA. Claudia, cerca di lasciarne uno
anche a me, se non ti dispiace. Tutti per te ora! Cara Claudia, tuo marito sa di
tutti questi amanti?
CLAUDIA. Sara, sei impazzita? Già
è difficile sopportare mio marito, figuriamoci avere anche un solo amante! E
poi, sai quante frottole dovrei raccontare per riuscire a conciliare marito e
amante?
SARA. Scusa? Mi stai dicendo che
chi racconta frottole lo fa perché ha un amante?
CLAUDIA. Proprio così! E non sai
quanto può essere impegnativo ricordarsele tutte per non tradirsi?
SARA. Davvero? (Guardandola e pensando) e tu, com’è che
sai tutte queste cose?
CLAUDIA. (Non sa come sbrigarsela) io?!
SARA. Si, proprio tu.
CLAUDIA. (Non sa che rispondere) ecco … l’ho sentito dire anch’io … ecco
perché lo so.
SARA. (Al pubblico) mah! Non mi ha molto convinto con la sua spiegazione,
però, sorvoliamo. (Ripensandoci, a
Claudia) no, non sorvoliamo … e così tu “hai sentito dire che” chi ha un
amante racconta frottole …
CLAUDIA. Penso che sia logico
Sara. Non andrai certo a dire ai quattro venti che hai un’amante!
SCENA IV
Claudia, Sara e Adele
ADELE. (Entra da destra sulla frase detta da Claudia) cosa? Tu Sara hai
un’amante?
SARA. Io? Stai scherzando? Non sai
quante frottole dovrei raccontare? Perlomeno, così mi han detto (alludendo a Claudia).
RENATO. (Entra da destra e sente).
ADELE. Ovvio che sia così! Non
vorrai andare a raccontare a tuo marito che hai un amante ora, Sara.
SCENA V
Claudia, Sara, Adele e Renato
RENATO. Sara tu hai un amante? E
chi l'avrebbe mai detto!
SARA. Renato, io non ho un amante!
D’accordo?
RENATO. Sara, ti credo sulla
parola. (Al pubblico) ma chi vuoi che
la voglia una così!?
CLAUDIA. Cosa ci fai ancora qui
Renato?!
RENATO. (Ironico) sono tornato per aiutarti nel lavoro domestico.
CLAUDIA. (Credendoci) davvero?
ADELE. Davvero?
SARA. Davvero?
RENATO. Nemmeno per sogno! Ho
dimenticato di prendere … (Cerca) …
Questa sigaretta! Ciao a tutte. (Esce a
destra).
CLAUDIA. (Alzando la voce) ricordati che stasera me la paghi!
ADELE. E così Sara tu hai
un’amante. Ti ricordo che io non sono Renato.
SARA. Adele, ti ripeto che io non
ho un amante! E che sia molto chiaro questo. Però non posso essere certa che
sia così anche per Claudia, dato che lei ha il pediatra, il barbiere,
l’oculista, il dentista e persino un uomo che le sistema i piedi.
CLAUDIA. Chi sarebbe quello che mi
sistema i piedi?
SARA. Se non lo sai tu che lo
frequenti, vuoi che lo sappia io? Tu hai detto il … pedista.
CLAUDIA. Sara, si chiama
“logopedista” e non sistema i piedi.
SARA. Lo avevo immaginato perché
un amante che ti tocca i piedi deve essere davvero uno stupido.
CLAUDIA. Sara! Smetti! Ti ho già
detto che non sono i miei amanti.
ADELE. (Curiosamente) sono amanti di chi? Racconta Claudia. Di chi sono
amanti tutti quegli uomini?
CLAUDIA. (Spazientita) di nessuno! Sono tutte le persone a cui mi devo
affidare per la crescita dei miei figli. E io sono stanca di questa vita fatta
di corse per la famiglia. Non ho mai un momento da dedicare alla mia persona.
Io vorrei avere il tempo di chiacchierare con le mie amiche, di bere un caffè
con loro … a proposito di caffè, favorite un caffè?
SARA. Si grazie.
ADELE. Perdonami Claudia ma io non
posso proprio. Ci starei molto volentieri a spettegolare con voi, ma purtroppo
Marta ha la febbre e sono venuta appunto a chiederti di prestarmi il termometro
perché il mio si è rotto.
SARA. Ti è caduto per terra?
ADELE. Si, è stata la più piccola
che lo ha fatto cadere perché si era convinta di provare lei la febbre alla
sorella.
SARA. Allora ti sarà andato
Mercuro Cromo dappertutto?! E dicono che sia anche così pericoloso!
ADELE. Io quel … Mercuro … lì, l’ho
raccolto e l’ho buttato nel secco delle spazzatura.
SARA. Adele, attenta che se ti
controllano la spazzatura potresti prendere una multa salata. Non andava
buttato nel secco! Non sai che danno all’ambiente può causare il Mercuro Cromo?
ADELE. Non mettermi ansia Sara.
Dove avrei dovuto metterlo?
SARA. Nell’umido! Dove, se non
nell’umido!
CLAUDIA. (Al pubblico) non datele retta, non fate ciò che dice, lei ha delle
teorie tutte sue come il modo con cui si esprime. (Esce di scena per prendere il termometro).
ADELE Sara, sei proprio sicura di
quello che dici? Nell’umido? A me non torna qualcosa.
SARA. Se non ti torna quello che
ho appena detto, allora torna da dove sei venuta. (Al pubblico) le amiche! Vogliono sapere tutto di tutti e poi
quando dici loro qualcosa che non sia un pettegolezzo, dubitano. Se le raccontassi
che ho visto la nostra vicina del piano di sopra a spasso con Bred Pitti, a
quello crederebbe all’istante.
CLAUDIA. Eccoti Adele. (Le porge il termometro).
ADELE. Grazie.
CLAUDIA. Figurati.
ADELE. Quando le si sarà abbassata
la febbre, torno ancora quì Claudia, non vorrei perdermi qualcosa di importante
sulle persone che conosciamo.
CLAUDIA. Tranquilla, ti riferiremo
tutto.
SARA. Tutto. (Al pubblico) anche di Bred Pitti.
ADELE. CLAUDIA. SARA. (Si salutano).
ADELE. (Esce da destra).
SARA. (Vedendo che Claudia indossa ancora le scarpe) Claudia perché indossi
ancora le scarpe?
SCENA VI
Claudia, Sara e Adele
ADELE. (Rientrando dal fondo) scusa Claudia, potresti venire ad aiutarmi a
provare la febbre a Marta? Non vorrei che Isabella rompesse anche il tuo
termometro. Io terrò Isabella lontana mentre tu proverai la febbre a Marta. Si
può fare?
CLAUDIA. (A Sara) capisci ora perché indosso ancora le scarpe? (Ad Adele) andiamo a provare la febbre a
Marta.
SARA. E … io?
CLAUDIA. Aspettami, torno subito.
Non andremo in tre a provare la febbre a Marta ora?!
SARA. No, certo. Il termometro è
uno solo. Vi aspetto qui.
CLAUDIA-ADELE. (Escono a destra).
SARA. (Guarda i stenditoi).
SCENA VII
Sara e Michele
MICHELE. (Entra da destra) ah, sei qui!
SARA. Cosa ci fai tu qui!?
MICHELE. Ormai la casa di Renato e
Claudia è la tua seconda casa, quindi se non ti trovo a casa nostra non puoi
essere che qui.
SARA. Come sei pignolo! Ora invece
spiegami perché non sei al lavoro. È mai possibile che tutti i mariti di questa
terra svolgano ore straordinarie di lavoro mentre tu no?
MICHELE. Niente straordinarie noi
invece.
SARA. Dimmi, dimmi allora cosa
pensi di fare oggi?! Cerca di non starmi intorno perché oggi non è giornata.
MICHELE. Oggi non è giornata, ieri
non era giornata l'altro giorno nemmeno, la settimana scorsa neanche. Non è mai
giornata per te. Comunque stai tranquilla perché oggi ti starò lontano, vado in
lavanderia.
SARA. E perché vai in lavanderia? Posso
sapere il motivo per cui vai in lavanderia? Perché non fai qualcosa di utile
invece!
MICHELE. Sara, vado in lavanderia
a lavare i cappotti, giubbini e piumoni.
SARA. E per quale motivo li porti
a lavare in questo periodo? E se tornasse il freddo?
MICHELE. Sara, ti ricordo che
siamo in giugno.
SARA. E con ciò? Tutti sanno che a
giugno potrebbe verificarsi una coda dell'inverno. I tuoi atteggiamenti,
Michele, mi feriscono continuamente.
MICHELE. Al ritorno dalla
lavanderia ho deciso che cambio le lenzuola.
SARA. Allora tu mi vuoi vedere
morta!? Perché le devi cambiare che l’ho fatto io tre mesi fa!
MICHELE. Appunto!
SARA. Io con te non ce la faccio
più! Tutte le scuse sono giuste per starmi fra i piedi.
MICHELE. Però prima di fare tutto quello
che ti ho elencato, vado a comprare un "gratta e vinci".
SARA. Ecco, finalmente dici
qualcosa di intelligente. Vai e torna vincitore.
MICHELE. E chi mi da i soldi per l’acquisto
del "gratta e vinci"?
SARA. (Al pubblico) vedete che uomo insopportabile mi sono sposata? E lo
devo anche mantenere. Andiamo a casa che ti do i soldi. (Escono a destra).
SCENA VIII
Claudia e Adele
CLAUDIA-ADELE. (Entrano da destra).
CLAUDIA. (Si guarda in giro) e Sara, dove sarà andata? Ha lasciato casa mia incustodita.
ADELE. Te l'ho sempre detto
Claudia di non fidarti di Sara. Il termometro! (Esce a destra).
SCENA IX
Claudia, Adele e mamma Claudia
MAMMA. (Entrando da destra) ciao Adele. Ciao Claudia. Claudia, va tutto
bene?
CLAUDIA. Ciao mamma. Quale buon
vento ti porta qui?
MAMMA. Nessuno buon vento Claudia,
è stata Carmen con la sua auto.
SCENA X
Claudia, Adele, mamma Claudia e Carmen
CARMEN. (Entra da destra) ciao Claudia. Ti vedo un po' affaticata.
CLAUDIA. Cosa volete che vi dica,
lavoro da mattina a sera senza il tempo di riposarmi.
MAMMA. È un peccato che Carmen abbia
trovato un lavoro a tempo pieno, altrimenti ti avrebbe aiutato. Vero Carmen?
CARMEN. Perdonami mamma, vero che
ho trovato un lavoro o vero che avrei aiutato Claudia?
MAMMA. Tutti e due Carmen.
CARMEN. Certo, tutti e due,
Claudia.
ADELE. (Rientrando) ciao a tutte.
CLAUDIA. Tu lavori Carmen? Da
quando ti conosco, tu non hai mai lavorato.
MAMMA. Non ha mai lavorato perché
non ha mai trovato il lavoro adatto a lei. Quando c’era troppo lavoro, era
molto difficile scegliere, ma ora che ce n’è di meno, è stato semplice. Devo
dire che sono molto contenta.
CARMEN. Sono davvero stata molto
fortunata. E poi è un lavoro che si addice a me.
ADELE. Di che lavoro si tratta?
CARMEN. Faccio la Dog-Sitter.
ADELE-CLAUDIA. Cosa fai?
MAMMA. Ragazze! Faccio la
Dog-Sitter.
CLAUDIA.
Dog-Sitter?
ADELE.
Dog-Sitter? (Guarda Claudia meravigliata perchè non sa cosa sia) devo dire che è proprio
un bel nome da dare a un bambino.
CARMEN. Non è un bambino.
ADELE. Non è un bambino? Claudia
non è un bambino … è un uomo! Tua sorella fa la Dog-Sitter ad un uomo!
CLAUDIA. Adele, non è un uomo.
ADELE. E se non è un uomo che
cos'è allora? Vorrai forse dirmi che adesso è la balia di un anziano?
MAMMA. (A Claudia piano) Claudia, hai un’amica decisamente colta!
CARMEN. Dog-Sitter vuol dire
accudire un cane.
ADELE. Acc … acc ... accu … fare la
balia ad un cane?
FABIANA. Adele, ma sei del tutto stupida?
ADELE. Claudia, tua sorella mi ha
detto che sono stupida.
CLAUDIA. Adele, ma tu sei stupida.
MAMMA. Si dice accudire un cane e
non fare la balia. E comunque è un lavoro dignitoso meglio di tanti altri.
ADELE. Per esempio?
MAMMA. (Guarda Adele decisa) fare nulla!
ADELE. Perché mi guardi così
Silvana? Ti ricordo che io faccio un sacco di cose, quando faccio un sacco di
cose.
CARMEN. E comunque badare agli
animali non è semplice.
ADELE. Non metto in dubbio che sia
difficile badare agli animali. Cosa pensi che sia semplice stare vicino a mio
marito?
CARMEN. E comunque il cane che
accudisco è proprio tenerissimo.
ADELE. Si taglia con un grissino?
MAMMA. (A Claudia) Claudia, forse è il caso che io e Carmen ce ne andiamo.
Non vorremmo disturbare troppo. (Al
pubblico) non riesco a capire come mia figlia si sia trovata questa tizia
per amica.
CARMEN. Si mamma anche perché fra
poco arriverà da noi Tommaso.
ADELE. Tuo figlio?
CARMEN. No, Tommaso è il cane che
devo accudire.
ADELE. Ma non si chiamava Dog?
MAMMA. (Arrabbiata) Claudia, noi ce ne andiamo. (Escono a destra).
SI SALUTANO.
ADELE. Che fretta avranno avuto di
andarsene?! Secondo me Claudia, le hai messe a disagio. (Ricordandosi) Claudia, ho dimenticato il tuo termometro a casa
mia. Vado e poi te lo riporto. (Esce da
destra).
SCENA XI
Claudia e Sara
CLAUDIA. (Al pubblico) io non ce la faccio più. Come vorrei trovare del
tempo da dedicare a me stessa, al riposo, alle amiche.
SARA. (Entra da destra e ascolta).
CLAUDIA. Come rimpiango il periodo
dell’adolescenza.
SARA. Io invece rimpiango il
periodo dove mio marito non faceva parte della mia vita. Ma non ti se ancora
tolta le scarpe Claudia?!
CLAUDIA. Dimmi dove lo trovo il
tempo! Il tempo di togliere le scarpe, indossare le pantofole e mettermi in rilassamento.
Non pensi che io sia stanca di stare tutto il giorno in piedi!? Dalla mattina
alla sera. E devo sempre correre e lavorare in casa per gli altri. Guarda,
guarda questi stenditoi, guarda se trovi steso qualcosa di mio … sono tutti
vestiti dei miei figli e di mio marito.
SARA. (Va a controllare e vede un reggiseno) e questo di chi è? Non dirmi
che è di Renato?
CLAUDIA. No, è mio. Almeno un
reggiseno me lo posso lavare?
SARA. A perché anche Renato … ne porta?
CLAUDIA. (Spazientita) no, non ne ha. In casa sono solo io che porto
reggiseni. Va bene? Ti stavo dicendo che ho sempre qualcosa da fare. Non sono
mai ferma, sempre in piedi! (Si siede).
SARA. Claudia, smetti di
lamentarti. Tu sei più fortunata di me.
CLAUDIA. Io, fortunata?! E da
quando? Io ho tutte le sfortune del mondo. (Al
pubblico) a volte non ci sta con la testa. (Guarda Sara e poi al pubblico) sempre.
SARA. Certo che tu sei fortunata!
So quello che dico sai? Tu sei fortunata perché tuo marito lavora tutto il
giorno e fino a tarda sera. Mio marito invece, svolgendo dei turni, trascorre
sempre mezza giornata a casa. Se non è il mattino è il pomeriggio. E sai cosa fa
in quella mezza giornata?
CLAUDIA. No.
SARA. Lo sai cosa fa?
CLAUDIA. No, non lo so, lui vive
con te e non con me.
SARA. Come?
CLAUDIA. Ho detto che lui vive con
te e non con me e perciò non posso sapere cosa fa a casa in quella mezza
giornata.
SARA. Come? Vorresti che mio
marito vivesse con te così potresti sapere cosa fa a casa nella mezza giornata
in cui non va al lavoro?
CLAUDIA. Io ho solo detto che non
so … (viene interrotta).
SARA. Dopo il dentista, il
ginecologo, il podista … ora vuoi anche mio marito?!
CLAUDIA. (Irritata) no! Non voglio nessun uomo! Nemmeno mio marito, voglio
più! Va bene!?
SARA. Davvero? Vuoi divorziare da
tuo marito? Questo si che è uno scuppo! Vado subito a dirlo ad Adele.
CLAUDIA. Torna qui! Non voglio
divorziare da mio marito! (Cercando di
calmarsi) calmiamoci Sara. Stiamo andando fuori dalle righe.
SARA. (Guarda il pavimento e cerca di stare nelle righe del pavimento)
non fa nulla Claudia se calpesto un pezzetto di questa riga? È per non perdere
l’equilibrio.
CLAUDIA. (Con calma cercando di far ragionare Sara) Sara, quando parlavo di
non calpestare le righe, intendevo solo che stiamo deviando dal discorso
iniziale. Mi sono spiegata? Ritorniamo al discorso nel quale tu dicevi che io
ero fortunata perché mio marito lavora tutto il giorno e …
SARA. … fino a tarda sera.
CLAUDIA. … fino a tarda sera. E tu poi mi stavi dicendo
che invece tuo marito, svolgendo dei turni, è a casa mezza giornata.
SARA. Davvero? Davvero io ho detto
questo?
CLAUDIA. (Spazientita) si, hai detto questo! E appunto, mi stavi dicendo come
tuo marito trascorre il tempo in quella mezza giornata.
SARA. È vero! Ora ricordo.
CLAUDIA. (Al pubblico) forse riusciamo ad andare avanti.
SARA. E si, tu sei proprio
fortunata.
CLAUDIA. Avanti, sentiamo perché
io dovrei essere più fortunata di te.
SARA. Vuoi proprio che te lo dica?
CLAUDIA. (Al pubblico) ora mi alzo e le pianto un pugno in testa se non
viene al dunque.
SARA. (Al pubblico) ho sentito quello che vi ha detto e confermo che ne
sarebbe davvero capace. Lei è una tipa manesca. Molto manesca. Dovete sapere
che un giorno … (viene interrotta.)
CLAUDIA. (Irritata) Sara, vieni al dunque allora!?
SARA. Ci sono! Ci sono! (Al pubblico) ve lo racconterò dopo
quello che volevo dirvi. Dopo a sipario chiuso. Scusa Claudia se ogni tanto mi
perdo.
CLAUDIA. Ogni tanto? Prosegui per
favore, prosegui.
SARA. Stavo dicendo che tu sei
fortunata perché mio marito quando è a casa in quella mezza giornata mi sta
sempre fra i piedi: mi cucina, mi sistema la casa, mi stira e mi porta i
bambini a scuola! Ti rendi conto che uomo insopportabile? Ed è per questo che
sono molto arrabbiata con lui.
CLAUDIA. (Al pubblico) magari mio marito facesse solo la metà di ciò che le
fa il suo. Non sarei sempre in piedi a faticare.
SARA. Sono molto arrabbiata con
lui anche perché è sempre al supermercato a fare spesa. E sai cosa fa?
CLAUDIA. (Che ormai non ha parole) sentiamo cosa fa … (ironica ma con una punta di canzonatura) ti compra amorevolmente
anche il gelato!
SARA. Si certo, però, e questo mi
fa saltare i nervi, compra il gelato ma non al gusto che preferisco io. Ti
rendi conto? Ti rendi conto che marito mi ritrovo?
CLAUDIA. Non ho parole.
SARA. Non hai parole perché la
pensi come me, mio marito mi distrugge l’esistenza e tu distruggi la tua perché lavori per gli altri e
non ti riposi mai. Claudia, noi abbiamo bisogno di andare in vacanza!
CLAUDIA. (Al pubblico) è l’unica cosa giusta che ha detto ad ora! (A Sara) magari potessi lasciare tutti e
tutto e andare via.
SARA. Claudia, allora siamo
d’accordo, io e te in vacanza insieme.
CLAUDIA. Come ti ho detto Sara,
non è una cosa così semplice per me. A
differenza di te io ho anche degli obblighi lavorativi e perciò … (viene
interrotta).
SARA. E va beh, li disobbligherai
per qualche giorno. Cosa vuoi che sia. Claudia, ho deciso e non torno più
indietro, noi due andremo in vacanza insieme. Ma non una vacanza qualsiasi! Noi
non andremo qui vicino come fanno tutti che vanno a … San Benedetto del Tronco.
Noi, andremo molto più lontano, ad Alessio in Anguria.
CLAUDIA. Alassio si dice e si
trova in Liguria. E San Benedetto del “Tronto” è molto più lontano di Alassio!
SARA. Tronco, Tronto sono molto
simili e ci si può confondere. Però se Alessio è così vicino …
CLAUDIA. Alassio!
SARA. Alessio, Alassio sono molto somiglianti
è facile confondersi.
CLAUDIA. (Al pubblico) solo a lei succede però.
SARA. Sai cosa facciamo Claudia?
Prenderemo l’aereo e andremo all’estero: in Sardegna! Che ne pensi?
CLAUDIA. Sara, ti ricordo che la Sardegna è in Italia.
SARA. Davvero? E da quando?
CLAUDIA. (Ironica) da qualche annetto.
SARA. Ecco, io sono sempre
l’ultima a sapere le cose. Scusa Claudia ma io non guardo molto la tv e leggo
poco. Comunque noi andremo sempre con l’aereo all’estero. Andremo … andremo … a
Prada! Si, a Prada.
CLAUDIA. (Fra sè) una, una che sia giusta! Perlomeno ci si può andare anche in
aereo. Sara, io a “Praga” ci sarei anche già andata, però se tu … (viene interrotta).
SARA. (Decisa) cambiamo, cambiamo.
CLAUDIA. Si, ma mi dispiace,
magari tu ci tenevi …
SARA. (Decisa) Claudia, io sono la tua amica e se tu mi dici che … Prega (correggendosi subito) Praga, tu l’hai
già visitata, non ci sono problemi, io da amica, mi sacrifico per te. Io non
sopporto quelle persone che dicono di volere essere se stesse in ogni
comportamento. Agiscono per comodità perché vogliono scegliere solo ciò che piace
a loro e non ciò che sia giusto per l’altra persona. Al contrario di me. Perciò
noi, non andremo a Pre … Pra … Pre … lì insomma. (Pensa) sempre all’estero e con l’aereo … possiamo andare a …
Piazza di Spagna!
CLAUDIA. (Con occhi illuminati e sognante) a Roma?
SARA. Ma se ti ho detto
all’estero?!
CLAUDIA. Sara, Piazza di Spagna si
trova nella nostra bellissima Roma.
SARA. Allora forse volevo dire … solo
Spagna?!
CLAUDIA. (Al pubblico) non sa nemmeno più quello che dice ora. (A Sara) comunque sappi che anche in
Spagna ci sarei già stata.
SARA. Sono o non sono la tua amica
del cuore? La Spagna l’hai già vista? Benissimo, cambiamo destinazione, non ci
sono assolutamente problemi. Sempre all’estero … (pensa) si potrebbe andare …
dove è nato il Signore! In Palestrina!
CLAUDIA. (Ormai al limite della sopportazione) Palestina! E ci sono andata
per ben due volte! (Si alza e prende un
bicchiere e una bottiglia di vino bianco e se ne versa un po’ e beve).
SARA. Non sapevo che avessi viaggiato
tanto, Claudia! Buon per te. Amica, a me non deve interessare quante volte tu
ci sia stata, l’importante per me ora è scegliere una destinazione che possa
andar bene per me ma anche per te. (Pensa)
a scuola, mia figlia, sta studiando la Polonia e mi ha mostrato che in
Polonia ci sono tante cose da visitare.
CLAUDIA. Si lo so. È molto
interessante visitare la città di Torun.
SARA. (Meravigliata) la città … del turun? (Al pubblico) la città del torrone in Polonia? (A Claudia) Cremona si è spostata in Polonia?
CLAUDIA. Cremona si è spostata in
Polonia? E da quando Sara?
SARA. Io non lo so da quando, tu
me lo hai detto ora.
CLAUDIA. Io ti ho solo citato una
città molto bella da vedere: Torun.
SARA. (Al pubblico) e ha il coraggio di negare l’evidenza! Il Turun, non
lo fanno a Cremona? Cremona, non è la città del turùn?
CLAUDIA. (Fuori di sé e versandosi ancora del vino) Torun! E non turun! T-o-r-u-n,
la città che si trova in Polonia. Hai capito ora?
SARA. Ah, Tòrun! Scusa non avevo
sentito la “o”.
CLAUDIA. (Al pubblico) sono tre anni che la sopporto e penso di essere
giunta alla conclusione che sia ormai troppo tempo.
SARA. In Polonia c’è anche una
splendida miniera Claudia. (Pensando)
di che miniera si trattava … (ricordandosi)
lo so! Ho avuto un flasc! La miniera di zucchero!
CLAUDIA. (Appoggiando la testa e le braccia sul tavolo. Al pubblico) io
questo flash non l’ho visto. Anzi penso invece che lo abbia avuto e che gli
abbia annebbiato l’ultimo centimetro di cervello che forse, e dico forse, le
era rimasto. (Beve di nuovo) Sara, si
tratta della miniera del sale e non dello zucchero.
SARA. Sei sicura di quello che
dici?
CLAUDIA. Sicurissima Sara, ci sono
stata per ben tre volte.
SARA. (Leggermente scocciata) ah beh, se ci sei già stata così tante
volte, non vale la pena sprecare soldi per una vacanza trisuguale. Amica, le
amiche si vedono in questi momenti di decisioni importanti. Risolto il
problema, andremo in una località che piace tanto ai bambini.
CLAUDIA. (Interessata, pensando che sia una proposta nuova) davvero? E quale
sarebbe?
SARA. Hamburgher! In Germania!
CLAUDIA. (Versa il vino nel bicchiere e beve di nuovo).
SARA. (Al pubblico) forse ci siamo finalmente. La mia amica non è
cattiva, è solo un po’ difficile. (A
Claudia) ma finalmente noi due riusciremo ad allontanarci da ciò che ci
distrugge giorno dopo giorno e andare ad Hamburgher in Germania. Già mi ci vedo
là a friggere al sole.
CLAUDIA. (Abbattuta) si chiama Amburgo la città della Germania e non
Hamburgher!
SARA. Amburgo, Hamburgher, quello
che è insomma. La cosa più importante non è forse aver trovato la località per
la nostra vacanza?
CLAUDIA. No, Sara.
SARA. (Preoccupata e seria) come … no?!
CLAUDIA. No, Sara. Ad Amburgo in
Germania io ci sono già stata.
SARA. (E’ stanca di dover trovare posti di vacanza per Claudia. Prende il
bicchiere di Claudia, si versa da bere e beve tutto d’un fiato. Al pubblico)
mi è passata la voglia di andare in vacanza. (A Claudia) senti amicona, sia cosa facciamo? Sceglila tu la
destinazione della vacanza e poi me lo fai sapere così mi aggrego anch’io. (Al pubblico) sempre che anch’io non ci
sia già stata.
CLAUDIA. Ci manca di avere ancora
un’altra decisione da dover prendere. (Ricordandosi)
io non ce la faccio più di questa vita. Stasera, per esempio, cosa preparo per
cena? Si, devo preparare la cena ma nello stesso tempo devo preparare anche il
pranzo per domani perché il mattino lavoro. Che vita sto conducendo, dimmelo
tu!
SCENA XII
Claudia, Sara e Adele
ADELE. (Entra da destra) vuoi la mia di vita?
CLAUDIA. No Adele, grazie. Mi
accontento che tu mi restituisca il mio termometro.
ADELE. Ecco, a dir la verità non
l’ho con me … perché contavo di usarlo ancora per Marta.
SARA. (Beve) scusa, oltre al fatto che non ti appartiene, devi anche
sapere che non è igienico usare il termometro degli altri.
ADELE. E perché?
SARA. Per via dei microbri.
ADELE. Dei microbri?
SARA. Certo, lo dicono sempre negli
sport televisivi.
ADELE. Sport?
CLAUDIA. (Guarda Adele e sottovoce) spot.
ADELE. (Mima che ha capito, ironica) vorrà dire che lo laverò col
detersivo.
SARA. Io fossi in te gli farei
fare anche il prelavaggio. Sai, casomai ci fosse qualche microbro aggressivo e
resistente.
CLAUDIA. Io sono in uno stato di
piena sofferenza per la mia situazione e loro parlano solo di cose inutili. Per
esempio stasera, cosa preparerò per cena?!
ADELE. A me non piace cucinare e
perciò, spesso e volentieri, compro già tutto pronto. Stasera per esempio cucino
“Cinque salti in padella”.
CLAUDIA. Buoni!
SARA. Cosa hai detto che cucini? (Le guarda i piedi) ma i tuoi piedi
entrano nella pentola?
ADELE. I miei piedi … in pentola?
Ma quale pentola?
SARA. Ma si, in quella pentola dove
ci metti i tuoi piedi e fai i cinque salti. (Al
pubblico) sarà una piatto straniero.
ADELE. (Non capisce) cinque … salti?!
SARA. Si, cinque salti. L’hai
detto tu.
ADELE. (La guarda male perché non capisce cosa voglia dire).
SARA. (Alza gli occhi al cielo) cinque salti! (Si mette a saltare) uno, due, tre, quattro, cinque. E sei. Magari
che non sia sufficiente per tutta la tua famiglia.
ADELE. (A Claudia) posso chiederti cosa c’era in quel bicchiere?
CLAUDIA. Solo vino.
ADELE. Non si direbbe da come ragiona.
SARA. Perché, cosa avrei detto di così
strano e diverso da ciò che hai detto tu?
ADELE. Tu, mi hai vista saltare?
SARA. No, però tu hai detto che
per cena preparerai cinque salti in padella e scusa, è alquanto strano. Penso
che anche il pubblico sia d’accordo con me.
ADELE. (Insofferente) Sara, cinque salti in padella, è un piatto di pasta
surgelata, chiamata così. E il pubblico lo aveva capito perfettamente.
SARA. E con ciò cosa vorresti
dire? Che io sono un po’ … stordita?!
ADELE. (Ironica) si, solo un po’.
SARA. Comunque, dato che io porto
il quarantuno di scarpe e presumo che i miei piedi non ci stiano in pentola,
questa sera, preparerò un minestrone.
CLAUDIA. Ottimo!
SARA. E come secondo cucinerò delle
bistecche.
CLAUDIA. Buonissime!
ADELE. Dopo aver mangiato i
“Cinque salti in padella” io farò … (pensa).
SARA. (Ironica) una bella corsettina!?
ADELE. (Annusando il bicchiere da dove Sara ha appena bevuto) vino! Eppure
non si direbbe!
CLAUDIA. Adele, che altro prepari
poi?
ADELE. Poi passo al dolce.
SARA. Al dolce?
ADELE. Perché? Ora io non posso
saltare il secondo e passare alla torta?
CLAUDIA. Squisita!
SARA. La tua cucina è tutto un
salto mi sembra. Ragazze, vi lascio. Penso che mio marito sia tornato dal
tabaccaio e perciò vado a controllare quanto ha vinto al “Gratta e Vinci”. (Esce e si salutano).
ADELE. Claudia, tu pensi che Sara
sia mentalmente sana? Oltre a tutto quello che ha raccontato che aveva poco
senso, ora va a casa a controllare quanto il marito “ha vinto”. Come può lei sapere
se il marito ha vinto oppure no? Non è detto
che si vinca sempre con il “Gratta e Vinci”.
CLAUDIA. Devi sapere Adele che suo
marito è molto fortunato al gioco. Vince spesso anche con i numeri del lotto,
figurati.
ADELE. È proprio vero quel
proverbio che dice: “Fortunato al gioco, sfortunato in amore”.
CLAUDIA. Hai ragione Adele, parole
santissime. Adele, ti sei accorta che a Sara spuntavano le corna?
ADELE. Le corna? E tu come lo sai?
(Al pubblico) gli uomini son tutti
uguali. O quasi. (A Claudia) dai
racconta, racconta.
CLAUDIA. Allora, mentre lavava il
pavimento nella stanza da letto … (viene
interrotta).
ADELE. Come? Ha trovato suo marito
nella stanza da letto con … (mima una
donna) mentre puliva il pavimento?
CLAUDIA. Non so se ci fosse anche
lui. Comunque se c’era non poteva che trovarsi sopra il letto perché altrimenti
lei non avrebbe potuto a quel punto lavare il pavimento.
ADELE. (Al pubblico) sopra il letto? Lo ha trovato nel letto con … (mima). E Sara che ha fatto in quella
situazione?
CLAUDIA. Ma se ti ho appena detto
che stava lavando il pavimento, vuol dire che stava lavando il pavimento! Ed è
stato lì che chinandosi ha visto … (viene
interrotta).
ADELE. (Al pubblico) volete vedere che suo marito dopo essere stato sopra
il letto con … (mima) è andato anche
sotto il letto con … (mima) e lei,
Sara quando si sarà chinata li avrà visti. (A
Claudia) come minimo le sarà venuto un infarto. Vero?
CLAUDIA. Un infarto? Ma se ti ho
detto che le sono venute due corna! Capisci quando ti parlo?
ADELE. Ovvio! Quando si è
abbassata per lavare il pavimento ha visto suo marito sotto il letto con … (mima) le son venute subito le corna. (Al pubblico) non sapevo che fossero
così veloci a crescere. (A Claudia)
ti sei spiegata perfettamente.
CLAUDIA. Ha visto suo marito con …
scusa, ma cosa vuol dire?
ADELE. Sara quando ha visto suo
marito sotto il letto con … (mima) non
potevano che crescerle le corna. Me lo hai appena detto tu.
CLAUDIA. Io? Come posso averti
detto questo che non lo immagino neppure!
ADELE. Io penso che tu sia andata
fuori di testa come Sara! Tu mi hai detto che Sara ha le corna.
CLAUDIA. Certo che ha le corna! Ma
… suo marito cosa centra col fatto che ha le corna?
ADELE. Claudia, adesso mi prendi
in giro?! Come potrebbe Sara avere le corna se non grazie a suo marito che con
… (mima)…
CLAUDIA. Io non so come vengano le
corna ma a Sara sono venute due belle corna in testa perché quando si è chinata
per pulire il pavimento della stanza ha battuto la testa, per ben due volte,
sotto la scrivania.
ADELE. E … suo marito non c’entra
nulla? Non era in quella stanza nel momento in cui lei…
CLAUDIA. Non penso proprio, io
quando svolgo le pulizie non voglio nessuno nelle camere.
ADELE. (Si versa da bere e beve tutto d’un fiato) e così erano solo quelle
le corna a cui ti riferivi …
CLAUDIA. Solo? Ti dico che ha due
corna da far paura!
ADELE. (Si versa di nuovo da bere per ben due volte e beve tutto d’un fiato).
CLAUDIA. Adele … va tutto bene?
ADELE. Andava molto meglio prima
che venissi qui!
CLAUDIA. (Si alza) mi dispiace, non mi sembra di aver detto o fatto nulla
che potesse farti stare male.
ADELE. Claudia, hai fatto troppo
invece. Riposati che ne hai bisogno. (Esce).
CLAUDIA. Come ti permetti! Ricorda
che io so bene ciò di cui ho bisogno! (Al
pubblico) ora io devo riposare perché me lo dice lei! A me nessuno deve
dirmi quello che devo fare! Sono solo io che decido della mia vita! (Qualche secondo di silenzio. Al pubblico).
Accidenti come sono stanca! Avete visto? Non riesco mai a trovare del tempo da
trascorrere a chiacchierare con le amiche, con i parenti, proprio mai. Sono
sempre qui a lavorare. Tutti i giorni così! Se riuscissi a trovare un momento
per riposare, sarebbe un miracolo! (Si
siede e sfoglia la rivista sul tavolo). Sono stanca di correre!
SIPARIO